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L'avventura

...- Andiamo! - Disse Thannos a se stesso e guardando nella direzione da cui nasceva il Sole. Ormai aveva deciso, da troppo tempo aveva coltivato l'idea che un giorno sarebbe partito per raggiungere l'Astro della Vita. Non bastava più abbracciare con lo sguardo tutto l'orizzonte delle montagne, benché guardasse la vista, (che i Celti chiamano blieck) era circoscritta, anche se vasta alla catena alpina, dalle cime più elevate, dove l'aria e talmente fine Thannos un dì scorse il tenue azzurro del mare. Il giovane celta voleva scoprire cosa c'era aldilà del suo ambiente, aveva sentito raccontare da un vecchio sciamano che dove nasceva il Sole vi abitano degli uomini con la faccia di Luna. Alla spedizione verso l'ignoto presero parte i due Lupi: Ier e Nier, il Cavallo: Liepnir e il Corvo Grier. Partirono mentre tutti al villaggio dormivano, senza fare il minimo rumore si misero in marcia verso Oriente. Thannos aveva al collo un misterioso amuleto quattro lance dentro un cerchio, fatto con un metallo che indicava sempre nella direzione della Stella Polare, facendo le triangolazioni esatte il giovane Asi sapeva esattamente il punto geografico dove nasceva il Sole, anche se il tempo era nuvoloso, un aiuto in più pensò, Grier il battistrada non aveva bisogno della bussola, lui vedeva le onde magnetiche della Terra come le coordinate geografiche. Era molto utile la sua ricognizione aerea, quando si trattava di attraversare le grandi foreste, fitte di alberi dalle cui fronde non passava un raggio di Sole. Ier e Nier con il loro potente olfatto percepivano le molecole più strane e sconosciute, un radar infallibile, captava a quattro leghe di distanza l'avvicinarsi di un'animale o di un nemico. Liepnir non conosceva la stanchezza, il suo cuore, un motore inarrestabile e potente spingeva i due quintali di muscoli al galoppo, al trotto, al passo come il suo padrone comandava, specialmente quando si trattava di attraversare immensi deserti del Nulla. Il gruppetto fu visto passare sempre puntando a Levante, ma nessuno osava domandare al cavaliere dove stesse andando, varcarono valli, fiumi, campagne e deserti, impenetrabili foreste, passarono nazioni. Un giorno giunsero ai bordi un un immenso Lago da cui non si scorgeva la fine ne inizio, popolato da giganti con una coda di pesce, il corpo di leopardo e la testa di un rapace. Una spessa coltre di nebbia permise a loro il passaggio del lago incantato senza che i mostri si svegliassero.

Passarono a Nord lungo una gigantesca catena di monti alte il doppio delle sue Alpi. Incontrarono strani animali dal lungo vello e con due gobbe sul dorso, videro popoli selvaggi, vestiti come orsi. Thannos chiedeva informazioni a chi incontrava sugli uomini della Luna, ma essi fuggivano via inorriditi, avevano anche il timore nel vedere i due grandi Lupi neri dagl'occhi fiammeggianti. Trascossero quattro anni, la meta era vicina, Thannos notava stupore che intorno vi erano cose a lui familiari, dei menhir sulle cime delle colline, case con muri di pietre ben ordinate e tetti di canneto, greggi che pascolavano dentro tondi recinti ed altre cose, come alcuni utensili, vasi di terracotta con simboli di animali stilizzati. . Come era possibile ad una simile distanza ritrovare oggetti perfettamente uguali a quelli della cultura celtica? I due Lupi si fermarono di colpo e fiutando la gelida aria in direzione delle montagne brulle, senza un minimo albero, il terreno vibrava, un forte rumore di zoccoli aumentava senza che nessun cavaliere apparisse all'orizzonte. Come dal nulla migliaia di piccoli cavalli marroni sbucarono dalla Terra, i loro cavalieri ritti sulle selle li spingevano ad un sfrenato galoppo, in direzione di Thannos che venne circondato. - Uomini della Luna! - disse facendo alzare sulle gambe posteriori Liepnir. Come per incanto tutti smontarono dai loro purosangue e si prostarono davanti a Thannos, nascondendo il viso nell'erba umida, e coprendosi il capo con le braccia. Uomini che sapevano sparegere il terrore con le loro scorribande, non conoscono la paura, allora perchè mai fermarono le loro orde davanti a Thannos?

Analizziamo la scena al rallentatore: le vedette scorgono un gruppo nella steppa, danno l'allarme, arrivano in massa come da copione, il biondo celta dalla chioma dorata inerpica Liepnir il cavallo dal manto candido altro il doppio dei cavallini, dal collo tozzo. Sopra un grande Corvo volteggiava con le sue grandi ali: due lupi nerissimi come la notte mostrano le terribili zanne, lo scudo di Thannos riflette un pentagono di luce abbagliante. Una visione così avrebbe fermato un orda di diavoli scatenati. Poi scoppio un urlo di gioia: - Sono ritornati! Sono di nuovo con noi!, un festa indescrivibile fecero gli uomini della Luna, canti, balli, I loro elmi a punta vennero lanciati in cielo, accorsero dei loro accampamenti dalle tipiche case donne, vecchi, bambini, animali: - Gli Asi sono qui! - Era il messaggio sulla bocca di tutti, il riso e i sottili occhi neri descrivevano la contentezza di un popolo. Thannos e i suoi amici vennero portati in trionfo dentro il grande tendone circolare, fecero festa per sei giorni e sei notti. Schiere di fanciulle cantavano le lodi di Thannos che a poco a poco incominciava a comprendere. Molto tempo indietro Gli Asi, i guerrieri di Odino, insegnarono a queste remote popolazioni, tutto, dall'accendere il fuoco, a costruire utensili, case, diffusero il culto di Odino, insegnarono ai loro sciamani tutti i segreti della Natura, adoravano gli spiriti degli alberi, attaccarono ai loro rami dei doni. Abili con i metalli, e profondi conoscitori dell'astronomia. Erano dei Celti, piccoli di statura, e i visi paonazzi dal grande freddo, la loro Terra la chiamano Asi-ah (Asia) Terra data dagl'Asi. Thannos ne fu sorpreso, ma infondo sapeva che avrebbe incontrato questi uomini della Luna, custodi del rito del levarsi dell'Astro della Vita, il perno cosmico in cui tutto si muove nel gigantesco orologio universale, dai grandi corpi celesti, alla più piccola molecola della vita, in tutte le cose del creato segnano il tempo comune, il Tempo trascinatore che ritorna sempre al punto da cui ebbe inizio. Sole, Stelle, Galassie, la Vita stessa, una Spirale inarrestabile, inesauribile, infinita.

 

 

 

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