Sulmona,Celano,Ovindoli

 

 

SULMONA

 

Nel cuore della Marsica, antica terra abruzzese. nel valico naturale che attraversa longitudinalmente la catena degli Appennini, alla confluenza dei fiumi Vella e Gizio e circondata dalle vette circostanti della Maiella e del Morrone, sorge SULMONA. La leggenda narra che la fondazione della città avvenne per opera di Solimo amico di Enea, ma si sa per certo che Sulmona fu città del territorio dei Peligni e poi muni­cipio romano, dando i natali nel 43 a.C. aI poeta Ovidio. NeI Medio Evo raggiunse il massimo splendore sotto gli Svevi e gli Angioini, per entrare poi a far parte deI regno borbonico, fino all’unità d’Italia.Il monumento più importante di Sulmona è il Complesso dell’Annunziata, ovvero l’unione tra il palazzo e la chiesa dell’Annunziata, sorto neI XIV secolo ma più volte rimaneggiato e ricostruito. La facciata deI palazzo presenta tre portali, di cui due sono rinascimentali e uno gotico, i pilastri con le statue dei Dottori addossati aI muro sono originali. NeI palazzo è ospitato il museo civico, la cui sezione archeologica conserva materiale proveniente da Sulmona e dalla conca dei Peligni; la sezione medioevale e moderna custodisce sculture lignee come il Tabernacolo di Giovanni da Sulmona, oltre ad affreschi, tele e dipinti su tavola del XV e XVI secolo. Sulmona è conosciuta anche per la Cattedrale dedicata a San Panfilo, eretta in età alto-medioevale sul sito di un tempio di Apollo e Vesta.  Il portale ogivale fiancheggiato da due leoni stilofori che sostengono le statue di San Pelino e San Panfilo è l’unico esempio della costruzione originale, dato che anche l’ala destra della chiesa, col campanile a vela, è un’aggiunta rinascimentale L’interno è a tre navate e, a par­te l’impianto romanico. il resto è gotico; nella cripta sono conservate l’antica Cattedra Episcopale, un rilievo bizantino della Madonna in Trono coI Bambino e il busto dorato di San Panfilo. Una breve visita del centro abitato di Sulmona ci offre la possibilità di visitare piazza deI Carmine, dove si affaccia il portale duecentesco della chiesa di San Francesco della Scarpa, il cui nome deriva daI fatto che i frati che vi officiavano erano soliti calzare scarpe. Vicino a piazza deI Carmine c’è la rinascimentale Fontana del Vecchio, decorata con lo stemma aragonese e quello dello città di Sulmona. A ridosso della fontana si trova l’acquedotto, esempio di ingegneria idraulica medioevale, dall’altra parte del quale si intravede piazza Garibaldi e la chiesa di San Filippo, sul cui impianto dell’Ottocento è stata adattata la facciata trecentesca della scomparsa chiesa di Sant’Agostino. Proseguendo verso sud per via Ovidio si arriva a piazza del Plebiscito, dove sorge la duecentesca chiesa di Santa Maria della Tomba, al cui interno è stato restituito alle originarie forme gotiche negli Anni 70. In fondo a corso Ovidio c'è porta Napoli, la più monumentale delle dodici porte della città, a testimonianza del passaggio dei Normanni diretti a Napoli. Ci dirigiamo verso ovest, nella Marsica. e facciamo una breve sosta a Pescina. Visitiamo ciò che è sopravvissuto al terremoto, ovvero la facciata trecentesca della chiesa di Sant’Antonio, i ruderi deI castello e qualche casa antica. La nostra visita è anche un tributo alla città natale di Ignazio Silone, di cui nel 2000 è ricorso il primo centenario della nascita. Secondo Tranquilli, questo il suo nome, col primo romanzo Fontamara si segnalò come intensa voce antifascista descrivendo la realtà sociale dei popolani abruzzesi oppressi dalla dittatura di classe. La sua opera successiva fu incentrata soprattutto sui saggi etico politici fino alla morte neI 1978. Da Sulmona ha inizio la strada che, attraverso l’altopiano e risalendo la pittoresca valle del Gizio, raggiunge l’alta valle del Sangro. L’altopiano delle Cinque Miglia è centro di sport invernali e luogo di villeggiatura estiva. Il centro più caratteristico della zona è Pescocostanzo, che riceve dalle sue costruzioni un inalterato aspetto di nobiltà. Vi fiorisce la lavorazione del legno. La chiesa di Santa Maria del Colle conserva una statua della Madonna risalente al secolo XII, un soffitto a cassettoni e varie opere minori. Le pendici dei monti circostanti sono coperte da boschi di querce. Di qui si può raggiungere la valle dell’Aventino, con belle vedute della Maiella. Sempre da Sulmona ci si può dirigere verso l’alta valle del Sagittario Sono qui le orride gole nelle quali D’Annunzio ha ambientato la “Fiaccola sotto il Moggio”: il personaggio del Serparo richiama il vicino centro di Cocullo che è solito festeggiare San Domenico ricoprendone la statua di serpenti vivi. Oltre a questa tradizione il paese offre la chiesa gotica di Santa Maria delle Grazie e le sue torri medievali. Di qui possiamo proseguire per

