Vacation  08 / 2001

Abruzzo

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SCANNO


Fu Edward Lear il primo a scoprire la bellezza nascosta dell’antico borgo di SCANNO dove il turista è un ospite 


Fu Edward Lear, umorista e pittore inglese, uno dei primi stranieri ad arrivare a Scanno durante un avventuroso viaggio in Italia fatto più di cent’anni fa. Era il 1875. Lear ne restò affascinato. Scriverà poi nel suo   "Viaggio attraverso i tre Abruzzi" di avere incontrato proprio qui, nel

borgo antico che sorge a ridosso del lago, le “ donne più belle dell’Italia centrale ”. E dopo Lear fu Anthony Rhodes, un altro scrittore inglese, a parlare di Scanno come la “ patria delle belle donne ”. Nessuno mai è riuscito a spiegare questo particolare feeling degli stranieri per Scanno  ( alcune immagini del paese scattate dal fotografo francese Henry Cartier Bresson sono esposte nei musei d’Arte Moderna di Parigi e New York ). Gli stranieri sono tornati anche quest’anno: Inglesi, ovviamente, ma anche tedeschi, danesi, francesi. Salendo per le gole del Sagittario, dove D’Annunzio ambientò la sua “ Fiaccola sotto il moggio”, ne abbiamo incrociato un gruppo che ridiscendeva verso Anversa in bicicletta. « Danesi, ha spiegato poi il proprietario di una pensione, venivano da

Pescasseroli. Da noi si sono fermati due giorni. Sono ripartiti stamattina. Per tutto il mese di luglio di stranieri in giro ne abbiamo visti parecchi ». Forse serve a poco stupirsi se si considera che una delle più complete pubblicazioni su Scanno (origini, storia, tradizioni), è di Gaither Stewart, un altro     inglese. «Vengono da noi,  dice il sindaco Eustachio Gentile,  perché restano affascinati dai luoghi. Un fascino che emana     da una tradizione che si tramanda dà secoli. Qui offriamo al   turista qualcosa di diverso dal solito. Ci sono le montagne,      è vero, lo splendido spettacolo del lago, delle gole, della  strada scavata nella roccia. Ma non è soltanto quello. Da noi c’è storia, tradizione, cultura». Un paese discreto. I turisti,"forestieri" come li chiamano qui, sono ormai diecimila. Ma la loro è una presenza discreta. Dice Gentile: « Ce ne accorgiamo dalla nettezza urbana. Il Comune paga lo smaltimento dei rifiuti a peso. Basta farsi un po’ di conti e puoi risalire   al numero dei turisti. Certo, i servizi rischiano   di scoppiare, ma noi riusciamo a fronteggiare l’emergenza    dei mesi estivi ». Di Scanno Gentile   parla con orgoglio: « Questo paese è stato il primo in Abruzzo, cinquant’anni fa,     a lanciare

l’azionariato popolare per la realizzazione della seggiovia che oggi è tornata a funzionare grazie all’impegno di 52 operatori economici che hanno sborsato di tasca propria dodici miliardi di lire. Questo paese ha saputo realizzare in proprio un buon sistema ricettivo: i proprietari dei 20 alberghi della zona sono tutti di Scanno. Teniamo molto a questa nostra caratteristica. Noi facciamo la nostra parte. Tocca al potere pubblico fare la propria». Il cartellone estivo è un misto di tradizione, cultura, modernità. E’ stato realizzato insieme al Comune di Villalago. Come dire che l’unione fa la forza che in questo caso significa una scelta più ampia e variegata. Il clou è rappresentato dalla rievocazione del "Catenaccio" ( Ju Catenacce )  I turisti si dilettano col lago che è balneabile, le gite in barca, la pesca; le escursioni sulla Montagna Grande o sul Monte Genzana. Ci sono 124 chilometri di sentieri attrezzati. Si può anche salire in seggiovia e ridiscendere a piedi. Quello che manca è un più stretto legame col Parco d’Abruzzo di cui

Scanno fa parte. L’offerta turistica sarebbe più articolata. Ma gli albergatori sono soddisfatti lo stesso: «Stiamo riparando i guasti  di   un inverno disastroso ­ dice Dante Tarullo proprietario del "Margherita"-luglio non è andato male.

Speriamo che agosto mantenga le aspettative». A Scanno,Il "catenaccio", che rivive ogni anno alla vigilia di Ferragosto nel centro storico , richiama ancora tanta gente nell’antico borgo, non altro perchè questa  rievocazione di un corteo nuziale fa parte della tradizione popolare scannense.   Il "catenaccio" si forma nella casa dello sposo subito dopo l’arrivo della sposa, l’avvio dei festeggiamenti e l’offerta agli invitati dei "mostacciuoli", i "frutticielli" e, da ultimi, i confetti.    Il  corteo ha inizio prima della "ventun’ora". Ad aprirlo è la sposa, che, avanza sotto braccio al padre, poi viene lo sposo che ‘ porta "la suocera". Seguono i genitori dello sposo, poi tutti gli altri invitati. Il matrimonio è celebrato con un rito molto semplice. Il corteo poi riprende, fino a completare la "ciambella" ossia il giro del paese, mentre dalle finestre piovono nugoli di confetti e monete. E' questa la famosa "sciarra", con cui si augura  prosperità e benessere alla coppia. La "diversità" di Scanno resiste alle spiegazioni. C’è chi dice che le sue origini risalgono  a gente nomade venuta dall’Est, come parrebbe dal copricapo del costume delle donne, da alcune parole orientali del dialetto, dalla" reclusione" di sette giorni di moglie e marito dopo il matrimonio, dalle vedove che portano

il lutto per tutta la vita e dalle donne sedute con le gambe incrociate a  terra. « Abitudini strane e durature (dice Gaither Stewart) per una   piccola città nel mezzo delle montagne abruzzesi e per una gente le cui origini si sono perse nel tempo». Come dire che il mistero del piccolo e affascinante borgo d’Abruzzo è destinato a durare, intatto, ancora per

molto molto tempo ancora. Io ci sono stato e vi invito a visitare questo luogo incantevole almeno una volta se vi trovaste a passare dalle nostre parti qui in Abruzzo  

  

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