I. SOMMARIO
Ci sono buone notizie sul fronte del MAI. Le trattative per un accordo multilaterale sugli investimenti presso l' organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico sembrano essere fallite. Il ritiro della Francia dalle trattative, l' opposizione pubblica continuata nella maggior parte dei paesi dell' OCSE e la crisi finanziaria hanno condotto alcuni politici giornalisti ad accettare alcune delle valutazioni di base delle NGO sul MAI.
Questi sviluppi positivi non si traducono in una vittoria completa, almeno non ancora. Molti governi stanno spostando l'obietivo sull' organizzazione di commercio mondiale (WTO) come sede per un nuovo accordo. Anche se non c'e' ancora consenso per questa possibilita' (il governo degli Stati Uniti ancora preferisce l' OCSE ed alcuni paesi in via di sviluppo si oppongono ai colloqui al WTO), ci potrebbe essere comunque presto la decisione (entro la fine novembre del 1998) se lanciare le trattative sugli investimenti al WTO. Molte NGO critiche al MAI continuano ad opporsi sia all' OCSE che al WTO ed inoltre sta emergendo il tema della REGOLAZIONE degli investimenti, non piu' solo quello della loro liberalizzazione.
II. RIASSUNTO DEGLI ULTIMI SEI MESI
Le trattative di MAI hanno perso molta della loro energia nella primavera di 1998 quando i governi non sono riusciti a completare l' accordo in tempo utile per la riunione ministeriale annuale all'OCSE verso la fine di aprile del 1998. La preoccupazione pubblica e parlamentare e' stata un fattore importante nel blocco del progetto. I negoziatori inoltre sono stati bloccati da un certo numero di disaccordi fra i governi, specialmente fra gli Stati Uniti e i paesi europei. Fra questi disaccordi: l' applicazione extraterritoriale delle sanzioni sugli investimenti quale la legge Burton su Cuba; disposizioni su lavoro, sull' ambiente e sulla cultura come simboli di interesse pubblico; e lunghe liste di problemi specifici per ciascun paese.
I governi hanno deciso di lasciare
sei mesi di valutazione, durante i quali avrebbero effettuato delle consultazioni
con la societa' civile.
A seguito della riunione
ministeriale, il presidente delle trattative, Franz Engering dei Paesi
Bassi, si era comunque dimesso dall'incarico. La Germania aveva proposto
il sig. Schumeros come suo sostituto, ma la recente decisione della Francia
ha avuto come conseguenza il ritiro di questa candidatura.
Negoziati informali durante l'estate
I governi hanno avuto alcune discussioni
informali durante l' estate per tentare di superare alcune delle difficoltà.
Ma questi sforzi non sono stati "aggressivi", in parte perché la
Francia ha insistito per il rispetto della pausa di 6 mesi.
L' unica " innovazione " e' stata
un memorandum d' intesa sulle proprieta' espropriate firmato in maggio
1998 da US-Unione Europea. Le dichiarazione di governo hanno sostenuto
che questo memorandum ha risolto il dibattito sulla legge Burton.
Tuttavia, questo affare avrebbe richiesto l' azione congressuale per cambiare
la legge degli Stati Uniti, cosa che non e' accaduta.
( For more information on this
issue, contact msforza@citizen.org or xavier.declercq@oxfamsol.ngonet.be
)
Un altro tentativo e' stato fatto
con una proposta informale del governo tedesco sulla riduzione della portata
del MAI. La sua intenzione era di fare un passo indietro su alcuni dei
punti più discutibili dell' accordo mantenendone il nucleo.
Le 7 proposte erano:
1.
riduzione della definizione di investimento (limit to direct & portfolio
investment)
2. Limitazione
del sistema di gestione delle controversie
3. archiviazione
delle riserve per l'accordo generale di WTO su commercio in modo che i
paesi non debbano andare oltre la liberalizzazione di servizi concordata
nei GATS
4.
archiviazione delle riserve per un accordo internazionale sui trasporti
5.
"Performance requirements" (eliminazione o limitazione a quanto gia' stabilito
in sede WTO dall'accordo sul commercio e Investimenti (WTO agreement on
Trade Related Investment Measures)
6.
Monopoli (possibile eliminazione)
7.
Eliminazione delle proposizioni relative alla "residency requirements"
( da non considerarsi piu' come violazione del "national treatment")
È poco chiaro il pensiero degli altri paesi dell' UE su questa proposta. Ma il fatto che uno dei maggiori paesi pro-MAI (questo ancor prima dell' elezione del nuovo governo) proponesse questi cambiamenti è una prova che gli ambiziosi intenti originari del MAI erano gia' in seria difficolta'.
Consultazioni con la Societa' Civile
La promessa di consultazioni con
la societa' civile e' stata ampiamente disattesa, in molti paesi non vi
e' stato nessun incontro e in altri giusto uno o due con alcune ONG.
(For a copy of a report summarizing
NGOs experiences with consultations, contact: paxaran@antenna.nl )
Comunque i gruppi di attivisti contro
il MAI sono cresciuti ovunque. Tra le consultazioni significative va registrato
l'incontro fra la Commissione Europea, i 15 Stati membri, le ONG, le associazioni
culturali in settembre.
