API DEL PENTAGONO, RISPONDE ALFREDO BENNI

Il concetto di ricerca con compiti distribuiti, è un espediente molto valido nella guerra di domani, ma non solo in guerra. Immaginiamo di dover trovare qualche cosa sotto la neve o sotto la terra. Fino a qualche tempo fa si usava il classico cane o un operatore addestrato. Si divideva la zona di ricerca in tante zone e si procedeva. Prima il primo settore, poi il secondo, il terzo, ecc... Ma se ad esempio c'era un uomo sotto la neve ed era al 200° settore che succedeva ? Che alla fine l'operatore o il cane arrivavano troppo tardi. Il povero sciatore, sotto la valanga, moriva assiderato.
La robotica e lo studio delle nanotecnologie ci danno invece un aiuto notevole. Basta costruire non un macro robot, ma 200 piccoli robot grandi quanto uno scarafaggio o un ape ed il gioco è fatto. Ogni micro robot analizzerà un settore e i tempi quindi di risposta andranno divisi per 200 (nel caso in cui siano 200 i robot ad effettuare la ricerca). Ovviamente dovranno dialogare fra loro ed avere un po' di intelligenza come uno sciame. Numerosi sono stati a tal propopsito gli studi sull' "intelligenza dello sciame". Fantascienza ? No !!! Realtà. Il Department of Defence (DoD) ha allo studio centinaia di questi robot. Nell'aria, sulla terra, nell'acqua. Dovunque. Non vi sarà sottomarino, mina o missile che potrà sfuggire ai sensori di questi micro sistemi intelligenti. Non vi sarà soldato che potrà infiltrarsi senza venire scoperto, segnalato ed attaccato. Oggi molti sistemi sono già operativi, ma sono un po' grandi (parliamo di un 30 cm di lunghezza). Per arrivare ad un grado di miniaturizzazione estremamente spinto dovremo ancora aspettare al massimo 10 anni. Poi la realtà supererà la fantasia.
Alfredo Benni