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La città e i suoi Rioni



  Interpretazione da: " La Voce di San Giorgio "   
  Da Archivio Privato   
Compendio elaborato da Ondina Lusa     


Introduzione

Testi ed immagini tratti dal volume "PIRANO - Le nostre Radici"
Edizioni "La Voce di San Giorgio" - Trieste 1987

Chi, dall' alto del Colle di San Giorgio guarda Pirano può rileggere chiaramente la storia del suo sviluppo urbanistico, incominciando dalla divisione netta che la Piazza realizza dei due rioni: Punta e Marciana.

Punta: la parte più antica, la prima Pirano. I primi abitatori, in epoca che si perde nella notte dei tempi, costruirono i loro primi ripari a ridosso del colle, che li difendeva dai venti freddi settentrionali, offriva terra solatìa per le primitive coltivazioni, assicurava tranquillità allo specchio di mare antistante ed alle insenature dove riparare i loro natanti da pescatori.
C'era inoltre, su quel promontorio, la preziosissima acqua, offerta da fontane naturali e pozzi di cui ancora serbiamo ricordo.
All'epoca Romana la città si estendeva su tutta la lingua di terra ad occidente del porto. Quando venne meno la sicurezza della "Pax Romana", questo nucleo si cinse di Mura: dapprima sul lato di terra con una cinta che, scendendo dalla rocca del colle correva lungo la nostra Piazza delle Erbe e rientrava costeggiando il mare. Queste Mura furono completate nei secoli dell' Alto Medio Evo anche dal lato a mare, a protezione dai pirati che infestavano l' Adriatico, quando la popolazione crebbe, anche per l'afflusso dei profughi di Aquileia, a seguito delle Invasioni Barbariche.
Fuori da queste Mura, attorno al porto principale, si estendeva il "Campo": zona non abitata, piuttosto luogo di incontro, di mercato, di esercitazioni.
Intanto, dopo la conquista dell'Istria da parte dei Legionari Romani, il porto crebbe di importanza e famiglie di coloni si stabilirono nel territorio di Pirano. La colonia principale fu quella insediata oltre il Porto e che, dalla nobile famiglia romana "Gens Marcia", che ve la condusse, prese il nome di "Marciana".
Questo nuovo centro abitativo,costretto fra la collina ed il mare, che occupava tutta la Contrada di Mezzo, allungato dal Porto al Borgo, era disegnato, e ne mantiene tuttora la costituzione, della "Colonia Urbica" romana: un quadrilatero ripartito in dodici isole - "Insulae", con una via diritta nel mezzo, il Decumano,  (la nostra Contrada di Dentro).

Per secoli si ebbero dunque due città distinte se pur governate da un'unica autorità, che ebbe sede nella parte antica di Punta: dapprima al "Tribio" e poi a "Porta Domo".

Intanto, seppur lentamente, la città cresceva; la zona del Campo si popolava e le abitazioni si estendevano verso "Figarola", mentre sul colle veniva eretta la chiesa principale di Pirano, affiancata dal Battistero.
Fu solo dopo la dedizione a Venezia (1283) che si realizzò l'unificazione: furono abbattute le Mura della città vecchia dalla parte di terra e ne vennero costruite di nuove che abbracciarono il porto e la zona del Campo; fu costruito il nuovo Municipio (1291), a specchiarsi nel Mandracchio.

L'espansione continuava: le Mura che ancora si conservano, chiudevano tutta Pirano fino alla Porta del Borgo, si interravano le secche per costruire squeri e nuove case verso il mare; si allargò in tempi successivi il porto dal vecchio Mandracchio ai moli attuali, fino ad un secolo fa, quando il Mandracchio fu interrato e la Riva lastricata; poi fino a settant' anni or sono, quando fu costruita la Riva Nuova, dal Molo a Pusterla.
All'epoca di maggior documentazione, Pirano risulta ancora suddivisa secondo l'antico uso in rioni, chiamati, con termine locale, "Porte". Abbiamo così Porta Mugla; Porta Domo; Porta Misana; Porta Campo; oltre a Castello e Marciana.

