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ringrazio Dana Kahana, Yoshikazu Kumamoto, Luca & Nui, Tadahiko Norieda
e Mayumi Yoshimura, il cui gentile contributo ha reso possibile la realizzazione di questa pagina



IROHA KARUTA


Inu-Bô Iroha e (coppia in basso) Edo Iroha: esempi della sillaba I, prima carta del mazzo, da diverse edizioni:
inu mo arukeba bô ni ataru ("anche un cane, andando in giro, troverà un bastone")

Iroha Karuta è un gioco molto simila a Uta Karuta, descritto in precedenza, adatto a giocatori che non hanno dimestichezza con le poesie dell'antologia Hyaku-nin Isshu (specialmente i bambini), basato su proverbi tradizionali giapponesi. Anche questo è uno dei passatempi preferiti nel giorno di Capodanno.


Kyô Iroha: sillaba I
issun saki wa yami no yo
("a pochi centimetri si fa buio")

Kamigata Iroha: sillaba I
issun saki wa yami
("a pochi centimetri si fa buio")

Chiamate impropriamente anche "carte alfabetiche", i mazzi Iroha sono sempre costituiti da due serie di 48 soggetti, per un totale di 96.

Inu-Bô Iroha: sillaba HA
hana yori dango
("meglio dei fiori sono i ravioli")
Una metà delle carte raffigura immagini di vario genere, e su ciascuna di esse è un diverso kana (sillaba giapponese). Questo gruppo è chiamato  efuda ("carte illustrate"), o  torifuda ("carte da presa"), perché sono quelle che i giocatori devono afferrare.
La seconda metà del mazzo è composta da 48 carte con il testo di proverbi e modi di dire giapponesi scritti per esteso, che corrispondono alle illustrazioni anzidette. Queste vengono indicate come  jifuda ("carte dei segni") o  yomifuda ("carte da lettura"). Ciascuno dei proverbi comincia con una sillaba diversa: facendo corrispondere quella singola delle carte illustrate ai rispettivi proverbi, le efuda e jifuda formano 48 coppie.
Benché questo schema ricordi quello delle carte Uta Karuta (1ª parte), una differenza sta nel fatto che nell'Iroha Karuta l'illustrazione si trova sulla carta che i giocatori devono afferrare, non su quella che viene letta (cfr. anche L'EVOLUZIONE DEI MAZZI DA IROHA, più avanti).

Com'è ovvio, per molti di questi detti non esiste un proverbio corrispondente in altre lingue, e alcuni di essi possono sembrare alquanto strani, soprattutto quelli in cui è menzionata solo una parte di un'espressione idiomatica più lunga. Quindi questa galleria non ha una tabella completa dei proverbi conosciuti, ma riporta solo quelli delle carte qui mostrate come esempi. Comunque, in fondo a questa sezione si trova una lista di siti che trattano i proverbi Iroha in modo più specifico.

L'immagine che compare su ciascuna carta illustrata, e che fa riferimento al rispettivo proverbio, fornisce al giocatore - spesso un bambino - un aiuto visivo, costituendo questo gioco tanto un passatempo che un ausilio all'apprendimento della lingua scritta. Per tale motivo i bambini in età scolare vengono certamente incoraggiati dagli adulti a giocare a Iroha Karuta.

Inu-Bô Iroha: sillaba O, da due edizioni
oni ni kanabô
("al demone, una mazza di ferro")

Kamigata Iroha: syllable O
ôta ko ni oshierare
("il bambino trasportato insegna la strada al genitore")

In un minor numero di mazzi da Iroha, su tutte e 96 le carte compaiono sia illustrazioni che testo (una varietà simile esiste anche per il gioco di Uta Karuta): 48 soggetti mostrano la prima metà di ciascun proverbio, mentre le rimanenti 48 ne descrivono la seconda parte. A differenza del tipo di carte descritto in precedenza, tale variante necessita da parte dei giocatori una certa conoscenza dell'intera serie di proverbi, così da poterli riconoscere dalle loro prime parole. In ogni caso, anche questa seconda varietà di mazzi è formata da 48 coppie di soggetti.

Inu-Bô Iroha: sillaba YA
yasumono kai no zeni ushinai
("comprare roba scadente
è gettare il denaro")

Mentre lo stile delle carte da Uta Karuta segue sempre una linea classica, i mazzi da Iroha esistono in un numero di varietà assai maggiore: non vi è alcuno stile standard, per cui il produttore è libero di scegliere tanto i soggetti delle illustrazioni che la tecnica con cui raffigurarle: disegno a china, ad acquerello, o persino forme artistiche molto particolari, come quella chiamata kirigami ("carta ritagliata"), in cui tanto le figure che il testo sono abilmente ritagliati da un foglio di carta monocroma; esempi di questa tecnica sono mostrati nella pagina (edizione di Edo Iroha e Kamigata Iroha).

