CONTINUA LO SCANDALO ENRON

Arthur Andersen, uno dei grandi nomi della consulenza aziendale e della revisione dei conti, va a processo lunedì di fronte alla Corte distrettuale di Houston, Texas. In gioco non c'è solo una possibile condanna per ostruzione della giustizia legata al crac della Enron, ma la stessa sopravvivenza della storica società multinazionale, fondata 89 anni fa.
Ad accusarla è il governo federale: il dipartimento della Giustizia vuole vedere Andersen condannata per ostruzione della giustizia, per aver passato al tritacarte i documenti sulla Enron dopo aver appreso che l'azienda - di cui era revisore dei conti - era sotto inchiesta per falso in bilancio. Un verdetto di colpevolezza sarebbe un colpo forse fatale per Andersen, che dopo il disastro Enron ha perso 250 clienti e ha dovuto licenziare 7.000 dipendenti.
Al processo si è arrivati per il fallimento, il mese scorso, della trattativa con il dipartimento della Giustizia per un accordo extragiudiziale, anche se un accordo di questo tipo rimane possibile prima della fine del processo, prevista per il 29 maggio.
Soprattutto, Andersen si trova di fronte un accusatore difficile da confutare: uno dei suoi stessi dirigenti, anzi l'ex capo dell'ufficio di Houston. Proprio quel David Duncan che si era rifiutato di testimoniare al Congresso sull'affare Enron, invocando il quinto emendamento della Costituzione, e che invece ora si è messo d'accordo con la pubblica accusa. Duncan, licenziato dalla Andersen e scaricato nel quadro di una strategia difensiva secondo la quale era lui l'ideatore della distruzione dei documenti, ha contrattaccato. Si è dichiarato colpevole di ostruzione della giustizia e ha cominciato a parlare con i procuratori, ma ha avuto in cambio l'immunità da qualunque futura indagine su Enron, anche se rischia il carcere per quella in corso.
Andersen punta a insistere con la strategia del "dipendente impazzito". Ma Duncan, dicono fonti vicine all'indagine, in aula farà nomi e circostanze precise. E il governo non ha finito di usare l'ex consulente come arma: Robert Mintz, avvocato penalista nel New Jersey ed ex procuratore federale, spiega che la sentenza contro Duncan "non sarà emessa fin quando non avrà testimoniato in tutti i processi nei quali il governo lo riterrà utile".
Dunque anche contro i numeri uno della Enron, Kenneth Lay e Jeffrey Skilling, e contro il capo della finanza aziendale Andrew Fastow. L'uomo che molti ritengono il vero artefice della contabilità oscura che ha portato in bancarotta la settima azienda degli Stati Uniti.