LA MAPPA DI PIRI RE'IS

Nel 1929 a Istanbul, in Turchia, durante i lavori di ristrutturazione del palazzo Topkapi, destinato a diventare un importante museo di antichita' turche, il direttore del Museo Nazionale, Halil Edem, rinvenne due mappe geografiche in una sezione del palazzo che un tempo era stata destinata ad harem. Realizzate con pelle di gazzella queste mappe portavano la firma di Piri Ibn Haji Mehmet, ammiraglio della flotta turca vissuto ai tempi di Solimano il Magnifico (ovvero nella prima meta' del XVI secolo). Piri Reis (Re'is in turco significa ammiraglio) era oltre che un condottiero anche uno stimato cartografo. Nel 1523 realizzo' per Solimano un pregevole atlante del mar Egeo e del Mediterraneo, del quale alcune parti sono ancora conservate presso il museo di Berlino. Nonostante la sua chiara fama venne decapitato nel 1555 con l'accusa di essersi lasciato indurre con la corruzione a togliere l'assedio da Gibilterra. Le mappe trovate a Istanbul vennero tracciate da Piri Reis nel 1513 e furono donate dall'ammiraglio al sultano Selim I nel 1517. Queste mappe sono speciali principalmente perche' su di esse sono raffigurate l'America meridionale e l'Africa nella giusta longitudine relativa, in un periodo in cu queste terre non erano conosciute (almeno non sino a quel punto). Ma non e' tutto. Le coste del Sudamerica, oltre a essere mostrate nella giusta posizione, raffigurano anche luoghi non ancora noti all'epoca del Reis, come la Terra del Fuoco o le Isole Falkland (queste ultime scoperte solo nel 1592). E c'e' chi nelle carte dell'ammiraglio turco e' riuscito a scorgere addirittura il profilo dell'Antartide, un continente ufficialmente noto solo dal 1818 ... Il mistero poi si infittisce se teniamo conto delle sorprendenti affermazioni attribuite all'autore delle mappe che sosteneva di essersi basato, per la realizzazione delle medesime, su una ventina di carte diverse e molto antiche, (risalenti addirittura all'epoca di Alessandro Magno) le quali descrivevano tutto il mondo conosciuto ... Inolte il Reis si sarebbe ispirato anche a una mappa di Cristoforo Colombo per la compilazione delle coste e delle isole caraibiche. Il riferimento al navigatore genovese lo troviamo anche su una delle mappe sulla quale vi e' un'iscrizione in arabo che cosi' e' stata tradotta: "Si ha notizia che un infedele genovese, di nome Colombo, scopri' questi luoghi. Per esempio un libro capito' fra le mani del suddetto infedele, ed egli trovo' che in questo libro si diceva che alla fine del mare occidentale c'erano coste e isole e metalli di ogni genere e anche pietre preziose". Dunque il mistero delle mappe di Piri Reis consiste in realta' nella pretesa che esse siano state realizzate grazie a conoscenze cartografiche precedenti a quelle sviluppate nella nostra era. Conoscenze alla quali, secondo l'ammiraglio turco, avrebbe attinto a piene mani perfino Cristoforo Colombo. Delle mappe di Piri Reis furono fatte molte copie sul finire degli Anni Quaranta. Queste copie entrarono a far parte della collezione di molte biblioteche e istituti di ricerca e furono quindi analizzate da studiosi e cartografi. Nel 1952 in seguito all'interesse dimostrato dal capitano Arlington Mallery, esperto geografo, e dall'Istituto Idrografico della Marina Militare americana, il governo turco ricevette formale richiesta da parte di quello statunitense di ricercare altre mappe di Piri Reis o eventualmente di altri autori dell'epoca tra cui lo stesso Colombo. Le buone intenzioni degli studiosi pero' non furono compensate dall'esito positivo della ricerca. Tuttavia fu proprio Mallery a sostenere per primo che una delle mappe mostrava le coste libere dai ghiacci della zona antartica nota come Queen Maude Land. Questa teoria fu sostenuta anche da una fonte (rimasta ignota) proveniente dall'interno della base aerea americana di Westover (Massachussets). Questa fonte affermo' che alcuni particolari del profilo dell'Antartide concordano coi risultati del profilo sismico ricavato attraverso lo strato superiore della calotta di ghiaccio da una spedizione svedese-inglese-norvegese, del 1949. Cio' poteva significare dunque che il profilo della costa era stato disegnato prima che questa venisse ricoperta dai ghiacci. Nel 1957, nel corso dell'Anno Geofisico Internazionale, Padre Lineham, direttore dell'Osservatorio Weston nonche' cartografo della Marina Militare americana, studio' le mappe giungendo alla conclusione che erano molto accurate e che addirittura mostravano la Terra del Fuoco cosi' come doveva essere tra gli 11000 e i 13000 anni fa, quando l'America meridionale era collegata al continente antartico da un ponte di terra. Dunque le carte geografiche