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La donna e la lupa

...Vivevano, una volta due coniugi in una bella casa ai margini di un bosco. Nella loro abitazione fatta con tronchi d'abete messi uno sopra l'altro, il tetto di paglia, non mancava di nulla, era ben fornita se non fosse per la giovane moglie di nome Manigolda, la donna non faceva mai niente in casa, al mattino non rassettava la casa, di pomeriggio si metteva a letto. Il marito Iennos tornava a casa dal lavoro e non trovava mai nulla di pronto. Il povero uomo stanco e affamato doveva mettersi a preparare almeno una minestra calda, sempre se la mogliettina collerica avesse fatto la spesa al mercato. - Sei sempre in giro, chissà a fare cosa? Sei un incompetente, io qui chiusa tutto il giorno in questa stamberga a lavarti e sfacchinare a destra e a sinistra, tu lurido parassita vai a spazzartela in giro con gli amici! Mi pianti qui in casa segregata con un bambino che piange sempre! - Il triste ritornello Iennos l'ho subiva due volte il giorno, il mattino quando usciva per recarsi al lavoro, e al tramonto quando rientrava a casa. - Sei un pigrone lento ed incapace - infieriva la moglie al povero uomo - dovresti finire prima così hai il tempo di andare al mercato a fare la spesa se vuoi mangiare -. Urlava la perfida donna, distolta dalla sua occupazione preferita dopo il pisolino quotidiano, stava ore e ore a tagliarsi le punte dei capelli, che dopo un'attimo le ricrescevano. Nella stalla avevano solo una capra magra che aveva solo pelle ed ossa e dava poco latte che bastava solo per il piccolo bambino di pochi mesi. Thannos. La capra, non era mai portata fuori a pascolare, il marito doveva accudire all'animale facendole trovare una un po' d'erba che raccoglieva strada facendo. Certamente l'armonia non regnava in quella casa ma ciò non stante vi erano dei momenti sereni, allora Manigolda cantava spazzava la casa dal sudiciume accumulato in settimane di completa apatia, lavava i panni e giocava con il pupo che ignaro dell'ambiente che lo circondava sgambettava e rideva nella sua culla che, in verità era un fienile. Quelle rarissime volte che Manigolda era di buon umore veniva a posarsi un pettirosso sul davanzale della finestra e insegnava alla giovane sposa struggenti melodie d'amore, che lei interpretava con la bravura di una vera cantante. Ma tale idillio canoro avveniva sempre quando il marito era lontano e il bambino dormiva. Bastava che Manigolda vedesse qualcosa che a lei andava storto per piombare nel malumore e ricominciare a lanciare ingiurie a tutti. Un giorno la capra affamata si mangiò la corda che la teneva legata e scappò nel bosco vicino dove incontrò una Lupa enorme in un balenò la sbranò portando la carcassa nella sua tana dove l'attendevano tre lupacchiotti. Odino che stava a passare da quelle parti non face in tempo a fermare la cacciatrice e fermandosi davanti la tana della Lupa le disse: - Hai tolto l'unico sostentamento ad un bambino innocente ed incapace di accudire a se stesso mentre i tuoi tre cuccioli sono già grandi tanto da badare a loro. Ora ti recherai alla casa della donna iraconda le gli insegnerai come si accudisce ad una famiglia. - La Lupa ubbidì ad Odino e i tre lupacchiotti si misero a fianco d'Odino - Voi tre diventerete i miei fedeli compagni e vi chiamerò Ulfedhnar uomini lupi - disse il Saggio dei Saggi, dal bosco s'innalzò una nube di cristalli dorati. Manigolda sentì raspare alla porta, arrabbiata come al solito, aprì l'uscio urlando alla vista della Lupa con le fauci spalancate e bavose e i grandi denti bianchissimi, gli occhi di fuoco e la donna svenne. Rinvenne quando la calda lingua della Lupa le solleticava dietro l'orecchio. - Non devi temere nulla e farai tutto quello che ti dirò. - Disse la madre dei tre Ulfedhnar. - Al piccolo Thannos darò il mio latte finche cresca forte come un lupo. Ma tu non attaccherai più nessuno con la tua lingua maligna e ingrata, se ciò si ripetesse una volta sola io ti farò fare la fine che ha fatto la tua capra! -. Giunse la sera ed arrivò a casa il marito con la spesa e il ciuffo d'erba in mano, restò di stucco nel vedere sul tavolo la zuppa pronta e fumante, la casa tutta linda e in ordine, il bambino rideva nel lettino con le lenzuola pulite e la coperta di lana. Nella stalla buia notò due occhi grandi di brace che lo scrutavano senza cattive intenzioni, la moglie rasserenata gentilmente disse al marito: - Non succederà mai più, quello che da mesi ti feci passare, ero stata posseduta da uno spirito maligno, che mi accecava nascondendomi quanto eri buono e servizievole, un padre affettuoso ed una marito amorevole e paziente. Ringrazia la Lupa inviata da Odino se la nostra vita cambierà in meglio. - Jannos non riusciva a credere a quello che sentiva e vedeva, pensava che fosse tutta colpa di un subdolo incatesimo: - Se sei veramente cambiata, prova a ricevermi come hai fatto sempre in passato. - disse alla moglie, la quale diventò tutta rossa in viso, ma non sentì più urlare la donna: l'uomo notò solamente un brontolio venire dalla stalla e capì che era tutta l'opera della Lupa, le andò vicino accarezzandole il pelo, e le disse: - Grazie! Anche tu da oggi farai parte della mia famiglia . - Manigolda cambiò anche il nome e divenne Ma'lùv (colei che ha una Lupa come amica).

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