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carte regionali

Cina e Hong Kong
· pagina 1 ·
note storiche
carte a semi monetari

I parte


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carte
a semi monetari · II
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carte
a scacchi cinesi
pagina 4
carte
da domino
pagina 5
carte
ad ideogrammi
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INDICE DELLE GALLERIE















ringrazio Jeff Hopewell, ChungPang Lai,
John McLeod e Dylan W.H. Sung per il prezioso aiuto fornitomi




NOTA
Per effetto della romanizzazione (cioè della traslitterazione di vocaboli orientali con l'alfabeto occidentale
in base al loro suono originale) alcuni nomi potrebbero avere più di una forma.
Queste pagine seguono il sistema standard attualmente in uso (Pinyin).
Per alcuni nomi è riportata anche la grafia in ideogrammi.
Poiché la lingua nazionale cinese è il mandarino, ma molte carte da gioco provengono da regioni dove si parlano
i dialetti cantonese, hakka, ed altri, i nomi sono stati riportati nella versione più comune.



INTRODUZIONE


In Cina esistono svariati tipi di carte tradizionali, di cui gran parte tutt'ora in uso, soprattutto nelle regioni lungo la fascia costiera.

Molti mazzi sono composti da un numero di carte maggiore rispetto a quelli europei. Possono apparire curiosi agli occhi di un occidentale, tanto per le loro dimensioni, spesso sottili e lunghe, e in genere più piccole di quelle usate in occidente, che per la varietà di illustrazioni e personaggi raffigurati.

È probabile che il motivo di una forma così stretta si spieghi con l'esigenza dei giocatori di tenere in mano un numero di carte piuttosto elevato, sovrapposte "verticalmente" (cioè non "a ventaglio"), in modo che una delle estremità resi visibile: i loro indici, quando presenti, confortano questa ipotesi, essendo situati ad entrambe le estremità delle carte.

Un'altra caratteristica raramente incontrata nelle carte occidentali è che, con poche eccezioni, i soggetti presenti in un mazzo cinese si ripetono più volte (quante volte dipende dallo stile del mazzo o anche dalle diverse edizioni), e ciò spiega come alcuni mazzi arrivano a contenere oltre 150 carte.
I dorsi invece, sono più spesso privi di decorazione, cioè a tinta unica, ma alcuni stili hanno motivi geometrici, di gusto più occidentale.

Diversi mazzi sono venduti avvolti da un incarto oppure semplicemente da una fascetta con il marchio del produttore, o persino legati con una cordicella, come si può vedere in queste immagini. Talora è usata anche la scatoletta di cartone.

Gli stili cinesi possono essere suddivisi in un certo numero di gruppi o famiglie, note come carte a semi monetari, carte a scacchi cinesi, carte da domino e carte a ideogrammi, in base al tipo di semi adottati e alla struttura del mazzo.
Tuttavia questi sono nomi occidentali, e non corrispondono ai termini usati dai giocatori cinesi; inoltre, anche nell'ambito di uno stesso gruppo, ciascuno di questi stili andrebbe considerato individualmente, perché il numero di carte da cui sono formati, l'area geografica a cui sono legati, e i giochi che vi si praticano sono diversi.

Dato che non vi è sempre una stretta corrispondenza fra la traduzione letterale dei nomi in cinese dei mazzi, dei semi e delle singole carte e quelli occidentali, il testo ne riporta tanto la versione originale che quella meno "esotica", se quest'ultima esiste.

Per concludere, una nota di folklore. I cantonesi hanno un detto: le cose buone vengono a coppie. Ciò si riflette chiaramente nei nomi delle marche commerciali, ed anche nei dettagli decorativi di diverse carte, raffigurati a due a due, un elemento scaramantico che caratterizza i mazzi del sud-est della Cina e di Hong Kong (vedi l'illustrazione qui a destra).

marche di carte da gioco del sud-est della Cina e di Hong Kong


Per un più agevole caricamento delle immagini questa galleria è suddivisa in pagine monografiche, come segue:
NOTE STORICHE  ·  CARTE A SEMI MONETARI (I parte)   . . pagina 1
CARTE A SEMI MONETARI (II parte)  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pagina 2
CARTE A SCACCHI CINESI  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pagina 3
CARTE DA DOMINO  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pagina 4
CARTE A IDEOGRAMMI  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pagina 5



