L'EROE
DELLE
"ARGONAUTICHE"
LA
SCOMPARSA DI ERACLE
Fra
gli Argonauti salpati dalla Grecia c'era anche Eracle, che però
non arrivò nella Colchide: innamoratosi del giovane Ila, quando
quello sparì egli abbandonò l'impresa e si mise alla sua
disperata ricerca, anche se invano, perchè l'amato era stato rapito
da una ninfa. Con questo episodio, Apollonio
riesce a liberarsi di una presenza "ingombrante" nel suo poema: quella
di un semidio che avrebbe offuscato l'immagine dell'uomo Giasone, facendogli
così perdere il ruolo di protagonista.
GIASONE,
L'ANTI-EROE
La
scomparsa di Eracle è funzionale a fare di Giasone il vero protagonista
del poema,
oltre che l'incarnazione del nuovo modello ellenistico dell'anti-eroe.
Giasone
è un calcolatore che approfitta dell'amore di Medea per raggiungere
i suoi scopi; è un personaggio indeciso e incapace, da solo, di
portare a scioglimento le situazioni. Egli ha bisogno dell'aiuto di una
donna (Medea, appunto, una maga), e lo ottiene non grazie alle sue virtù
fisiche, ma con l'arte che più gli è propria: quella della
parola. Egli fa sì da guida agli altri Argonauti, ma è un
primus inter pares che non sovrasta i compagni per virtù
e valore, come accadeva invece nell'Iliade e nell'Odissea.
LA
VERA EROINA: MEDEA
La
modernità delle "Argonautiche"
vede il suo tratto distintivo proprio nella trattazione del personaggio
di Medea, l'eroina che con il suo aiuto permette a Giasone di portare a
termine la sua impresa, e che diventa l'elemento più eversivo dell'opera
di Apollonio
Rodio. E' proprio Medea la vera eroina del poema:
un personaggio in evoluzione, che da fanciulla innamorata quale si presenta
a noi nel primo libro, passa ad essere una donna matura e segnata dalle
sofferenze nell'ultimo, attraverso un percorso di crescita continuo.
Medea,
colpita da Eros,
si trova alle prese con un sentimento che non conosce e che dapprima rifiuta,
in nome della devozione familiare e della verginità: è, questo,
un dramma interiore rappresentato nei termini di un'esperienza esclusivamente
umana, caratterizzata da un intenso fluire di pensieri e fantasie e moti
dell'animo che appartiene alla vita di chiunque.
Il
monologo
è la forma più propria attraverso la quale il dramma interiore
di Medea riesce ad esprimersi: in esso i pensieri dell'eroina trovano lo
spazio adeguato per affermarsi e rivelano chiaramente la condizione di
Medea, che può trovare solo dentro di sè le risorse per crescere.
NEXT
BACK
HOME