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GITA
DI UN GIORNO NEL LAZIO -
AGOSTO
2004
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A
SUBIACO
GITA
A SUBIACO AL MONASTERO DI S. ENEDETTO LUGLIO 2004
Al mattino verso le otto del 25 luglio 2004, partiamo da
Chieti destinazione il santuario del SACRO SPECO di Subiaco,
nel Lazio.Dopo appena una decina di kilometri incomincia a
piovere in maniera torrenziale e nonostante la giornata non
prometta niente di buono si decide di proseguire.arriviamo,
non senza difficolta, verso le dodici e riparati sotto un
porticato ci fermiamo a mangiare parte di quello che ci
avevamo portato da casa, in quanto era nostra intenzione
fare anche un bel pic nick. La regione subacense si estende
lungo la valle dell'Alto Aniene, che scorre da monti che
formano la catena dei Simbruini. Nerone, che aveva da queste
parti la villa, fece sbarrare le valli in tre punti,
costituendo così trte laghi artificiali. si deve appunto a
questi laghi artificiali ( sub lacum ) il nome di Subiaco.
Per accedere alla sua villa fece costruire la via Subacense,
staccandola dalla Tiburtina Valeria. traiano poi costruì
un'altra suntuosa villa sui non lontani altipiani di
Aercinazzo. A Subiaco il primo nucleo abitato cominciò forse
al tempo di Nerone. Quando vi giunse S. Benedetto, la
popolazione era già cristiana.
Salendo verso il Talèo,
si giunge nel Boschetto dei lecci e quindi, per un'angusta
scaletta al Santuario, che ci si presenta improvvisamente
addossato alla roccia a strapiombo, vero <nido di rondini>
come apparve a Pio II nel 1461. La suggestiva bellexxa del
Santuario, formato da due chiese sovrapposte e da diverse
cappelle, risiede specialmente nella pittoresca associazione
irregolare di pareti, di volte, di scale che quasi
simmedesimano nella roccia, nelle pitture che rivestono
tutte le superfici, dando mille riflessi e popolando
d'immagini la penombra degli anditi e delle grotte. La guida
è un monaco preparatissimo con chiaro accento scozzese (
chissà come è capitato da queste parti e perchè )
preparatissimo che descrive i vari luoghi, pieni di
affreschi del trecento, del quattrocento, tutti restaurati o
in buona conservazione. Si entra per una porticina sulla
quale è una croce a mosaico ( sec XIII). Segue una galleria,
in fondo alla quale, sull'architrave della porta si legge :
<Sit pax intranti sit gratia digna precanti. Laurentius cum
Iacobo filio suo fecit hoc hopus>. Sopra la porta si può
ammirare una bellissima Madonna col Bambino del sec. XV di
scuola umbra; della stessa scuola sono forse le quattro
figure della volta. Si passa nella Sala del Capitolo Vecchio
con dipinti della scuola del Perugino ( prima metà del XVI
sec. ). Nella parete sinistra sono dipinti i Quattro
Evangelisti, e, nel centro, il Salvatore. In alto, nella
lunetta, la Vergine col Bambino e Santi, affacciata a un
balcone ricoperto da un tappeto.
Si entra nella Chiesa
superiore. La prima parte con volta a crociera e crostoloni è un
rifacimento del XIV sec. di un'altra costruzione della prima
metà del XIII sec., di cui resta ancora un pulpito con cornice a
ovili., scomparto a rosoni e un'aquila che regge sulle ali il
leggìo. Gli affreschi di questa prima parte sono tutti di scuola
senese.La parete a sinistra è divisa in tre zone. Nella zona
inferiore si vedono il Bacio di Giuda, La fuga degli Apostoli, e
la Flagellazione. Nella zona mediana la Condanna a Morte di Gesù
e il Suo Viaggio al Calvario; scena questa interessantissima per
movimento di personaggi, vivacità di rappresentazione e
ricchezza di particolari. Una folla di uomini, dai più diversi
costumi, a piedi e a cavallo sotto le mura di gerusalemme,
raffigurata come una città medievale con torri e merli alla
guelfa, si avvia dietro un Gesù al Calvario. Sullo sfondo si
vedono bandiere al vento col drago nero e la mezzaluna. Gesù,
carico della croce, segue i due ladroni.>La testa dolorosa del
Redentore, che si volge con mossa stanca ed affettuosa a
guardare la madre, è disegnata con poca abilità ma con molto
sentimento>. Nella parte superiore, al di sotto della volta,
appare la Discesa dello Spirito Santo. Il frate cicerone
snocciola le sue spiegazioni con il suo strano accento,
irrorandole di battute spiritose.