N.d.A. In questo sito si cercherà, ora che tutto è stato cambiato e sconvolto, di mantenere la suddivisione, sia per ragioni storiche, sia per motivi di affezione. In realtà, se la denominazione "ufficiale di luoghi, strade e piazze è più volte mutata, si nota che la popolazione, per comodità e tradizione, utilizza i nomi tramandati da secoli piuttosto che quelli assegnati, di volta in volta dalle Amministrazioni e dai Governi.



Porta Mugla
Piantina Porta Mugla
E' un nome che può sembrare piuttosto astruso a molti di noi, mentre la sua origine deriva proprio dalla realtà del terreno su cui si estende il rione.
In latino il termine "lama" sta a significare "acquitrino" ed anche fondo marino basso e senza vegetazione (non vergognamoci quindi di chiamare "lame" le pozzanghere). Il diminutivo "lamucula" con antica discrezione di "la" sentito come articolo, è diventato "la Mucula"; "la Mucla"; "la Mugla", che in tutta la zona di parlata Veneta prese il significato di fondo marino coperto da poca acqua, usato come salina o come luogo di pesca.
Il rione prese appunto il nome dallo stato del mare che lo lambiva e che si ricorda esistente fino alla costruzione della Riva Nuova.
Esso si estendeva da Punta Madonna a Calle Andrea Dandolo e fu sede della prima Casa Pubblica, ove risiedeva il Gastaldo, in Piazza Tribio ed ebbe il centro spirituale nella chiesa di San Clemente.



Porta Domo
Piantina Portadomo
Questo è il rione che prese il nome dalla "Domus", la casa pubblica, sede dell'Autorità cittadina.
Infatti, intorno all'anno 1000 il governo cittadino si trasferì dalla vecchia sede del Tribio in Porta Mugla al nuovo edificio di Piazza Vecchia, dove rimarrà fino alla costruzione del nuovo Municipio (non ancora quello attuale) in riva al Mandracchio.
Di questa Casa ci è stato tramandato solo che era nello stile in uso nel secolo XI e sappiamo che le sue ultime tracce scomparvero oltre un secolo e mezzo fa.
Probabilmente Porta Domo fu il primo nucleo abitato di Pirano, costruito attorno all' insenatura di mare che occupava l'attuale Piazza e che fu il primo porticciolo, dove si sfruttavano le vene d'acqua, scavando successivamente i due pozzi pubblici: quello di Luprica e quello nei pressi della chiesa di Sant'Andrea, molto prima della costruzione della monumentale Cisterna.
In Porta Domo vi erano tre chiese: Sant'Andrea, San Donato e Santo Stefano.



Castello
Piantina Castello
E' pensabile che, fin dai tempi più antichi, sulla cima del colle sorgesse un posto di vedetta e di segnalazione, rivolto verso il mare e verso l'opposta Laguna Veneta, che poi fu potenziato nel corso dei secoli in cui i maggiori pericoli per Pirano potevano venire dal mare, allora infestato dai pirati.
Nel X° secolo, un castello fortificato fu costruito lassù, esso divenne sede del Burgravio, il rappresentante locale dell' Autorità Imperiale. Il castello in seguito decadde di importanza e non venne usato dai Veneziani come fortilizio; fu anzi trascurato, tanto che alla fine del 1400 si giunse alla demolizione. Di tale castello oggi restano poche tracce.
Dal castello prese nome il rione: nelle carte del 1300 lo si indica come posto fra la chiesa di Sant'Andrea ed il cimitero circostante il Duomo: zona occupata soprattutto da orti e sovrastata dai principali edifici religiosi; la zona, ecclesiasticamente, era giurisdizione del Pievano della Chiesa (Duomo) di San Giorgio.



