Fu
Edward
Lear il primo a scoprire la bellezza
nascosta dell’antico
borgo
di
SCANNO
dove
il turista è un ospite
Fu
Edward Lear, umorista e pittore inglese, uno dei
primi stranieri ad arrivare a Scanno durante un
avventuroso viaggio in Italia fatto più di
cent’anni fa. Era il 1875. Lear ne restò
affascinato. Scriverà poi nel suo "Viaggio attraverso i tre Abruzzi" di avere
incontrato proprio qui, nel
borgo antico che sorge
a ridosso del lago, le “ donne più belle
dell’Italia centrale ”. E dopo Lear fu Anthony
Rhodes, un altro scrittore inglese, a parlare di
Scanno come la “ patria delle belle donne ”.
Nessuno mai è riuscito a spiegare questo
particolare feeling degli stranieri per
Scanno ( alcune immagini del paese scattate
dal fotografo francese Henry Cartier Bresson sono
esposte nei musei d’Arte Moderna di Parigi e New
York ). Gli stranieri sono tornati anche
quest’anno: Inglesi, ovviamente, ma anche
tedeschi, danesi, francesi. Salendo per le gole
del Sagittario, dove D’Annunzio ambientò la sua
“ Fiaccola sotto il moggio”, ne abbiamo
incrociato un gruppo che ridiscendeva verso
Anversa in bicicletta. « Danesi, ha spiegato poi
il proprietario di una pensione, venivano da
Pescasseroli. Da noi si sono fermati due giorni.
Sono ripartiti stamattina. Per tutto il mese di
luglio di stranieri in giro ne abbiamo visti
parecchi ». Forse serve a poco stupirsi se si
considera che una delle più complete
pubblicazioni su Scanno (origini, storia,
tradizioni), è di Gaither Stewart, un altro
inglese. «Vengono da noi, dice il sindaco
Eustachio Gentile, perché restano affascinati dai
luoghi. Un fascino che emana da una tradizione che
si tramanda dà secoli. Qui offriamo al
turista
qualcosa di diverso dal solito. Ci sono le
montagne, è vero, lo splendido
spettacolo del lago, delle gole, della
strada
scavata nella roccia. Ma non è soltanto quello.
Da noi c’è storia, tradizione, cultura». Un
paese discreto. I turisti,"forestieri" come
li chiamano qui, sono ormai diecimila. Ma la loro
è una presenza discreta. Dice Gentile:
« Ce ne accorgiamo dalla nettezza urbana. Il
Comune paga lo smaltimento dei rifiuti a peso.
Basta farsi un po’ di conti e puoi risalire
al numero dei turisti. Certo, i servizi
rischiano di scoppiare, ma noi riusciamo a
fronteggiare l’emergenza
dei mesi estivi ». Di
Scanno Gentile parla con orgoglio: « Questo paese
è stato il primo in Abruzzo, cinquant’anni fa,
a lanciare
l’azionariato popolare per la
realizzazione della seggiovia che oggi è tornata
a funzionare grazie all’impegno di 52 operatori
economici che hanno sborsato di tasca propria
dodici miliardi di lire. Questo paese ha saputo
realizzare in proprio un buon sistema ricettivo: i
proprietari dei 20 alberghi della zona sono tutti
di Scanno. Teniamo molto a questa nostra
caratteristica. Noi facciamo la nostra parte.
Tocca al potere pubblico fare la propria». Il cartellone estivo è un misto di tradizione, cultura, modernità.
E’ stato realizzato insieme al Comune di
Villalago. Come dire che l’unione fa la forza
che in questo caso significa una scelta più ampia
e variegata. Il clou è rappresentato dalla
rievocazione del "Catenaccio" ( Ju Catenacce
) I
turisti si dilettano col lago che è balneabile,
le gite in barca, la pesca; le escursioni sulla
Montagna Grande o sul Monte Genzana. Ci sono 124
chilometri di sentieri
attrezzati.
Si può
anche
salire in seggiovia e ridiscendere a piedi. Quello che manca
è un più stretto legame col
Parco d’Abruzzo di
cui
Scanno fa parte. L’offerta turistica sarebbe
più articolata. Ma gli albergatori sono
soddisfatti lo stesso: «Stiamo riparando i
guasti di un inverno disastroso dice Dante Tarullo proprietario del
"Margherita"-luglio non è andato male.
Speriamo che agosto
mantenga le aspettative». A Scanno,Il
"catenaccio", che rivive ogni anno alla
vigilia di Ferragosto nel centro
storico ,
richiama ancora tanta gente nell’antico borgo,
non altro perchè questa rievocazione di un
corteo nuziale fa parte della tradizione popolare scannense. Il
"catenaccio" si forma nella casa dello sposo
subito dopo l’arrivo della sposa, l’avvio dei
festeggiamenti e l’offerta agli invitati dei "mostacciuoli",
i "frutticielli" e, da
ultimi, i confetti. Il
corteo ha inizio prima della "ventun’ora".
Ad aprirlo è la sposa, che, avanza sotto braccio
al padre, poi viene lo sposo che ‘ porta "la
suocera". Seguono i genitori dello sposo, poi tutti
gli altri invitati. Il matrimonio è celebrato con
un rito molto semplice. Il corteo poi riprende,
fino a completare la "ciambella" ossia
il giro del paese, mentre dalle finestre piovono
nugoli di confetti e monete. E' questa la famosa
"sciarra", con cui
si augura prosperità e benessere alla
coppia. La "diversità" di Scanno resiste alle
spiegazioni. C’è chi dice che le sue origini
risalgono a gente nomade venuta dall’Est,
come parrebbe dal copricapo del costume delle
donne, da alcune parole orientali del dialetto,
dalla" reclusione" di sette giorni di moglie
e marito dopo il matrimonio, dalle vedove che
portano
il lutto per tutta la vita e dalle donne
sedute con le gambe incrociate a
terra. «
Abitudini strane e durature (dice Gaither Stewart) per una piccola città nel mezzo delle montagne
abruzzesi e per una gente le cui origini si sono
perse nel tempo». Come dire che il mistero del
piccolo e affascinante borgo d’Abruzzo è
destinato a durare, intatto, ancora per
molto
molto tempo ancora. Io ci sono stato e vi invito a
visitare questo luogo incantevole almeno una volta
se vi trovaste a passare dalle nostre parti
qui
in Abruzzo
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