11 SETTEMBRE? CALMA, NON C'E' FRETTA...
di Tom Bosco
tratto da Nexus.
Scandaloso! Il balletto di notizie degli ultimi giorni è quanto di più assurdo e offensivo nei confronti
dell'intelligenza dell'opinione pubblica che mi sia capitato di sentire negli ultimi mesi. Dopo la
divulgazione, da parte di alcuni media statunitensi, della notizia che l'amministrazione Bush era stata
informata in anticipo della possibilità di attentati usando aerei di linea come "missili", e il
comprensibile imbarazzo nell'affrontare la questione da parte di questa, ecco che vengono dati
praticamente per certi attentati devastanti realizzati imbottendo interi appartamenti di esplosivo,
uomini-bomba che si farebbero esplodere in centri commerciali o durante grandi eventi sportivi, la
Statua della Libertà che verrebbe fatta saltare e scenari simili, il tutto condito dall'immancabile
riapparizione dell'antrace, l'incommensurabile rimedio ad ogni momento di "impasse" del governo
americano. E i giornalisti cosa fanno? Si bevono questa marea di idiozie! (come l'ultima arrivata,
fresca di televideo, secondo la quale un terrorista avrebbe rivelato che l'aereo precipitato in
Pennsylvania era diretto contro la Casa Bianca, ma la lotta ingaggiata a bordo tra passeggeri e
dirottatori avrebbe causato il disastro: una rivelazione puntuale quanto assurda, data l'anomalia dei
pezzi dell'aereo sparsi lungo un miglio, evento più riconducibile ad un'esplosione in volo causata da
un missile Sidewinder lanciato da un caccia...)
È mia opinione che qualche grosso attentato avverrà sicuramente, per traumatizzare e anestetizzare
la coscienza di milioni di americani e mettere in secondo piano il caso che sta montando in questi
giorni (un intervento di Mike Ruppert alla trasmissione televisiva FOX News con Geraldo Rivera è
stato cancellato all'ultimo minuto). Quando la Rice, consigliere per la sicurezza nazionale, afferma
che la Casa Bianca non aveva idea che un aereo potesse essere usato come missile mente sapendo
di mentire, dato che nell'arco di quattro o cinque anni una serie di rapporti della CIA e di altre
agenzie avevano rivelato l'intento strategico di usare un aereo per attaccare infrastrutture governative.
Per non parlare dei caccia della difesa aerea tenuti ad attendere in testata pista circa 30 minuti,
prima di poter intervenire!
Tanto per rinfrescarci la memoria giusto con qualche esempio tra i numerosissimi:
Nel giugno 2001 il BND, servizio tedesco di intelligence, avverte la CIA e Israele che dei terroristi
mediorientali stanno "pianificando di dirottare aeroplani da usare come armi per attaccare importanti
simboli della cultura americana e israeliana" [Frankfurter Allgemeine Zeitung, 14 settembre 2001] ;
Nell'agosto 2001, a Boston l'FBI arresta un militante islamico collegato a bin Laden: fonti dei servizi
segreti francesi confermano che l'uomo è un membro chiave della rete di bin Laden e l'FBI viene a
sapere che stava prendendo lezioni di volo. Al momento del suo arresto era in possesso di
informazioni tecniche e dei manuali di volo degli aerei Boeing [Reuters, 13 settembre];
Estate 2001: l'intelligence russa notifica alla CIA che 25 piloti terroristi sono stati specificamente
addestrati per missioni suicide. Questa notizia è stata riportata dalla stampa russa; in agosto il
presidente Vladimir Putin ordina ai servizi segreti di avvertire il governo statunitense "nel modo più
energico possibile" di imminenti attacchi ad aeroporti e edifici governativi [intervista a Putin della
MS-NBC, 15 settembre];
L'11 settembre 2001, per 50 minuti, dalle 8.15 alle 9.05, malgrado FAA e militari sappiano
perfettamente che sono stati simultaneamente dirottati quattro aerei di linea, nessuno lo notifica al
presidente degli Stati Uniti. Solo alle 9.30 finalmente si levano in volo i caccia per l'intercettazione,
ma è troppo tardi. Per dirla in altre parole, l'autorità di comando nazionale ha atteso 75 minuti prima
di far decollare i suoi aerei, malgrado si fosse a conoscenza dei quattro dirottamenti simultanei:
qualcosa mai successa nella storia [CNN, ABC, MS-NBC, The Los Angeles Times, The New York
Times].
