I. Che cos’è Internet

 

1. Un po’ di storia

 

Come tutte le grandi scoperte dell’umanità, Internet nasce per ragioni del tutto diverse da quelle per le quali si è sviluppata e affermata. Negli anni ’60, dopo la crisi della Baia dei Porci, in piena guerra fredda, il Pentagono scoprì che il sistema di difesa missilistico degli Stati Uniti aveva un punto debole: era sufficiente bloccare le comunicazioni tra i computers della Difesa in un punto qualunque per isolare intere zone del paese ed impedire così la risposta agli ordini provenienti dal Comando generale. Allora i computer erano pachidermici macchinoni costosi quanto un Boeing 747, grandi come un appartamento e mille volte meno potenti del PC che avete sulla vostra scrivania. Malgrado ciò erano naturalmente molto più efficaci quanto a capacità di puntamento e tempestività del migliore armiere in circolazione e, soprattutto, era sufficiente un solo comando per consentire a tutti i missili di partire per annientare il nemico e con esso anche il resto dell’umanità. Però i computer avevano il difetto di avere bisogno di un collegamento diretto tramite un cavo dedicato ed era sufficiente interrompere questo cavo in un punto qualunque (magari tagliandolo o tirandoci sopra un’atomica per essere più sicuri dell’effetto) per isolare tutti i computer situati dopo quel cavo. Nacque così ARPANET, progettato dall’ARPA (Advanced Research Projects Agency) del Ministero della Difesa statunitense per studiare un sistema che consentisse ai computers di collegarsi tra di loro senza dover necessariamente passare per un collegamento dedicato. La via naturale era quella di usare il collegamento telefonico, ma la maggiore difficoltà consisteva nel fatto che questo collegamento è spesso disturbato da fruscii e rumori vari che a volte impediscono anche a due esseri umani di capire ciò che dicono. Questo sembrava un ostacolo insormontabile poiché la trasmissione di dati via computer deve essere invece assolutamente precisa. E’ sufficiente, infatti, che un solo carattere non sia comprensibile per rendere inutilizzabile tutto il testo trasmesso. La tecnologia elaborata da ARPANET fu quella della commutazione di pacchetto, che consiste nello scomporre i dati da trasmettere in piccole unità composte ciascuna da pochi dati da inviare separatamente ad un computer in grado di leggere e ricomporre il messaggio. In questo modo l’eventuale disturbo per una parte della trasmissione non rende incomprensibile l’intera conversazione ma induce il computer ricevente a chiedere la ritrasmissione del pacchetto mancante. Il primo tentativo di trasmissione avvenne un giorno del 1969 tra due computers uno dell’Università di S. Barbara e l’altro dell’Università dell’Utah. Quello che segue è il resoconto di quello storico evento in un’intervista ad uno dei protagonisti il prof.  Kleinrock:

"Abbiamo digitato al computer la lettera "L" e chiesto al telefono: vedete la "L" ?

"Si, vediamo la "L," fu la risposta.

"Abbiamo digitato, allora, la O, e chiesto, "vedete la "O." ?

"Si, vediamo la O."

"Allora abbiamo digitato la G, e il sistema si sfasciò"...

" Così è cominciata la rivoluzione"... (1)

