Gli Gnomi di Zillis

Ad ogni fine Primavera, gli gnomi di Zillis furono inghiottiti dalla montagna per apparire poi dopo un mese esatto nei pressi di Thusis, nella terra della Grigiàss: era uno dei misteri delle Alpi che seducevano la mente effervescente di Thannos. Che cosa attiva gli gnomi dei boschi dell'Orso Bruno verso quella catena alpina così impervia e solitaria dove solo le aquile reali avevano lo spazio e la libertà di entrarvi. Dal basso era in sostanza impossibile trovare uno sbocco in quella spettacolare strada alpestre fatta da profonde gole, precipizi, grotte, da tetri anfratti, che respingevano i raggi del Sole, torrenti che sparivano dentro la viva roccia, s'inerpicava tortuosa su fino alla sorgente del Reno Interiore (Hinterrhein). Una leggenda legata a quel luogo era che Thor, il figlio d'Odino, voleva agevolare la discesa del suo fiume preferito, verso il mare, prese il suo martello ed aprì la montagna. Via Mala, era il nome dato dai Celti Leponzi ad uno dei luoghi più impervi ed oscuri di tutta la catena alpina, ma di una bellezza spettacolare tale che era il sentiero prediletto degli dei, quando essi solevano passeggiare  in quell'ambiente modellato da Mastro Tempo. Gli umani non potevano transitare per quel cammino. I Silfi, allo sciogliersi delle nevi verso la fine di Maggio, si radunavano nel Dann dell'Orso Bruno, a Nord della Via Mala.  Plouf! Eccoli svanire dentro nel parete d'acqua vi era celata una  porta misteriosa. Il giovane celta si nascose sotto il muschio e delle  felci, in mezzo allo sterco dei cervi, per non farsi scoprire dall'acuto olfatto dei Folletti guidati dal loro Trullo Millemonti. Il più alto di tutta la combricola, una spanna e mezza con il suo appariscente ciuffo di capelli bianco più della neve, mentre ogni Folletto che si rispetti non era più grande di un passerotto ed erano pelati oppure portavano un ciuffo verde di capelli sul cocuzzolo sempre coperto dall'inseparabile cappucciotto (colore del cappuccino fatto con la cioccolata). Quando l'ultimo gnomo sparì dietro la cascata Thannos curvo su se stesso per non prendere certe capocciate e silenzioso come il Gufo lì seguì dentro la stretta via. Nel cuore della montagna, da una grotta Thannos vide uscire dei bagliori rossastri, accompagnati da sbuffi di vapore che salivano in alto del cunicolo per ridiscendere verso la grotta in una polvere argentata. Ogni sbuffo era seguito da un coro d'Uh! Uh! - Guarda Millemonti questo pezzo com'è bello! - Guerth ed altri  commenti corredati da strane parole come: quadranito, lirido, orionido, leonido e taurido. Cosa mai stavano facendo questi trulli, impensieriva il guerriero, che incominciava a dubitare se avesse fatto bene a seguire i Folletti. Scoprire i segreti di Madre Natura non era all'appannaggio degli uomini. I segreti sono rilevati ad uno ad uno ad una distanza di mille anni: l'uomo può beneficiare di un favore solo concesso dai Dei e Thannos pensava di essere andato oltre alle regole. Ma ormai era tardi per tirarsi indietro e se l'avrebbero trovato a spiarli chissà cosa gli poteva capitare, permalosi com'erano, non sopportavano la sfacciataggine degli umani. Ma Thannos aveva, senza saperlo, una preziosa alleata: Freija la Signora delle Valchirie, la polvere argentata era opera sua: gli esserini si buscarono un raffreddore, così che i loro nasi si non percepissero più nessun odore umano. In un angolo della grotta Thannos vide una scena irreale e grandiosa, finalmente scoprì in quell'enorme trambusto, in una confusione indescrivibile a chi era profano come il giovane celta, la chiave dell' arcano.

