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CANADIENS
L'ORGOGLIO DI ESSERE CANADIENS
Da oggi una serie di articoli sulla storia della più titolata squadra del mondo
di Stefano Quaino - 1^ PUNTATA
28/10/02 - Montreal è sempre stata un posto speciale per i cultori dell'hockey: gli storici e i ricercatori ipotizzano, infatti, che la prima partita ufficiale di questo sport si sia disputata proprio nella città del Quebec il 3 marzo 1875; questa teoria è confermata da un articolo pubblicato sulla Montreal Gazette, in cui s'invitavano i lettori a recarsi in quella giornata al Victoria Rink per assistere ad un incontro di questa disciplina.
Il giorno dopo, sempre sullo stesso giornale, comparve il resoconto della partita; ovviamente il gioco era molto diverso da quello che noi conosciamo (ogni formazione era composta di nove giocatori), ma forse quella sfida è il punto di partenza dell'hockey su ghiaccio.
L'autore dell'articolo scrive un appunto molto interessante: "Hockey is played usually with a ball, but last night, in order that no accident should happen, a flat block of wood was used, so that it should slide along the ice without rising". (L'hockey di solito è giocato con una palla, ma la scorsa notte, per prevenire qualunque incidente, è stato utilizzato un pezzo di legno piatto, così che potesse scivolare sul ghiaccio senza alzarsi.)
Ci sono diverse teorie sulla nascita dell'hockey su ghiaccio canadese e ci sono addirittura tre città che reclamano la paternità del gioco: Montreal, appunto, Halifax in Nova Scotia (città di provenienza di James Creighton, autore del primo regolamento) e Kingston in Ontario.
Indipendentemente dal reale luogo di nascita, la nuova disciplina ebbe una grandissima diffusione negli ultimi vent'anni del XIX secolo e proprio Montreal recitò un ruolo da protagonista: il Carnevale Invernale del 1883 (Winter Carnival) ospitò il primo torneo ufficiale di hockey, replicato per sette anni consecutivi.
La popolarità di questo gioco aumentò a tal punto che nel 1887 fu fondata la Amateur Hockey Association of Canada, la prima lega (ovviamente amatoriale) della storia, cui s'iscrissero ben quattro formazioni di Montreal: i Victorias, i Crystals, la McGill University e il Montreal Hockey Club (appartenente alla Montreal Amateur Athletic Association - MAAA); nel 1893 proprio la MAAA ricevette la leggendaria Stanley Cup, trofeo consegnato dal Governatore del Canada alla migliore squadra della nazione; la Coppa restò in Quebec fino al febbraio 1896, quando i Montreal Victorias furono sconfitti dagli omonimi Winnipeg Victorias.
Come si può intuire facilmente, l'hockey a Montreal era praticato dalla popolazione di lingua inglese, anche perché i francesi non sembravano molto interessati: soltanto grazie a dei contatti con la minoranza irlandese (i cui membri fondarono gli Shamrocks, detentori della Stanley Cup a cavallo dei due secoli) i francofoni iniziarono ad appassionarsi al nuovo gioco; nel 1894 fu creata la Association Athletique d'Amateurs Nationale, la prima squadra completamente francese, nota anche come le Nationale, e pochi anni dopo comparve le Montagnard.
Queste due squadre ebbero un discreto successo nei primi anni del XX secolo, sebbene i due giocatori più rappresentativi, Jean Baptiste "Jack" Laviolette e Didier Pitre, si fossero trasferiti negli USA per passare al professionismo: nel 1906-07 fu addirittura considerata un'ipotetica sfida per la Stanley Cup tra i Montreal Wanderers, detentori del trofeo, e appunto le Montagnard. Purtroppo dopo alcuni reclami e proteste, la formazione francese fu privata di due vittorie all'interno della propria lega e per questo si ritirò.
Essendo le Nationale ormai scomparso, i francofoni rimasero senza squadre per due stagioni, ma quando anche in Canada prese piede il professionismo, molti giocatori "emigrati" negli Stati Uniti rientrarono in patria: il 10 marzo 1909 i Montreal Wanderers, detentori della Stanley Cup, sfidarono in un'amichevole una selezione formata dagli atleti francesi più rappresentativi, quali Jack Laviolette, Didier "Cannonball" Pitre, Edouard "Newsy" Lalonde, Emile Coutu, Joseph Dostaler e Alphonse Jette.
