G8: LA QUERELLE SUI POLIZIOTTI

NAPOLI - Incassa la scarcerazione dei poliziotti, il procuratore aggiunto Paolo Mancuso, ma sottolinea che il tribunale ha stabilito anche altro: e cioè che "le fonti di prova sono state ritenute attendibili". Chiuso nel suo ufficio al settimo piano del Palazzo di Giustizia, Mancuso ha atteso insieme con i sostituti Marco Del Gaudio e Francesco Cascini, titolari dell'inchiesta su ciò che avvenne nella caserma Raniero il 17 marzo di un anno fa, le decisioni del tribunale del riesame. Chiaramente non era così che si aspettavano andasse a finire. L'accusa voleva che i poliziotti rimanessero agli arresti, anzi, aveva chiesto ai giudici di estendere le esigenze cautelari anche al rischio di inquinamento delle prove in vista dell'incidente probatorio (confronto tra accusati e accusatori) chiesto nei giorni scorsi al gip.
"Ora aspettiamo di conoscere le motivazioni per verificare l'opportunità di proporre l'impugnazione", fa sapere Mancuso dopo aver letto il breve dispositivo emesso dal Riesame. Per il resto anche lui deve limitarsi alle interpretazioni, unica operazione possibile fin quando non si saprà con esattezza che cosa ha spinto il presidente Maria Ferorelli, e i giudici Irma Musella e Stefania Daniele a revocare le ordinanze di custodia cautelare.
"Da una prima lettura del dispositivo dell'ordinanza - spiega il procuratore aggiunto - sembra di comprendere che i giudici abbiano ritenuto insussistenti gli elementi di fatto o di diritto posti a fondamento del reato di sequestro di persona. Ma pare confermata l'esistenza dei gravi indizi di colpevolezza in ordine agli altri reati e a tutti gli indagati, nonché la sussistenza, al momento dell'emissione delle misure, delle esigenze cautelari che giustificavano gli arresti".
Da questa interpretazione, secondo Mancuso, "deriverebbe che sono state ritenute attendibili le fonti di prova raccolte dal pubblico ministero, e che esse integrano gravi indizi di colpevolezza in relazione ai delitti di violenza privata ai danni di venticinque persone, oltre che di lesioni personali aggravate ai danni di alcune di esse".
Mancuso non va oltre. Spiega di nutrire il "naturale rispetto per le decisioni" del Riesame, e aspetta le motivazioni che saranno depositate nei prossimi giorni. Si spinge invece più avanti, molto più avanti, il segretario dell'Associazione nazionale magistrati, Lucio Aschettino. La sua interpretazione è che l'ordinanza emessa ieri "rafforza le tesi della procura e del gip, perché c'è un altro giudice che conferma il dato allarmante ed essenziale di questo processo: e cioè che sono state illegittimamente commesse violenze su cittadini inermi da parte di esponenti delle forze dell'ordine". Altri, anche all'interno dell'Anm, sembrano essere animati da maggiore cautela, e rimandano i commenti veri alla lettura delle motivazioni. Il presidente Antonio Patrono spiega che "in questo momento l'unica cosa veramente seria da dire è che dalla decisione del Riesame emerge che il nostro è un Paese nel quale il sistema giudiziario è tale che si può avere fiducia nella giustizia e nei magistrati, a dispetto di chi vuole a tutti i costi convincere del contrario". Il segretario napoletano dell'associazione, Francesco Menditto, invece, si rivolge direttamente alla polizia che, spiega, "non è sotto processo, perché qui stiamo parlando soltanto di determinati episodi che vengono contestati a poliziotti. I colleghi continuino quindi a lavorare con serenità e senza strumentalizzazioni". Nel merito della decisione del Riesame, anche Menditto preferisce non addentrarsi: "C'è solo una diversa valutazione sul tipo di reato commesso e sulle esigenze cautelari. Del resto una diversa valutazione tra giudici è possibile e prevista. Per questo lo stesso fatto viene esaminato prima da un giudice e poi riesaminato da altri".