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Proletari di tutti i paesi, unitevi!

COMITATO PROLETARIO INTERNAZIONALE

CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA NEI BALCANI


Corrispondenza (scrivere -senza altre menzioni-): Apartado de Correos nº 265 - 08080 - Barcelona (España)

E-mail: cpi-guerra@lettera.net - https://members.tripod.com/cpi_guerra/balcani.htm


 

COSTITUITO IL COMITATO PROLETARIO INTERNAZIONALE

CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA NEI BALCANI

 

Lo scorso 22 maggio si è formato a Barcellona il Comitato Proletario Internazionale contro la guerra imperialista nei Balcani, il cui obiettivo è -secondo quanto spiegano la sua dichiarazione costitutiva e le sue basi- "giungere a una Conferenza Proletaria Internazionale contro la guerra imperialista nei Balcani" che organizzi effettivamente, "a livello internazionale", "la lotta internazionalista proletaria coerente, contro l'attuale guerra, cioè, il disfattismo rivoluzionario, tanto nei Balcani quanto all'interno delle grandi potenze imperialiste della NATO".

Il Comitato, cosciente che il suo lavoro rivoluzionario per la trasformazione, in ogni Stato, della guerra imperialista in guerra civile fra la classe sfruttatrice e quella sfruttata -lavoro di disfattismo rivoluzionario che, sulla linea di quello organizzato dal Partito Bolscevico di Lenin contro la I Guerra Mondiale, proclama come primo nemico da battere da parte del proletariato di ogni paese, la sua stessa borghesia e il suo stesso Stato, persino se ciò implica girare le armi contro di essi- ha e può solo avere, per il momento, un carattere ampiamente minoritario, visto che nulla ha a che vedere con le nefaste illusioni, seminate fra le masse lavoratrici dai potenti e dai loro aiutanti di sinistra, sulla possibilità che una nuova "pace imperialista nei Balcani possa evitare un nuovo e maggior scoppio del conflitto lungo la via, ai nostri giorni già aperta storicamente, della preparazione, da parte del capitalismo, della nuova guerra imperialista mondiale, sempre più necessaria per il funzionamento della sua economia in crescenti difficoltà, è analogamente cosciente di quanto sia importante alzare pubblicamente tale bandiera proprio in questo momento, in cui la NATO e lo Stato yugoslavo di Milosevic, in modo combinato, massacrano i proletari e gli oppressi serbi e kosovari e in cui, in particolare, i due principali Stati imperialisti del mondo realizzano questa farsa criminale dietro la facciata ipocrita della "difesa dei diritti umani".

Il Comitato Proletario Internazionale contro la guerra imperialista nei Balcani che, nelle sue Basi, respinge apertamente l'essere un organismo di partito, volendo invece essere un organismo "di fronte unico proletario, aperto, pertanto, senza distinzione di ideologia o di filiazione politica, a ogni proletario e proletaria del mondo" disposto a combattere, davvero e coerentemente, contro l'attuale guerra, formula, nella sua dichiarazione fondativa un appello esplicito all'organizzazione, in comune, della lotta contro questo conflitto contro i lavoratori, da parte di "tutti i proletari onesti" "ovunque siano organizzati".

IL COMITATO PROLETARIO INTERNAZIONALE CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA NEI BALCANI.

Barcelona, 29 de maggio 1999

 

Proletari di tutti i paesi, unitevi!

 VOLANTINO INTERNAZIONALISTA

Foglio pubblicato in catalano, spagnolo, francese, inglese e italiano dal

COMITATO PROLETARIO INTERNAZIONALE

CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA NEI BALCANI


Numero 1 - 22 maggio 1999 - Prezzo: sottoscrizione

Corrispondenza (scrivere -senza altre menzioni-): Apartado de Correos nº 265 - 08080 - Barcelona (España)

E-mail: cpi-guerra@lettera.net - https://members.tripod.com/cpi_guerra/balcani.htm


Dichiarazione costitutiva del

Comitato Proletario Internazionale contro la guerra imperialista nei Balcani

 

Proletari e proletarie:

 

IL PRIMO CRIMINALE, IL PRIMO NEMICO DA BATTERE, È LA BORGHESIA DEL NOSTRO STESSO PAESE,

È IL NOSTRO STESSO STATO !