La partita finì 9-8 per i Wanderers, ma la prestazione dei loro avversari (che indossavano le vecchie divise de le Nationale) fu sicuramente ottima e contribuì all'ingresso della squadra francese all'interno della Canadian Hockey Association, la nuova lega che si proponeva di "governare" l'hockey nel Canada Orientale.
Tuttavia quest'ipotesi non si realizzò: nel dicembre 1909 fu istituita un'ulteriore organizzazione, la National Hockey Association, cui s'iscrissero anche i Wanderers e una nuova squadra francese, chiamata les Canadiens; Laviolette fu incaricato di preparare la formazione.
Inevitabile fu lo scontro (anche in tribunale) tra le Nationale e i Canadiens per assicurarsi i migliori talenti, ma alla fine le Nationale fu sconfitto e scomparve: i Canadiens rimasero gli unici rappresentanti della Montreal francese; il 5 dicembre 1909 i Canadiens giocarono, contro i Cobalt Silver Kings, la loro prima partita vincendo 7-6 in overtime.
Intanto la diatriba tra le due leghe si chiuse con la vittoria della NHA che attirò tre squadre dalla CHA, ormai prossima alla fine: sette formazioni componevano l'organizzazione rimasta e ben tre (Shamrocks, Wanderers e Canadiens) erano originarie di Montreal; il 15 gennaio 1910 i massimi dirigenti della NHA stilarono un nuovo calendario e quattro giorni più tardi i Canadiens affrontarono Renfrew, perdendo 9-4.
Un evento molto importante avvenne nel novembre di quello stesso anno quando, al termine di una contesa finita davanti al giudice, la franchigia fu acquisita da George Kendall-Kennedy, diventando il Club Athlétique Canadien.
Nel 1916 i Canadiens vinsero il titolo della NHA, qualificandosi per la finale della Stanley Cup dove avrebbero affrontato i Portland Rosebuds, campioni della Pacific Coast Hockey Association: dopo cinque partite tirate, i Canadiens conquistarono il leggendario trofeo per la prima volta; leader indiscusso era Didier Pitre, miglior marcatore della squadra.
In verità altri giocatori francesi avevano avuto il piacere di vedere il loro nome inciso sulla Stanley Cup gli anni precedenti: Antoine "Tony" Gingras dei Winnipeg Victorias nel 1901 e Henri Menard dei Montreal Shamrocks nel 1906.
La stagione del 1916-17 fu divisa in due metà: i Canadiens e gli Ottawa Senators, vincitori rispettivamente della prima e della seconda parte, si affrontarono in un playoff per l'assegnazione dell'ultimo titolo NHA della storia; la squadra francofona vinse la sfida ma perse in quattro partite con i Seattle Metropolitans la serie per la Stanley Cup che, per la prima volta, lasciò il Canada per gli Stati Uniti.
(Gli Ottawa Senators che sfidarono i Canadiens nel 1917 non vanno assolutamente confusi con gli Ottawa Senators attuali: la squadra originale si trasferì a St. Louis nel 1934, cambiando il nome in Eagles, per poi scomparire nel 1935; nel 1992 due formazioni debuttarono nella NHL: i Tampa Bay Lightning e i nuovi Ottawa Senators).
Nel 1917 fu fondata, dalle ceneri della NHA, la National Hockey League, cui s'iscrissero sia i Canadiens, sia i Wanderers; il Club Athlétique Canadien si trasformò in Club de Hockey Canadien, presentando il celebre logo CH che, ancora oggi, è il simbolo della franchigia.
Purtroppo il 2 gennaio 1918, la Montreal Westmount Arena fu distrutta da un incendio, obbligando i Canadiens a trasferirsi nella piccola Jubilee Arena e provocando la scomparsa dei Wanderers: in verità, molti critici ritengono che i veri motivi del ritiro fossero di natura economica e che l'incendio non fosse altro che una copertura per nascondere i problemi finanziari; soltanto nel 1924 la comunità inglese poté festeggiare l'ingresso di una nuova formazione, i Maroons.