(Contact charles.arden-clarke@wwfnet.org
or paxaran@antenna.nl for reports on this meeting.)
In piu', il governo francese, ha
commissionato un rapporto sul MAI a Catherine Lalumiere, una europarlamentare
e Jean-Pierre Landau, Ispettore Generale delle Finanze.
Hanno condotto interviste con membri
del governo, NGO, organizzazioni commerciali, sindacati.
Questo rapporto, affermando l'importanza
di avere delle regole per gli investimenti internazionali, critica il MAI
perche' le trattative sono state condotte in modo segreto e poco trasparente
e per vari aspetti ampiamente sottolineati dalle NGO. Conclude che degli
emendamenti a favore dell'ambiente e della cultura non sarebbero sufficienti
perche' lascerebbero inalterata la struttura del MAI.
Le sette raccomandazioni contenute
nel rapporto sono:
1.
Escludere "portfolio investment" e flussi finanziari dalla definizione
di investimento
2.
Limitare il meccanismo della risoluzione delle dispute, eliminando la possibilita'
per le societa' di citare gli stati
3.
Eliminare l'articolo "general treatment" (a vague obligation to give foreign
investors constant and effective protection)
4.
Eliminare le misure relative all'espropriazione
5.
Limitare i cosiddetti " performance requirement" a quelli gia' stabiliti
in ambito WTO
6.
Sostituire le regole "standstill" con il diritto di deroga se si e' disposti
a pagare una compensazione come sotto le regole WTO
7.
Assicurare l'effettiva partecipazione dei paesi in via di sviluppo facendo
dipendere la validita' dell'accordo da un numero sufficiente di firme di
paesi non OCSE
(The report has not yet been
translated into English. The French version is available at http://www.finances.gouv.fr/pole_ecofin/international/ami0998/ami0998.htm
. Contact ecoropa@magic.fr or amiterre@micronet.fr for French NGO analysis
of the report)
La Francia si ritira dai negoziati
Il 14 ottobre, 1998, il Primo Ministro
Jospin rispondendo in Parlamento a una domanda sul MAI ha annunciato la
decisione di non partecipare ai negoziati OCSE previsti per il 20/21 ottobre.
Ha affermato che il MAI limita la sovranita' degli Stati ma ha sostenuto
la volonta' di continuare le trattative in sede WTO. La decisione francese
e' stata probabilmente una combinazione degli effetti della campagna fancese
anti-MAI, del rapporto della signora Lalumiere, di decisioni politiche
dei partiti in parlamento e del fatto che spostando le trattative al WTO,
l'Europa avrebbe maggior peso poiche' ha grande influenza in questa istituzione.
Comunque sia la decisione ha avuto
l'effetto di un siluro sulle trattative OCSE.
(For more information on the French
Government position, contact ecoropa@magic.fr or amiterre@micronet.fr)
Discussioni OCSE del 20 Ottobre, 1998
La decisione francese ha tramutato
la prevista sessione di trattative in una discussione su come proseguire.
La Germania ha ritirato la candidatura
del suo negoziatore Schumeros come guida delle trattative.
E' stato previsto un incontro a
dicembre per sviluppare i punti sull'ambiente, il lavoro e la societa'
civile.
III. COSA SUCCERERA' ORA?
Sviluppo all'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO)
Uno dei fattori piu' importanti
del futuro del MAI e' la relazione fra le discussioni all'OCSE e il suo
possibile futuro al WTO. Questo potrebbe permettere ai governi di salvare
la liberalizzazione degli investimenti dal fallimento del MAI.
Nel 1996 i governi europei tentarono
di trasferire le trattative sugli investimenti al WTO ma gli USA preferirono
spingere il MAI all'OCSE e l'opposizione di otto Paesi in via di sviluppo
produsse la decisione al meeting ministeriale WTO del 1996 di creare un
gruppo di studio sulle relazioni tra commercio e investimenti.
I due anni previsti per lo studio
scadranno proprio a dicembre 1998. In novembre, il 22 o 23, i membri WTO
dovranno decidere se trasformare il gruppo di studio in un gruppo di trattative.
La decisione piu' facile e' che il gruppo di studio sara' prorogato di
sei mesi e che l'annuale meeting previsto per la fine del 1999 dara' il
mandato delle trattative.
(For more information on possible
WTO investment talks and how NGOs can attempt to prevent them,
contact twn@igc.apc.org ).
Di conseguenza il MAI rimarra' all' OCSE probabilmente non oltre la fine del 1999, quando i governi dovranno decidere sulle trattative sugli investimenti al WTO. L' altra scadenza principale per il MAI è la riunione ministeriale 1999 dell' OCSE in aprile o in maggio. Se le trattative di MAI dovessero andare avanti (o addirittura rafforzarsi) nella primavera del 1999, i governi potrebbero decidere di firmare il MAI all' OCSE prima della riunione di WTO alla fine dell' anno.