Il grande vantaggio della trasmissione dati via telefono consiste nel fatto che esistono infinite vie per effettuarla, a volte anche con effetti paradossali : per esempio per connettere due computer di Milano è possibile che la trasmissione passi per ..... Londra o Istanbul !(2) Tutto ciò, però, non comporta alcun ritardo significativo nella trasmissione poiché i dati viaggiano a velocità enormi e all’atto pratico il percorso seguito è del tutto ininfluente. Nel 1973, poi, venne elaborato il TCP/IP (Transmission Control Protocol/Internet Protocol) che consentiva a tutti i computer di intendersi tra loro anche se programmati con linguaggi differenti. Il TCP/IP venne reso immediatamente obbligatorio per tutti i computer connessi in ARPANET ed è tuttora lo standard usato per la connessione via Internet. Ad ARPANET partecipavano oltre ai vari enti militari interessati al programma di difesa anche svariate università e centri di ricerca che, come abbiamo visto, hanno dato un impulso decisivo per lo sviluppo della tecnologia della rete. Mano a mano, malgrado le proteste dei militari, i professori e gli studenti delle università connesse alla rete cominciarono a scambiarsi oltre alle informazioni tecniche anche messaggi personali ed a inserire notizie sui corsi di studio e le altre iniziative della propria università. Altre università chiesero - e per lo più ottennero - l’accesso alla rete per poter contribuire allo sviluppo tecnologico della struttura ma incrementando, così, il numero di utenti della rete anche per fini non propriamente istituzionali. Nel 1983 i militari decisero di uscire da una rete dove ormai si parlava di tutto tranne che dei loro affari e crearono MILNET una rete dedicata esclusivamente alle loro esigenze. Nel frattempo tutte quelle istituzioni universitarie, enti vari, società private o singoli che avevano chiesto e non ottenuto l’accesso ad ARPANET avevano scoperto che in barba ai divieti era estremamente semplice connettersi tra di loro e creare una rete di computers che poteva comunicare con quelli di ARPANET purché utilizzasse lo stesso protocollo TCP/IP. La CIA per un po’ di tempo controllò tutte le comunicazioni che avvenivano tra i computers ma quando nel 1989 il numero degli utenti raggiunse le 500.000 unità decise di smettere anche perché il controllo era divenuto praticamente impossibile (3). Nasce così Internet, ovvero la rete delle reti nella quale confluirono ARPANET, NSFNET (la rete della National Science Foundation) e tutti i privati ed altre istituzioni che avevano creato reti virtuali connettendosi tra di loro. Da allora sono passati solo otto anni, ma è come se ne fossero trascorsi ottanta. Quei cinquecentomila utenti sono divenuti oltre cento milioni (4) e crescono con progressione geometrica stracciando regolarmente tutte le previsioni. Con lo sviluppo del WWW (5) dal 1994 in poi centinaia di migliaia di aziende si sono gettate su Internet attirando milioni di utenti che a loro volta stanno coinvolgendo altri milioni di aziende. Internet ha ormai superato la massa critica, vale a dire quella dimensione che comporta l’autoalimentazione del proprio sviluppo e pertanto la sua crescita è divenuta inarrestabile. Ogni nuovo utente, infatti, attira nuove aziende e queste a loro volta attirano nuovi utenti in una spirale di crescita che procede al ritmo del raddoppio del numero di utenti ogni anno.

 

2. Come funziona Internet

 

Guardate la tela di un ragno: è composta di tanti fili connessi tra di loro a mezzi di nodi posti alle intersezioni di quei fili. Adesso provate ad immaginare che un ragno particolarmente laborioso abbia confezionato una gigantesca rete estesa più o meno fittamente su tutta la terra nella quale si trovano decine di milioni di nodi. Se al posto di ogni nodo mettete un computer avrete un’idea di come funziona Internet. Se ogni computer acceso fosse segnalato da una lampadina colorata, sorvolando di notte la terra assisteremmo allo spettacolo fantasmagorico di milioni di luci colorate che si rincorrono per tutto il pianeta accendendosi e spegnendosi senza posa. La copertura del globo terrestre, a parte vaste zone dell’Africa ed alcune aree del Sud America e del Medio Oriente, è praticamente totale. Attualmente il collegamento alla rete avviene esclusivamente a mezzo di una rete di cavi connessa alla rete telefonica mondiale, ma quando sarà possibile il collegamento tra computers a mezzo dei satelliti in qualunque posto del mondo sarà possibile connettersi alla rete con il proprio computer portatile senza aver bisogno di un provider locale e, quindi, ad un costo che si presume sarà uniforme (e molto basso) in tutto il mondo. Nell’ottobre del 1996 Bill Gates ha annunciato il lancio entro cinque anni di un numero impressionante di satelliti artificiali per garantire l’accesso ad Internet da qualunque angolo della terra, invitando anche le società di telecomunicazioni a ridurre le tariffe per favorire l’accesso alla rete. Lo stesso invito è stato rivolto da Bill Clinton in una assemblea sulle comunicazioni alla presenza di delegati di tutti i paesi del mondo che si è tenuta all’inizio dell’estate 1997. Clinton, presentando il documento programmatico della Casa Bianca sul sistema di informazione globale (Global Information Infrastructure o GII), è andato per la verità molto oltre affermando che gli Stati Uniti combatteranno contro i tentativi di regolamentare Internet o di imporre dazi sulle transazioni commerciali che avvengono tramite la rete. Ciò perché non solo perché le norme che tentano di limitare l’uso o la libertà di espressione sulla rete sono del tutto inutili e facilmente aggirabili, ma perché gli americani sono convinti che Internet sia uno strumento di libertà e quindi vada difeso per questa sua natura contro ogni tentazione di regime (6). Con il satellite o con la creazione delle autostrade informatiche, ovvero di una rete di cavi ad altissima velocità in grado di portare quantità crescenti di informazioni da una parte all’altra della terra, sarà stato creato un elemento decisivo per la costruzione di un effettivo mercato globale ed Internet sarà sottratto definitivamente alla tentazione di qualche Stato di imporre tasse o restrizioni all’accesso. Infatti, qualunque azienda o prestatore di opera avrà la possibilità di scegliere il luogo fisico dove effettuare la propria attività o prestazione senza doversi muovere da casa e praticamente senza costi. Per continuare a mantenere gli attuali livelli di pressione fiscale gli Stati dovranno allora imporre una "tassa sulla vita" ai propri cittadini, svelando così la brutale natura oppressiva del sistema dietro la maschera pseudo democratica, oppure dovranno ridurre le tasse al livello necessario per consentire alle imprese nazionali di restare sul mercato globale e liberalizzare completamente le proprie economie. Il problema dello Stato sociale dovrà essere affrontato da una prospettiva completamente diversa se si vuole evitare l’esplosione di violenti conflitti sociali, così come pure la questione del prelievo fiscale dovrà essere affrontata in maniera da non gravare più sulla produzione e sul lavoro ma soltanto sulla rendita finanziaria (7).