 

 

CELANO

Castello Piccolomini 1392-1450

 

Nell’ampia e verdeggiante piana del Fucino che domina dalla sua felice posizione. La conca deI Fucino è di origine vulcanica e fino aI secolo scorso era un bacino naturale che fu completamente prosciugato tra il 1854 e il 1876 per volontà del prin­cipe Alessandro Torlonia. A seguito del prosciugamento sono venuti alla luce reperti di antiche battaglie navali svoltesi tra le popolazioni italiche della zona. Nel borgo antico di Celano è opportuna una visita alla chiesa deI Carmine. un edifi­cio barocco con il decorato portale romanico deI XIII secolo proveniente dalla chie­sa di San Salvatore di Paterno, abbattuta a causa della costruzione della ferrovia. Nella Collegiata di San Giovanni Battista deI XIII secolo sono conservati gli affreschi della scuola toscana deI 1400, insieme a un ciborio ligneo e ai confessionali e al coro in stile settecentesco. La quattrocentesca chiesa di Santa Maria della Valle si segnala per il portale con lunetta affrescata; all’interno sono custoditi una tavola con Cristo che si avvia al Calvario e il Cireneo. oltre a numerosi affreschi cinque­centeschi. A dominare la città di Celano c’è la mole imponente del Castello. Costruito da Pietro da Celano neI XIV secolo e ultimato dai Piccolomini neI secolo successivo, l’edificio ha un corpo centrale rettangolare con quattro torri quadrate merlate; tutt’intorno è cinto da una cortina muraria dal perimetro irregolare. L’interno del castello è costituito da un grande cortile porticato con archi a tutto sesto poggianti su colonne contrassegnate daI capitello con il vessillo dei Piccolomini. Dopo la distruzione ad opera di Federico lI e la successiva ricostruzione, il terremoto del 1915 lo gettò in uno stato di abbandono fino aI 1940 quando iniziarono le operazioni di restauro. Il castello oggi ospita il museo nazionale d’Arte Sacra della Marsica. una raccolta di oggetti suddivisa in quattro sezioni: pittura, scultura, oreficeria e paramenti sacri . Celano è uno dei comuni facenti parti deI parco regionale Sirente-Velino. il cuore delle montagne di Abruzzo le cui cime innevate sono visibili fin dal colle del Gianicolo a Roma. Il parco è stato istituito nel 1989 e presenta le due cime maggiori, il Velino e il Sirente, cui fanno compagnia la Serra di Celano, il Muro Lungo e il Costone. Tra queste cime si aprono gli altopiani delle Rocche. di Pezza e dei Prati deI Sirente, in un’alternanza di campi carsici e ghiaioni ricchi di rare specie botaniche quali la potentilla appenninica, la dripide Iinneiana. la campanula del Cavolini e l’Allium lineare. 

Segnaliamo le gole di Celano e San Venanzio e le grotte di Stiffe, le faggete del Sirente, di Valle Cerchiata e di Cerasolo. Più in basso, sul versante dell’Aterno dominano i boschi di querce, mentre nelle for­re compare il leccio. I ghiaioni sono ricchi di specie botaniche. La fauna del parco è rappresentata da lupo, capriolo, cervo e cinghiale, oltre a mol­ti mammiferi di piccola taglia; tra gli uccelli segnaliamo la presenza dell’aquila reale, del falco pellegrino, del lanario e deI biancone, oltre ai grìfoni introdotti nel 1994. Le guide e gli accompagnatori deI parco hanno sede a Fontecchio   e a Magliano dei Marsi  e organizzano escursioni a piedi e in mountainbike, didattiche e trekking. Sono previste anche l’osservazione degli animali e il birdwatching. la possibili­tà di foto naturalistiche e di svolgere cicloturismo, alpinismo estivo e invernale, arrampicate sportive, torrentismo e sci. Un’ultima escursione, per concludere l’interessante itinerario, ci porta ad appena 10 chilometri a nord di Celano fino ad OVINDOLI. La cittadina conserva alcune testimonianze del suo intenso passato, come i resti del Castello dove soggiornò Carlo d’Angiò, la torre medioevale e alcuni reperti rinvenu­ti da archeologi dell’Accademia delle Scienze di Budapest nel 1990: sono mosaici, affreschi, tombe e diverse monete con l’immagine dell’imperatore Adriano, il che starebbe a confermare un suo soggiorno in zona per verificare de visu i lavori di prosciugamento del lago Fucino, intrapresi dall’imperatore Claudio. Ovindoli suggerisce anche interessanti escursioni naturalistico ambientali, come te passeggiate ai monti Velino e Sirente (sulle cui cime sono rimaste tracce di antichi conventi) o lungo il canyon carsico delle cosiddette Gole di Celano, che si raggiun­gono partendo daI centro di Ovindoli e dirigendosi verso VaI d’Arano. Si imbocca in questo modo il sentiero dal Fontanile a La Foce, percorribile in circa tre ore, che permette di percorrere le verticali pareti delle gole: uno sguardo panoramico offre una sensazione davvero unica. Lungo l’itinerario è possibile apprezzare la romanti­ca cascata di Fonte degli Innamorati.