L'Ulisse foscoliano

Foscolo essendo nato da madre greca a Zante, una delle isole ionie in possesso della Repubblica Veneta nel 1778 (data di nascita del poeta), si sente particolarmente legato alla cultura greca e suo erede designato dal fato. L'isola natia rimase a lungo nella sua mente e fu cantata più volte nella sua poesia. Definire la giovinezza di Foscolo è importante per la futura corretta comprensione della materia della sua opera. Arrivato a Venezia a quindici anni Foscolo era povero ed essendo morto il padre visse con alcuni parenti. Egli era politicamente entusiasta dei principi liberali della rivoluzione francese e assumendo posizioni fortemente liberali nei suoi primi scritti ebbe problemi c on il governo oligarchico e conservatore della Repubblica di Venezia, dalla quale fuggì nel 1796. Arrivato a Bologna si arruolò nelle truppe dell'armata Cisalpina mentre Napoleone, da lui visto come liberatore ("ode a Bonaparte liberatore"), avanzava nell'Italia del Nord . Ci troviamo ora esattamente al punto in cui vogliamo arrivare: Napoleone cede all'Austria la Repubblica Veneta con il trattato di Campoformio vero e proprio trauma per l'autore che si vide costretto a rifugiarsi a Milano. Si configura così la figura dell'esule, non solo perchè egli non vedrà più Zante e non morirà nella sua terra natia (che fungerà da strumento illusorio e di spinta all'azione), ma anche in relazione all'esilio da Venezia e al "tradimento" da parte del "liberatore". In questo contesto prende vita "Le ultime lettere di Jacopo Ortis", questo stesso contesto insieme all"ispirazione natale classica di Foscolo pone fortemente le radici per la realizzazione di "A Zacinto"e per la ripresa fortemente malinconica ed esplicativa di tutta la poetica foscoliana della figura di Ulisse in relazione allo stesso poeta. "A Zacinto" fa infatti parte dei sonetti molto vicini alla matrice autobiografica. Il forte impulso soggettivo è predominante. Come è facile evincere, già prima di trattar e il mito in questione stiamo trovando disseminati in Foscolo e nella sua vita moltissimi elementi che lo uniscono a Ulisse stesso: il tema dell'esule, la soggettività esasperata e, naturalmente, in primis, la particolare sensibilità dell'autore verso il mondo greco. Non dobbiamo però dimenticare che Foscolo è principalmente un romantico, infatti come vedremo il rimando al classico è una fuga dal "reo tempo" in cui egli vive. Si arriva a fare degli elementi classici la principale via di fuga dal presente "verso il romanticismo".  Il presente è "reo tempo", l' unica alternativa reale è il "nulla eterno" nella ricerca dell'illusione di una lacrimata sepoltura e del valore "eternizzante" della poesia e del canto. Ma analizziamo in profondità il sonetto per arrivare al punto chiave della trattazione. 

 A Zacinto 

 Nè più mai toccherò le sacre sponde

 ove il mio corpo fanciulletto giacque , 

 Zacinto mia, che te specchi nell'onde 

 del greco mar da cui vergine nacque 

 

 Venere, e fea quelle isole feconde 

  col suo primo sorriso , onde non tacque 

le tue limpide nubi e le tue fronde 

 l'inclito verso di colui che l'acque 

 

cantà fatalli , ed il diverso esiglio 

 per cui bello di fama e di sventura 

 baciò la sua petrosa Itaca Ulisse . 

 

 Tu non altro che il canto avrai del figlio , 

o materna mia terra; a noi prescrisse 

 il fato illacrimata sepoltura. 

Zacinto è l'antico nome di Zante, isola natale alla quale, come sappiamo, il sonetto è dedicato. Lo schema ritmico viola lo schema tradizionale del sonetto, che vorrebbe la coincidenza di periodi sintattici e strofe. Il poeta mira a costruire un discorso lirico che si modelli sull'andamento inquieto della passione soggettiva, non sui canoni istituzionali della forma metrica imposti dalla tradizione. Grazie ai continui enjambements e alla catena di congiungimenti sintattici ("ove", "che", "e", "onde", "di colui che", "per cui"), il discorso si presenta come un flusso appassionato e ininterrotto. Il discorso delle prime tre strofe è anche perfettamente circolare: il concetto espresso nel primo verso ritorna nell'ultimo, dove si esprime la contrapposizione tra l'io lirico del poeta e la figura dell'Ulisse : Foscolo non potrà toccare l'isola natale, Ulisse baciò la sua Itaca. La sintassi è tortuosa proprio per ricalcare l'errare dei due eroi, Foscolo e Ulisse. La circolarità della struttura indica il ritorno degli esuli al punto di partenza, reale per Odisseo, immaginario, mediante il canto, per il poeta. Tra i versi 1 e 11 c'è un duro contrasto tra l'autore che non toccherà mai più Zante e Ulisse che baciò la sua isola. Sono due peregrinazioni volute dal fato ma gli dei concedono il ritorno solo all'eroe classico e mitico. 

 Possiamo leggere la poesia secondo due codici principali, quello classico e quello romantico. Nel codice classico, l'eroe positivo conclude felicemente le proprie peregrinazioni, in quello romantico l'eroe negativo non può concludere felicemente il proprio errare. Sono due concezioni dell'eroe profondamente diverse, l'una propria dell'antichità classica, l'altra del periodo contemporaneo a Foscolo. Quello di errare in terre lontane senza trovare approdo e di morire lontano "da casa" in terre sconosciute è un tema tipicamente romantico. Questi viaggi degli eroi letterari sono la proiezione dello smarrimento dei personaggi reali, di uomini che non si identificano con i valori della loro società . Si evidenzia in tutto il suo stridente contrasto la figura di Ulisse "bello di fama e di sventura" che si configura come realizzato e come archetipo di ciò che l'autore non può ne potrà mai essere. L'eroe romantico infatti si sente sradicato dalla società, nella quale non si riconosce, ama rappresentarsi miticamente come esule, un estraneo nel mondo, condannato a un perenne vagare senza trovare la propria dimensione, condannato alla sconfitta, alla solitudine. Per affermare il mito dell'esule si utilizza appunto Ulisse. Quasi in un processo dialettico potremmo individuare come tesi Ulisse, antitesi Foscolo e sintesi i due ritorni, uno dei quali immaginario, attraverso il "canto". Ulisse dandoci un esempio di figura umana estremamente realizzata ci mostra con grande impatto di senso e visivo ("bello di fama e di sventura" ) e con grande potenza quale sia il reale significato di romanticismo per Foscolo. Tramite la comparazione infatti, l'idea di romanticismo esce rafforzata, costituendo un elemento che viene a stagliarsi chiaramente forse per la prima volta in una cornice di maggiore realtà, attraverso il mito.

 

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