CALVIN, ASTRONAUTA PER CASO

di Lara Croft

"Calvin & Hobbes" di Bill Watterson è una nota strip comica americana, probabilmente la più apprezzata nel mondo dopo quella dei "Peanuts" di Schulz.

Il suo protagonista è Calvin, un bambino pestifero che vive pressoché costantemente proiettato in un mondo di fantasia nel quale la sua tigre di pezza, Hobbes, è una vera tigre in carne ed ossa, che gli risponde a tono e divora scatolette di tonno. La comicità della serie deriva dal fatto che Calvin è oppresso dalle incombenze della vita quotidiana (la scuola, i compiti da fare, il cibo poco appetitoso preparato dalla madre, etc.), viste -con occhi di bambino- come una minaccia alla sua idea di vita "libera" e priva di condizionamenti di qualsiasi tipo.

Da qui nasce l'esigenza di evadere affidandosi all'immaginazione: Calvin sogna di essere protagonista di straordinarie avventure che lo vedono combattere (e vincere) terribili mostri che poi si rivelano – rigorosamente nell'ultima vignetta della striscia- come la maestra ( che lo sgrida perché si distrae) o la mamma (che lo rincorre per portarlo a letto a dormire,) o l'amichetta Susi (colpevole di reclamare cavalleresche gentilezze).

Le fantasie di Calvin attingono da quel sostrato culturale di certa tv americana fatta di B-movie degli anni '50: frequenti, perciò, le tematiche horror (spesso Calvin si immagina trasformato in insetto, o semplicemente rimpicciolito come nel film "Tre millimetri al giorno"); non manca neppure il catastrofismo spettacolare di molti film d'azione, né il consueto filone "preistorico" con tanto di dinosauri feroci e –inutile dirlo- bramosi di carne umana. Tutto va bene, se basta a soddisfare quel bisogno di riscatto che porta alla vittoria – ma beninteso dopo una lotta intensa e cruenta, nella quale Calvin possa esprimere la sua vocazione all'eroismo.

Il suo alter-ego più ricorrente (oltre a Stupendoman, protagonista di altro tipo di avventure) è senz'altro quello dell'astronauta Spiff, definito "fearless" ("audace", come vuole la migliore tradizione del genere fantascientifico di serie B); Spiff, dotato di tuta spaziale e occhialoni a visiera, vola per lo spazio (si fa per dire) a bordo di un disco volante a sua misura. Spiff esplora mondi sconosciuti, visita pianeti misteriosi (tutti uguali, con paesaggio arido e desertico) dai nomi esotici ( Zok, Mok) e combatte alieni pressoché tutti uguali : sono infatti grossi e corpulenti esseri tentacolari e vermiformi, dotati di antenne e occhi disposti un po' a casaccio, e con grosse zanne minacciose. Non compaiono nè "grigi" nè "nordici", né alcuna tipologia riconducibile alla cultura ufologica, dunque, ma solo mostri cattivi e antipatici, che danno del filo da torcere al nostro Spiff, per poi soccombere.

Una volta Spiff viene fatto prigioniero dai "calamari spaziali" (alieni-scarafaggi con dentoni) e portato nella loro prigione sotteranea, dove viene interrogato con un'arma terribile: l'acqua e il sapone, che (lo scopriamo alla fine) la madre passa inavvertitamente sugli occhi di Calvin, mentre gli sta facendo il bagno serale.

Una irresistibile tavola di Watterson mostra invece una delle tante fantasie pazze di Calvin vagamente ispirata alla tematica dell'abduction: in una serie di vignette mute accostate in sintesi perfetta, vediamo il bambino letteralmente "risucchiato" dal suo letto e portato all'interno di un UFO, dove è rinchiuso in un cilindro pieno di un liquido verdognolo.

Davanti ad un Calvin prigioniero e terrorizzato, gli alieni (rappresentati come esseri filiformi con 3 occhi e un'antennina in testa) predispongono il loro diabolico piano: un robot fatto a sua immagine e somiglianza, che una volta introdotto in casa si prodiga subito nella esecuzione degli ordini superiori, quali saccheggiare il barattolo dei dolci, sfasciare l'abat-jour della stanza e buttare nei rifiuti i libri di scuola... un ottimo alibi per Calvin, che non creduto dalla mamma (chissà perché) viene messo in punizione e costretto a... rimirar le stelle dalla sua finestra .

Un'altra serie di vignette vede Calvin e la tigre Hobbes impegnati in una "scampagnata" su Marte: atterrati con una improbabile carriola volante, si aggirano per ampi spazi ricchi di crateri e rocce, in cerca di "vita marziana". Dopo aver fatto le boccacce alla "Viking" e aver spaventato un piccolo esemplare della fauna locale (più simile ad una medusa che ad un ET), i nostri astronauti decidono di far ritorno sulla Terra, per due motivi: primo, perché "dobbiamo ripulire il nostro pianeta prima di andare a sporcare i pianeti degli altri" e poi perché –come osserva pragmaticamente Hobbes- il tonno è finito.

Per le vostre segnalazioni: ellecroft68@yahoo.com


Disclaimer :*Il materiale qui pubblicato è copyright Universal Press Syndacate : la pubblicazione delle vignette è intesa a scopo di recensione, e non intende costituire violazione delle leggi internazionali sul copyright. In caso di contestazione, il materiale verrà rimosso dietro semplice richiesta.



Bibliografia:

- "Strani esseri di un altro pianeta!" ediz. Milano Libri

- "Tigrotto psicotico con istinto omicida" ; ediz. COMIX

- "L'indispensabile Calvin e Hobbes" ; ediz. Milano Libri

- "The days are just packed"

- " The Calvin and Hobbes Tenth Anniversary Book"





Torna all'Home Page