(salta le note storiche)

NOTE STORICHE


La Cina è il paese dove vennero create per la prima volta le carte da gioco, forse centinaia di anni in anticipo sulla loro comparsa in Europa, ma la scarsità di fonti e le inevitabili difficoltà linguistiche spiegano i molti lati rimasti ancora oscuri nella storia delle prime carte cinesi.
Alla fine del XIX secolo l'antropologi S.Culin e il sinologo W.H.Wilkinson compirono ricerche sugli stili allora in produzione, e li compararono agli antichi mazzi e carte sfuse rinvenute in musei e collezioni (le illustrazioni che accompagnano le note storiche sono figure originali tratte da una pubblicazione a firma di Wilkinson del 1895).
Le loro descrizioni mostrano chiaramente che in Cina le carte da gioco non subirono nel tempo un evoluzione, come avvenne in Europa, poiché le loro illustrazioni e i loro semi sono rimasti sostanzialmente immutati.

STILI DA DOMINO
La popolare varietà di carte con punti neri e rossi derivò dai set da domino, o  Ku Pai ("tessere d'osso") in cinese, i cui pezzi erano - e sono ancora oggi - piuttosto simili a quelli occidentali (cfr. pagina 3).
Ad un certo punto del XII secolo century (una datazione abbastanza approssimativa), cominciarono a comparire mazzi di cartoncino pressato al posto delle solite tessere in osso o in avorio.
Sebbene ciò possa sembrare strano, i cinesi non fanno molta distinzione fra "tessere" e "carte", quest'ultime considerate semplicemente una forma alternativa delle prime, per cui vengono definite entrambe pai, un termine generico per etichette, tessere, carte, targhette, ecc.

Diversamente dalle vere tessere, però, le carte cinesi da domino hanno sviluppato nel corso del tempo diversi stili, a seconda del numero di volte per cui ciascun soggetto è replicato, e alle dimensioni delle carte (che oscillano da molto piccole a piuttosto grandi). Vengono descritte a pagina 3.


STILI A SEMI MONETARI
Un altro antico stile di cui si ha notizia è noto come Gun Pai ("carte a bacchetta"), con probabile riferimento alla loro forma.
Wilkinson sosteneva che queste carte ebbero origine da antichi volumi, le cui pagine erano staccabili per una più facile consultazione; l'uso come mezzo di svago ne avrebbe succcessivamente comportato una riduzione delle dimensioni. Secondo la sua teoria, questo genere di libri sarebbe stato introdotto in Cina attorno alla metà dell'VIII secolo; quindi, se ciò corrispondesse a verità, le Gun Pai potrebbero essere nate prima delle carte da domino.

La struttura di questo stile veniva descritta come basata su tre semi, le cui carte avevano segni dall'1 al 9 (ma uno dei semi aveva numeri). Wilkinson identificò tali semi come  Jian (o Qian) "monete, denaro",  Tiao dal significato di "bastoni, oggetti lunghi", e  Wan cioè "miriadi, 10.000, decine di migliaia".
Tre ulteriori soggetti chiamati  Qian Wan ("Mille Miriadi", anche noto come "Vecchio Mille"),  Hong Hua ("Fiore Rosso") e  Bai Hua ("Fiore Bianco") completavano la serie.
Un mazzo completo conteneva quattro copie di ciascun soggetto (in totale 120 carte) più, in alcune edizioni, un numero variabile di carte speciali sciolte, fino a sei per mazzo, la cui funzione nel gioco - secondo il rapporto di Wilkinson - era la stessa dei jolly occidentali, cioè potevano rimpiazzare qualsiasi valore ordinario, come una "matta".
Un'identica composizione la si ritrova ancora oggi nello stile DongGuan, descritto in questa pagina.

antico 9 di Miriadi

Come nome alternativo di queste carte, il rapporto di Wilkinson parla di  Ma Jue, cioè quello che nei paesi occidentali viene chiamato Mah Jong, in pratica una variante del classico schema a semi monetari, descritto in dettaglio a pagina 2. Tuttavia oggi si ritiene che il gioco del Mah Jong sia di molto successivo alle Gun Pai, essendo probabilmente nato a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo.

Nonostante la forma, la lunghezza, i dettagli grafici, l'uso degli indici, ecc. degli antichi mazzi Gun Pai appaia alquanto eterogeneo, essi appartengono tutti ad uno stesso stile, antenato delle carte monetarie a tre semi oggi esistenti in Cina e in Vietnam.