L'ordinamento delle carte da Iroha non è casuale: si basa su un'antica poesia del periodo Heian, che viene tradizionalmente attribuita al monaco buddista Kukai (774-835).
In questa poesia tutti i diversi kana vengono usati una volta ciascuno, in modo che la loro sequenza generi frasi di senso compiuto, e dalle prime tre sillabe (I, RO, HA) venne dato il nome alla composizione.
Il mazzo comprende anche due sillabe obsolete, WI e WE, non più usate nella lingua giapponese moderna. Per tale ragione, in alcune edizioni recenti le sillabe difficili riportano anche una piccola notazione della corretta pronuncia, come si vede nell'esempio qui a destra.

sillabe con la notazione della pronuncia, da un'edizione illustrata
da Kazuyoshi Iino, pubblicata da Kin no Hoshi (Giappone)


le 48 sillabe del mazzo,
secondo l'ordinamento Iroha
Invece N, che in giapponese costituisce una sillaba, non è compresa nella serie Iroha perché nessun vocabolo comincia con essa. Quindi, per raggiungere un totale di 48 carte, venne aggiunta la parola monosillabica KYÔ, l'unica della serie scritta con un ideogramma cinese,  ("metropoli, capitale"), il cui significato nel proverbio si riferisce alla città di Kyoto.


Edo Iroha: sillaba CHI
chiri mo tsumotte / yama to naru
"anche la spazzatura si accumula
e diventa una montagna"

Per molto tempo questa poesia è stata anche un testo di riferimento per l'ordinamento sillabico, e l'espressione I-Ro-Ha aveva lo stesso significato di "ABC" per gli alfabeti occidentali, sebbene ora nel giapponese moderno tali sillabe vengano ordinate secondo un criterio più razionale, basato sul loro suono.
Nei mazzi da Iroha anche la serie dei proverbi è ordinata secondo l'antica sequenza sillabica.


Inu-Bô Iroha: sillaba U
uso kara deta makoto
("la verità emersa dalla bugia")


Inu-Bô Iroha: sillaba NO
nodo moto sugireba atsusa wasururu
("superato il fondo della gola,
il calore si dimentica")


L'EVOLUZIONE DEI MAZZI DA IROHA

I proverbi di questi mazzi sono massime, molte delle quali risalgono a 200 anni fa, e forse più.
La prima versione conosciuta del gioco era quella detta  Gojuu-Ku Karuta ("cinquanta carte dei versi"), in cui la prima metà della poesia si trovava sulla carta da leggere (yomifuda, che recava anche l'illustrazione), e l'ultima parte era sulla carta che i giocatori dovevano afferrare (torifuda, che aveva solo testo),
  nello schema qui a destra.
Durante il XVIII secolo le carte cominciarono ad avere il testo scritto sia con le sillabe fonetiche che con gli ideogrammi.
A partire dal 1820 circa, l'illustrazione fu spostata dalle yomifuda alle torifuda, e il testo comparve per esteso su entrambi i tipi di carte (cfr. ).

Inu-Bô Iroha: sillaba WO
(pronunciata O)
oite wa ko ni shitagau
("l'anziano obbedisce al figlio")
In alcune edizioni al posto delle poesie furono usati proverbi e massime; forse nel tentativo di aumentare lo spazio disponibile per l'illustrazione, o forse per introdurre nel gioco un nuovo elemento di difficoltà, la successiva evoluzione comportò che sulle torifuda fosse lasciata la sola sillaba iniziale del proverbio, come avviene nelle moderne edizioni di Iroha Karuta (ƒ).
mappa del Giappone


Kamigata Iroha: sillaba KE
(pronunciata GE)
geta to yaki-miso
("calzature e pasta di riso fermentato")
La prima serie di proverbi ebbe origine a Kyoto, donde il primo nome  Kyô Iroha, per poi rapidamente raggiungere l'adiacente regione di Kamigata, compresa fra Kyoto ed Osaka, dove la serie, dopo aver subìto piccoli ritocchi, venne chiamata  Kamigata Iroha.
Il gioco continuò a diffondersi ad altre parti del paese, raggiungendo Edo (attuale Tokyo), dove nel corso della prima metà del XIX secolo i proverbi vennero alquanto modificati per assecondare le tradizioni e il dialetto locali ( Edo Iroha).
Una terza raccolta di proverbi era segnalata nell'area di Owari (l'attuale Nagoya), verso il 1850: questa era nota come  Owari Iroha ma, a causa della maggiore popolarità della versione di Edo, non durò molto a lungo, estinguendosi appena una cinquantina d'anni più tardi.

