LE MURA DEI PAPI
parte III

lungo il Colle Gianicolo


~ pagina 2 ~


Da Porta San Pancrazio, chi si sente di fare una breve digressione di circa mezz'ora può attraversare la porta e seguire via Garibaldi: circa 180 metri a valle, la strada raggiunge la famosa Fontana Paola [rif. pianta h]: il nome le fu attribuito in onore di papa Paolo V, che la fece costruire sul luogo dove ha termine l'Aqua Traiana (acquedotto dell'imperatore Traiano).


la Fontana Paola
L'acquedotto era già qui dal 109 dC, fornendo a questo lato della città acqua potabile, che proviene da circa 25 km. a nord del colle. Come molti altri acquedotti antichi, anche l'Aqua Traiana era stata danneggiata dai Goti nel corso dell'assedio di Roma, nell'anno 576; dopo essere stata riparata e danneggiata diverse altre volte durante il medioevo, fu finalmente riattivata da Paolo V nei primi anni del XVII secolo; il fontanone fu realizzato nel 1612, ma l'ampia vasca fu aggiunta nel 1690.
In quegli anni era frequente far costruire fontane monumentali, dette mostre, al termine di acquedotti antichi riattivati: anche la famosa Fontana di Trevi, nel centro di Roma, è una di queste.

La Fontana Paola ha sul retro un piccolo giardino, con un minuscolo balcone che si affaccia sulla vasca di raccolta; il giardino, però, è spesso chiuso al pubblico.
Non perdetevi la meravigliosa vista sulla città dal balcone dirimpetto alla fontana.
A sinistra della balconata una rampa di scale conduce ad un vicolo un po' buio: in fondo alle scale, sul lato di sinistra, ci sono dei resti delle Mura Aureliane [rif. pianta i], ora parzialmente coperti dagli alberi e dalla vegetazione spontanea.



via Garibaldi, una volta passaggio delle Mura Aureliane

resti del muro di Aureliano

Continuate a seguire il vicolo, fino ad incrociare di nuovo via Garibaldi, che fa un gomito e scende a valle verso il Tevere, entrando nel popolare quartiere di Trastevere. Su ambo i lati della strada le costruzioni sono abbastanza antiche, e offrono un magnifico colpo d'occhio; all'interno, alcune di esse ancora celano frammenti delle Mura Aureliane, che una volta scendevano seguendo questa direzione.

Infine, all'incrocio, si raggiunge l'unico accesso del muro di Aureliano rimasto in piedi su questo lato del fiume: Porta Settimiana [rif. pianta 11]. Il nome probabilmente deriva dall'imperatore Settimio Severo, il quale tuttavia visse circa 75 anni prima che il muro fosse terminato; alcune fonti parlano di una proprietà imperiale, o di un arco dedicato all'imperatore, che si sarebbe trovato qui nei pressi, donde il nome della porta.
Papa Alessandro VI (tardo XV secolo), e più tardi Pio VI (tardo XVIII secolo), la ingrandirono facendogli assumere l'aspetto attuale, con merlature al di sopra dell'arco. Ai lati del passaggio si vedono i solchi dove il portone a saliscendi veniva fatto scorrere.
Sul lato di sinistra è un antico dipinto, così danneggiato dal tempo che il soggetto religioso che rappresenta si distingue a malapena. Un dipinto analogo, sul lato interno della porta, è del tutto scomparso.


Porta Settimiana

vicolo del Cedro dall'alto

Seguite questa strada tortuosa in salita per qualche metro; appena prima della curva a gomito a destra, noterete un cancello di ferro che dà accesso ad un'altra rampa di scale, decorata con le stazioni della Via Crucis. Queste scale salgono verso un interessante complesso: l'Accademia di Spagna e l'adiacente chiesa di San Pietro in Montorio [rif. pianta j].
Per risalire di nuovo il Gianicolo si segua la strada di fronte alla porta, via della Scala, che porta nel cuore di Trastevere. Ben presto si raggiunge uno slargo, piazza di Sant'Egidio (dal nome della chiesa); girate a destra, lungo vicolo del Cedro, che incrocia alcuni vicoli caratteristici alla base del colle, terminando con una rampa di scale. In cima a quest'ultime, vi troverete nuovamente su via Garibaldi.



vicolo del Leopardo
Il nome "Montorio" è una contrazione dal latino mons aureus ("monte d'oro"), con riferimento alla sabbia del Gianicolo, di colore ambrato.