3 di Denari
Infine, tanto Culin che Wilkinson descrissero un terzo stile antico, che il secondo autore riportò col nome cantonese  Lat Chi ("carta straccia"). Molto simili alle Gun Pai, questi mazzi avevano quattro semi anziché tre: "monete", "stringhe", "rouleaux" e "lakh" (dal significato di "centinaia di migliaia") secondo Wilkinson. Culin invece li descrisse come "monete", "stringhe", "decine di migliaia" e "decine". In queste carte i nomi effettivi dei semi erano solitamente riportati sulle carte:  Wen (il Cash, l'antica moneta cinese di valore più basso, con un foro nel centro),  Suo ("corde, stringhe", a cui le suddette monete venivano tenute infilate),  Wan ("miriadi", o "10.000"), e  Shi ("decine, 10"). A sinistra ne viene mostrato un esempio.
Anche queste carte avevano valori dall'1 al 9. Wilkinson specificò che gli 1 dei semi più forte e più debole erano chiamati "100 figli" e "asso di Denari".
Facevano parte del mazzo altri due soggetti: uno equivaleva il "Fiore Bianco" del Gun Pai, e l'altro verosimilmente corrispondeva al "Fiore Rosso". Tutte le 38 carte del mazzo erano singole (senza doppioni).
Le odierne carte Hakka, cfr. pagina 2, e il mazzo vietnamita da Bâ´t, descritto nella galleria del Sud-Est Asiatico - pagina 3, in pratica hanno la stessa struttura.

Non è possibile definire se fosse il Gun Pai o il Lat Chi lo stile originale dal quale l'altro sarebbe derivato in un secondo tempo, ma è certo che entrambi avevano un precursore comune.

Di recente, lo studioso A.Lo ha segnalato fonti della metà XV e tardo XVI secolo nelle quali vengono descritti nei minimi particolari due stili a quattro semi, contenenti rispettivamente 38 e 40 carte. Il primo dei due corisponde al Lat Chi di Wilkinson; quello a 40 carte, invece, ha due soggetti addizionali, e viene menzionato come mazzo da Ma Diao, la cui somiglianza fonetica con l'anzidetto Ma Que, o MahJong, forse non è una semplice coincidenza.


LA CARTA DI TURFAN
La più antica carta orientale che si conosca fu rinvenuta nel 1905 nella provincia dello XinJiang (Asia Centrale, attualmente nel nord-ovest della Cina), presso un sito archeologico non lontano dalla città di Turfan, da cui il nome che le fu dato. È custodita presso lo Staatliches Museum für Vo1kerkunde di Berlino (in Germania).
la carta di Turfan
la carta di Turfan
Purtroppo non è possibile valutare l'età di questa carta, sebbene si ritenga essere risalente a diversi secoli fa. Potrebbe persino trattarsi di quella più antica al mondo, ma mancano gli elementi per esprimere un giudizio. Quindi questo reperto ci dà molte più informazioni su dove tali carte venivano usate, assai più che su quando ciò avveniva.
Qualsiasi età possa avere, la straordinaria somiglianza con alcuni soggetti che appartengono ai moderni mazzi a semi monetari depongono per l'esistenza di un collegamento; i volti stilizzati che compaiono su tali carte rappresentano i personaggi di un romanzo assai conosciuto intitolato Il margine dell'acqua (Shui-hu Zhuan). Gli stessi personaggi vengono anche comunemente presi in prestito da altri tipi di carte da gioco, in particoare dalle Chuan Pai (una variante delle carte da domino cinese) e mazzi da Poker, nelle quali appaiono a figura intera come decorazioni nel centro della carta. Lo stesso romanzo potrebbe fornire un indizio per la datazione: fu scritto nel XIV secolo, e considerando che per divenire famoso in tutto il paese sarebbe stato necessario dell'altro tempo, possiamo ragionevolmente ipotizzare che tali volti non comparvero sulle carte da gioco orientali prima dello stesso secolo, o magari anche più tardi. Ma tale limite cronologico sarebbe plausibile solo nel caso in cui ad essere ritratto fosse davvero un personaggio tratto da Il margine dell'acqua.

