Eric Wood Italian HomePage

ERIC WOOD Cantù-Italia 18 novembre 1997 -All'una e trentacinque circa- Eric Wood non è più un ragazzino. Nato a Canton, Ohio, ha alle spalle una lunga e sfortunata storia. un paio di album registrati e mai pubblicati: solo quest'anno ha dato alle stampe il suo lavoro d'esordio. "Letters from Earth" (vedi recensione a pag. 22), uno degli album più interessanti degli ultimi anni. A novembre è stato in Italia per alcuni show nei quali ha confermato le sue doti compositive e ci ha rivelato quelle interpretative. Quando sale sul palco dell'Una e Trentacinque Circa. ha con sè la sola chitarra. tra il pubblico. una trentina di persone. molti giornalisti che hanno voluto approfondire la conoscenza di questo artista. incuriositi e stimolati dall'album. II paragone a cui si è ricorso spesso è quello con Tim Buckley. ma in alcuní momenti dell'esibizione la mente corre a David Crosby, per alcuni arrangiamenti molto scarni e I'atmosfera eterea che Wood riesce a creare. e in un brano la particolare inflessione mi ha ricordato il Dylan dei tempi migliori. Difficile dire quali brani hanno riscosso più successo. devono essere ancora metabolizzati anche se forse la competizione potrebbe vincerla la conclusiva "Wait For the World" che mi aveva già colpito su disco. Inoltre Eric ha eseguito alcuni pezzi nuovi anche se se uno di questi mi è sembrato Time Comes con parole diverse. II pubblico è rimasto rapito dal fascino dell'artista ed ha seguito l'esibizione con molta attenzione dimostrando di conoscere bene il repertorio che il cantautore ha proposto nelle quasi due ore di show. Sicuramente un personaggio da tenere sotto osservazione. Giorgio Baratto Viceversa Dicembre 1997


Mucchio Selvaggio

Eric Wood - "Letters from the earth" 1997 Tangible Records/USA Distributed by: Inter Sound/Italy ---------------------------------- Ohio born, Eric began playing in the folk clubs around the midwest at age 16. After a short period in Nashville, where he had signed first with Kris Kristofferson's label, then with a branch of Warner Bros, he moved to New York. His appearences in several clubs of the Big Apple and New England are uncountable: Wood have been playing at Bitter End, Sidewalk Cafe, Bottom Line, Cornelia Street Cafe, Knitting Factory and opening for artists such as Shawn Colvin, Suzanne Vega e Jim Carrol. A background of great respect as you can easily ascertain. That's why it's really strange that his first album has been realesed only now, especially considering the good quality of 'Letters from the earth', that is candidate, since now, for the best debut of the year. With a voice that, from time to time, reminds those ones of Tim Buckley and Scott Walker, Eric Wood sings his songs with a phrasing, an intensity and a sense of misure absolutely original. He could fly up and drop himself in reckless vocal acrobatics but he prefers the thin shades, the shadows and asperity of a poetic and profound song. There's 'Look at the fools', for instance, with a rarefied introduction soon followed by the overpowering press of the strophes. There are the bare and lonely 'Out there' and 'Wait for the world', vocal and acoustic guitar (what a voice and acoustic guitar!). There's 'Out of the blues' perfect prosecution of Buckley's 'Chase the blues away'.... We are talking about just 3 titles in an album extraordinarily beautiful and touching. Folk, jazz and blues are mixed together in Wood's writing in an admirable way. Once again we must take note of the american songwriting vitality. If he has the chance to go on writing and recording his wonderful songs, Eric Wood surely give us more surprises. In the meantime he has thrown out a very strong message and as long as we have artists like him our life will be more endurable and happier. Giancarlo Susanna Mucchio Selvaggio (Italy), March 1997 (English translation by Nadia Marini/Inter Sound) --------------------------- Mucchio Selvaggio Via Lorenzo il Magnifico, 148 00162 Roma-Italy Ph. (39) 6 44231312 Fax (39) 6 44231301 e-mail: MD2893@mclink.it


Late For The Sky

ERIC WOOD ---- 'Letters from the earth' ---- 1997 Tangible/Inter Sound ---- --------------------------------------- Strane coincidenze accadono a volte, imprescrutabili appuntamenti e sovrapposizioni di destini, privati e alieni. O forse è solo la narcisistica menzogna di una aspirazione alla diversità, desiderio unito a malrepressa fatica esistenziale. Non so francamente perché accade , ma riascoltando oggi questo lavoro d'esordio, superbo e di altissima poesia sonora, non riesco non associare ineluttabilmente l'immaginario che tali musicalità mi muovono a quelle che il povero Jeff Buckley sapeva, seppure a suo modo, suscitarmi. La morte di Jeff, beffarda profezia scritta nel suo beffardo cognome, e la fine di un canto visionario urgentemente trascendente, trovano immediato conforto nella stessa stanzetta del mio cuoredai versi e dalle atmosfere da Eric Wood. Non vi è contiguità strettamente artistica o stilistica nei percorsi di questi musicisti, vi è semmai la stessa profondità di visione poetica, una uguale intensità emotiva, testuale e melodica, una condivisa precisa volontà di uscire dagli schemi davvero in questo caso angusti della canzone di impianto rock, o folk, o anche jazz. Se ad un Buckley vogliamo guardare, per orientare il lettore a decifrare questo progetto, meglio rivolgersi al capostipitedi questa genia maledetta. Il linguaggio di Eric Wood è linguaggio di frontiera, consapevole sintesi di motivi e di suggesioni mutabili da stili diversi, nel tempo e nella cultura, e superati, con autorevolezza e personalità non comuni. Notturno e raffinato 'Letters from the Earth' riluce di fremiti jazzistici, ci abbandona alla dolce careza dell'abbraccio acustico condotto dalla vocalità dell'autore, dalla sottile e suadente inquietudine. Musicalmente ricco, l'album si avvale del talento di jazzisti e non, di esperienza e non comune sensibilità, e deve alla produzione di Mark Dann parte non marginale del proprio fascino. Angelo disincantato caduto sulla terra, Eric si racconta nel solitario camminodi ritorno verso un cielo lontano, ma non irraggiungibile, passando per i sobborghi del Bronx o correndo lungo infinite autostrade dalle quali levare, alto e sicuro, il canta di rimpianta (im)perfezione.----------------- Mauro Eufrosini (Eufro@mail.asianet.it) Late For The Sky (Numero 30, Settembre/Ottobre 1997) https://members.tripod.com/~miki2/late30


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