Cassero vuol dire fortezza. La contrada si stabilì in passato nel territorio occupato dai rioni Spavagli, Fonte del Campo e dei Franceschi.

Da allora conserva il suo carattere militaresco, tanto che la sua "arma" è una torre merlata in campo giallo. Attualmente occupa il cuore di Foligno, a pochi passi da Piazza San Domenico, la più antica della città e centro di intensa vita religiosa in epoca medievale.

Qui si trova la meravigliosa chiesa di Santa Maria Infraportas, del XII secolo, che conserva ancora il nucleo originale di edificazione risalente agli albori del Cristianesimo. Uscendo dal portico a quattro colonne della chiesa, i confini del rione Cassero si allungano sulla destra fino ad abbracciare il Parco dei Canapé, il polmone verde, appoggiato sulle mura che guardano Montefalco. In altri tempi era qui che le famiglie nobili andavano a godere del fresco.

Passeggiando per le suggestive e strette vie di questa parte di Foligno sembra che il tempo si sia di colpo fermato. Il profumo del passato avvolge tutto e tutti. Basta alzare gli occhi per vedere scolpiti sui muri riproduzioni fatte a mano dello stemma rionale, che nei giorni della Tenzone brillano alla luce delle torce.

Gli stendardi e le bandiere gialle prendono per mano il visitatore, fino ad arrivare nella suggestiva Via Cortella, sede del rione e della taverna. Qui il popolo del Cassero si incontra durante l'anno, qui nascono idee e speranze, qui vengono custoditi gelosamente i ricordi, fra cui per primi i sei palii conquistati.

In una calda notte di settembre il rione sottopose alla città un'idea nuova, proprio allo scopo di offrire alla Foligno della Quintana un punto di riferimento in più. Si trattò di un espediente per proiettare nel futuro, attraverso la tavola, la festosa atmosfera della Giostra.

Stiamo parlando della prima taverna, che certamente non aveva niente a che fare con le bellissime di oggi, che i contradaioli giallomarroni aprirono in un locale ricavato nelle cantine di Palazzo Mancini Spinola, nella centralissima Via Mazzini.

Protagonista era l'improvvisazione. Qui i contradaioli accolsero con innata naturalezza la gente che in costume dell'epoca si fermava a mangiare salsicce, porchetta e a bere vino. Così il Cassero aprì la strada alle taverne quintanare, che compaiono ufficialmente nel '76.

 

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