Nel cunicolo freddo di metallo azzurro il cagnolino trotterella, la lingua
penzoloni, le orecchie molli rimbalzano sul collo. Un cammino senza riposo dove
non esistono soste, nessuno scopo nella sua esistenza, solo l'impulso di correre
in un'unica direzione claustrofobica. L'apertura sul fondo precipita nel baratro
oscuro. Un picco roccioso si eleva solitario , lamelle di ghiaccio fanno breccia
nella pietra, alcuni frammenti si staccano, cadono nel nulla. Su di una gamba in
equilibrio l'uomo gioca con le dita del piede. Movimenti impercettibili lottano
l'un l'altro per la salvezza di entrambi. Lo sguardo vacuo, la mente immobile.
Il passato sigillato in una scatola cinese, la combinazione perduta dallo stesso
padrone. Il pensiero si avvolge in spirale, penetra nel corpo e sprofonda
nel'obelisco naturale che lo cristallizza per un istante. Un alito di vento si
rinforza, diviene brezza sufficiente a far ondeggiare quella figura instabile.
Il piedistallo cede trascinando con sé l'uomo che si contorce per ritrovare
un precario equilibrio. Tirato verso l'alto da sottili fili trasparenti,
pensa d'essersi salvato ma é solo una marionetta nelle mani di qualcuno. Il
ghigno grottesco del folletto si contrae in una smorfia: "Maestà il burattinaio
é fuggito!"
Nel grigio uovo dell'oblio una ragnatela corre nelle vie sotterranee di menti
malate. Il guscio implode, annienta le tenebre, risucchia lo spazio circostante
in un inesorabile buco nero. I fili del comando sono perduti nella catastrofe:
"Dove sono i pupazzi guidati dal Fato?"
"Uno solo é rimasto"
La bambola di pezza si solleva da terra sbuffando nuvole di polvere. Granelli
che per anni avevano riposato tra le pieghe della stoffa vorticano nell'aria. Le
braccia si staccano dolcemente, penzolano nel vuoto, gravitano roteanti attorno
alla trottola impazzita. Aridi ciuffi d'erba ricoprono il legno colorato. Nel
manto bruciato d'alcune fiammelle timorose si dilata una fessura. Un suono acuto
esce da quelle labbra, altri suoni si sovrappongono, urla strazianti dilatano
lo spazio. Ferite pulsanti si aprono nella carne, corpi ammucchiati lottano in
un labirinto di membra. Orgia oramai inutile.
La guida é morta, tutti i fili sono stati spezzati. L'onda prosegue il suo
viaggio senza più alcuna corrente a sospingerla, si perde nelle anse del tempo
finalmente libera.