STONEHENGE

"Gli scienziati dell'Istituto di Astrofisica Smithsoniano affermano

trattarsi di un remoto osservatorio astronomico. A questo punto tutte le

ipotesi potrebbero essere degne di considerazione, anche quella del 'punto di

segnalazione' per remoti esseri spaziali in metodica visita sul pianeta".

Cosi' si e' espresso lo studioso Valentino Compassi a proposito di

Stonehenge, il piu' noto monumento megalitico del mondo, probabilmente il

piu' visitato e sicuramente il piu' misterioso. Esso si trova nel cuore

dell'Inghilterra meridionale, immerso nella campagna del Wiltshire, una zona

particolarmente ricca di siti megalitici, enormi pietre a volte informi, a

volte squadrate che le antiche culture nord europee erigevano per scopi non

ancora del tutto chiari. Questi antichi monumenti (forse i piu' antichi del

mondo) si trovano isolati nella campagna, allineati in interminabili file,

come a Carnac in Bretagna o disposti a cerchio come a Stonehenge. I popoli

che li hanno eretti migliaia di anni fa non hanno lasciato testimonianze

scritte e solo l'archeologia moderna consente in parte di far luce su questo

mistero.

La costruzione di Stonehenge (parola che significa le pietre sospese) e'

avvenuta, secondo gli archeologi britannici in varie fasi.

La prima Stonehenge fu costruita intorno al 3500 a. C da una comunita' di

pastori seminomadi dediti anche all'agricoltura che, probabilmente per

motivi religiosi, realizzarono un argine circolare con un fossato e

scavarono intorno al perimetro una cinquantina di buche ancora visibili

chiamate Aubrey Holes.

Appena fuori dall'entrata di questo complesso venne eretta anche la prima

pietra verticale, la Heel Stone. Un paio di secoli dopo venne tracciato un

viale tra due argini per collegare il sito con il fiume Avon (distante circa

tre chilometri). Dalle Prescelly Mountains (nel nord del Galles) furono

quindi trasportati ottanta massi di turchese dapprima per via marittima poi

per via fluviale a bordo di enormi zattere. I blocchi furono poi trascinati,

facendoli scorrere su rulli (e non trasportati per magia, come sostiene una

certa letteratura di parte) per tutto il viale che conduceva a Stonehenge

dove vennero eretti a formare due cerchi concentrici. A quest'opera titanica

ne fece seguito a breve distanza un'altra. I massi di turchese furono

infatti rimossi per far posto ad altri enormi blocchi di pietra, pesanti

circa 25 tonnellate, trasportati dal nord del Wiltshire. Questi nuovi

blocchi di pietra, che sono quelli attualmente visibili nel complesso,

vennero sistemati collocando una pietra orizzontale a mo' di architrave

sopra due pietre verticali e dando cosi' origine ai triliti (cosi'chiamati perche' composti da tre pietre). I triliti vennero disposti a

formare esternamente un cerchio e internamente un ferro di cavallo,

disposizione ancora oggi riconoscibile.

Circa 1500 anni dopo la prima costruzione, Stonehenge subi' altre modifiche.

I massi di turchese furono ricollocati, ma all'interno del cerchio di pietre

e nello stesso periodo di fronte a uno dei triliti venne posta quella che

oggi e' conosciuta come la Pietra dell'Altare, un grosso masso di arenaria

verde proveniente dal Galles, sulla quale, secondo l'archeologo milanese

Enzo Valli, sarebbe raffigurata una mappa celeste invisibile ad occhio nudo.

Gli studiosi sono concordi nell'affermare che Stonehenge venne abbandonato

circa tremila anni fa.

Perso il ricordo della civilta' che lo aveva realizzato il monumento

cominci0' a decadere inesorabilmente e lo scopo per cui era stato costruito

divenne un vero e proprio enigma. Conosciuto dal popolo dei Sassoni (furono

loro a chiamarlo Stonehenge) e descritto in alcune cronache medievali, il

complesso megalitico venne tuttavia riscoperto soltanto nel XVII secolo,

quando re Giacomo I, durante un soggiorno nell'attuale Wiltshire fu

incuriosito da quel gruppo di pietre che, si diceva, erano li' fin dalla

notte dei tempi. Il sovrano diede incarico a un noto architetto dell'epoca,

Inigo Jones, di scoprire l'origine di quel complesso. Jones svolse numerose

e lunghe ricerche e giunse alla conclusione (errata) che si trattava di un

tempio romano risalente al 79 d.C.