Porta Misana
Piantina Porta Misana
Il rione venne chiamato anche "Porta Mediana", perché situato a metà dell'intero abitato, praticamente limitato dalla strada che, dipartendosi da Porta Delfin arrivava al Ghetto e si arrampicava poi fino agli orti di Castello ed a levante dell'attuale Piazza delle Erbe.
Le sue porte a mare, la bella gotica Porta Delfin e, appunto, la Porta Misana, di cui resta traccia nei resti delle Mura del 1330, aprivano il rione a quegli spiazzi lambiti dal mare dove avevano sede gli "Squeri": i piccoli cantieri per la costruzione e la manutenzione delle barche da pesca e da trasporto. Il loro ricordo è giunto fino ad oggi, il Campo Tagliapietra, infatti, veniva denominato dal popolo "Squero Vecio". Il rione, eccezionalmente, non ebbe una chiesa propria, da quando la Chiesa di San Giacomo divenne Cappella del Comune il quartiere usufruì della vicina chiesa di Santo Stefano.
Delle tre "Porte" della Punta, Porta Misana fu quella che maggiormente si accrebbe estendendosi su terreni strappati al mare mediante interramenti.



Porta Campo
Piantina Porta Campo
Prese questo nome il rione che si venne a creare quando, abbattute le vecchie Mura, si incluse nell'abitato l'antico "Campo di Marte", che nel frattempo si era venuto popolando, e la zona di Marciana, circostante il porto interno: si unirono così, finalmente, le due parti della città. Originariamente il rione comprendeva la zona gravitante sul Mandracchio ma ben presto divenne il centro della vita politica e sociale di Pirano: in esso fu costruito il nuovo Palazzo Comunale (1291); il Fontego (1301); la sala del Consiglio (1372).
Il rione si accrebbe inoltre verso l'alto, dove, fra le due "Carrare" o vie carraie, sorse e si ampliò il vecchio Ospedale, si innalzarono conventi e chiese e si aprì un altro cimitero. L'espansione avvenne anche verso il mare quando vennero aperti nuovi porti e nuovi squeri.
Da allor il rione rimase il cuore della cittadina: con la Piazza, ottenuta dall'interramento del Mandracchio, con i suoi solenni edifici pubblici e le scuole. Il rione ebbe come propria chiesa quella, ora neoclassica, di San Pietro, costruita nel 1278 e rifatta nel 1818 da Pietro Nobile.



Marciana
Piantina Marciana
Del nome di questo rione si è detto nel primo paragrafo di questa pagina: nel Medioevo esso mantenne le dimensioni e la forma della colonia Romana ed anche le mura del 1452 ne segnarono il confine.
Poi, lentamente ma inesorabilmente il rione prese ad allargarsi, fino ad occupare il Colle del Paradiso e la Figarola, oltre ad inerpicarsi sul colle di Mogoron.
Si tolse spazio al mare per creare la Contrada di Mezzo e la riva, banchina di attracco del porto esterno.
Ormai questa, oltre che la parte più nuova è anche la più estesa di Pirano, abbraccia infatti anche il nuovo porto, completato al principio del XX secolo.
Di importante conserva ancora le poderose Mura con la monumentale porta di Borgo (Porta Marciana) e la chiesa di San Rocco, unica rimasta fra quelle che la tradizione ricorda, ad esempio Santa Margherita; San Nicolò alle Mura e, vicino alla porta di terra, quella di Sant'Ermacora, dedicata all'Evangelizzatore dell'Istria, probabile chiesa rionale.


Contrade Esterne
Piantina Contrade Esterne

Il Comune di Pirano era uno dei più estesi dell'Istria ed il più abitato dopo Pola. Esso infatti si estendeva e ancor oggi, nonostante l'inserimento della frontiera con la Croazia, catastalmente si estende, su tutta la zona costiera da Punta Ronco a Punta Salvore, si addentrava nella Val Dragogna ad abbracciare il censo di Villanova, di San Pietro dell'Amata e di Padena.
La sua estensione gli portava il vantaggio di poter essere indipendente nelle produzioni di olio, sale e verdure, ma anche di frumento, nelle grandi "Stanzie" o Fattorie di Salvore.
N.d.A. - Questo era molto importante per l'Economia locale,  ai tempi in cui vigevano i Dazi Comunali.
i confini del Comune di Pirano, con le limitrofe Buie; Umago ed Isola erano stati, per secoli motivo di litigi e di riappacificazioni: i primi documenti noti, relativi ad accordi sui confini risalgono al 1212; è mirabile con quanta precisione e meticolosità venivano segnati... magari per essere violati il mese successivo!



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