PAPAS EMANUELE GIORDANO
Nasce a Frascineto (CS) il 27-6-1920 da Agostino Giordano e Rosina Bilotta,
nipoti di papas Bernardo Bilotta (1843-1918), arciprete di Frascineto, poeta
e letterato. Dopo aver frequentato le scuole elementari a Frascineto, nel
1933 entra nel Seminario Benedetto XV di Grottaferrata (Roma), dove compie
gli studi ginnasiali. Nel 1938 passa al Pontificio Collegio Greco di Roma e
completa gli studi liceali, filosofici e teologici presso l’Università
Pontificia “Angelicum”, conseguendovi la Licenza in Teologia. Ordinato
sacerdote il 18 novembre 1945, viene nominato parroco di Ejanina il 30
maggio 1946, dove celebra la prima messa il 16 luglio, festa della Madonna.
Da allora inizia, per lui, una lunga e fruttuosa missione pastorale, che gli
riserva non poche soddisfazioni: sotto la sua guida, infatti, la piccola
Ejanina dà alla Diocesi bizantina di Lungro 5 sacerdoti. Papas Emanuele da
decenni collabora attivamente alla vita della Diocesi: prima come tenace
sostenitore dell’introduzione della lingua albanese nella Liturgia, e poi
come fattivo traduttore di testi, nell’ambito della “Commissione Liturgica,
della Musica Bizantina e dell’Arte Sacra”. Già docente dell’Istituto di
Scienze Religiose “Giovanni Stamati”, vi ha insegnato Liturgia, Cristologia,
Ecclesiologia, Lingua Greca, Lingua albanese e Musica Bizantina. A Ejanina,
ancor prima che la lingua albanese venisse ufficialmente introdotta nella
Messa (1968), questa già si cantava in albanese! A Ejanina, il canto
bizantino, greco e albanese, è presente in ogni funzione liturgica. La
chiesa parrocchiale, dedicata a S.Basilio, già nel 1947 abbellita di
Iconostasi, da qualche anno ha avuto il tetto rifatto e la pitturazione
esterna, nonché la pavimentazione interna, in marmo. La canonica, anch’essa
costruita nel ‘48-49, in questi lunghi anni ha visto crescere intere
generazioni, che papas Emanuele ha seguito personalmente e amorevolmente,
insegnando catechismo, canto e lingua albanese.
Ma papas Emanuele Giordano non ha solo meriti in campo religioso. Ne ha,
almeno altrettanti, in campo culturale albanese. Figlio di genitori dalla
vena poetica spontanea, e pronipote del Bilotta, papas Emanuele già nel 1957
dà alle stampe un opuscolo, “Folklore albanese in Italia”, sulle tradizioni
pasquali di Frascineto. E da lì comincia a
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collaborare alla rivista del
Koliqi, “Shejzat”, e alla rivista “Zgjimi” di Albino Greco, con poesie,
novelle e scritti vari. Nel 1963 pubblica, per le Edizioni Paoline, l’opera
che lo renderà famoso, il ”Fjalor i Arbëreshvet t’Italisë”(Dizionario degli
Albanesi d’Italia).
Nel 1966 è a Tirana, invitato dall’Università, dove tiene due conferenze
sul Bilotta e dove conosce i maggiori linguisti e letterati albanesi, con
alcuni dei quali intratterrà, negli anni, una interessante corrispondenza
epistolare. Nel 1967, sempre in Albania, stampa
l’opera del Bilotta “Shpata e Skanderbekut ndë Dibrët Poshtë”(La spada di
Skanderbeg a Dibre Inferiore). Nel 1972, e per dodici anni, dirige la
rivista di cultura “Zëri i Arbëreshvet”(La voce degli Albanesi d’Italia),
dove pubblica articoli linguistici, storici e letterari, poesie, recensioni,
canti popolari, proverbi, cronache; nonchè la commedia “Dorëngushti” (L’
Avaro) del Molière, da lui ridotta, rivisitata e tradotta in albanese. In
Albania ritorna nel ‘93, per turismo, e nel ‘94, per motivi religiosi.
Per alcuni anni si è dato anche al...giornalismo: ha curato una rubrica
religiosa sul settimanale monrealese in lingua italiana “Il Cittadino
Canadese”, edito dal nipote Basilio Giordano. Sempre in campo culturale
albanese papas Giordano ha pubblicato, nel 2000, la II* Edizione del suo
“Fjalor”(Vocabolario), nonchè – a cura dell’Eparchia di Lungro - il
“Vangjeli i Shën Matesë” (Il Vangelo di San Matteo) tradotto in arbëresh:
con la collaborazione del nipote prof.Agostino Giordano. Sempre nel 2000,
papas Giordano ha contribuito, con altri autori, alla realizzazione dell’
opera “Alfabetizzazione Arbëreshe” - a cura dell’Associazione AIADI di
Lungro -, che sarà gratuitamente distribuita a tutti i ragazzi dei paesi
arbëreshë d’Italia, che frequentano la scuola elementare e media.
Agostino Giordano
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