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Ha smesso di piovere
e la poca gente che prima seguiva le spiegazioni è
diventata tanta, una settantina di persone, e adesso
seguire tutte le spiegazioni diventa un pò più arduo.
Continuando nel suo giro la guida ci porta nella Chiesa
inferiore anch'essa ricca di affreschi da mozzare il
fiato, non c'è parete che non ne abbia. A destra si può
osservare una pittura bizantineggiante del principio del
sec. XII raffigurante Innocenzo III ( 1216 ) col nimbo
quadrato e la tiara bianca. Il Papa regge un cartiglio
che riporta la bolla, con cui nel 1203 assegnava delle
rendite al S. Speco. Proseguendo nella Chiesa inferiore
si entra nella Santa Grotta, dove il giovane Benedetto
visse tre anni ignoto a tutti, eccetto a Dio e al monaco
Romano. Questi, dall'orlo della roccia scoscesa sopra lo
Speco, calava al giovane eremita, con una lunga corda,
quel che poteva sottrarre al suo alimento. Malgrado
l'assistenza tanto discreta e
generosa di
Romano, la vita per S. Benedetto nello Speco fu
asprissima. La nuda roccia è un richiamo alla
riflessione e al raccoglimento, ma quì ognuno parla e
dice la sua come al mercato rionale, il ricordo di una
penitenza eroica, concepibile solo a chi vede il mondo
nella luce di Dio, suscita un fremito di commozione; e
la preghiera, nella penombra della Grotta, dovrebbe
sgorgare spontanea dal cuore commosso.....Dalla Chiesa
inferiore si sale alla Cappella di S. Giorgio. Le
pitture di questa cappella, insieme a quelle del
Conxolus, sono di grande importanza per lo studio
dell'arte romana medievale. A destra si ammira il
celebre affresco di S. Francesco d'Assisi, rappresentato
senza aureola e stimmate, con l'iscrizione: Fr
Franciscus; fu dipinto perciò mentre il Santo era ancora
vivente, prima del 1224, anno in cui ebbe le stimmate.
L'affresco nella sublime semplicità delle sue linee
rivela con una immediatezza prodigiosa l'animo umile e
sereno del grande Santo di Assisi. Proseguendo dalla
cappella di S. Gregorio si scende per la Scala Santa.
Tutti gli affreschi che adornano le pareti sono dello
stesso artista della scuola senese che ha dipinto la
prima parte della Chiesa superiore. A destra si scorge
il Trionfo della Morte. Sopra un cavallo pieno di vita
uno scheletro, dai lunghi capelli al vento e le pupille
nere colpisce con la lunga spada un giovane. Al di sotto
giacciono già alcuni morti; più indietro invece un
gruppo di poveri vecchi chiede invano di morire. A
sinistra un monaco mostra ai tre giovani il corpo umano
dopo la morte in tre diversi stati.
Sull'arco di fronte è
raffigurato il Battesimo di Gesù. Più in basso, nella
parete di destra, la Strage degli Innocenti. Si osseva
una donna che con lo sguardo muto, pieno di dolore, dà
al suo piccino il suo ultimo bacio, mentre verso di lei
si avventa, come una belva, un orrido soldato armato di
spada. Dalla cappella della Madonna, si scende nella
Grotta dei Pastori. In questa grotta S.Benedetto
raccoglieva i pastori dei dintorni per istruirli nella
verità della Fede. Una lapide ricorda i grandi Apostoli
benedettini, che questa fede propagarono in tutta
Europa.
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