MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
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Chieti 8 - agosto 2001 - Una visita nel museo più importante della mia città

 

 

Nella silenziosa cornice della Villa Comunale, a Chieti, uno splendido edificio  neoclassico, nato nel secolo scorso come residenza estiva di una nobile famiglia, ospita le più belle testimonianze dell'Abruzzo archeologico

 

Il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo ospita le maggiori raccolte di reperti scoperti sul territorio abruzzese e si trova a Chieti, in un pregevole edificio di stile neoclassico che il barone Ferrante Frigerj fece costruire, su progetto dell’architetto napoletano Enrico Riccio, per farne la sua residenza di campagna. Al pianterreno le facciate dell’edificio sono in bugnato di mattoni, mentre al piano superiore il paramento è di semplici mattoni a vista, arricchito da pregevoli finestre con timpani in pietra. I caratteri stilistici si avvicinano ai modelli neoclassici lombardi.

 

          

 Sede del museo Villa Frigerj                                          Ingresso Museo, lato sinistro

All’interno, una scalinata monumentale a forbice, sostenuta da colonne doriche, è invece più vicina ad esempi stilistici napoletani. La galleria centrale, oggi ingresso principale, in origine prevista per le carrozze, era anch’essa rifinita in bugnato. La villa, con il parco, venne ceduta al  Comune di Chieti e nel 1868 fu aperta al pubblico per la prima volta. Negli anni successivi lo stesso Comune acquistò i terreni vicini, come la proprietà Boulanger, e li fece sistemare per creare un grande parco pubblico, ultimato attorno al 1890. Ai primi del secolo villa Frigerj  divenne sede dell’Istituto Tecnico F. Galiani. La scuola vi rimase fino alla seconda guerra mondiale, quando fu occupata dai tedeschi, prima, e poi dagli sfollati. Nel dopoguerra, grazie al professor Valerio Cianfarani, allora Soprintendente, l’edificio fu ceduto dal Comune al Demanio. Sin dal ‘39, anno della nascita della Soprintendenza archeologica dell’Abruzzo,  era stata auspicata la creazione di un museo che raccogliesse le testimonianze delle antiche civiltà abruzzesi. L’inaugurazione avvenne nel .59 alla presenza di Gronchi all’epoca Presidente della Repubblica. Da allora gli scavi archeologici compiuti dalla Soprintendenza hanno portato alla luce materiale di grande interesse. Le nuove raccolte, i numerosi reperti  e le donazioni da privati, hanno quindi imposto un’opera di ristrutturazione generale del museo, i cui lavori, iniziati nel 1984, sono oggi in via di ultimazione. Restano da allestire le sale dedicate ai santuari abruzzesi, luoghi cioè di culto dal periodo arcaico a quello tardo antico. Il progetto di ristrutturazione, nasce da una attenta rilettura storica della costruzione stessa, in maniera da sistemare la nuova esposizione museale con criteri in grado di evidenziare le caratteristiche architettoniche dell‘edificio ripristinarne, dove possibile, le strutture originali.

 

 

 

" Occhi severi e solenni vi osservano. L'austero soldato di Foruli vestito di solo mantello il volto calvo del notabile, anch'egli da Foruli, l'anziano nobile teatino e poi sulla sinistra solenne al centro della stanza, Settimio Severo, con i suoi capelli ricci e la sua barba folta. Non già uomini in carne ed ossa, ma volti e figure eternati sulla pietra. Ciò nonostante, dopo ben venti secoli la forza dei loro lineamenti riesce ancora ad insinuare un vago senso di inquietudine nell'animo di chi varca la soglia del museo di CHIETI "

 

 

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