Se poi a questa torta vogliamo aggiungere la ciliegina, nelle tre settimane precedenti l'attacco il Dow
Jones era calato di 900 punti ed era imminente un crollo del mercato...
Ma questa ormai è storia. Certo che, l'11 settembre, qualcuno se l'è presa comoda: che fretta c'era?
Quella mattina, il generale Richard B. Myers, capo di stato maggiore, era come di consueto ad una
riunione al Campidoglio col senatore Max Cleland: poco prima dell'incontro, vennero a sapere dalla
televisione del primo aereo che si era schiantato sul World Trade Center. La riunione ebbe luogo
comunque, e nel mentre il secondo aereo si schiantava sulle torri gemelle.
Nel frattempo in Florida, mentre Bush esce dall'hotel per recarsi ad una scuola elementare di
Sarasota per una conferenza ai bambini, gli viene chiesto dalla televisione ABC se sapesse di quanto
era accaduto a New York, e lui risponde di sì. Poi se ne va tranquillamente a parlare ai ragazzi: che
fretta c'è?
Ma sentite questa: il 14 settembre la CBS riporta che "la FAA alle 8.38 di quel martedì mattina ha
dato l'allarme alla difesa aerea statunitense per un possibile dirottamento, e sei minuti dopo, alle
8.44, la base aerea di Otis a Cape Cod ordina il decollo immediato a due F-15. Ma due minuti dopo,
alle 8.46, il volo 11 dell'American Airlines, il primo aereo dirottato, si schianta nel World Trade
Center. Sei minuti dopo, alle 8.52, gli F-15 erano in volo e iniziavano a dirigersi verso New York, ma
si trovavano ancora a 70 miglia di distanza quando il secondo aereo dirottato, il volo 175 della United
Airlines, colpisce la seconda torre. Poco dopo, gli F-15 raggiunsero Manhattan iniziando a fornire
copertura aerea sulla città.
"A sud, un nuovo pericolo e una nuova risposta. Alle 9.30 la base aerea di Langley, in Virginia, 150
miglia a sud di Washington, faceva decollare tre F-16. Ma appena sette minuti dopo, alle 9.37, il volo
77 dell'American Airlines colpiva il Pentagono. Gli F-16 arrivarono a Washington poco prima delle
10.00 e iniziarono a fornire protezione aerea alla capitale." Questa, con poche modifiche, è diventata
la versione ufficiale del NORAD.
Ora, gli F-15 hanno una velocità di crociera di 577 miglia orarie, mentre gli F-16 di 570. Entrambi
questi aerei possono volare molto più veloci, pur consumando molto più carburante.
Secondo la CBS, i tre F-16 decollarono su allarme da Langley alle 9.30 e arrivarono sopra
Washington alle 10.00. La distanza da Langley al Pentagono è pari a 129 miglia (non 150 come
dichiarato dalla CBS). Se questi F-16 hanno impiegato mezz'ora per arrivare a Washington, stavano
volando a 4,4 miglia al minuto, cioè 258 miglia orarie. Meno di metà della loro velocità di crociera. Si
tratta di un quinto della velocità massima possibile a questi F-16, vale a dire 1500 miglia orarie. Alla
faccia dell'urgenza! Per non parlare del fatto che siccome Washington si trova a poco più di 200
miglia da New York, gli F-15 da Otis avrebbero avuto il tempo di arrivarci, intercettare il volo 77 e
magari fermarsi pure a far colazione per strada... (non dimentichiamo poi che Edwards, una delle più
importanti basi aere degli Stati Uniti, e sede tra l'altro dell'Air Force One, si trova solo a una decina
di miglia da Washington)
E il Pentagono poi! Ah, il Pentagono... dopo che si è cercato di far passare per leggenda
metropolitana le anomalie di cui ci siamo occupati anche noi nelle settimane scorse, ecco che
saltano fuori interessanti novità. Intanto, molti testimoni oculari hanno affermato di aver visto volare e
schiantarsi sull'edificio qualcosa di molto diverso da un Boeing 757, qualcosa che assomigliava più
ad un missile Cruise; i controllori del traffico poi, sui loro radar, hanno visto volare qualcosa che
mostrava una velocità e una manovrabilità più assimilabile a quella di un caccia...
(http://www.rense.com/general25/missa.htm)
Poi c'è la questione del buco. Qualunque cosa abbia colpito il Pentagono l'11 settembre 2001, ha
prodotto nel muro della facciata un buco largo alcuni metri, tra il primo e il secondo piano,
emergendo dal terzo blocco di edifici con un foro perfettamente rotondo del diametro di circa due
metri e mezzo.