NOTE

(1) Fonte: Sacramento Bee, May 1, 1996, p.D1

(2) C’è un programma che vi consente di visualizzare quale percorso segue il vostro messaggio per giungere al destinatario. Ws Ping 32 lo trovate all’indirizzo Internet : http://www.ipswitch.com

(3)Anche nella Cina comunista in un primo tempo è stato vietato l’accesso a Internet, poi, considerando che moltissime università e singoli si collegavano in barba al divieto, è stato consentito purché a mezzo di providers governativi e dopo la sottoscrizione da parte dell’utente di una dichiarazione giurata di non utilizzare la rete per minare la sicurezza nazionale (!).

(4) I dati sugli utilizzatori di Internet sono delle stime poiché è impossibile effettuarne il censimento. Le cifre riportate in questo testo sono tratte dal sito Internet Statistics della Research Spectrum all’indirizzo http://www.researchspectrum.com/stats.html .

(5) vedi infra al capitolo V.

(6) Riporto un ampio stralcio dall’introduzione del documento della Casa Bianca che rende l’idea di cosa si attendono gli americani dallo sviluppo di Internet.

"Nel prossimo decennio il GII cambierà quasi tutti gli aspetti della vita quotidiana - l’istruzione, il sistema sanitario, le attività lavorative e di svago. Le popolazione più disparate, che fino a qualche tempo fa erano isolate dalla lontananza e dal tempo, potranno partecipare a questi cambiamenti e far parte così della comunità globale. Non esiste una singola entità che possa impersonificare la trasformazione elettronica in corso come Internet. Una volta era uno strumento di lavoro per scambi scientifici ed accademici, oggi invece è diventato un accessorio della vita quotidiana, di facile accesso da qualsiasi punto del pianeta. Gli studenti di tutto il mondo scoprono enormi quantitativi di informazioni attraverso la rete. I medici usano la tele-medicina per curare i pazienti lontani. I cittadini di molte nazioni trovano nuovi sbocchi per espressioni politiche e personali. Internet viene usato per reinventare i governi e allo stesso tempo per ridisegnare le nostre vite e le nostre comunità. Mentre Internet rende la gente più forte e le società più democratiche, sta anche cambiando il modo di fare affari e i modelli economici. Stanno nascendo nuovi metodi per gli scambi commerciali grazie al fatto che le aziende e i consumatori partecipano al mercato elettronico e ne raccolgono i benefici. Gli imprenditori possono dar vita a nuove aziende con più facilità e minori investimenti iniziali proprio perché possono accedere ai consumatori di tutto il mondo attraverso Internet. Entro la fine del secolo gli scambi commerciali su Internet potrebbero essere di decine di miliardi di dollari. Affinché questo potenziale sia sfruttato al massimo I governi dovranno adottare un atteggiamento di attenzione verso il mercato e di non regolamentazione nei confronti del commercio elettronico. Un atteggiamento che possa facilitare la nascita di un ambiente legale trasparente e prevedibile che sia di supporto al commercio e agli affari globali. I responsabili di governo devono rispettare l’eccezionale carattere del mezzo e devono riconoscere che la competizione generalizzata e l’aumento delle scelte che possono fare i consumatori dovranno essere le caratteristiche di base del nuovo mercato digitale".

(7) Cfr. cap. XIV. Per una originale soluzione del problema fiscale vedi il progetto della fiscalità monetaria di G. Bellia alla pagina http://www.bellia.com , ovvero l’idea della Unitax di Farel Bradbury, rilanciata in Italia da Roberto Vacca, al sito http://newciv.org/worldtrans/GIB/BOV/BV-111.HTML

 

torna al sommario vai al capitolo seguente