Il cielo in un click
Sommersi dagli innumerevoli dati di satelliti e osservatori, gli astronomi possono ora contare su AVO (Astrophysical Virtual Observatory), un enorme database consultabile in Rete. Al suo interno si trova quanto raccolto dai sei maggiori osservatori europei, i cui dati, così raffrontati, potranno rivelare dettagli che una singola immagine non consente di scoprire.
I telescopi del futuro sono anche virtuali. Lo sanno bene gli astronomi di tutto il mondo, ormai sommersi dai dati di satelliti e osservatori terrestri. Oltre a costruire nuovi telescopi e satelliti, l'attuale tendenza della ricerca astronomica è sfruttare anche ciò che già esiste. Ecco così database consultabili in rete, con dati su stelle, galassie e buchi neri praticamente in ogni banda dello spettro elettromagnetico.
Il primo in Europa è stato Astrovirtel, un database di immagini dell'ESO e di Space Telescope. Da oggi gli astronomi possono contare anche su AVO (Astrophysical Virtual Observatory), presentato pochi giorni fa in Gran Bretagna. Contiene i dati dei sei maggiori osservatori europei: combinati fra loro, potranno rivelare dettagli che una singola immagine non consente di scoprire. AVO utilizza infatti le più nuove e promettenti tecnologie per la ricerca e l'analisi dei dati.
La particolarità di questo catalogo è che i dati non sono centralizzati, bensì distribuiti, cioè risiedono fisicamente nei singoli istituti di ricerca, che li mettono a disposizione degli astronomi attraverso la rete. I dati di AVO dovranno combinarsi con quelli di un analogo database negli Stati Uniti e con altri cataloghi distribuiti di tutto il mondo. Un'applicazione importante delle cosiddette GRID, le reti di informatica distribuita del futuro.
http://www.pd.astro.it/urania/urania.html
Per saperne di più sull' AVO:
http://www.astro-opticon.org/archives.html
Collaborazione di Margherita Campaniolo.