 

CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA DEI BALCANI,

CONTRO LA NUOVA GUERRA IMPERIALISTA MONDIALE

VERSO CUI MARCIA, DI NUOVO, LA SOCIETÀ CAPITALISTA:

 

ORGANIZZIAMO L'UNITÀ INTERNAZIONALE

DEL PROLETARIATO DI TUTTI I PAESI,

PER TRASFORMARE L'ATTUALE GUERRA IMPERIALISTA

IN GUERRA CIVILE DI OGNI PROLETARIATO

CONTRO LA SUA STESSA BORGHESIA, CONTRO IL SUO STESSO STATO !

 

Compagni e compagne:

 

Le parole volano via col vento. Ciò che conta sono i fatti.

Gli Stati delle potenze imperialiste più potenti del pianeta, raccolti sotto la NATO, hanno detto che stavano bombardando la Yugoslavia "per difendere i diritti umani", "per difendere il popolo del Kosovo", "per difendere la pace"... Parole e nient'altro che parole. Ma oggi, quando stanno per compiersi due mesi dall'inizio dei devastanti bombardamenti, quali sono i fatti?...

1. I bombardamenti hanno aiutato in modo decisivo il regime imperialista di Milosevic a dispiegare la repressione contro il popolo kosovaro a un livello fino ad allora sconosciuto...

2. Allo stesso modo, i bombardamenti hanno aiutato, più di qualsiasi altra cosa, lo stesso regime capitalista in crisi di Milosevic, a intensificare impunemente la repressione contro qualsiasi voce che in Serbia si alzi contro di esso...

3. Il grosso dei 700.000 rifugiati kosovari che dall'inizio dei bombardamenti è uscito dall'inferno della Yugoslavia, sta soffrendo oggi un secondo inferno non certo migliore del primo: quello dei campi di concentramento in cui, con la forza ed in insopportabili condizioni di esistenza, li mantengono quelle stesse potenze imperialiste occidentali che hanno scatenato la guerra e che, nonostante siano sempre disposte a trovare denaro perché la NATO continui a massacrare con le sue bombe e i suoi missili mortiferi i proletari serbi, non ne trovano invece per trattare come persone i rifugiati kosovari, le cui sofferenze, d'altra parte, sono esibite all'opinione pubblica in modo cinico e interessato.

4. Le bombe e i missili della NATO che distruggono la Yugoslavia -Kosovo compreso- non hanno ucciso né pregiudicato né Milosevic né la borghesia yugoslava; hanno invece massacrato migliaia di proletari e hanno lasciato senza lavoro -in un paese in cui il tasso di disoccupazione superava già il 28 % ! - altre centinaia di migliaia di lavoratori serbi la cui crescente miseria è oggi terreno fertile per i buoni affari dei signori del mercato nero.

Però ci sono altri fatti, causati da questa guerra, che sono ancora più pericolosi per l'insieme delle masse lavoratrici del pianeta di quelli appena citati...

> In Russia, i bombardamenti della NATO hanno scatenato, come non mai, la crescita di un movimento sciovinista nazionale che esige la difesa della Yugoslavia con mezzi militari, e che è accolto con crescente simpatia da una borghesia e uno Stato russo non certo meno imperialisti per la loro debolezza, i quali, incapaci di garantire minime condizioni di sopravvivenza ai loro stessi proletari, non possono fare a meno di vedere in questo spirito bellico, che spinge verso una nuova guerra "per la salvezza della patria" e che inizia a crescere a vista d'occhio nel paese, il modo di dare -come già fecero in passato, anche se in modo fallimentare, con la guerra in Cecenia- una valvola di sfogo a quella pentola a pressione sul punto di scoppiare in cui si è trasformata la società russa.