La carta di Turfan corrisponde al soggetto che nei mazzi a semi monetari è detto Fiore Rosso (se ne vedano i dettagli nel paragrafo successivo), ed anche le proporzioni della carta sembrano corrispondere a quelle dei moderni mazzi cinesi.

Un'altra domanda in attesa di risposta è "da dove proveniva la carta?".
Infatti nella provincia dello XinJiang, una volta Turkestan cinese, si parlava (e si parla tutt'ora) la lingua Uyghur. In origine questa veniva scritta con un alfabeto arcaico chiamato Orkhon, poi rimpiazzato nel XVI secolo da quello arabo, ed in ultimo, nel XX secolo, da quello occidentale e cirillico (usati entrambi). Ideogrammi cinesi, come quelli che compaiono ad entrambe le estremità della carta, non furono mai usati. Pertanto il reperto potrebbe essere giunto a Turfan da regioni più ad est, forse dimenticato da soldati o da mercanti; altrimenti, la carta potrebbe rappresentare la prova di uno stile molto antico, ma già sufficientemente diffuso al punto da essere conosciuto in Asia Centrale, i cui disegni (compresi gli ideogrammi) sarebbero rimasti immutati, indipendentemente dall'area geografica dove il mazzo era prodotto e/o utilizzato.
il sito dove fu rinvenuta la carta





CARTE A SEMI MONETARI


Cina meridionale e Hong Kong

Carte a semi monetari è un termine con cui viene indicato il più importante gruppo di stili cinesi. Il nome si ispira all'antica monetazione locale, a cui si riferiscono graficamente i semi.
Tali stili sono diffusi soprattutto nelle regioni centrali e meridionali del paese (cfr. la mappa a lato).
Le caratteristiche principali del gruppo sono:
  • tre semi, dai nomi occidentali di Denari (o Monete), Stringhe e Miriadi;
  • valori che vanno dall'1 al 9, più un certo numero di onori, carte di valore superiore;
  • alcuni mazzi hanno anche uno o più soggetti speciali.
Al gruppo "monetario" appartiene anche qualche stile a quattro semi, quali le carte Hakka e le carte vietnamite da Bâ´t (per quest'ultime si veda la
galleria vietnamita).

  • Il seme di Denari di questo gruppo solitamente raffigura un motivo stilizzato riferito alle antiche monete cinesi (quelle con un foro quadrato nel centro). Da tale moneta, il Cash, viene il nome alternativo con cui questo seme è talora indicato.
  • Le Stringhe, invece, mostrano tali monete infilate ad uno spago, modo in cui i cinesi erano soliti trasportarle (cioè un motivo a righe parallele simboleggia tali stringhe come viste da un lato). Simbolicamente, le Stringhe sono formate da 100 monete.
  • Le carte di Miriadi hanno motivi stilizzati ispirati allo Shui-hu Chuan ("Il margine dell'acqua"), un famoso ciclo di racconti scritti in vernacolo cinese nel XIV secolo.

l'antico Cash cinese che
ispirò le carte a semi monetari

wan (o man),
in forma ordinaria
e in quella ufficiale
Quelle di Miriadi sono le uniche carte i cui valori non vengono indicati con i simboli del seme (o punti), ma con numeri cinesi dall'1 al 9. Il nome di questo seme deriva dall'ideogramma cinese wan (o man nel dialetto cantonese), il cui significato è "diecimila" ma anche "miriade, moltitudine", che in molti tipi di mazzo, ma non in tutti, compare accanto al valore numerico.
Poiché tutti i numeri cinesi possono essere scritti in due forme, quella ordinaria e quella ufficiale (più elaborata), il valore numerico nelle carte di Miriadi appare sempre in forma ordinaria, mentre l'ideogramma che si riferisce al seme (wan) può trovarsi in qualsiasi delle due forme, come si vede a sinistra.

In altri stili, invece, le Miriadi hanno per segno un diverso ideogramma, guan (in cantonese gun), mostrato qui a destra, il cui significato letterale è "perforare, passare attraverso", ma anche "una stringa di 1.000 monete".

guan

Nonostante siano differenti, questi ultimi due ideogrammi possono essere ritenuti segni "intercambiabili" per il medesimo seme.
Infatti Wan è un'abbreviazione di "10.000 Guan" (cioè 10.000 x 1.000 monete, ovvero 10 milioni di monete). Inoltre, molti giocatori chiamano Wan anche il seme di Guan, e questi due simboli (o semi) non sono mai contemporaneamente presenti nel medesimo mazzo.