La stagione successiva vide i Canadiens conquistare per la prima volta il titolo NHL, aggiudicandosi il diritto di disputare la finale della Stanley Cup contro i Seattle Metropolitans; in quel periodo un'epidemia influenzale stava pericolosamente contagiando il continente americano, ciononostante la serie fu regolarmente disputata: tuttavia dopo cinque incontri (due vittorie per parte e un pareggio) molti giocatori dei Canadiens si ammalarono e lo scontro finale dovette essere sospeso. Il manager di Montreal George Kennedy propose di utilizzare alcuni hockeisti provenienti da Victoria per poter continuare la serie, ma con grande sportività la dirigenza dei Metropolitans rifiutò l'offerta: per la prima volta la Stanley Cup non fu assegnata.
Qualche tempo dopo anche la Jubilee Arena andò in fiamme e per un periodo di quattro anni i Canadiens, passati nel 1921 nelle mani di Léo Dandurand, Joseph Cattarinich and Louis A. Létourneau, disputarono le loro partite interne alla Mont-Royal Arena, costruita in meno di sei mesi.
Il 1924, tuttavia, vide l'inaugurazione del mitico Forum, costruito inizialmente per i debuttanti Maroons: in effetti, i Canadiens vi entrarono ufficialmente soltanto nel 1926, ma ebbero la fortuna di disputare il primo incontro del nuovo impianto (vinto 7-1 contro i Toronto St. Pats). Il Forum sarebbe rimasto la casa dei Canadiens per oltre settant'anni, quando nel 1996 fu sostituito dal moderno Molson Centre; tuttavia va ricordato che il Forum fu sottoposto a due rinnovamenti (1949, 1968) che aumentarono la capienza e lo modernizzarono.
Sempre nel 1924 (così si dice) comparve il soprannome HABS, con cui i tifosi incitano, ancora oggi, la propria squadra: il reporter americano Tex Rickard era stato informato che la lettera H presente nel logo significasse HABITANTS, un termine con cui s'indicavano gli agricoltori francesi del Quebec; Rickard riferì che gran parte dei giocatori dei Canadiens erano contadini, quindi Habitants o più brevemente Habs.
E proprio nel 1924 i Montreal Canadiens vinsero per la seconda volta il titolo della NHL, per poi aggiudicarsi la Stanley Cup, sconfiggendo i Vancouver Millionaires e i Calgary Tigers, rispettivamente campioni della PCHA e della WCHL: l'anno successivo i Canadiens bissarono il titolo NHL, ma non riuscirono a difendere la Stanley Cup, conquistata dai Victoria Cougars.
Nonostante la sconfitta, i Canadiens erano già diventati una formazione importantissima, ma forse il vero protagonista che si distinse sugli altri fu il portiere Georges Vezina, unico giocatore ad aver partecipato a tutte le stagioni della squadra francese: fin dalla prima annata Vezina difese con estrema classe la gabbia dei Canadiens; le sue prese erano sempre molto sicure, nonostante i portieri dell'epoca fossero privi di guanti e protezioni varie, oltre ad essere obbligati a restare in piedi (il regolamento vietava loro di buttarsi sul ghiaccio per compiere una parata).
Durante il training camp della stagione 1925-26, il Chicoutimi Cucumber (questo il soprannome) si sentì molto affaticato, evidenziando uno stato di salute precario: nonostante la febbre altissima, Vezina decise di disputare la partita inaugurale contro i Pittsburgh Pirates, ma dovette essere sostituito alla fine del primo periodo, interrompendo una striscia di 367 partite consecutive.
I medici gli diagnosticarono una forma di tubercolosi in stadio molto avanzato: il 24 marzo 1926 a soli 39 anni, Georges Vezina si spense, lasciando un vuoto incolmabile nella squadra e tra i tifosi; non è un caso che gli anni successivi alla sua morte furono molto difficili per i Canadiens.
Per onorare lo sfortunato campione, i massimi dirigenti della franchigia donarono alla NHL un trofeo (dedicato alla memoria di Vezina) con cui premiare il portiere che avesse compilato la migliore media gol; dal 1981-82, il riconoscimento viene assegnato da una giuria di tecnici.
Sebbene i Canadiens entrassero in un periodo di crisi, la Stanley Cup ritornò a Montreal, grazie ai Maroons che si aggiudicarono il trofeo, dopo aver battuto i Cougars in finale: ovviamente tra Canadiens e Maroons la rivalità era molto accesa e creò durissime battaglie sia sul ghiaccio, sia sugli spalti.