che servirono da spunto a Piri Reis erano davvero cosi' antiche? E se e' cosi' quale civilta' poteva averle prodotte? Il ricercatore Ulrich Dopatka, nel suo "Dizionario UFO", ipotizza "un rilevamento aereo, forse da un'astronave dei preastronauti che si librava a grandissima altezza sopra l'Egitto e disponeva di strumenti cartografici capaci di distinguere chiaramente l'emisfero visibile superando gli ostacoli frapposti dalle nubi e dagli altri fenomeni atmosferici". Di questo enigma si occupo' anche Charles Hapgood, professore al Keene State College nel New Hampshire, archeologo, cartografo e storico della scienza. Per Hapgood bisognava rassegnarsi ad ammettere che le carte dell'ammiraglio turco costituivano la prova dell'esistenza di civilta' molto progredite anteriori alle civilta' storiche da noi conosciute. Questi popoli antichi dovevano essere in grado di viaggiare in lungo e in largo per gli oceani e dovevano possedere mezzi e strumenti di navigazione molto evoluti, decisamente superiori a quelli conosciuti in epoca medievale. Avevano sicuramente esplorato l'Antartide prima che questa fosse coperta dai ghiacci e le loro conoscenze cartografiche sarebbero poi state tramandate nel corso dei secoli. Nel suo libro 'Le mappe degli antichi re dei mari', Hapgood afferma che la carta di Piri Reis potrebbe derivare da prototipi dei tempi pre-ellenici elaborati probabilmente da geografi greci della Scuola di Alessandria. L'archeologo fa anche notare che la realizzazione dellamappa del Reis presuppone una conoscenza raffinata della trigonometria sferica e un'esatta cognizione delle caratteristiche costiere di molte regioni del globo. I prototipi greci secondo Hapgood erano molto piu' precisi delle carte medievali e cio' era una prova del declino delle conoscenze scientifiche dai tempi remoti dell'antichita' fino ai tempi classici. Se Hapgood si mostro' tutto sommato prudente nel delineare il profilo culturale della remota ed evolutissima civilta' antecedente la nostra epoca storica, molti altri autori e ricercatori si sono sbilanciati in affermazioni piu' azzardate. In particolare agli inizi degli Anni Sessanta gli scrittori Louis Pauwels e Jacques Bergier autori del libro 'Il Mattino dei Maghi', arrivarono ad affermare che viste le peculiarita' della mappa di Piri Reis si poteva ipotizzare che i prototipi da cui deriva siano stati realizzati sulla base di osservazioni effettuate a bordo di veicoli volanti. In altre parole la fantomatica civilta' protostorica avrebbe potuto essere una civilta' tecnologica simile alla nostra poi autodistruttasi per ragioni imperscrutabili. Atlantide e' naturalmente la prima candidata a questo ruolo ma c'e' chi si e' spinto ancora piu' in la', come il noto ricercatore tedesco Erich Von Daeniken o come l'italiano Peter Kolosimo, che ipotizzarono invece l'esistenza di cartografi extraterrestri nel nostro passato. Chi a queste ipotesi non ha mai creduto e' l'astronomo e storico canadese L. S. Henwood che si e' sempre detto convinto del fatto che nella mappa di Piri Reis non c'e' nulla che non possa essere riconducibile alle cognizioni geografiche del 1513 e che le sue peculiarita' sono perfetamente compatibili con le convenzioni e le pratiche dei cartografi di quel tempo. Innanzitutto, secondo Henwood, non vi sarebbe alcuna prova precisa che l'ammiraglio turco abbia realmente utilizzato carte antiche per realizzare la sua mappa. E nemmeno vi sarebbero prove che la linea costiera identificata con l'Antartide sia effettivamente l'Antartide. E' molto piu' probabile che si tratti della costa del Sud America. Le conclusioni di Henwood sono frutto di un attento studio della mappa di Piri Reis sulla base della cartografia araba ed europea. Secondo lo studioso canadese la mappa corrisponde nello stile alle vecchie carte nautiche conosciute col nome di portolani, di cui la piu' antica che si conosca risale al 1280. In quanto al fatto poi che la realizzazione della mappa di Piri Reis presupponga la conoscenza della trigonometria sferica, Henwood fa notare che gia' le carte abbinate all'Introduzione geografica di Claudio Tolomeo (160 d.C.) mostravano la terra sferica. Tali carte erano conosciute dai musulmani nel medioevo ed erano disponibili anche nel 1513. Inutile dire che sulla teoria della cartografia aerea Henwood si esprime piu' che negativamente arrivando a giudicare tale ipotesi ridicola. Nell'Ottocento, sottolinea Henwood, sono state realizzate molte carte geografiche precise senza l'ausilio della fotografia aerea. Quest'ultima una volta utilizzata in cartografia non ha fatto altro che confermare la forma e le dimensioni dei rilevamenti topografici tradizionali, che sono innanzitutto