Terrorismo e guerra

11 SETTEMBRE 2001: SENSO E NON SENSO
di Alexander Cockburn e Jeffrey St Clair

I violenti attacchi dell'11 settembre contro il Worl Trade Center e il Pentagono sono stati paragonati a Pearl Harbour e il confronto appare corretto. Dal punto di vista dei terroristi gli attacchi sono da considerare quasi un miracolo di calcolo per logistica, tempi, coraggio nell'esecuzione e devastazione inflitta ai bersagli.


UN MIRACOLO DI CALCOLO

Pearl Harbour, la base che ospitava la potenza della marina americana, era ritenuta invulnerabile, tuttavia in mezz'ora furono uccise 2000 persone e il meglio della flotta and" distrutto. L'11 settembre nell'arco di un'ora, la security di tre differenti aeroporti è stata aggirata con successo, l'equipaggio di quattro aerei passeggeri è stato sopraffatto con grande efficienza, il controllo passato nelle mani del commando, le coordinate di navigazione riprogrammate.

In tre delle quattro missioni gli assalitori hanno ottenuto successi che, probabilmente, sono andati ben oltre le aspettative degli stessi organizzatori. In termini di risultati nel campo delle azioni suicide, l'assalto kamikaze al Pentagono è stato particolarmente audace

I due edifici del Trade Center sono stati colpiti nei punti considerati di massima vulnerabilità. La forza degli edifici derivava completamente dalla struttura perimetrale di acciaio, concepita - come ha detto l'architetto progettista appena la scorsa settimana - per sopportare l'impatto di un Boeing 707. La mattina dell'11 settembre questi edifici sono stati colpiti con tutta la forza di un Boeing 767 con i serbatoi pieni di carburante per la lunga trasvolata verso la costa occidentale. Nel lasso di un'ora dall'impatto entrambi gli edifici sono crollati.

Più che in termini di portata distruttiva, quanto di cancellazione di un simbolo, l'attacco è virtualmente senza paralleli storici, un trauma grande almeno quanto il terremoto di San Francisco o l'incendio di Chicago.


L'INTELLIGENCE FUORI GIOCO

Questo è Bin Laden, probabilmente il più famigerato nemico islamico dell'America sul pianeta, già addestrato dalla Cia, organizzatore di altri attacchi di successo contro installazioni americane come le ambasciate in Africa Orientale, con 5 milioni di dollari di taglia dell'Fbi pendenti sulla testa: uno che preannuncia l'imminenza di un nuovo attacco senza che l'Intelligence americana possa far niente, sebbene gli attacchi abbiano richiesto mesi se non anni di organizzazione, e la Cnn avesse riportato che Bin Laden e il suo gruppo di coordinamento al-Qa'ida avevano usato una pista d'atterraggio in Afghanistan per addestrare piloti di 767.

Negli anni Sessanta e Settanta, quando i dirottamenti erano la principale preoccupazione, la possibilità di assalti aerei a edifici come il Trade Center erano al centro dell'attenzione della sicurezza americana e delle agenzie di Intelligence. Ma dagli anni Ottanta, e particolarmente durante gli anni di Clinton e Gore, il centro dell'attenzione si è spostato su paure più diffuse, come assalti con armi biochimiche e ordigni nucleari lanciati dai cosiddetti stati-canaglia. Quest'ultima minaccia ha reso più accettabile la giustificazione all'investimento di 60 miliardi di dollari per la Difesa Missilistica meglio conosciuta come Guerre Stellari.

I fondi per la sicurezza nazionale sono così scivolati verso gli enormi costi dell'alta tecnologia e questo si è riflesso nelle politiche di acquisizione delle agenzie di Intelligence che hanno versato fiumi di denaro per disporre di satelliti, aerei spia e tecnologie d'intercettazione (tanto inefficaci da non riuscire a rilevare la detonazione nucleare dell'India del giugno 1998): e tutto a spese dell'intelligenza umana.


IL NEMICO "SENZA VOLTO"

Uno dei principali sostenitori della minaccia biochimica era il consigliere di Al Gore per la sicurezza, Leon Fuerth, che fra le macerie del Pentagono si lamentava del fatto che "il paese è in guerra, ma non abbiamo le coordinate del nemico". Dopo l'attacco è cresciuta rapidamente la richiesta di punizione per i colpevoli, anche se pochi lo hanno fatto con la velenosità del senatore junior di New York nella sua orazione al Congresso, addirittura sanguinario rispetto alla lodevole performance del sindaco Rudy Giuliani che come leader e portavoce metteva in guardia contro il rischio di una identificazione troppo frettolosa degli attaccanti.

