PER BERLUSCONI IL NUOVO NEMICO COMUNE È IL TERRORISMO
Cambia dopo l'intesa con Mosca la filosofia della Nato
La Russia frena gli entusiasmi: "È un primo passo, non siamo ancora nell'Alleanza"

Reykjavik. Dall'Islanda la Nato decolla verso due appuntamenti importanti: il vertice di Pratica di Mare - che tra due settimane formalizzerà la parziale integrazione della Russia e la nascita del Consiglio a 20 - ed il summit di Praga in novembre, in cui saranno varati una nuova ondata di adesioni e la trasformazione delle strutture dell'Alleanza per far fronte alla nuova minaccia globale del terrorismo. Sono i due passaggi-chiave di un anno, il 2002, che cambierà in modo sensibile i connotati e - nelle parole di Silvio Berlusconi - "la filosofia" della Nato, alle prese con "un periodo di riflessione". "Il nemico è diverso, è il nuovo terrorismo".
La "due giorni" di riunioni fra i ministri degli esteri nella capitale islandese ha rappresentato la rampa di lancio verso i traguardi di Roma e Praga. Il presidente del Consiglio è tornato ad esprimere soddisfazione per il ruolo "determinante" giocato dall'Italia - e secondo quanto da lui riferito, riconosciuto dal segretario della Nato Robertson e dai colleghi americano e russo Colin Powell ed Igor Ivanov - per la finalizzazione dell'intesa con Mosca. "Grazie ai tanti interventi ed alla nostra pressione su Bush ed altri protagonisti - ha detto Berlusconi - si è reso più completo l'accordo e se ne sono anticipati i tempi, andando incontro alle preoccupazioni di Putin".
La Nato si prepara a cambiare nuovamente pelle: lo impone il mutamento del quadro mondiale, la partnership sempre più salda con la Russia e la necessità di adeguare strutture e processi decisionali alla sfida ed alle "nuove minacce" del terrorismo: "Una radicale modernizzazione - è lo slogan ripetuto dal segretario generale dell'Alleanza George Robertson - è necessaria per evitare la marginalizzazione".
A Praga, in novembre, la Nato dovrà trasformare in atti concreti questa esigenza. A Reykjavik il segretario di Stato Usa Colin Powell ha insistito nuovamente perchè gli alleati europei facciano in pieno la propria parte - sia razionalizzando le spese per la difesa, sia aumentando quantitativamente gli investimenti - per rafforzare e rendere più flessibili le capacità militari dell' Alleanza. Nella capitale ceca sarà al contempo dato via libera alla seconda fase dell'allargamento. Nove paesi bussano alla porta, ma probabilmente solo sette (Slovenia, Lituania, Lettonia, Estonia, Slovacchia, Bulgaria e Romania) saranno "promossi". Le decisioni definitive saranno comunque prese solo a ridosso del vertice.
La Russia esprime soddisfazione per l'accordo storico con la Nato, ma ritiene che si tratti solo del "primo passo" verso una più grande collaborazione con l'Alleanza cui è lontana dall'aderire. Il ministro degli esteri Ivanov ha affermato che il Consiglio, che attribuisce a Mosca un ruolo decisionale su un certo numero di temi a cominciare dalla lotta al terrorismo, sarà "uno strumento di equa cooperazione" con Bruxelles ma non significa che la Russia abbia "cambiato la sua posizione sull'espansione ad Est della Nato, che continua a vedere come vestigia del passato". Ivanov, lontano da qualsiasi trionfalismo, indica che la nuova cooperazione non è un'adesione alla Nato ma solo "un primo passo verso la costruzione di vere relazioni di partnership".