GENOVA: IL G8 VISTO DA CHI C'ERA

di Simone Cumbo

Genova luglio 2001.
Partiamo la mattina in Pullman alle 5.00 tutti mezzi addormentati, insieme ad alcuni amici del commercio equo-solidale e ad Alberto fotografo.
Arriviamo a Genova e subito notiamo le devastazione dei giorni precedenti ad opera dei Black Bloch; una banca completamente bruciata, alcune auto distrutte e qualche vetrina infranta.
Il corteo che parte è comunque festoso e pieno di colore, i poliziotti sono rimasti lontani ad osservare per evitare tensioni (il giorno prima è stato ucciso Carlo Giuliani),solo qualche urlo ed imprecazione all'indirizzo degli elicotteri dei carabinieri; decidiamo di unirci al corteo della Rete Lilliput, dove è pieno di gente con mani e facce dipinte di bianco in segno di non-violenza. E in effetti non un urlo ne' una parolaccia giungono da qui, solo musica e canti festosi. Qualche giovane con passamontagna (forse Black Block) passa fuori dal corteo e viene sonoramente fischiato.
Giungono voci di scontri e le facce incominciano a farsi preoccupate, nuvole di fumo nero si vedono in lontananza e l'odore pungente dei lacrimogeni comincia a farsi fastidioso.
Il fumo è sempre più vicino ed incominciamo a correre all'impazzata insieme a giovani con le facce visibilmente terrorizzate.
"Il corteo viene deviato" e nel parapiglia generale riusciamo a passare però perdiamo Alberto il fotografo.
Un Black Bloch cerca di spaccare una vetrina ma vien fermato ed allontanato dalla folla al grido "Fate il loro gioco!!".
All'arrivo arriviamo esausti, con gli occhi gonfi e qui succede l'incredibile ; cariche e lacrimogeni nel posto dove la folla pacifica è pronta per il ritorno a casa!
L'aria si fa irrespirabile; saliamo nel pullman per evitare danni agli occhi. Alla radio giungono resoconti di scontri e cariche; dopo due ore ritorna Alberto che con le sue foto documenterà l'accaduto; si è rifugiato, insieme a molte altre persone, e grazie all'accoglienza dei genovesi, dentro un portone per evitare le cariche, ci parla di scene di sangue e di gente piangente.
Ritorniamo a casa acciaccati e integri, con i nostri cari preoccupati ad aspettarci, con un esperienza difficilmente dimenticabile e una convinzione comune; i Black Bloch liberi di devastare e la gente pacifica presa a manganellate!