Il congegno o velivolo è penetrato nel muro del Pentagono proprio dietro l'eliporto. Mezz'ora dopo
l'attacco, questo muro di facciata crollava. La foto sotto è stata scattata pochi minuti dopo che era
avvenuta la collisione, all'arrivo dei primi soccorsi: in questo momento non era ancora crollato.
Nell'immagine di accompagnamento, è stato ingrandito il punto dell'impatto, che si estende dal primo
al secondo piano dell'edificio, per un'altezza tra i sette e gli otto metri; è largo come le due finestre al
di sopra di esso (tra i cinque e i sei metri). Sembrerebbe che il muro tra le due colonne portanti
dell'edificio sia stato abbattuto.
Per quanto concerne il punto di uscita, le due foto che seguono (visibili nel sito di Nexus; N.d.R.) mostrano il buco attraverso il quale il
congegno o velivolo è fuoriuscito dall'edificio. Quello che dice la didascalia delle foto su questo punto
è cristallino: "Il foro di uscita dove si è infine fermato il volo 77 dell'American Airlines dopo essere
penetrato nel Pentagono". La seconda foto mostra lo stesso buco dopo la rimozione dei detriti; sono
state aggiunte le parole "Punch out" (perforazione in uscita). Il foro è di forma abbastanza circolare e
del diametro di circa due metri e mezzo.
Le due foto sulla sinistra e i loro ingrandimenti sulla destra mostrano la posizione di questo buco sul
muro interno del terzo anello. Lo stato delle finestre e le iscrizioni sulla destra si possono confrontare
con le foto sopra (andando alla pagina originale,
http://www.asile.org/citoyens/numero14/missile/trou_en.htm, c'è la possibilità di scaricare gli
ingrandimenti ad alta definizione di queste foto)
Ed ora, la grande domanda: che tipo di aereo può aver provocato questo tipo di danno? Per saperlo,
vi rimando al prossimo appuntamento di questa rubrica, dove ne vedrete e sentirete delle belle: il
Pentagono afferma infatti che il buco di cui ci siamo occupati, quello visibile sul muro interno del
terzo edificio, è stato causato dal muso di un Boeing 757: questa ipotesi tuttavia è tecnicamente
insostenibile, e vedremo perché.
In America comunque, oltre alla buffonata della "Guerra al Terrorismo", hanno molte altre gatte da
pelare. Il Ministero del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato che presto emetterà nuove banconote,
che avranno lo stesso disegno delle vecchie ma introdurranno dei "colori sottili"; questo annuncio
coincide con un dollaro attualmente molto forte rispetto alle altre divise estere più importanti. Cosa
presagisce tutto questo per il dollaro americano? Svalutazione! Ovvero, una politica monetaria
biforcata in un dollaro ad uso esclusivamente domestico per gli americani, valido solo entro i confini
nazionali, e un dollaro straniero per l'estero. (http://www.rense.com/general25/dedl.htm) Credo che
questo sia da mettere in relazione con un altro fatto: ben pochi si sono accorti che l'anno scorso il
disavanzo federale statunitense è arrivato alla stratosferica cifra di mezzo trilione, cioè cinquecento
miliardi di dollari! In una lettera non datata, ben nascosta nel sito ufficiale del Ministero del Tesoro, il
segretario Paul O'Neill dichiara che la cifra del disavanzo è quattro volte quella di cui si preoccupa il
Congresso, vale a dire 515 (cinquecentoquindici) miliardi di dollari, e questo su un bilancio totale che
assomma a circa 2.10O miliardi di dollari. Naturalmente questa lettera apparentemente non è mai
stata resa pubblica. (http://www.rense.com/general25/defi.htm)
C'è poi preoccupazione per la novella istituzione del U.S. Army Northern Command
("USNORTHCOM"), un comando militare onnicomprensivo sul territorio degli Stati Uniti (Canada e
Messico compresi), il quale sarebbe una violazione della Costituzione degli Stati Uniti, il Posse
Comitatus Act del 1878, e di una varietà di leggi federali che fissano in modo chiaro i parametri per
l'attività delle forze armate statunitensi nei confini nazionali. Il 7 marzo 2002 lo Stato Maggiore ha
emanato il CM-213-02, "Termini di Riferimento per l'Instaurazione di un Comando Settentrionale degli
Stati Uniti", che ha stabilito le linee essenziali per questa importante riorganizzazione. George
Orwell, se ci sei, batti un colpo...