NASCE GESÙ BAMBINO

Ambra Mazzoni

 

Il 25 Dicembre, la Chiesa festeggia il S. Natale del Signore; ma Gesù nacque veramente quel giorno? Non lo sappiamo dire con certezza. S. Agostino, nel suo De Trinitate, affermava che Gesù fu concepito nello stesso giorno e mese nel quale morì, cioè il 25 di Marzo. Calcolando così i nove mesi di gestazione, egli fissava la data della nascita il 25 Dicembre. Un calcolo ingegnoso che probabilmente non aveva pretese storiche, ma piuttosto mistiche e teologiche, volendo così ricordare a noi cristiani una profonda verità: Natale e Pasqua sono due misteri dell’unica grande realtà dell’Incarnazione di Dio. Con finalità forse più strettamente storica, la tradizione palestinese fissa la nascita di Gesù al 20 del mese di Maggio. Ma la datazione non è confortata da riscontri e prove. Un dato molto più interessante consiste nella coincidenza della festa del Natale con il solstizio d’inverno. Il 25 Dicembre era, nell’antichità, il giorno in cui il sole sembrava fermarsi nel cielo (“sol stat”, cioè il sole si ferma, da cui solstizio). 

Nascendo come uomo, Dio umilia la sua divinità. Adagiandosi nella mangiatoia, egli è già l’offerta sacrificale della croce; e cibo eucaristico per tutta l’umanità. È pane, spezzato con l’amico invitato alla cena, ripete nelle case questo significato del Natale: Gesù non nasce se non nel cuore di colui che è pronto a donarlo al fratello.

Bisogna imitare Maria, che, invece di nascondere suo Figlio come tesoro da custodire gelosamente, lo pose nella mangiatoia per donarlo a noi creature della terra.

Suggerisce Sant’Agostino: “La sua Santa Madre lo portò nel seno, noi portiamolo nel cuore”.

Natale è la festa del Signore da celebrare innanzitutto nell’intimo, come apertura verso una vita che viene, verso una libertà sconosciuta che si dilata nelle costrizioni dell’esistenza, verso un amore più grande che dà calore all’intimo e forza alla volontà.

È cosa difficile elencare i valori del Natale, anzi è cosa impossibile, tanto sono vasti. È infatti la celebrazione di quel Mistero dell’Incarnazione di Dio che, insieme alla Unità e Trinità di Dio, rappresentano l’essenza della vita cristiana.

Questa partecipazione dell’uomo alla nascita del Salvatore viene sottolineata nella Veglia di Natale quando, all’ascolto della Parola di Dio, ricordiamo il lungo travaglio dell’umanità, lo sforzo dei secoli per generare il Cristo di Dio, esprime anche il desiderio di far conoscere ad ogni uomo la certezza che la vita continuamente viene nel mondo e rappresenta l’unico punto di riferimento per orientarsi nelle strade dell’esistenza. Vivere ed annunciare la nascita di Gesù è atto di profonda religiosità e risponde all’invito del Signore: “Quanto vi è stato rivelato in segreto, gridatelo sui tetti”  (Mt 10,27).

 

Non permettere, o Signore,

che ascoltiamo la tua Parola

 senza osservarla,

che la conosciamo senza amarla.

 Facci conoscere com’è feconda di grazia,

com’è piccolo ciò che è terreno,

e com’è grande ciò che è divino,

quanto è incerto ciò che non è eterno.

AUGURI!!!!!!