I luoghi della fede

Santa Maria del fonte di Caravaggio

Luogo di consolazione e di grazia

Ivette Perego

Alle porte di Treviglio, nell’estesa pianura bergamasca, sorge l’imponente complesso del santuario di Santa Maria del Fonte di Caravaggio. Un lungo viale ombreggiato da file di ippocastani conduce all’ampio piazzale circondato da una serie di portici con 200 arcate.

La storia di questo Santuario è la prova di come Dio, per comunicare agli uomini parole di consolazione, si serva di Maria e scelga le persone più umili e semplici. Nei primi anni del 1400, una fanciulla di nome Giovannetta o Giannetta, povera di condizione ma ricca di virtù, particolarmente devota alla Vergine Santissima, per obbedienza al padre sposò un certo Francesco Varoli che ben presto si dimostrò crudele maltrattandola con ingiurie, minacce e percosse. Un giorno, il 26 maggio 1432, dopo essere stata ingiustamente picchiata fu obbligata dal marito a recarsi nei prati di Mazzolengo per procurare il foraggio per le bestie. Mentre falciava l’erba pregando e singhiozzando, rivolse gli occhi al cielo chiedendo aiuto alla Vergine perché non l’abbandonasse.

All’improvviso una bellissima e dolce Signora le apparve dicendole di non temere perché le sue preghiere, per mezzo Suo, erano state esaudite dal Suo Divin Figlio. La Signora, però, incaricava Giannetta di portare un messaggio di pace ai governanti, invitandoli a costruire una cappella proprio in quel luogo. La povera donna chiese alla Signora chi avrebbe potuto credere alle sue parole, ma la Vergine la rincuorò dicendo che Lei stessa avrebbe confermato lasciando un segno. Infatti sul luogo fu trovata una fonte mai vista prima ed inoltre lasciò impresse nel terreno le orme dei Suoi piedi.

Il Duca di Milano, Filippo Maria Visconti, fece subito costruire una Chiesa che fu consacrata nel 1451 ed ampliata per volere di San Carlo Borromeo. In seguito fu costruito un ospedale per i poveri ed una casa per l’infanzia abbandonata.

Il Venerato Simulacro della Vergine, che tanti miracoli ha compiuto e compie ancora, è posto nella cripta sotto l’altare maggiore sul posto dell’apparizione. Al Sacro Fonte che scorre sotto la cripta è ancora visibile il catenaccio che si spezzò a metà la notte del 9 agosto 1650, permettendo ad un devoto di ripararsi dalle furie di un suo nemico. Questo fatto salvò l’assalito e convertì l’assalitore. Vi è pure appesa una mannaia con lapide a ricordo della grazia ottenuta da un condannato a morte il 26 maggio 1529: miracolosamente quel giorno lo strumento di morte non funzionò, facendo capire che la Madonna non ammetteva tale esecuzione.

Nel grande piazzale oltre alle due piscine si trova un bellissimo obelisco marmoreo a ricordare con le apposite iscrizioni il furto di una tazza del Sacro Fonte, smascherato dal rifiuto di un giumento a proseguire il cammino col carico sacrilego.

Migliaia sono i fedeli che ogni anno sostano in questo Santuario a contemplare nella fede i segni della Misericordia di Dio. Anche il papa Giovanni Paolo II il 19 giugno 1992 fece visita alla Madonna di Caravaggio, come comunemente viene chiamata, lasciando a ricordo un Rosario tra le mani della Vergine.

La festa principale è il 26 maggio, giorno dell’Apparizione.

 

"Io sono la Via, la Verità e la Vita…!" n. II\ 5.

 

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