Negli stili a quattro semi (come le carte cinesi Hakka o quelle vietnamite da Bâ´t ) se ne trova ancora un altro, di valore superiore, indicato come seme delle Decine, che in effetti significa "decine di miriadi" (cioè 100 milioni di monete).

A sostegno di tale lettura numerica dei semi è l'ordine gerarchico che essi hanno in alcuni giochi, che va dalle Decine (se presenti) o dalle Miriadi (Wan oppure Guan) alle Stringhe, fino ai Denari, che rappresentano monete singole.
Solo nel Mah Jong i semi divergono in parte dal suddetto schema (vedi tabella qui a destra e paragrafo relativo più in basso), ma nei segni adottati c'è ancora una somiglianza grafica con quelli tradizionali, essendo infatti nati da quest'ultimi.

i segni di diversi stili di carte a semi monetari




CARTE DI DONG GUAN
NOTA
tutte le carte DongGuan mostrate provengono dall'edizione di Guan Huat (Hong Kong)


regione di GuangDong
Il nome di questo stile significa semplicemente "carte di DongGuan" (che è una città nella regione di GuangDong, Cina meridionale).
Il mazzo si compone di 124 carte, divise in tre semi chiamati Wen, Suo e Wan, cioè gli anzidetti Denari, Stringhe e Miriadi.
In questo stile il seme di Wan (Miriadi) è rappresentato dall'ideogramma guan, di cui si è detto prima, ma il nome è rimasto immutato. I soggetti di questo seme sono dei volti estremamente stilizzati (vedi figura a destra), corrispondenti ai protagonisti di "Il margine dell'acqua", come spiegato nella parte introduttiva.
I valori delle carte non figurate vanno dall'1 al 9.
Il 9 di Stringhe è diverso dalle altre carte perché ha un bollo o sigillo rosso.

2, 3, 7 e 9 di Suo (Stringhe)

1, 5 e 9 di Wan (Miriadi)


la carta Gui, Da Hong,
Ba Shu
e Xiao Hong
Il mazzo ha anche tre carte aggiuntive od onori, chiamate Da Hong ("grande rosso"), Xiao Hong ("piccolo rosso") e Ba Shu ("fascina da otto"), quest'ultimo probabilmente con riferimento agli otto elementi angolari nella parte superiore della carta. Altri nomi noti di queste tre carte sono rispettivamente Vecchio Mille, Fiore Rosso e Fiore Bianco. I primi due hanno un paio di sigilli rossi, simili a quello singolo presente sul 9 di Stringhe; il "Fiore Bianco" invece non ha sigillo, e raffigura un fiore bianco stilizzato in un vaso.
I motivi a maschera che compaiono su Da Hong (o Vecchio Mille) e Xiao Hong (o Fiore Rosso) graficamente hanno una certa somiglianza con le carte del seme di Wan (Miriadi): infatti anche questi raffigurano personaggi tratti dal medesimo romanzo epico.
C'è un'altra carta speciale nel mazzo, chiamata Gui (Gwai in cantonese), cioè "diavolo" o "fantasma", con un piccolo personaggio maschile che indossa abiti tradizionali cinesi. Questo è l'unico soggetto la cui illustrazione non sia in bianco & nero, eccettuati i sigilli rossi, e svolge la stessa funzione delle carte speciali degli antichi mazzi Gun Pai (cfr. le note storiche).

Nel mazzo DongGuan ognuna delle carte summenzionate si ripete quattro volte.

Mentre nel seme di Wan (Miriadi) i valori sono indicati con numeri, negli altri due vengono usati i segni del proprio seme. Ad un occhio occidentale alcuni di questi arrangiamenti appaiono difficili da interpretare. Nel seme di Stringhe, ad esempio, ciò che va contato è il numero di striature "a scala" o "a rotaia", che rappresentano stringhe di monete, come spiegato nella parte introduttiva; il 9 di questo seme non segue questo criterio, ma può essere comunque riconosciuto facilmente per via del suo sigillo rosso (cfr. illustrazione precedente).
Anche la lettura dei valori raffigurati sui Denari non è così immediata, poiché le immagini sono molto stilizzate, e in diverse carte viene mostrata solo una porzione di ciascuna moneta.

