ERGASTOLO PER SPIA RUSSA
Robert Hanssen, l'ex agente dell'Fbi che ha venduto
segreti di stato Usa a Mosca in cambio di 1,4 milioni di dollari
(l'equivalente di oltre un milione e mezzo di euro) in contanti e diamanti, è
stato condannato venerdì all'ergastolo senza possibilità di rilascio sulla
parola.
La sentenza, pronunciata dal giudice Claude Hilton della corte distrettuale
di Alexandria, in Virginia, era parte di un accordo concluso con la difesa di
Hanssen la scorsa estate, al fine di evitare la pena di morte. La moglie di
Hanssen, Bonnie, potrà ricevere parte della pensione governativa del
marito.
Da parte sua, sempre in base all'accordo, Hanssen ha rivelato al governo
come ha passato a Mosca le identità di decine di russi che facevano
spionaggio per gli Stati Uniti, e i segreti di cui era a conoscenza,
compresi alcuni piani nucleari.
Hanssen è stato giudicato colpevole di 15 capi d'accusa di spionaggio e cospirazione per aver passato
informazioni segrete all'ex Unione Sovietica e successivamente alla Russia, lungo un periodo di 20 anni.
Il procuratore Paul McNulty, in un documento di nove pagine, ha annunciato la decisione del governo di
stipulare l'accordo raggiunto dopo diverse centinaia di ore di sedute con Hanssen, al termine delle quali
l'uomo si è dichiarato colpevole di spionaggio.
Non tutti sono convinti che in quelle 75 sedute Hanssen abbia detto tutto. Tuttavia, il governo non può
provare che i suoi vuoti di memoria siano un atto deliberato per aggirare l'accordo, che pertanto deve
essere onorato.
"Eccezionalmente grave" è il modo in cui le autorità Usa descrivono il danno compiuto da Hanssen
prima che venissero scoperte le sue attività. Anzi, alcuni esperti definiscono Hanssen la spia che ha
inferto più danni nella storia degli Stati Uniti.
Hanssen, per 25 anni nell'Fbi, è stato arrestato il 18 febbraio 2001 in un parcheggio della Virginia, colto
in flagrante mentre stava lasciando dei documenti per i russi. Amici e colleghi lo consideravano una
persona tranquilla, con una normale vita familiare.
Le informazioni passate dalla spia erano di estrema importanza, dato il suo ruolo chiave all'interno
dell'Fbi. Un suo superiore, David Major, ha dichiarato di non credere che Hanssen abbia agito per
denaro: "Forse era intrigato dal gioco", ha supposto.