L' Oppide naturale di Bellinzona

 

La culla dei Leponti 

L'ultima glaciazione circa 12 mila anni fa, quella di Riss-Würm aveva lasciato il territorio devastato spezzettato  brullo, la grande morena si era fermata molto più a sud a lambire la grande piana che si stava asciugando sopra una mare di depositi alluvionali della Piana di Magadino, i rilievi preglaciali di roccia gneiss morfologicamente attaccate dalla erosione, non ha avuto presa sul blocco bellinzonese, tutto attorno un susseguirsi di mutamenti dovuti alle temperature che si stavano alzando: molti rigagnoli, isolotti lingue moreniche minori, vasti meandri occupavano tutta la piana, più a Sud il grande lago. I primi abitatori forse erano già stabiliti in quel luogo testimoni del rapido cambiamento della grande valle liberata dai ghiacci. Forse erano quei stessi cacciatori di renne venuti dal Nord, inseguendo le mandrie del pelo muschiato fino all'estremità si stabilirono a Sud della giovane catena alpina, in continuò cambiamento geologico. Non abbiamo prove non si conosce se furono proprio questi uomini preistorici, di un grado elevato di civilizzazione a dare il nome alla regione alpina conosciuta oggi come il Cantone Ticino. Il toponimo TI-CI//NO  tigino significherebbe "colui che nasce o viene dalla montagna" oppure "l'acqua delle montagne" se si paragona ad una iscrizione celtica analoga apparsa qualche millennio dopo. 

Per conoscere apprositivamente la data della presenza umana nel territorio del Ticino bisogna risalire alla Prima Era Neolitica circa quattromila anni a.C. Gli archeologi citano una comunità agricola che lasciò una necropoli e pochi resti di abitazioni, sulla sommità del monticello orfano. Tuttavia la cosa più affascinate è data da questa presenza naturale di una roccia, salda nel mezzo delle acque travolgenti ed inquiete della piana circostante, un blocco levigato plasmato dai ghiacci di cui sulla sommità i venti avevano portato terra e sementi. Il blocco di forma ovoidale di circa 100 metri di raggio, posto vicino alla lingua del monte poco distante , elevazione naturale di roccia isolata dalla cresta montana, al riparo dell'inondazione, non poteva essere sfuggito all'acutezza dei nostri avi, oggi si direbbe una soluzione fatta dall'uomo all'impatto ambientale. La roccia fortezza, venti secoli più avanti, furono gli invasori Romani; essi vi costruivano un Castrum o fortificazione su una già persistente celtica, si cita una battaglia fra le legioni romane e il popolo dei Canini, abitatori dell'alto Cantone Ticino, i Canini erano popolazioni galliche, stabilite in questa regione? Oppure erano gli stessi Leponti o Leponzi che si allearono con Annibale nella battaglia del Ticino contro Scipione, in epoca delle repubbliche.

MVa veniamo per ordine, I primitivi abitatori bellinzonesi si stabilirono sul dosso roccioso di Castel Grande (a quel tempo il castello non era ancora stato costruito) ma come riportano le tavole vi erano un villaggio agricolo protetto da una collina di terra a forma circolare, una traccia la si può vedere ancora nella piazza d'armi del Castello di Sasso Corbaro. Il recinto di forma circolare allungata è tipico degli agglomerati celtici del Nord Europa. Ma perché proprio in quel luogo? La risposta è semplice; la posizione facilmente difendibile, attirò agricoltori ed artigiani che lavoravano le materie prime (legno, cristalli di rocca, metalli, erano esperti nel fabbricare oggetti (utensili, macine, punte di freccia, armi ), ossia abbiamo racchiuso in una breve zona alpina tutte le caratteristiche dei Leponti, popolazione locale o proto celtica di mista formazione ligure-gallica, ampiamente confermata dai numerosi reperti e dalla civiltà di Golasecca che con le necropoli di Ornavasso formano il quadro lepontico con gli scavi della necropoli di Giubiasco ad un paio di Km dal Sasso Corbaro ne avalla la presenza quasi mille anni prima della espansione celtica nella pianura padana. 

I Celti difendevano i loro villaggi fortificandoli, chiamati "Oppidi"oppure "oppida"  dal suffisso tedesco "op." Su o sopra (olandese OP = sopra inglese UP) e Dann uguale a fortificazione . Altro fattore che potrebbe confermare il toponimo Bellinzona: niente affatto di: Belli in zona o zona bella, niente italianismi in quella Era del storia. Ma potrebbe essere indicato come il nome o il forte, o il villaggio di Bellovesos; Belliciona oppure da Bellisson = figlio di Bellos Bellovesos, secondo alcuni studiosi fondò Milano. Del resto la toponomastica locale è ricca di suffissi celtici. lo stesso Lago Verbano potrebbe essere stato attribuito ad un nome celta come Verbannos, Locarnos, la S finale si riferisce a nomi propri maschili,  via così. Oggi è facile attribuirsi discendenze celtiche ad ogni campanile del Nord Italia. Ma confermare queste teorie occorre avere, attendere altre prove. 

Comunque Bellinzona non deriva affatto, ne dal latino, ne dal toscano. Stabilito questo preambolo linguistico ambientalistico lasciamo libera l'immaginazione e ritornando indietro con la macchina del tempo, vedremmo dalla cima delle montagne una lunga valle, ricca di acque, un piccolo agglomerato umano posto sulla piana di una roccia isolata quasi inaccessibile, salire il fumo dei focolari, che i celti ponevano al centro dell'abitazione e nel paiolo, senz'altro di rame, si cuoceva una calda nutriente zuppa ricca di carne e verdura o pesce, di cui la zona era copiosamente generosa di selvaggina. Poi la Storia andò avanti, altri popoli trovarono sbarrata la via delle genti da questo ciclope di pietra, questo gigante della Natura coetaneo di Madre Terra posto a muta sentinella al passaggio dei popoli lungo l'asse Nord-Sud, ieri come oggi non si ci sofferma più a riflettere presi dall'insaziabile egoismo non prestiamo più ascolto alla curiosità, che trasmigra di mente in mente, chiusi nelle nostre lamiere ci sfugge la rupe memore dono degli dei all'uomo a sua protezione e dimora al suo lavoro, un primordiale agglomerato che non fosse una caverna , sicura culla, accogliente ambiente nel mezzo dell'impeto degli elementi. 

 

Lucièn Riva

 

Ricostruzioni dell'insediamento neolitico
sulla collina di Castel Grande
(Ufficio monumenti storici, Bellinzona)

 

Bibliografie:  La storia di Bellinzona  testi di Werner Meier © Copyright 1999, Municipio di Bellinzona (CH) sito http://www.bellinzona.ch/ -  Museo Nazionale di Zurigo - L'archeologia del Territorio, il Verbano , Gianni Pizzigoni, Museo del Paesaggio. - http://keltic.tsx.org/  archeologia

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