Questo
fine settimana del 18 Ottobre 2000 decidiamo di
andare a conoscere la terra friulana e le sue
peculiarità storiche. Donatella che è una
profonda conoscitrice dei luoghi, vi ha
soggiornato per dodici anni, mi farà da
cicerone. Si parte prestissimo da Trento, perché
la distanza da percorrere è relativamente tanta.
Questo dovrà essere un percorso nel passato
remoto e recente attraverso città ricche di
tesori. Prima tappa a
Cividale Del Friuli. Era nota come Città Ducale perché capitale
del primo ducato Longobardo in Italia, che
comprendeva appunto tutto l’attuale Friuli.
Raggiungiamo piazza del Duomo: l’edificio
iniziato nel ‘400 in forme Gotico Venete fu
concluso nel secolo successivo e si qualifica per
l’elegante facciata. All’ interno accediamo
al Museo Cristiano per ammirare due
capolavori della scultura longobarda: il
Battistero di Callisto (Patriarca dal 750 al 756) e l’altare di Ratohls, duca di Cividale e poi
re dei Longobardi. E’ un prodigioso esempio di
scultura alto medioevale. Usciamo
di nuovo sulla piazza del Duomo che è
chiusa ad oriente dal Palazzo dei Provveditori del
Palladio, sede del Museo Archeologico Nazionale.
Usciti dal palazzo, a sinistra, c’è la Riva del
Pozzo, una stradina che porta verso la via del
Monastero Maggiore: un suggestivo percorso nell’
antico Borgo Brossana porta direttamente al fiume
Natisone dove si affaccia il Tempietto Longobardo,
ora inserito nel convento delle Suore Orsoline.
Osserviamo all’interno
gli stupendi stucchi dell’VIII secolo:
una elegante processione di vergini nella fascia
superiore e l’arco vitineo, decorato a giorno,
più in basso.
Ripartiamo
in macchina, per raggiungere a questo punto Udine. Camminiamo attraverso il centro storico: il cuore di Udine
è Piazza Contarena (oggi Piazza Libertà) dove
si affaccia la Loggia pubblica o Loggia del
Lionello eseguita da Bartolomeo delle Cisterne dal
1448 al
1457
su
progetto dell’orafo friulano Nicolò Lionello.
E' in stile gotico fiorito, a marmi policromi, pur
nelle modeste dimensioni, essa rievoca tutto il
fascino del Palazzo Ducale di Venezia. Di fronte
c’ è la salita al Castello, riedificato dopo il
terremoto del 1511 in forma di dimora
rinascimentale. Ora è sede dei Musei Civici d’Arte Antica. Udine è anche nota come Città del Tiepolo, per cui è importante una visita al
Palazzo Patriarcale, meta obbligata dei turisti
italiani e stranieri. Vi
giungiamo
dalla piazza
attraversando via Manin.
Sul soffitto dello scalone, nella Galleria degli
Ospiti e nella Sala Rossa o del Tribunale tra il
1726 e il 1729 Giambattista Tiepolo dipinse il
primo suo vero capolavoro. Lungo le vie del centro
storico (via Mercatovecchio, via Cavour, piazza
Mercatonuovo) si aprono i negozi e le Boutique’
più eleganti di Udine. Dopo due ore
ci muoviamo da Udine ed attraverso la
Strada Statale 352 raggiungiamo, nel
nostro girovagare,
dalla
terra udinese ad Aquileia, la bellissima
Palmanova. La città
fortezza conserva ancor oggi, intatto l’impianto
stellare a 9 punte che le diedero i Veneziani nel
1593. E’ cinta da baluardi e profondi fossati
per la difesa avanzata della Repubblica Veneta
verso oriente. Giulio Savorgnan stese il progetto
che, secondo l’utopia rinascimentale, doveva far
nascere la " città perfetta ". Le
variazioni al progetto primitivo furono apportate
da Vincenzo Scamozzi (1522- 1616): una di queste
fu la Porta Udine attraverso la quale si accede in
città. Nella Piazza Grande, esagonale, che
costituisce il nucleo della Stella si affaccia
il
Duomo, opera seicentesca dello Scamozzi eseguita
in collaborazione con Baldassarre Longhene.
Continuando l’ itinerario si attraversa
Cervignano per giungere ad
Aquileia.