1, 4, 6 e 9 di Wen (Denari)

Le carte DongGuan sono usate per il DaFu e il QuanDui; le regole per quest'ultimo gioco (in inglese) si trovano nella relativa pagina del sito di John McLeod.


Le carte a semi monetari in uso in parti diverse della Cina si attengono a schemi meno rigidi degli stili occidentali; infatti, sebbene tutti i mazzi abbiano i semi classici, con valori numerici dall'1 al 9, il numero di volte per cui ciascuna carta si ripete, e la quantità e l'illustrazione delle carte speciali (se presenti), sono soggette a variazioni.
regione di ZheJiang
Inoltre i mazzi sono spesso prodotti e commercializzati su scala locale (fino a non molto tempo fa, in Cina non vi erano ditte sufficientemente grandi da stampare e vendere carte da gioco su tutto il territorio nazionale). Di conseguenza non è raro che alcuni stili siano conosciuti con più di un nome nelle diverse regioni, mentre altri stili non ne hanno neppure uno in particolare, venendo genericamente chiamate dai giocatori locali "carte", "carte di carta", o con altri nomi generici di questo tipo.
Questo è il caso dell'edizione mostrata nelle illustrazioni che seguono, proveniente dalla regione di ZheJiang, etichettata semplicemente come "carte di plastica per giocare".

alcuni esempi dai semi di
Denari (riga superiore), Stringhe
e Miriadi (riga inferiore)
Il mazzo raffigura gli stessi soggetti dello stile DongGuan di cui si è detto sopra, compresi Vecchio Mille, Fiore Rosso e Fiore Bianco, ma in questo caso ogni carta è ripetuta cinque volte anziché quattro.
Vi si trovano anche sei soggetti speciali con figure umane, identificati dai loro rispettivi ideogrammi come il Maggiore, il Minore, Denaro, Stringa e Miriade (gli ultimi tre si riferiscono chiaramente ai semi, di cui però non fanno parte).
Una sesta carta speciale non ha figure umane ma un testo verticale, che è solo una certificazione della qualità del prodotto (significa "ripondente allo standard").
Questi sei soggetti, mostrati in fondo alla pagina, sono singoli.
In totale, le carte del mazzo sono 156.
Delle cinque serie ripetute, due di esse e le sei carte speciali hanno illustrazioni a colori, mentre tutte le altre sono in bianco e nero. Esempi di quest'ultime sono mostrate nell'immagine a sinistra (l'ultima carta a destra di ciascuna fila).

Vecchio Mille, Fiore Rosso,
e Fiore Bianco
Ad entrambe le estremità di ciascuna carta si trova un rettangolino nero con un motivo bianco all'interno: questi sono indici, dalla cui forma si possono riconoscere tanto il valore della carta che il suo seme. Il sistema viene illustrato per esteso nel diagramma seguente.


si noti come i Denari e le Stringhe differiscono dalle Miriadi per
piccoli elementi grafici (punti, linee), che suppergiù richiamano la forma del seme

Sistemi di indici simili a questo si trovano in altri stili a semi monetari (cfr. anche la galleria del Sud-Est Asiatico). Invece il Vecchio Mille, il Fiore Rosso e il Fiore Bianco hanno indici diversi, così come pure i soggetti speciali. Quest'ultimi li hanno di colore giallo; fra di essi, nella carta speciale che certifica la qualità del mazzo l'indice all'estremità superiore vuol dire "carta re".

A parte l'uso di soggetti a colori, in questo stile si riscontrano altre particolarità. Per esempio, l'assenza dei bolli rossi sul Vecchio Mille, Fiore Rosso e 9 di Stringhe. Un'altra caratteristica curiosa è l'aspetto grafico del seme di Stringhe: la resa in prospettiva tridimensionale delle monete infilate ad uno spago le fa assomigliare un po' al segno dei Bastoni nelle carte italiane centro-meridionali e spagnole (cfr. le rispettive gallerie).
Anche i volti dei personaggi del seme di Wan, pur nella loro semplicità, sono meno stilizzati di quelli delle carte DongGuan.

i sei soggetti speciali




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CARTE A SEMI MONETARI
(II parte)
pagina 3
CARTE A SCACCHI

pagina 4
CARTE DA DOMINO

pagina 5
CARTE A IDEOGRAMMI



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