> Nel seno della stessa Alleanza, anche se ciò avviene ancora alle spalle del pubblico, l'imposizione dell'attuale guerra da parte di Washington, che, attraverso l'azione militare della NATO, persegue i suoi interessi imperialisti cercando di vincere la partita con la Germania nell'avanzata colonizzatrice che questa va realizzando, sin dalla sua riunificazione, verso l'Europa dell'Est e la Russia, non passerà in vano. Già oggi la Germania e, dietro di essa, buona parte dell' "Unione Europea" (UE) trattano, dietro le quinte, con Mosca e Belgrado, per piani di "pace" al di fuori della NATO americana, il cui sistematico sabotaggio da parte della Casa Bianca, che è arrivata fino all'estremo di bombardare l'Ambasciata cinese nella capitale yugoslava, non fa che dare impulso, a medio termine, alla gestazione, sotto la leadership indiscussa di Berlino, di un blocco imperialista "europeo" (non solo economico, come già è attualmente, ma anche politico e militare) tendente a disputare la supremazia del mondo all' attuale leader americano.

Alla luce dell'attuale guerra dei Balcani e dei problemi insolubili posti dalla vigente rivoluzione produttiva informatica per offrire mezzi di vita agli schiavi salariati persino nei paesi capitalisti avanzati; alla luce del riarmo in corso di tutte le grandi potenze imperialiste del mondo -ora, attraverso l'attuale guerra, anche e di nuovo della Russia-, e alla luce dell'avanzata della NATO americana verso la stessa Russia e dei conflitti economici e politici crescenti che tutto ciò sta creando, in primo luogo fra Washington e una Germania nuovamente potente, che ormai ha ben poco bisogno di coprire pudicamente i suoi interessi imperialisti con le vesti dell' UE, c'è solo una possibile conclusione per il proletariato: il capitalismo dei nostri giorni si sta avviando, di nuovo, ineludibilmente, passo per passo, verso una nuova guerra imperialista in Europa, una nuova guerra imperialista mondiale di cui la attuale guerra dei Balcani svolge il ruolo di preparazione, analogamente a quanto fecero, rispetto alla Prima Guerra Mondiale, la guerra balcanica del 1913 o, rispetto alla seconda grande carneficina imperialista, la guerra spagnola del 1936-1939.

 

E allora, che fare?... Lottare, forse, per "fermare la guerra dei Balcani"?...

In questi termini si esprimono la maggior parte di coloro che oggi protestano contro di essa. Ma l'appello a fermare questa guerra con una nuova "pace" imperialista che lasci al suo posto Milosevic e il resto di Stati balcanici capitalisti e imperialisti che competono a livello locale con quello yugoslavo; l'appello a fermarla con le grandi potenze imperialiste della NATO e il loro redivivo rivale, la Russia, incolumi, muovendosi nella zona e negando la libera autodeterminazione di tutti i popoli balcanici, equivale a farsi gioco dell'onesto sentimento di pace che nel profondo di sé nutrono le masse lavoratrici. La "pace" imperialista di Dayton, con cui, seguendo le imposizioni di Clinton, gli stessi Stati potenti del pianeta che formano la NATO salvarono Milosevic neanche quattro anni fa, quando dopo la sconfitta dell' Esercito serbo nella Krajina migliaia di soldati serbi disertarono, con le loro armi, dalle unità militari in ritirata per unirsi, in modo fin troppo minaccioso per lo Stato capitalista, alle colonne dei centinaia di migliaia di profughi serbi che fuggivano verso la Yugoslavia dalla feroce avanzata dell' Esercito croato, è proprio quella che ha portato all'attuale guerra imperialista... Cos'altro preparerebbe allora, se non un'altra e più grande carneficina contro i lavoratori tanto nei Balcani quanto su scala mondiale, una nuova "pace" borghese che, facendo di fatto del Kosovo un protettorato coloniale, dislocasse nella zona, in modo permanente e faccia a faccia, sotto la bandiera della NATO, quella dell' ONU o quella di qualsiasi altro organismo capitalista internazionale inventato per l'occasione, le truppe di quelle stesse grandi potenze imperialiste che lo sviluppo dell'attuale scontro ha fatto entrare in conflitti intestini crescenti?...