Si è abusato di espressioni quali "vigliacco senza volto" e "nemico senza volto", che hanno un'eco sinistra per quanti ricordano il loro uso nella guerra del Vietnam. Nel 1963 l'ufficiale della Cia George Carver scrisse un famigerato articolo in "Foreign Affairs" intitolato Il Vietcong senza volto, che razionalizzava la campagna statunitense di assassinio e tortura di civili nel Vietnam del Sud nota come "Programma Phoenix".


STATI-CANAGLIA E CARTA DEI DIRITTI COME BERSAGLI

Il desiderio di vendetta normalmente fa passare in secondo piano la precisione nell'identificare il vero colpevole. Già nel primo pomeriggio dell'11 settembre l'establishment della sicurezza nazionale chiedeva la rimozione di tutti gli ostacoli all'assassinio dei leader stranieri. Guidati dal presidente Bush caldeggiavano attacchi non solo contro i responsabili ma anche contro chiunque potesse avere dato loro rifugio. Dal sacerdozio nucleare proviene la richiesta che siano schierate a scopo preventivo mini-bombe nucleari contro i nemici dell'America.

I bersagli all'estero saranno i soliti sospetti, ovvero gli stati-canaglia (la maggior parte dei quali, come i talebani o Saddam Hussein, sono all'origine creature dei servizi segreti statunitensi).

Il bersaglio interno sarà invece la Carta dei Diritti. Declan McCullagh, giornalista politico di "Wired", ha riferito che a poche ore dallo scoppio gli agenti dell'Fbi hanno cominciato a presentarsi dai provider di servizi Internet chiedendo che installassero sistemi "Carnivore" per sorvegliare il traffico di posta elettronica sui loro sistemi. In alcuni casi l'Fbi si è offerta di sostenere i costi di installazione di "Carnivore".

McCullagh cita un ingegnere Microsoft che avrebbe detto che i dirigenti della Microsoft "dalla metà della mattinata di martedì stanno ricevendo telefonate dall'ufficio dell'Fbi a San Francisco e stanno cooperando con la loro richiesta formale di informazioni su alcuni specifici account. La maggior parte degli account in questione iniziano con la parola 'Allah' e contengono messaggi in arabo". Si sono negati visti ai palestinesi, e quelli che già risiedono nel paese possono, in base al Counter-Terrorism Act degli anni di Clinton, essere detenuti ed espulsi senza processo.

Non era ancora passata un'ora dalle esplosioni che esperti di terrorismo come Anthony Cordesman, Wesley Clark, Robert Gates e Lawrence Eagleburger stavano già dicendo che questi attacchi erano stati possibili perché "l'America è una democrazia", aggiungendo che ora forse si sarebbe dovuto rinunciare ad alcuni dei presupposti di questa democrazia.

Cosa potrebbe comportare ciò? Un aumento dello spionaggio interno da parte delle agenzie di polizia e dei servizi segreti statunitensi; schedatura etnica; un'altra campagna per l'istituzione della carta d'identità nazionale.


LA LATITANZA DEI "CAPI"

Nelle ore successive all'attacco i capi dell'America non hanno offerto una lusinghiera immagine di sé.

L'unico Bush che sembrava posato e sicuro di sé era Laura, in attesa di rendere testimonianza sul Capitol Hill. Suo marito ha avuto invece una prima reazione timorosa e forzata, poi è scomparso per un ora prima di ricomparire nella base aerea di Barksdale a Shreveport, in Louisiana, dove ha pronunciato un altro discorso flaccido in cui dava la netta impressione di essere sotto tranquillanti. é stato poi portato in volo a un bunker in Nebraska, finché qualcuno ha finalmente avuto la sagacia di suggerire che il miglior posto per un presidente americano in momenti di emergenza nazionale è l'Ufficio Ovale.

Altri membri del gabinetto sono stati altrettanto sfuggenti.[É]

Alcuni avversari del Presidente si sono affrettati a presentarsi alla stampa. John McCain ha proferito minacce roventi contro i nemici dell'America, e altrettanto ha fatto John Kerry, che ha immediatamente incolpato Bin Laden e ha compiuto un deciso affondo contro il direttore della Cia George Tenet, affermando che questi gli aveva detto poco tempo prima che la Cia aveva neutralizzato un imminente attacco di Bin Laden.