il frutto di calcoli di trigonometria applicata. Dunque secondo Henwood Piri Reis si servi' per realizzare la sua mappa, delle carte di capitani di lungo corso vissuti nella sua epoca, i quali per necessita' di sopravvivenza dovevano per forza di cose possedere strumenti piu' precisi e mappe accurate. Ne andava della loro vita. Tuttavia liquidare in questo modo la faccenda non e' affatto semplice. Gli studi di Hapgood infatti non furono affatto superficiali e si basarono su un attento studio del probabile metodo utilizzato da Piri Reis nel realizzare i portolani della sua mappa. Cosa sono i portolani? Osservate una carta nautica medievale. Noterete che su di essa vi sono delle linee che, come i raggi di una ruota, partono da un centro e continuano in linea retta intersecando altre linee a loro volta provenienti da un altro centro. Ebbene, i centri da cui si irraggiano le linee erano chiamati portolani. La quadrettatura creata dalle rette che si intersecano consentiva ai cartografi (e forse anche ai naviganti) di avere dei punti di riferimento piu' precisi. Ma torniamo ad Hapgood: sulla mappa di Piri Reis sono visibili ben cinque portolani. Lo studioso americano noto' che essi erano disposti sulla circonferenza di un cerchio e dopo numerosi calcoli riuscìi'a stabilire che il centro di questo ipotetico cerchio corrispondeva all'intersezione di quelle che noi chiamiamo le due coordinate maggiori: la longitudine di 30 gradi est, che guardacaso passa attraverso Alessandria, il centro culturale dal quale Piri Reis attinse ad alcune fonti cartografiche, e la latitudine 23 gradi e 30' corrispondente al Tropico del Cancro. Una volta in possesso di tali dati il ricercatore Richard Strachan del Massachussetts Institute of Technology opero' diverse misurazioni trigonometriche e rilevo' l'esatta posizione, nell'Atlantico, dei cinque portolani della mappa. In questo modo fu possibile ridisegnare la carta sulla base di una quadrettatura moderna, il che consenti' di verificarne la precisione. Le coste dell'Africa e dell'Europa e le isole dell'Atlantico settentrionale erano collocate nella giusta posizione, cosi' come i caraibi e le coste di Brasile e Venezuela. Il margine di errore in questo caso e' di un solo grado mentre per la posizione delle isole Falkland l'errore e' di 5 gradi (tralasciamo il fatto che questo arcipelago venne scoperto, come abbiamo visto, ottant'anni dopo la realizzazione della mappa ...). E poi c'era l'Antartide ... A questo proposito lo stesso Hapgood ammise che se la mappa fosse stata unica, l'ipotesi che in essa fosse raffigurata l'Antartide non avrebbe potuto essere del tutto convincente. Ma la mappa di Piri Reis non era l'unica a rappresentare il continente glaciale. Abbiamo gia' ricordato che ufficialmente l'Antartide fu scoperta nel 1818. Prima si aveva solo una vaga nozione dell'esistenza di questo continente e se ne favoleggiava come di una terra mitica. Nel Settecento nemmeno il famoso esploratore inglese Cook riusci' a trovarla. Tuttavia nel 1531 al pari di quella di Piri Reis una mappa attribuita al cartografo Oronteus Finnaeus, delineo' i contorni del continente antartico cosi' come doveva essere quando era sgombro dai ghiacci, cioe' migliaia di anni fa. La linea della costa e' molto dettagliata ed e' possibile notare la presenza di fiumi che dai monti scendono verso il mare. Il Capitano Lawrence W. Burroghs, capo di una sezione cartografica dell'Aeronautica Militare americana, affermo' nel 1960 "e' nostra opinione che la precisione della configurazione cartografica dimostrata dalla mappa di Oronteus Finnaeus, riveli fuor di ogni dubbio che anch'essa fu compilata sulla scorta di fonti assai precise sull'Antartide. Un esame approfondito ha dimostrato che la mappa originaria deve essere stata compilata nel tempo in cui la massa continentale e i corsi d'acqua del continente erano liberi dal ghiaccio". Dunque Hapgood aveva ragione? In realta' le sue conclusioni, ovvero l'ipotesi di un popolo di viaggiatori e abili cartografi vissuto in tempi protostorici non trova conferma da un punto di vista archeologico. Ne' si puo' dire che questa ipotesi sia da scartare per intero. Forse un giorno altre mappe verranno alla luce permettendoci di far luce su questo enigma. Per il momento dobbiamo accontentarci delle congetture. Nel castello di Manta presso Cuneo, infine, si trova affrescato un mappamondo. Se la sua datazione e' corretta (primi del Cinquecento) esso mostra sorprendenti dettagli geografici. Si scorgono i profili dell'Europa e dell'Africa e, a sinistra, quelli delle Americhe! In piu', presso l'estremita' del Sudamerica si puo' ben vedere la Penisola Antartica, esplorata solo nel XIX secolo.