Da allora le possibili spiegazioni sullo scopo e la destinazione del

complesso megalitico si sono succedute una dopo l'altra. Si avanzo'

l'ipotesi che si potesse trattare di un luogo sacro ai druidi e qualcuno

affermo' addirittura che sulla Pietra della Altare si sarebbero svolti dei

sacrifici umani. Ma questa ipotesi venne poi abbandonata per far posto a

teorie basate su fatti piu' concreti: una di queste teorie parte dalla

scoperta negli Aubrey Holes dei resti di defunti cremati. Dal momento che,

come si e' potuto constatare, il sole di mezza estate (periodo da sempre

carico di simbolismo religioso) sorge tra la Heel Stone e un'altra pietra

oggi non piu' visibile, si e' ipotizzato che forse i primi costruttori di

Stonehenge intendevano esporre i popri morti al sole dispensatore della vita

e che quindi la prima funzione del luogo era legata ai riti funerari.

Per Joni Michell, scrittore e ricercatore inglese, i megaliti di Stonehenge

sarebbero un tempio cosmico dedicato alle dodici divinita' dello zodiaco che

rappresenterebbe cosi' la cosmologia ideale, ovvero la perfetta e completa

immagine dell'universo.

Quello che e' certo e' che i costruttori di Stonehenge non erano degli

sprovveduti, ma possedevano notevoli conoscenze e una grande abilita', il

che ha spinto diversi ricercatori a sospettare un intervento extraterrestre.

Agli inizi del Novecento l'astronomo e scienziato inglese Sir Norman

Lockyer, direttore del Laboratorio di Fisica Solare (e fondatore della

rivista Nature) pubblico' un'opera intitolata 'Stonehenge e altri megaliti

in Inghilterra', affermando che molti cerchi megalitici inglesi erano

curiosamente orientati nella direzione del Sole e di altre stelle

(curiosamente molti 'cerchi nel grano' comparsi nella zona sembrano

orientati in direzione dei megaliti). Lokyer si era gia' dedicato allo

studio degli allineamenti astronomici nei monumenti antichi e in

particolare aveva condotto ricerche sulle piramidi egizie, anch'esse

orientate con il sole.

Il libro dello scienziato inglese conteneva in realta' molte imprecisioni ma

spiano' la strada ad altri ricercatori che si cimentarono in quella

disciplina relativamente recente che viene chiamata astroarcheologia

(sinonimo di fantarcheologia. La prima e' pero' piu' legata alle possibili

relazioni con le stelle; la seconda include qualsiasi elemento fantastico,

compresa la supposta esistenza di giganti e di civilta' atlantidee). Tra

questi il dottor Alexander Thom, professore di Ingegneria all'Universita'

di Oxford che, nel 1930 comincio' una minuziosa indagine visitando tutti i

siti megalitici inglesi ed effettuando meticolose misurazioni topografiche.

Le sue sconcertanti conclusioni furono pubblicate solo nel 1967: secondo

Thom, che visito' 600 siti megalitici, i cerchi di pietra erano stati tutti

progettati con criteri geometrici ed erano stati orientati in senso

astronomico con una precisione incredibile.

Alle stesse conclusioni giunse anche Gerald Hawkins, professore di

astronomia presso l'universita' di Boston che pero' si spinse ancora piu'

in la', sviluppando negli anni Sessanta una teoria affascinante basata su

rigorosi calcoli matematici. Secondo Hawkins Stonehenge era un

sofisticatissimo strumento per osservare il cielo. Una sorta di

osservatorio che poteva servire anche per eseguire calcoli astronomici. In

pratica un computer di pietra.

Con l'aiuto di un moderno calcolatore, Hawkins decodifico' la posizione

della luna, del sole e delle stelle come dovevano essere nel 1500 a. C.

mettendo in relazione la posizione di alcuni massi con il sorgere del sole

a meta' inverno o con i tramonti della luna. Non solo, riusci' anche a

dimostrare che i megaliti di Stonehenge potevano essere utilizzati per

prevedere le eclissi lunari e solari.