L'emancipazione della classe lavoratrice verrà da essa stessa! Solo il proletariato, con la sua rivoluzione che sconfigga tutti gli Stati borghesi del pianeta e apra la strada alla liquidazione del capitalismo e dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, la strada del seppellimento della società di classe y della costruzione di una autentica comunità umana mondiale, conquisterà veramente la pace cui anelano nel profondo gli sfruttati e gli oppressi!

Oggi il primo passo verso tale obiettivo è cominciare a lottare, a organizzarsi, contro la guerra imperialista dei Balcani, come classe indipendente, come classe i cui interessi sono irriconciliabili con quelli della classe sfruttatrice capitalista. Perciò, invece di chiamare ipocritamente a "fermare la guerra dei Balcani", mediante l'azione di Conferenze imperialiste -ad esempio, dell'ONU- o di Parlamenti borghesi -ad esempio, quello spagnolo e quello italiano- questo Comitato chiama tutti i proletari e le proletarie coscienti a unirsi alle sue fila di fronte unico di classe per giungere realmente a una CONFERENZA PROLETARIA INTERNAZIONALE CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA DEI BALCANI.

 

Allora, che fare?... Limitarsi, forse, a condannare tanto la NATO quanto Milosevic?...

Lo slogan "Né la NATO né Milosevic" non costruirà, di per sé, nessuna forza veramente proletaria capace di alzarsi contro la guerra, capace di difendere gli interessi dell'insieme degli sfruttati e degli oppressi del pianeta.

Per lottare, davvero, contro Milosevic, l'unico cammino reale delle masse lavoratrici serbe passa attraverso la fraternizzazione con quelle kosovare e il girare, sin da oggi, le armi contro la stessa borghesia serba, attualmente capeggiata da Milosevic. Tutto comincia, per voi, proletari serbi, fratelli, dal girare le armi contro il vostro stesso Stato capitalista e imperialista yugoslavo, dall'abbatterlo...

Per lottare, davvero, per la sua liberazione, l'unico cammino reale del popolo kosovaro è ugualmente quello di girare le armi contro la sua stessa borghesia traditrice e venduta all' imperialismo mondiale che, capeggiata da Rugova, si appresta a cercare di disarmare l' Esercito di Liberazione del Kosovo (UCK). Il vostro nemico, proletari e oppressi del Kosovo, non sono quindi i vostri fratelli, i proletari sfruttati della Serbia. Con o senza uniforme, fraternizzate con loro!, perché non sarà con Rugova né con la NATO, ma proprio lottando contro di loro, unitamente al proletariato serbo e del resto dei Balcani e del mondo!, che i kosovari oppressi otterranno la libertà.

Proletari e proletarie degli Stati della NATO:

Che il proletariato serbo abbia cominciato a far suo che il fatto che il suo primo nemico è nel suo stesso paese, rendono testimonianza le manifestazioni con cui, in questi ultimi giorni, le masse lavoratrici serbe hanno cominciato a esigere apertamente che siano restituiti alle loro case i loro figli reclutati dall'Esercito, migliaia dei quali sono già morti in guerra. Questo è il cammino che deve seguire anche il proletariato degli Stati della NATO: quello della lotta contro i suoi stessi criminali, quello della mobilitazione di ogni distaccamento di lavoratori contro la sua stessa borghesia, contro il suo stesso Stato capitalista criminale !

