Colombo segreto: mago ebreo, ladro genovese, maestro templare
LA SCOPERTA DELL'AMERICA, UN COMPLOTTO GIUDEO TEMPLARE

E se Colombo l'America l'avesse solo riscoperta, grazie a certe carte geografiche segrete e rubate? Dietro l'esplorazione del Nuovo Mondo si cela un complotto ebraico o templare?

Romano Bassoli

Genova - Se ne è tornato a parlare a "Stargate" il 7 aprile scorso: e se la vicenda della scoperta dell'America celasse una serie di misteri? Presente in studio, il saggista Pietro Marino affermava che Colombo ben sapesse cosa stesse facendo, e che le sue fortune e sfortune dipendessero dal fatto che egli fosse il figlio segreto di papa Cybo...
Ma andiamo con ordine.
La storia di Cristoforo Colombo, alla scoperta dell'America, è vicenda assai nota. Essa aprì la strada alle orde distruttrici dei Conquistadores, alla ricerca di fantastici tesori. Meno conosciuto è invece il fatto che esista una nutrita letteratura sotterranea che rilegge in chiave esoterica e cospirazionista molti degli eventi che portarono alla scoperta del Nuovo Mondo.
Uno di questi libri, pressoché introvabile, è l'opera dello spagnolo Salvador de Madariaga, "Christophe Colombe", pubblicata nel 1968. Secondo questo studioso Cristoforo Colombo, o meglio Cristoforo Colon, era un ebreo deciso a ricostruire lo Stato di Israele in America, una terra della cui esistenza Colombo aveva già da tempo le prove.

IL PRESCELTO DI DIO

La prima prova giunge da uno scritto di un certo Fra' Juan Perez, un religioso che sosteneva che Colombo gli avrebbe detto di essere già stato nelle Indie Occidentali prima della scoperta ufficiale dell'America (1492), seguendo una rotta marittima rivelatagli da un marinaio sconosciuto. Secondo questi documenti Colombo, che la gente chiamava "Segnor Fabuloso" o "Signore Fantasioso", era un bizzarro sognatore, con fissazioni a sfondo sessuale e pagano. Il navigatore genovese era sicuro che il Paradiso terrestre, che le credenze dell'epoca situavano in Egitto o in Irlanda, si trovasse in realtà oltre oceano. "Colombo era convinto", ha dichiarato il saggista francese Robert Charroux, "che la Terra non era rotonda, ma a forma di pera con una protuberanza, su di un lato, somigliante ad un seno di donna. La punta di questo seno, situata nella zona equatoriale, era la parte del globo più vicina al cielo e Colombo pensava che là doveva trovarsi il Paradiso descritto nella Genesi. E credeva che esso potesse essere raggiunto solo per volontà divina". E Colombo riteneva di essere il prescelto di Dio!

LE MAPPE IMPOSSIBILI

Un'altra versione sostiene che Colombo avesse saputo dell'esistenza di un continente, oltre le mitiche colonne d'Ercole in Spagna, da alcune mappe geografiche "impossibili". simili alla carta di Piri Re'is, una mappa che rappresenta un vero controsenso storico in quanto, pur se risalente al 1500, mostra dettagliatamente le coste dell'Antartide, cartografate con precisione solo in questo secolo. Colombo avrebbe posseduto queste mappe, che la tradizione vuole opera di navigatori atlantidei e reperti scampato alla distruzione della biblioteca di Alessandria. Altri studiosi pensano invece che Colombo avesse intrapreso il proprio viaggio dopo essersi appropriato della carta del fisico e geografo fiorentino Paolo del Pezzo Toscanelli. Quest'ultimo, il 25 giugno 1474, aveva inviato al canonico portoghese Fernando Martins Roritz una carta geografica in cui aveva tracciato la rotta "per l'India, passando per l'Oceano Occidentale", con l'indicazione delle località, dei poli, della linea dell'equatore e delle distanze. "Potete intraprendere il viaggio verso Ovest", aveva scritto Toscanelli, "e giungere in queste regioni, che sono le più ricche di spezie, di gioielli e di pietre preziose". Carta e annotazioni erano destinate al re del Portogallo; secondo quanto riferisce lo studioso Victor Forbin ne "L'or dans le monde" Toscanelli aveva scoperto il Brasile, una terra effettivamente ricca, all'epoca, di oro e di preziosi.

LA SPEDIZIONE SEGRETA

Toscanelli ed i suoi colleghi marinai avrebbero dunque esplorato il Brasile prima di Colombo. Si erano poi ritirati a Madera, località ove, dal 1474, si trovava anche Colombo. Quest'ultimo, nel 1479, aveva convolato a giuste nozze con una certa Felipa Perestrello, figlia di uno dei timonieri di Toscanelli. Scoperte le carte nautiche segrete destinate al re, Colombo le avrebbe sottratte e, abbandonata la moglie, sarebbe fuggito da Madera con il figlio Diego. Il furto venne in seguito scoperto e denunciato e, come scrive Madariaga, "Colombo, costretto alla fuga, falsificò delle carte, in cui inventava una corrispondenza con Toscanelli. Quest'ultimo lo avrebbe autorizzato ad utilizzare le carte nautiche delle Americhe. Non era vero. Ma Toscanelli, essendo nel frattempo morto, non poteva smentire. Sono sicuro di quanto sostengo avendo rintracciato una lettera di re Giovanni II "al suo carissimo amico Christouon Colon", al quale assicura l'immunità qualora avesse deciso di tornare in Portogallo. Era chiaro che Colombo fosse un ladro. S'impossessò della mappa per andare nel Nuovo Mondo".