Possibili scenari futuri
1. Il MAI approvato all'OCSE cosi' com'e'.
Questo e' probabilmente il risultato meno probabile, anche se rimane ancora il risultato preferito della maggioranza dei paesi dell' OCSE. Per rifinire il MAI durante l' anno prossimo: altri stati membri europei dovrebbero convincere la Francia a ritornare al tavolo delle trattative. I governi dovrebbero risolvere tutti i loro disaccordi di vecchia data sul testo del MAI (incluso se rinforzare le disposizioni ambientali e sul lavoro che sarebbero poco gradite dai gruppi di affari e dal Messico e dalla Corea). I governi inoltre dovrebbero rinviare la discussione di tutti i punti che hanno rilevato in contrasto con le proprie legislazioni. Per concludere, dovrebbero essere disposti a firmare il MAI sapendo le critiche del pubblico e le possibili difficolta' a far ratificare l'accordo nei rispettivi Parlamenti.
2. I governi rifiniscono un MAI all' OCSE
Dato il breve periodo di tempo disponibile
ai negoziatori, la necessità di recuperare la Francia al tavolo
dei negoziati e rispondere alle critiche pubbliche del MAI, i negoziatori
potrebbero tentare di fare un passo indietro sulle parti dell' accordo
su cui ci non c'e' consenso o troppe critiche. Il risultato sarebbe qualcosa
che si approssima alla proposta tedesca descritta precedentemente.
Ogni Governo dovrebbe identificare
le regole da cambiare o eliminare, potrebbe essere un processo veloce,
ma potrebbe anche essere complicate e provocare nuove dispute sul
testo di MAI. In più, questo metodo richiederebbe di accettare
che il MAI, progettato come l' elemento portante per la liberalizzazione
degli investimenti, nascerebbe in pratica più debole dei trattati
bilaterali attuali sugli investimenti e degli accordi regionali (NAFTA
ad esempio). Dal punto di vista delle ONG, se i governi decidessero
di restringere il MAI sarebbe importante seguire nei particolari i cambiamenti
proposti per verificare che i cambiamenti siano reali.
E' comunque una soluzione improbabile.
3. Adottare il MAI come insieme " di principi " piuttosto che come un Trattato obbligatorio
Potrebbe essere un modo per salvare
il risultato dalle trattative sul MAI se fosse chiaro che i governi non
possono firmare questo accordo. I principi stabiliti all' OCSE costituirebbero
una dichiarazione di intenzioni. In più, se partissero le
trattative al WTO, potrebbero diventare una base di partenza riconosciuta
da tutti i paesi OCSE.
Questo risultato naturalmente sarebbe
una vittoria per gli avversari del MAI, ma non una vittoria completa, perche'
questa dichiarazione di principi andrebbe comunque contro la logica di
chi sta combattendo il MAI e riaffermerebbe un modello avversato.
4. Fine delle Trattative sul MAI e inizio delle trattative al WTO
E' l'indicazione francese.
I funzionari canadesi si sono avvicinati
a questa soluzione , dichiarando di preferire il WTO come tribuna e considerando
finito il processo all' OCSE. Anche Inghilterra e Paesi Bassi hanno ripetuto
nell'ultima settimana questa soluzione.
Attualmente solo gli Stati Uniti
desiderano continuare le trattative dell'OCSE, perché un accordo
in sede WTO probabilmente sarebbe più debole e perché gli
Stati Uniti prevedono l' opposizione continua delle ONG e una certa resistenza
dai paesi in via di sviluppo. Finche' gli Stati Uniti vi si opporranno,
non ci sara' un passaggio di consegne fra OCSE e WTO. Solo se nel corso
del prossimo anno non saranno fatti passi avanti, gli USA potrebbero accettare
la soluzione WTO
(Contact twn@igc.apc.org for more on the dynamics of potential WTO investment negotiations).
5. Fine Trattative sul MAI, blocco trattative al WTO, inizio discussione seria sui metodi alternativi di regolazione degli investimenti.
Il buono lavoro delle campagne contro il MAI potrebbe ottenere questo risultato. I governi OCSE e molti paesi in via di sviluppo ancora sostengono un accordo sugli investimenti teso a una loro liberalizzazione. Ma le trattative di MAI, lo sforzo più serio raggiungere un tale accordo, stanno venendo a mancare. Le critiche del processo e del contenuto di MAI sono state accettate da molti Parlamenti e sono emerse sulla stampa. Eventualmente le stesse pressioni possono essere applicate al WTO ed in altre tribune regionali di liberalizzazione.
La prossima sfida deve essere quella di diventare propositivi per dimostrare la fondatezza della regolazione locale, nazionale ed internazionale degli investimenti come alternativa al metodo deregolamentatorio su cui si basa il MAI. Le campagne contro il MAI hanno generato una certa quantità di idee in questo senso. La crisi finanziaria globale inoltre ha screditato un po il "credo" di una mobilità dei capitali senza restrizioni. Spetta alla società civile ed alle forze progressiste nei governi sfruttare queste aperture. (For example, one process of discussion on an alternative, citizen's MAI is available at http://www.canadians.org/citizensmai.html).
UN GRAZIE SINCERO A ROBERTO MEREGALLI
PER LA TRADUZIONE DELLA RIFLESSIONE SUL MAI
robertomeregalli@usa.net