Per lottare, davvero, contro la NATO, l'unico cammino reale dei proletari in uniforme delle grandi potenze imperialiste occidentali, passa -in vista della fraternizzazione con i loro fratelli, i proletari yugoslavi- attraverso la disobbedienza e il sabotaggio dei criminali ordini ricevuti; passa attraverso la preparazione metodica, mediante la creazione, sin da oggi, di COMITATI DI SOLDATI CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA, del momento in cui sarà necessario (ad esempio, se ci sarà invasione di terra e lotta militare diretta fra l'Esercito yugoslavo e quelli della NATO) girare le armi contro il proprio esercito al servizio della propria classe sfruttatrice. L'unico cammino reale per lottare davvero contro la NATO, da parte del grosso delle masse lavoratrici di tali paesi, passa attraverso la loro MOBILITAZIONE E ORGANIZZAZIONE DISFATTISTE RIVOLUZIONARIE CONTRO GLI INTERESSI IMPERIALISTI DELLA BORGHESIA DEL LORO STESSO PAESE; passa attraverso l'assunzione pubblica, come propria, sin da oggi, e contro il rispetto reazionario verso le frontiere dei Balcani che ora stanno scoppiando da tutte le parti e che furono imposte storicamente, attraverso la forza militare, dalle grandi potenze imperialiste, della lotta per il LIBERO E INCONDIZIONATO DIRITTO ALL'AUTODETERMINAZIONE DI TUTTI I POPOLI BALCANICI.

Perciò, invece di limitarsi a esclamare "Né la NATO né Milosevic", questo Comitato spiega, lì dove già arriva la sua voce, che il MALE MINORE, PER IL PROLETARIATO, IN QUESTA GUERRA, È LA SCONFITTA DEL SUO STESSO PAESE, DELLA SUA STESSA BORGHESIA, DEL SUO STESSO STATO, e si batte, in particolare, per la sconfitta di questi due membri della NATO, lo Stato spagnolo, oppressore storico di popoli, e lo Stato italiano il cui soggiogamento storico e contemporaneo sull'Albania è stato ed è uno degli elementi responsabili dell'attuale guerra fratricida che si combatte fra gli sfruttati e gli oppressi serbi e kosovari.

 

E allora, che fare?... ¿Lanciare rumorosi slogan "per la guerra di classe"?...

Non è con prediche evangelizzatrici che si avanzerà nell'organizzazione effettiva del disfattismo rivoluzionario proletario contro la guerra imperialista nei Balcani. Chi davvero vuole lottare per trasformate l'attuale guerra imperialista in rivoluzione sociale degli sfruttati contro gli sfruttatori, chi in realtà non voglia fare della vana ripetizione di questa e di altre formule, belle parole che nascondono la miserabile rinuncia a portare veramente avanti la lotta rivoluzionaria contro la guerra imperialista, dovrà iniziare a organizzarla, nella pratica, unitamente al resto di proletari che combattono contro di essa.

Per lo stesso motivo, ogni proletario onesto, autenticamente disposto a combattere questa guerra contro i lavoratori, ha un posto nel nostro Comitato, perché non in vano questo già raggruppa, in un quadro classista di democrazia proletaria, che garantisce in ogni momento la libera espressione e l'indipendenza organizzativa di ognuno, compagni appartenenti a partiti e altri che non appartengono a nessun partito. Nulla, assolutamente nulla, può giustificare la divisione dei proletari nella lotta contro la guerra imperialista. Il nostro Comitato, convinto pienamente di ciò, non si limita, di conseguenza, a stigmatizzare come completamente estraneo alla nostra classe, in quanto borghese o meschino, ogni interesse -di parte, di partito, o di setta- che si opponga a questa organizzazione e alle lotte comuni cui diamo impulso nell'interesse dell'insieme del proletariato, ma si dirige, in particolare e fraternamente, a tutti i proletari avanzati onesti, ovunque siano organizzati, a tutte le forze che realmente appartengono alla classe sfruttata.

Compagni e compagne -vi diciamo-: venite a organizzare con noi, insieme, unitariamente, il fronte unico proletario contro la guerra imperialista nei Balcani! Prepariamo uniti il pugno proletario che dovrà alzarsi domani contro la prossima guerra imperialista mondiale verso cui avanza questa società borghese che, ai proletari e agli oppressi di tutto il pianeta, offre solamente alienazione, miseria e massacri, sempre più insopportabili!