COLOMBO, L'EBREO

Charroux sostiene che Colombo fosse perfettamente a conoscenza delle terre impossibili raffigurate su alcune mappe eretiche: "Nel libro "Esmeraldo de Situ Orbio" aveva letto le teorie sulle Indie Occidentali di Duarte Pacheco Pereira, e poi la "Cosmologia" di Tolomeo, "Il libro delle meraviglie" di John Mandeville, gli scritti di Philippe de Beauvais in cui si affermava l'esistenza, al di là dell'oceano, di un nuovo mondo ancora sconosciuto. Ma soprattutto si era basato, essendo un ebreo, sul libro biblico di Ezdra per calcolare la larghezza del mare e sulle profezie del "Libro degli Ebrei" per prevedere la fine del mondo, che riteneva fissata per il 1656". Si trattava di teorie considerate altamente eretiche e molto pericolose dalla Chiesa, specie per un navigatore che intendeva ottenere l'appoggio di sovrani cattolici. Ricorderete senz'altro il processo che Colombo subì dall'Inquisizione nel celebre film "1492", ove il suo interprete Gérard Depardieu viene interrogato da un feroce religioso sulle validità delle mappe da lui studiate, validità basata sul fatto che i navigatori fossero cristiani e non ebrei o musulmani. Si tratta di un dato di fatto. Le opere di studiosi non cristiani non erano tollerate dalla Chiesa, che pertanto non avrebbe mai autorizzato una spedizione cattolica impostata su credenze "eretiche". Il Colombo ebreo è una figura assai poco conosciuta. "Si riteneva uno strumento del Signore", ha scritto Madariaga, "prescelto non soltanto per conquistare un mondo nuovo, fino a quel momento esistente solo nella sua fantasia, ma anche per contrapporsi a quel re e a quella regina che perseguitavano metà del suo popolo e si preparavano ad inviare l'altra metà in un disumano esilio. Rivolto ai suoi sovrani, scrisse un giorno: Con l'espulsione dei Giudei mi avete inviato in India, facendomi grande ammiraglio. Umiliando la mia razza, mi avete innalzato".

LA RISCOSSA DEL TEMPLARE

Dubito che Colombo giustificasse la propria impresa con i cattolicissimi re del Portogallo come riscatto per gli ebrei oppressi dalla Chiesa. In tal caso non solo non avrebbe mai avuto i finanziamenti, ma avrebbe rischiato di finire davanti al tribunale dell'Inquisizione. Ed ecco giungerci in aiuto Charroux, che, basandosi su un "Libro di profezie" scritto da Colombo e andato perduto, sostiene che questi avrebbe motivato il viaggio per le ricchezze delle Indie, che sarebbero servite per finanziare una nuova crociata e per ricostruire il Tempio di Gerusalemme. Intimamente, lo scopo di Colombo sarebbe stato "il riscatto della gente di Sion e la costituzione di uno stato di Israele in Palestina"; il possesso di Gerusalemme faceva però gola anche alla cristianità. Si trattava dunque di un ottimo pretesto per convincere i recalcitranti finanziatori. Ma secondo lo studioso francese Louis Charpentier c'era dell'altro. Dietro Colombo vi erano i templari. Questi avrebbero saputo dell'esistenza del Nuovo Mondo da alcuni missionari groenlandesi, sin dal XIIš secolo. Ciò non escluderebbe che dietro la riscoperta dell'America vi fosse dunque una congiura templare, per la rifondazione dell'Ordine, dopo la sua distruzione ufficiale nel 1307, a causa del re di Francia e della Chiesa. A favore di questa tesi esistono oggi molti testi che sostengono che il Congresso degli Stati Uniti d'America sia segretamente gestito da un governo ombra di origine templare, noto come gli Illuminati.
Quanto ci sia di vero in tutte queste storie è difficile stabilirlo. Per lo studioso francese Pierre Margry, Colombo sapeva dell'esistenza dell'America semplicemente perché Vincente Pinzon, uno dei suoi luogotenenti al comando di una caravella, sarebbe stato il secondo del vascello dell'esploratore Jean Cousin che nel 1488 - quattro anni prima del viaggio di Colombo - aveva scoperto il Brasile e doppiato il Capo di Buona Speranza. Martin, fratello di Vincente, avrebbe poi consultato nella biblioteca pontificia le carte geografiche dei missionari groenlandesi. E proprio a Roma avrebbe conosciuto Colombo.


