L'informativa della Cia veniva dai servizi segreti inglesi
11 settembre: Bush sotto pressione negli Usa
Il presidente in difficoltà per non aver preso adeguate misure sugli allarmi per i possibili attacchi di Al Qaeda negli Stati Uniti

LONDRA - Il presidente George W. Bush è sotto pressione: i democratici e l'opinione pubblica (che sembra lasciare la monolitica posizione patriottica dei mesi seguenti l'11 settembre) vogliono sapere con precisione cosa c'era scritto nell'informativa che il capo della Casa Bianca ricevette il 6 agosto su possibili attacchi di Al Qaeda contro obiettivi statunitensi e quanto era dettagliata.

Le informazioni che la Cia passò a Bush si basavano su rapporti dei servizi segreti britannici. Lo scrive il quotidiano inglese "The Independent", secondo il quale la notizia ha trovato conferme su entrambe le sponde dell'oceano. Fonti londinesi dei servizi segreti hanno confermato che questi avevano inviato prima dell'11 settembre note informative in America nelle quali si segnalava che gli Stati Uniti erano minacciati. Nei rapporti, rileva l'Independent, non erano specificati i modi in cui queste minacce potevano concretizzarsi o i metodi di attacco, anche se gli obiettivi più probabili sembravano essere gli interessi americani all'estero, come ambasciate e basi militari.

Ma sembra che non ci fossero solo generici riferimenti a possibili attacchi terroristici contro obbiettivi americani all'estero nella nota del 6 agosto. Il consigliere per la Sicurezza nazionale, Condoleeza Rice, ha difeso il presidente spiegando che si trattava di allarmi riguardanti l'estero, ma le rivelazioni di Bob Woodward, uno dei giornalisti che fecero scoppiare lo scandalo Watergate, chiariscono invece che il rapporto dei servizi era centrato su minacce nel territorio americano. Il titolo del memorandum era esplicito: "Bin Laden determinato a colpire negli Usa". Lo rivela Woodward sul quotidiano statunitense "Washington Post". Il documento, scrive Woodward sulla base di informazioni ricevute da fonti dell'amministrazione, sottolinea che Osama bin Laden e i suoi seguaci speravano di "portare la battaglia in America", come rappresaglia per l'attacco missilistico ai campi della rete terroristica in Afghanistan nel 1998. Era stato lo stesso Bush, dopo avere ricevuto allarmi su minacce di attacchi di Al Qaeda fuori dai confini Usa, a chiedere un'analisi dei servizi segreti, ma poi fu deluso del documento ricevuto perché non era sufficientemente dettagliato né riportava informazioni raccolte di recente.

La nota dell'11 luglio scorso con cui l'Fbi di Phoenix (Arizona) ammonì che Bin Laden stava utilizzando scuole di volo americane per addestrare terroristi elencava, tra l'altro, i nomi di almeno due uomini legati ad Al Qaeda. Lo ha rivelato l'emittente americana "Abc". Nel rapporto fatto arrivare al quartier generale della polizia federale, un agente dell'Fbi di Phoenix citò otto persone sospette iscritte a scuole di volo della zona, di cui solo poche settimane fa si è scoperto che due erano legate a Bin Laden.

Il sindacato dei piloti di Stati Uniti e Canada aveva ricevuto prima dell'11 settembre note di allarme per possibili dirottamenti. Lo ha rivelato Stephen Luckey, direttore dell'Associazione dei piloti delle linee aeree che raggruppa 60 mila piloti di 42 linee aeree dei due Paesi. L'Amministrazione federale dell'aviazione (Faa) aveva inviato cinque bollettini al sindacato, ha raccontato, ma vennero giudicati troppo vaghi e si decise di non trasmetterli agli equipaggi. Il sindacato, ha spiegato Luckey, riceve "regolarmente informazioni non specifiche e se ogni volta prendessimo provvedimenti il sistema si fermerebbe".

Fonte: Corriere.it 18 maggio 2002.