BIN LADEN? "NE é VALSA LA PENA"

Orrin Hatch ha detto alla Cnn, "questo attentato porta la firma di Osama Bin Laden. Scopriremo i responsabili e poi quei bastardi li andiamo a prendere". Sì, si tratta dello stesso Hatch che è stato senior repubblicano nella commissione del Senato per i servizi segreti quando la Cia stava armando Bin Laden e i ribelli afgani. Nel 1998 Hatch aveva detto alla Msnbc che avrebbe sostenuto i ribelli fondamentalisti afghani anche se sapeva che così facendo avrebbero creato un nuovo Bin Laden. "Ne è valsa la pena", ha detto Hatch.

Data l'assenza della leadership politica nazionale, il compito di fare appello alla nazione è toccato, come al solito, agli anchormen della televisione, i quali paiono essersi tutti decisi ben presto a calmare gli animi, anche se Tom Brokaw ha balbettato una dichiarazione riguardo alla "Guerra contro il Terrore".

Uno degli spettacoli più ironici è stato Dan Rather che parlava di punire Bin Laden. Fu proprio Rather, avvolto in un turbante, a recarsi nell'Hindu Kush nei primi anni Ottanta, inviando da lì peana in onore dei mujahiddin (addestrati e riforniti dalla Cia nella più grande operazione da essa mai intrapresa). Fu così che furono introdotti sulla scena mondiale quadri ben addestrati come quelli che adesso sono schierati contro l'America.


LA STUPIDITË DEI MEDIA E I VANTAGGI PER ISRAELE

I commenti dei testimoni oculari non sono stati particolarmente ispirati I commentatori sembrano altrettanto incapaci di spiegare con un minimo di perspicacia il probabile contesto degli attacchi.

Si è vista per ore sugli schermi la crema degli analisti politici e dei commentatori della nazione, senza mai udire la parola "Israele", eccetto nel contesto. Si poteva guardare la televisione ora dopo ora senza udire il minimo accenno alla possibilità che questi attacchi potessero essere conseguenza delle recenti incursioni israeliane nei Territori Occupati che hanno portato all'uccisione di leader palestinesi e al massacro di civili palestinesi usando aviazione americana; che potessero trarre origine dalle sanzioni contro l'Iraq che hanno causato la morte di oltre un milione di bambini; o che potessero essere in parte una risposta agli attacchi statunitensi con missili da crociera contro le fabbriche sudanesi di cui i servizi segreti statunitensi avevano denunciato vaghe connessioni con Bin Laden.

Chi ha sicuramente beneficiato degli attacchi negli Stati Uniti è stato Israele. I sondaggi mostrano un vasto dissenso popolare negli Stati Uniti nei confronti delle recenti tattiche di Israele. A questo sono forse dovuti i tenui belati di rimprovero emessi da Colin Powell contro Israele. Continueremo a sentire belati del genere nelle settimane a venire.

Gli assalitori probabilmente scommettono anche su questo, sperando forse di rendere ancora più esplicito il sostegno degli Usa all'intransigenza israeliana, e per giunta togliendo di mezzo Arafat.


ECONOMIA DI GUERRA

Ci" ci dà un immagine adeguata della stupidità e della cecità di quasi tutti i commentatori politici di mainstream. Al contrario, i commenti riguardanti le conseguenze economiche sono stati più mirati, anche se la possibilità di un tuffo nell'economia di guerra è appena trattata.

Eppure prima degli attacchi contro le torri la situazione era estremamente precaria. Vi era la possibilità di una deflazione catastrofica se la bolla del 1990 scoppiava, e il duplice logoramento del crescere della sovrapproduzione mondiale e, per contro, della diminuzione del potere d'acquisto.

Il più colpito è il settore delle assicurazioni, la cui crisi scatenerà probabilmente un ulteriore e più grave crollo. Le sue condizioni sono disperate, il suo debito, secondo un portavoce di Swiss Re, la seconda compagnia di assicurazioni mondiale, "del tutto inestimabile". Le probabili conseguenze a breve termine saranno un'impennata dei prezzi delle fonti energetiche e un ulteriore calo dei mercati azionari globali. George Bush non troverà ostacoli quando saccheggerà la cassaforte, utilizzando i fondi del Social Security Trust per dare più soldi al Dipartimento della Difesa.

La situazione si pu" riassumere così: tre aerei vengono dirottati e fatti schiantare in tre dei principali edifici dell'America, e la risposta dell'America sarà di finanziare ulteriormente la difesa missilistica per stimolare l'economia.


Dalla rivista statunitense "Counterpunch", 12 settembre 2001. Trad. Mario Jovele e Federico Poole. Riduz redazionale. Si è lasciato "americano", anziché "statunitense", come nel testo.