COLOMBO, IL MAGO

Fra i molti misteri che si riferiscono a Cristoforo Colombo, uno riguarda la sua firma, che il navigatore era solito apporre entro un triangolo, circondata da strane sigle e scritte. Esse hanno acceso la fantasia degli studiosi di esoterismo. Secondo alcuni, le misteriose lettere all'interno del triangolo sarebbero una sorta di patto diabolico, un'invocazione al demonio Samael, protettore dei viaggi; per altri, l'intera figura rappresenta il sigillo di Salomone, un potentissimo pentacolo ebraico (e Colombo era un ebreo); secondo altri studiosi ancora, come l'ebraista americano J.R. Marcus e lo scrittore Don Armando Alvarez Pedros, si tratterebbe di un talismano a carattere religioso, di stampo cristiano. Cosa significhino quelle sigle è però un mistero. Gli esoteristi Maurice Privat e Joseph Hariz considerano Colombo un mago, e la sua firma sarebbe la prova della sua appartenenza all'Ordine del Tempio, di cui sarebbe stato il Gran Maestro. Lo proverebbero i due triangoli appuntiti, iscritti uno dentro l'altro. L'ultima riga, "xro ferens" sta per Christoferens, cioè "portatore di Cristo", ovvero Cristoforo. X, M e Y starebbero per Cristo, Maria e Gesù-Yussuf, parole di riconoscimento segrete dei terziari francescani. Secondo Privat Colombo avrebbe combattuto contro i mori a Grenada vestito col saio francescano (ma si tratta di un evento non documentato). I triangoli rappresenterebbero poi le piramidi egizie. Utilizzando la cabala, Privat osserva che la lettera S è ripetuta tre volte.
15 X 3 = 45, cioè 4 + 5 = 9, numero divino astratto. In aritmosofia, 45 esprime l'eredità, il mandato divino. "La missione templare", scrive Privat, "gli è stata assicurata per via ereditaria e Colombo esprime i suoi titoli con la lettera A, cioè "Io sono il primo del mio ordine". "Questa è l'opinione un po' stravagante di Privat", ha commentato Charroux, "tuttavia non priva di qualche curiosità. Non è impossibile che i templari siano estranei a questa storia, come pure gli ebrei. Non si può dimenticare che Colombo era un converso; egli "scoprì" l'America, divenuta la nuova terra di Sion". Hariz sostiene poi - ma qui inventa - che Colombo, durante il suo viaggio, "operò esorcismi e scongiuri. A seguito di una grande burrasca, sulle coste del Venezuela, indossò il mantello, cinse la spada, accese dei ceri benedetti e fendette l'aria ai quattro angoli. Forse grazie a questa cerimonia una gigantesca tromba d'aria passò tra le caravelle senza distruggerle".


COLOMBO IN LIBRERIA

Su Cristoforo Colombo e sugli aspetti storici ed esoterici di questo personaggio potete leggere:

J.J. Brody - Anasazi, Jaca Book.

R. Charroux - Civiltà perdute e misteriose, Mediterranee.

V. Forbin - L'or dans le monde, Edizioni Payot, Parigi.

S. de Madariaga - Christophe Colombe, Calmann-Lévy, Parigi.


LA TERRA OLTRE L'OCEANO

Non è proprio esatto che prima di Colombo non si sapesse dell'esistenza dell'America. Sembra ormai provato che spedizioni egiziane, fenice, vikinghe e groenlandesi abbiano raggiunto il Mondo Nuovo molto prima di Colombo. Il ricordo di questi viaggi era però andato in larga parte perduto, e i rari libri che ne accennavano lo facevano in termini oltremodo fantasiosi e ben poco credibili. C'erano poi molti sospetti sull'esistenza di terre a ovest dell'Atlantico. Non è sicuro se queste venissero identificate nelle Indie o in altre terre inesplorate. Di sicuro sappiamo che quando Colombo si trasferì con la moglie a Porto Santo, isoletta in prossimità di Madera, venne a sapere del ritrovamento di tronchi d'albero di specie sconosciute trasportate dalla corrente e persino di cadaveri di strani esseri umani "dal volto largo", presumibilmente peruviani.


STATI UNITI D'EUROPA

Cosa sarebbe successo se Colombo non avesse scoperto l'America? Molto probabilmente prima o poi vi sarebbe riuscito qualcun altro; ma, se ciò non fosse avvenuto, secondo i futurologi la vecchia Europa ci avrebbe mostrato oggi uno scenario ben diverso.

I Paesi colonizzatori, non potendosi arricchire con gli ori peruviani e la tratta degli schiavi, avrebbero vissuto una crisi economica fortissima, sfociata in una guerra sanguinosissima. Il rinato continente avrebbe gradatamente imparato a trarre forza dalle alleanze, ed oggi esisterebbero gli Stati Uniti d'Europa. In tal caso la guerra fredda sarebbe stata, negli anni Cinquanta, fra l'Occidente (nazista, secondo alcuni) e l'Unione Sovietica.

Quanto alle Americhe, i pellirosse avrebbero sviluppato una società gerarchica, militaresca e teocratica, mentre in Centro e Sudamerica i riti cruenti sarebbero stati abbandonati (magari dopo la comparsa di qualche sedicente messia portatore di pace) e sarebbe fiorito il commercio di spezie e lo scambio di ori con l'Occidente.