Gli strani nomi sentiti fuori del Gròtt 'ol: quadranito, lirido, orionido, leonido e taurido erano pezzi di Stelle, dei meteoriti, nascosti dalle viscere della Terra, dai quali Millemonti ricavava dei piccoli frammenti, li pesava, catalogava, li poneva in diversi contenitori contraddistinti da un logo: un cerchio racchiuso da una stella a cinque punte. E impartiva ordini ai suoi mini collaboratori, - Mille dauros vanno portati ad Albion, altri due mila dauros sono destinati alla Gallia! - Cifre, contenitori, nazioni ripetevano ridendo il popolo degli gnomi di Zillis. Stavano facendo i denari : Dé era il nome antico di Dio auros: oro.  Nel luogo impervio vi era la prima Zecca d'Europa, proprio al centro di quel Paese che prese il nome poi di Suìzzera, ossia l'officina del denaro, chiamato anche il Dio Denaro ma questo avvenne molti secoli più tardi.

Senza fare il minimo rumore, Thannos riguadagnò la strada del ritorno verso il suo villaggio sulle rive del gran lago. La triade dei Druidi fece radunare sotto la gran quercia, tutto il clan dei Leponzi. Thannos diede la sua relazione sui segreto dei trulli, senza rilevare la verità, agli uomini , i quali si sarebbero uccisi fra di loro per possedere qui minuscoli pezzi di stelle. - Non ho potuto scoprire nulla, perché fui preso da un sonno profondo prima della cascata, quando mi risvegliai, senti un folletto che mi gridava in un orecchio: - via, via mala mala! - era certo una minaccia una maledizione, fatta a chi si era avvicinato troppo alla montagna misteriosa protetta da Thor! - Poi aggiunse - Qualcosa però riuscì ad intendere cosa attrae ogni anno i Trulli verso la Via Mala! - Ti prego - risposero i compagni: - Dicci cosa fanno gl'elfi ad ogni fine Primavera! - e Thannos, svelto di mente, non si fece sorprendere, e alzando lo sguardo verso la cupola celeste che stava per imbrunire, disse: Che cosa volete che facessero, avranno verificato che tutte le Stelle del Firmamento, ci siano tutte e che nessuna sia andata perduta! Le Stelle sono il nostro tesoro che Madre Natura ci concede! - Iniziarono come d'abitudine i festeggiamenti per il ritorno del nostro campione ed il bardo Bertrace compose questo sonetto in un celtico cisalpino (molto, ma molto incerto):

 

Sé ghé da pusee bél?

N'll vardà i Steij n'll Firmamènt?

In v'na Noch d'Està, brascià sù

C'un n'a Tüsa, che l'ha Scotä da Passiun?

A' Scunfundi la lus da Sù

con i brialliant dai sò Oech.

 

 

Indice

 

 

La prima moneta unica europea, potrebbe essere stata addotta intorno al 475 a.C. quando l'Europa celtica conosceva la massima espansione. Dall'Atlantico fino ai Balcani, in Anatolia in Asia Minore vi furono insediamenti celtici. Fondarono la nazione Galata, dopo essere stati chiamati dai re Ittiti per formare ed addestrare la loro cavalleria. Dalla Scozia al Nord Italia con espansioni verso il Nord Africa e in Sicilia. I Celti arrivarono sul Nilo chiamati dal Faraone Tolomeo come mercenari, formarono il primo gruppo d'intervento armato per portare la pace agli altri popoli belligeranti, quali Greci e Persiani. Uniti nella lingua, con alcune variazioni dialettali, uniti nella religione atavica odinista, nel commercio e forse anche con una forma monetaria comune Pare che nella sola Britannia furono scoperte 25 mila monete o medaglie con differenti effigi per la maggior parte raffiguranti dei, o animali, o piante, la spiga di grano e il delfino uscirono dai cunei celtici, i loro orafi inventarono gli auros ossia i pezzi di moneta in oro fino, in seguito gli antichi Romani scambiarono l'effigi degli eroi celti con i loro imperatori. Non sarebbe errato sostenere che L' Euro di oggi abbia avuto un progenitore celtico.

 

Copyrigth Ó 1996-1999 - Odinonline Tutti Diritti registrati