Ora è un borgo rurale sul fiume Natissa (
che è parzialmente navigabile fino alla Laguna di
Grado ), ma in epoca romana fu la terza città
dell’impero, capitale della Decima Regione di
Augusto, grande emporio e grande porto
avvantaggiato dal sistema di strade consolari che
la univano al resto d’ Italia, verso nord fino
al Baltico, ( Via dell’ Ambra) e verso est
fino al Norico e alla Pannonia. Percorriamo la
strada dì accesso alla città, l’ antico
decumano massimo, ai lati del quale si vedono i
resti del Foro, a sinistra, ed a destra il
sepolcreto, complesso unico nel suo genere per
l’integrità della necropoli con cinque tombe di
famiglia perfettamente conservate. Ma il fascino
maggiore di Aquileia è la Basilica, uno dei più
interessanti monumenti di arte del primo
Cristianesimo. Splendido il mosaico pavimentale
(scoperto tra il 1909-1912) del principio del IV
secolo, al tempo del Vescovo Teodoro, che dopo
l’editto di Milano (313 d.C.), costruì questa
basilica ed un’ altra aula cultuale a nord,
rettangolare e delle stesse misure. L’ aula
nord, che presenta il pavimento musivo
stilisticamente più ricco, è rovinata dalla
costruzione del campanile di Popone ( secolo Xl ).
Dietro alla Basilica comincia la bella Via degli
Scavi, suggestiva passeggiata archeologica lungo
quello che era il più grande porto fluviale
romano, costruito alla fine dell’ impero e
attivo per tutto il IV secolo d.C. Il fiume
Natissa ( ora piccola roggia ) era potenziato
dalle acque del Torre e del Natisone e aveva un
letto largo 48 metri. Essendo Aquileia il più
importante centro archeologico dell’ Italia
settentrionale si deve visitare, seppur
rapidamente, il Museo Archeologico. interessantissimo
per
la
suppellettile domestica, per i ritrovamenti degli
scavi e per la bella raccolta di gemme di
corniola, diaspro e calcedonia. Aquileia era il
centro della lavorazione dell’ambra e del vetro:
furono anzi gli artefici aquilensi in fuga per le
invasioni barbariche a portare nelle isole della
laguna veneta ( Murano ) l’arte vetraria.
Lasciata Aquileia siamo di nuovo sulla statale e
proseguiamo su una strada
tutta fiancheggiata da alberi, fino alla
Pineta di Belvedere dove s’imbocca il pontile,
diga di 4,5 chilometri nel suggestivo paesaggio
lagunare, che porta
all’isola di
Grado
che è la nostra meta preferita. Donatella l’ ha
scelta come località per passarci le prossime
vacanze estive.
E’ denominata "Isola
d’oro", è una delle più frequentate ed
eleganti spiagge dell’alto Adriatico con un
centro storico artistico pittoresco. Visitiamo la
Basilica di Sant’
Eufemia con il magnifico mosaico pavimentale del
secolo VI caratterizzato da un decorazione
vermicolare. Ci portiamo dopo alla vicina Basilica
di Santa Maria delle Grazie. La giornata può
degnamente concludersi con una salutare
passeggiata sul lungomare Nazario Sauro, la bella
diga costruita a difesa della città, da dove si
può spaziare con lo sguardo sul mare aperto fino
alla riviera di Trieste e dell’ lstria.
La giornata è soleggiata e i turisti, anche in
questa stagione, affollano il camminamento sulla
"balconata" che costeggia per diverse
centinaia di metri il mare Adriatico. Facciamo le
solite foto di rito, per avere dei ricordi visivi,
di questi posti meravigliosi, ripromettendoci di
venire in futuro a indagare con maggior tempo a
disposizione. E’ sera e ci rimettiamo in cammino
per ritornare a Trento, non senza aver sostato,
strada facendo in quei meravigliosi posti
denominati "Luoghi di Degustazione" disseminati lungo la
strada, come da noi sono disseminati i bar. Qui si
possono assaggiare tutte le qualità di vino del
Friuli, accompagnate da
"stuzzichini" locali che aiutano e
invogliano a fare il bis. Arriviamo a Trento a
mezzanotte, stanchi ma soddisfatti della nostra
gita .
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