Per quanto inizialmente contestata, la teoria di Hawkins fece molti

proseliti. Il professor Richard Atkinson dell'Universita' di Cardiff in un

primo tempo sottovaluto' le scoperte del collega di Boston, liquidandole

come fantasie, ma in seguito cambio' idea arrivando ad ammettere che la

divergenza tra gli archeologi nasceva dal fatto che era difficile accettare

l'idea che in pieno Neolitico una civilta' in Europa possedesse conoscenze

astronomiche e matematiche cosi' profonde. A quell'epoca infatti, secondo

quello che si legge nei libri di storia, solo in Medioriente esistevano

civilta' abbastanza evolute, prima fra tutte quella egizia. L'Europa avrebbe

dovuto essere ancora in uno stadio molto vicino alla barbarie...

Nel 1976 il dottor Euan MacKie, dell'Hunterian Museum di Glasgow scopri'

presso Durrington Walls, un sito preistorico vicino a Stonehenge, tracce di

un insediamento vecchio di 4500 anni che attesterebbe la presenza di uomini

organizzati in una societa' piu' evoluta di quelle del resto della regione.

Una societa' di uomini che potrebbero essere i costruttori dei megaliti.

Dunque, contrariamente a quanto si pensa la Civilta' non e' originaria

dell'area mediorientale, ma si e' evoluta indipendentemente in varie

regioni del globo?

Per alcuni e' possibile. Come e' anche possibile che la capacita' di

realizzare opere cosi' imponenti e sofisticate sia stata il frutto del

genio di un singolo (e non degli extraterrestri). In tempi recenti alcuni

archeologi sostengono di aver risolto il mistero dello spostamento da

monte a valle dei giganteschi monoliti. Le pietre sarebbero state

trasportate da un ghiacciaio in fase di scioglimento, e gli abitanti del

posto non avrebbero dovuto far altro che innalzare quei lastroni "piovuti

dal cielo". Resta comunque il mistero di come facessero i costruttori di

megaliti a tramandare le loro conoscenze architettoniche e astronomiche

senza utilizzare la scrittura. A questo proposito Richard Atkinson ipotizza

che le nozioni astronomiche e matematiche venissero tramandate oralmente. E

qui entrano in gioco i Druidi che, secondo quanto ci riferisce anche Giulio

Cesare (giunto in Britannia 1500 anni dopo l'ultima costruzione di

Stonehenge) avevano notevoli capacita' mnemoniche che utilizzavano per

trasferire oralmente ai propri discepoli il loro patrimonio di conoscenze

evitando cosi' che esso cadesse nelle mani del volgo. L'ipotesi che i Druidi

potessero essere gli eredi degli antichi costruttori di megaliti avrebbe

quindi tutto sommato un fondamento. Nel 1833 vide la luce a Londra l'Antico

Ordine Unito dei Druidi, una sorta di massoneria che tra i vari rituali

comprendeva periodiche visite a Stonehenge per celebrare il giorno del

solstizio d'estate. Il legame tra questo ordine e gli antichi Druidi e'

praticamente inesistente ma ha contribuito a radicare nell'opinione pubblica

l'associazione spontanea Stonehenge=Druidi. Fino al 1985 la cerimonia di

mezza estate ebbe luogo ogni anno. Il rituale veniva officiato nella piana

di Stonehenge dai confratelli dell'ordine rigorosamente vestiti di bianco

che sfilavano tra i megaliti suonando arpe e trombe cantando e bruciando

dell'incenso. Culmine della celebrazione era l'omaggio alla Heel Stone. La

cerimonia fu in seguito proibita dalle autorita' per evitare che il

monumento subisse danni.

In ogni caso quele che sia lo scopo originario della struttura megalitica

di Stonehenge, tutti sono concordi nell'affermare che essa emana una

suggestione a cui e' molto difficile sottrarsi. In tempi neanche tanto

lontani si pensava che i megaliti avessero addirittura dei poteri di

guarigione e che potessero favorire la fertilita'. Il che significa che,

almeno nell'inconscio popolare, Stonehenge e' un luogo davvero speciale.