I Canadiens si aggiudicarono due Coppe consecutive (ricordiamoci che dal 1926-27 il trofeo era diventato di proprietà assoluta della NHL) nel 1930 e 1931, mentre i Maroons replicarono nel 1935, quando sconfissero i Toronto Maple Leafs 3-0; tra i protagonisti dei Canadiens ricordiamo Sylvio Mantha, Howie Morenz, Aurele Joliat e George Hainsworth (degno erede di Georges Vezina), mentre tra i Maroons non ci si può dimenticare di Nels Stewart, Howie Smith e Babe Siebert.
Una menzione particolare meriterebbe Howie Morenz, protagonista dei Canadiens negli anni '20 e nei primi anni '30: per tre volte fu premiato con l'Hart Trophy e in due occasioni vinse il titolo dei marcatori; nel 1934 fu ceduto ai Chicago Black Hawks, i quali poi lo scambiarono con i New York Rangers. Tuttavia nel 1936 Morenz rientrò a Montreal, ma il 28 gennaio 1937, in una partita proprio contro Chicago, si fratturò la gamba, mettendo fine alla propria carriera; l'8 marzo, a causa di complicazioni dopo l'infortunio, Howie Morenz si spense e ben 15.000 tifosi si recarono al Forum per rendere omaggio al loro beniamino.
(Fino al 1986 il nome della squadra di Chicago era Black Hawks, in seguito cambiato in Blackhawks).
Qualche mese dopo, per aiutare la famiglia dello sfortunato giocatore, fu organizzata un'amichevole tra una selezione mista di Canadiens e Maroons e una formata dai migliori giocatori della NHL: la squadra di Montreal fu sconfitta 6-3.
Il 17 marzo 1938 si disputò l'ultima sfida tra le due grandi rivali, vinta dai francesi per 6-3: poco tempo dopo i Maroons chiusero la loro esistenza, lasciando la città di Montreal interamente ai Canadiens; gli Habs, ad ogni modo, avrebbero dovuto aspettare alcuni anni prima di ritornare a dominare la NHL.
La stagione 1942-43 è fondamentale per la NHL, poiché segna l'inizio dell'era delle Original Six; dopo l'ennesima contrazione (i New York Americans scomparvero al termine della stagione precedente) soltanto sei team restarono in vita: i New York Rangers, i Boston Bruins, i Chicago Black Hawks, i Detroit Red Wings, i Toronto Maple Leafs e, ovviamente, i Montreal Canadiens.
Queste squadre restarono le uniche partecipanti al campionato NHL per 25 anni, quando l'espansione del 1967 vide il debutto di altre sei formazioni: i St. Louis Blues, i Pittsburgh Penguins, i Minnesota North Stars, i Los Angeles Kings, i California Seals e i Philadelphia Flyers.
(I California Seals furono una squadra con una "vita" molto travagliata: dopo soli tre mesi dal debutto nella NHL si trasformarono in Oakland Seals; nel 1970 cambiarono nuovamente nome diventando i California Golden Seals, per poi ridiventare California Seals nel 1975. L'anno successivo, a causa di problemi economici, la franchigia fu trasferita in Ohio, diventando i Cleveland Barons; nel 1978, dopo la fusione con i Minnesota North Stars, i Cleveland Barons cessarono la loro esistenza. I Seals / Barons sono l'ultima squadra estinta nella storia della sport nordamericano).
Il periodo delle Original Six è considerato "The Golden Age of Professional Hockey": quest'appellativo è sicuramente appropriato, poiché la NHL avrebbe raggiunto dei livelli tecnici sicuramente molto elevati; tuttavia non va dimenticato che gli anni del dopoguerra furono contraddistinti da grandissima violenza, con numerose risse e tafferugli tra giocatori.
Momento chiave della storia degli Habs accadde il 31 ottobre 1942, quando Maurice Richard, un giovane di ventuno anni, debuttò con la maglia rosso-blu; Richard giocò le prime partite della sua carriera con la maglia numero 15 ma dopo la nascita della sua primogenita (che pesava 9 libbre), decise di cambiarlo, scegliendo appunto il 9.
Nonostante le attese, gli inizi furono complessi e costellati di infortuni e il manager degli Habs pensò addirittura ad una cessione; tuttavia Richard si era già messo in luce, tanto che un giornalista locale lo aveva soprannominato "The Comet": questo nomignolo scomparve ben presto, poiché il suo compagno Ray Getliffe, sconvolto dalla velocità di Richard, lo ribattezzò "The Rocket".
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