COMITATO PROLETARIO INTERNAZIONALE CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA NEI BALCANI

22 maggio 1999

 

Proletari di tutti i paesi, unitevi!

 COMITATO PROLETARIO INTERNAZIONALE

CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA

NEI BALCANI


Corrispondenza (scrivere -senza altra menzione-): Apartado de Correos nº 265 - 08080 - Barcelona (España)

E-mail: cpi-guerra@lettera.net - https://members.tripod.com/cpi_guerra/balcani.htm


QUESTE SONO LE NOSTRE BASI...

1. Il Comitato Proletario Internazionale contro la guerra imperialista nei Balcani è un organismo di fronte unico proletario, aperto, pertanto, senza distinzione di ideologia o di filiazione politica, a ogni proletario e proletaria del mondo che condivida le presenti basi.

2. Conformemente ai termini della sua dichiarazione costitutiva, il Comitato si pone come obiettivo della sua attività, la riunione di una Conferenza Proletaria Internazionale contro la guerra imperialista nei Balcani che prenda il posto del presente Comitato nell'organizzazione effettiva, su scala internazionale, della lotta internazionalista proletaria coerente contro l'attuale guerra, cioè il disfattismo rivoluzionario, tanto nei Balcani come nel seno delle grandi potenze imperialiste della NATO.

3. Sono membri del Comitato tutti quei compagni e quelle compagne che, dichiarando in modo esplicito il loro accordo con la dichiarazione costitutiva dello stesso, con le presenti basi e con ogni nuovo documento, approvato dal Comitato, che sia in futuro considerato da questo vincolante, è accettato previamente dal Comitato nelle sue fila e si integra nei suoi lavori quotidiani.

4. Il patrimonio comune del Comitato, la cui difesa è esigibile a tutti i sui membri, è costituito esclusivamente dai suoi documenti apertamente decisi come vincolanti. Per il resto, il Comitato adotta le sue decisioni a maggioranza semplice, senza pregiudicare, in nessun modo e in nessun luogo, la libera espressione, interna e pubblica, di ognuno dei suoi membri.

5. Dato il carattere internazionale della sua composizione, il Comitato adotta come forma de funzionamento:

a) La celebrazione di incontri plenari ordinari destinati a permettere la partecipazione diretta in essi di tutti i suoi membri.

b) La costituzione, sotto la direzione sovrana di tali incontri, di un Segretariato Permanente incaricato di dirigere quotidianamente, e a tutti gli effetti, i lavori dell'insieme del Comitato nei periodi compresi fra i diversi incontri plenari.

6. Il Comitato suffragherà le sue attività attraverso il libero e volontario contributo di ognuno dei suoi membri, così come mediante le attività di collaborazione ricevute.

7. Lo scioglimento del Comitato -tanto nel seno della Conferenza Proletaria Internazionale contro la guerra imperialista nei Balcani, quanto come risultato della fine dell'attuale guerra che motiva la sua formazione- dovrà essere deliberata, per essere effettiva, da uno scritto pubblico che conti sull'approvazione della maggioranza dei suoi membri.

COMITATO PROLETARIO INTERNAZIONALE CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA NEI BALCANI

Barcelona, 22 maggio 1999

PER IL FRONTE UNICO PROLETARIO

CONTRO LA BORGHESIA...

PER L'UNITA' DELLA CLASSE SFRUTTATA

IN LOTTA PER I SUOI INTERESSI…

Compagno, compagna:

Se vuoi essere informato/a delle future iniziative al riguardo, mettiti in contatto con l'indirizzo postale o E-mail del Comitato Proletario Internazionale contro la guerra imperialista nei Balcani…

Corrispondenza:

Scrivere (senza altre menzioni) all' Apartado de correos nº 265 - 08080 Barcelona - España

E-mail:

cpi-guerra@lettera.net

 

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