Il computer? Fa la spia

L'ultimo trend tecnologico è il computer sensibile. La sbandierata rivoluzione tecnologica riguarda infatti il campo delle emozioni, finora ritenuta assolutamente out per le intelligenze artificiali.
La chiamano "informatica affettiva", un nome di fronte al quale solo un cuore di pietra può trattenersi dal ridere. Non solo più intelligente dell'uomo, ma addirittura più introspettivo del più penetrante psicologo, il "tenerone" tecnologico sarebbe capace di leggerci in fondo all'anima e di capire dalle espressioni del nostro volto, le emozioni e addirittura i sentimenti che staremmo provando. Per penetrare nei meandri più profondi della nostra anima, per strapparci quei segreti che spesso non vogliamo svelare agli altri ma che, soprattutto, vogliamo nascondere a noi stessi, un gruppo di scienziati californiani, capeggiati da uno psicologo, ha catalogato più di centomila volti in azione campionando ogni singolo movimento dei muscoli facciali: corrugamenti della fronte, piega del labbro, battito di palpebre e quant'altro. Il tutto al ritmo di trenta immagini digitali al secondo, immesse in un software che compone, a sua volta, un database di espressioni classificate in quarantaquattro categorie di sentimenti: sorpresa, disgusto, imbarazzo, felicità, eccetera.
Chissà se ci sta pure la "subornazione" si sarebbe chiesto l'indimenticabile Massimo Troisi, e se ci sta che faccia avra mai? Qualcuno ha gridato al miracolo tecnologico immaginando di poter liquidare finalmente quel noioso superpagato del suo psicanalista e sostituirlo con una macchina ancor più diabolicamente indiscreta, nonché incapace di errore umano. Altri temono oscure applicazioni di questo mostro dai cento occhi che finirebbe col sapere di noi di tutto e di più. Realizzando l'incubo orwelliano del controllo totale dei nostri pensieri e dei nostri desideri. Un Echelon che non ci molla mai: sempre pronto a catturare le nostre emozioni: davanti a una vetrina, al supermercato, quando mentiamo al capufficio, o ci guardiamo allo specchio in ascensore, mentre pensiamo alla donna che ancora non abbiamo scoperto di amare. Improvvisamente l'oscuro oggetto del nostro desiderio apparirebbe chiaro e trasparente al guardone hi-tech restando, in compenso, oscurissimo per noi.
Tranquilli. Entusiasmi ed allarmi sembrano entrambi fuori luogo. Per il semplice fatto che le emozioni non sono dati biologici ma culturali. Uno stesso movimento può esprimere passione in una cultura e disgusto in un'altra. Se si eliminano il significato, e il valore, che ciascuna attribuisce a questa o a quella espressione del volto tutto si riduce a un drizzarsi di peli, o a una sudorazione eccessiva. Nel migliore dei casi a una vampata di rossore. Diciamo la verità, più che affettiva questa informatica sembra imbarazzante. Forse più del Grande fratello.

da Il Mattino del 16-5-02.