Agli inizi del XX secolo la versione Edo Iroha era divenuta popolare un po' ovunque in Giappone. Ma in diverse altre parti del paese singoli proverbi vennero rimpiazzati con quelli localmente in uso e, col passare del tempo, qualche detto moderno ne sostituì qualcuno più antico. Poiché il primo proverbio della serie rimase fedele alla versione di Edo ("anche un cane, andando in giro, troverà un bastone"), oggi queste versioni sono definite inu-bô, "cane-bastone".
Quindi le edizioni prodotte attualmente possono essere divise per comodità in due gruppi principali: quelle il cui primo proverbio dice "ancora una goccia di alcol, e si fa buio" (Kyô Iroha e Kamigata Iroha, di origine più antica ma ora abbastanza insoliti), e quelli il cui primo proverbio è "anche un cane..." (mazzi Edo Iroha e Inu Bô, di origine successiva ma più comuni).

Edo Iroha: sillaba RU
ruri mo hari mo / teraseba hikaru
("tanto i lapislazuli che i cristalli
risplendono alla luce del sole")

Anticamente, i primi mazzi venivano stampati su fogli singoli, uno per le efuda e uno per le jifuda. Venivano venduti interi, sicché prima di poter usare le carte queste andavano ritagliate.

Edo Iroha: sillaba ME
me no ue no / kobu
("un bozzo sull'occhio")


Kamigata Iroha: sillaba ME
mekura no kaki nozoki
("il cieco che spia dalla palizzata")

Le figure erano stampate su carta molto sottile, e i giocatori erano costretti ad incollarle su un secondo foglio di supporto prima di tagliarle, così da renderle sufficientemente robuste per il gioco. Comunque non duravano più di qualche partita; non a caso gli esemplari di mazzi antichi giunti fino ai nostri giorni sono davvero rari.



copia di un foglio non tagliato di carte Iroha, dei primi dell'800;
contiene 48 coppie di soggetti, più una doppia carta-titolo col nome dell'editore (in basso a sinistra)

Sotto il profilo grafico la maggior parte dei mazzi da Iroha può considerarsi unico nel suo genere, essendo le illustrazioni e lo stile diversi da edizione a edizione. È compito dell'autore disegnare illustrazioni i cui soggetti sono ispirati ai relativi proverbi, ma una stessa carta presa da diverse edizioni a volte si riconosce a stento.


Kyô Iroha: sillaba WA
warau kado ni wa fuku kitaru
("in una casa gioiosa arriva la felicità")
Il gioco Iroha Karuta ha in pratica le stesse regole dell'Uta Karuta (cioè il gioco delle "100 poeti"), sebbene le carte utilizzate siano meno della metà di quelle che contiene il gioco anzidetto. Tale semplice principio, basato sul far corrispondere le illustrazioni e/o le sillabe con un testo completo, ha recentemente inspirato diversi mazzi nei quali nuovi soggetti come animali, personaggi dei fumetti, ecc., hanno preso il posto dei tradizionali proverbi.

Dopo aver disposto sulla superficie di gioco le carte illustrate a faccia in su, una terza persona, o giudice, comincia a leggere una carta yomifuda alla volta, mentre i due avversari devono individuare e raccogliere la carta corrispondente nel tempo più rapido possibile. Il vincitore è colui che al termine della mano ha catturato il maggior numero di carte.





Edo Iroha: sillaba SE
se ni hara wa / kaherarenu
("la schiena non può
rimpiazzare la pancia")

Altre risorse sui proverbi e sulle carte Iroha sono:
  • iroha karuta (solo in giapponese), che offre l'intera serie dei proverbi in tutte e tre le versioni;
  • iroha karuta, per le note storiche, interessanti immagini, e una traduzione dei proverbi di Edo;
  • iroha, che mostra le illustrazioni di un intero mazzo (testo solo in giapponese).

  • esempi dell'ultima sillaba, KYÔ, nelle edizioni Edo Iroha ed Inu-bô Iroha:
    Kyô no yume Ôsaka no yume ("sogno di Kyoto, sogno di Osaka")

    in basso: la stessa sillaba nelle edizioni Kyô Iroha e Kamigata Iroha recita
    Kyô ni inaka ari ("a Kyoto c'è la campagna")






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