veduta aerea di San Pietro in Montorio e dell'Accademia
di Spagna; si noti il tempietto nel cortile
Quando la chiesa fu fondata, nel IX secolo, questo sito era erroneamente ritenuto il luogo dove nel I secolo dC San Pietro aveva subìto la crocifissione; la leggenda era ancora viva nel XV secolo, quando San Pietro in Montorio fu ricostruito.
In un cortile sulla destra si visita il famoso Tempietto di Donato Bramante (1502), uno degli esemplari più notevoli di architettura rinascimentale. Il punto dove la croce del santo sarebbe stata piantata è chiaramente segnato da una pietra sul pavimento del tempietto.
Sul muro alle sue spalle è appesa una targa di pietra datata 1537: nell'iscrizione latina si legge che l'indulgenza plenaria viene garantita a chiunque visiti questo luogo ogni giorno, dalla domenica che precede la Pasqua fino all'ottavo giorno successivo a tale festività.

Si continui a seguire via Garibaldi alla Fontana Paola, ed infine a Porta San Pancrazio. Qui riprende di nuovo l'itinerario principale, con la strada che lentamente comincia a scendere.
Il tratto di mura che segue contorna i lati occidentale e meridionale di Villa Sciarra, una volta giardino privato della casa, e ora parco pubblico; fra due bastioni, un passaggio di servizio è stato lasciato aperto come ingresso secondario alla villa [rif. pianta k]: passando sotto lo stretto arco, sopra il quale campeggia un'ape dei Barberini, ci si rende conto della reale dimensione di queste mura: il loro spessore è impressionante.

Poco dopo il bastione seguente la strada si fa ripida, raggiungendo un terrazzino dal quale si gode di una bella vista sul quartiere sottostante. Si può scendere la rampa di scale, oppure seguire la strada, fino in fondo a via Aurelio Saffi, dove un breve tratto di mura ha lasciato il posto ad edifici recenti; ne ricompare un frammento appena prima dell'incrocio con viale Trastevere.

Villa Sciarra dal passaggio


Porta Portese: il mercato delle pulci più grande di Roma,
che prende il nome dalla porta, si tiene qui ogni domenica
Traversato l'ampio viale, sul lato opposto della strada il muro è di nuovo in vista, lungo via delle Mura Portuensi; quest'ultimo tratto è alquanto basso, a causa dell'innalzamento del piano stradale moderno. Dove la strada curva leggermente, guardando dal lato opposto alle mura si vede in lontananza la chiesa di Santa Sabina, in cima al colle Aventino.
Con un'ultima piega a destra, il muro raggiunge la più meridionale delle porte lungo il confine di Urbano VIII, Porta Portese [rif. pianta 12].
Il suo nome originale era Porta Portuensis, dalla via Portuensis: la strada conduceva a Portus, il principale porto della Roma imperiale, fondato nel 1 secolo dC dopo che la sabbia trasportata dal Tevere aveva un po' alla volta messo in secca il vecchio porto di Ostia (vedere la mappa degli ANTICHI DINTORNI DI ROMA).

Si noterà che lo stemma sopra la Porta Portese non ha api dei Barberini: Urbano VIII era morto poco prima che l'ultimo tratto di mura fosse ultimato, così il suo successore Innocenzo X, della famiglia Pamphili (a cui lo stemma appartiene), si prese il merito per la realizzazione di questa porta.
Anche il vecchio muro di Aureliano aveva una Porta Portuensis, ma questa sorgeva circa 750 metri più giù lungo via Portuensis, come mostra l'immagine a sinistra.
Porta Portese è quindi l'unica parte del muro di Urbano VIII che ridusse gli antichi confini anziché ampliarli. Ciò era dovuto ad un motivo strategico: sarebbe stato più agevole proteggere l'accesso alla città dal vicino Gianicolo che farlo dal punto dove si trovava la vecchia porta.

* * *

Porta Portuensis, in basso a destra, nel 1590;
il cerchio segna il punto dove ora sorge Porta Portese

Qui termina il giro delle mura dei papi.
Per raggiungere la linea di trasporto pubblico più vicina, si ritorni su viale Trastevere, da dove la linea tramviaria n.8 riporta verso il centro (largo di Torre Argentina, non lontano da piazza Venezia). Altrimenti si può attraversare Ponte Sublicio, presso Porta Portese, e camminare in linea retta lungo l'ampia via Marmorata per circa 800 metri: si raggiungerà Porta San Paolo e la Piramide di Caio Cestio, descritte nella sezione sulle Mura Aureliane presso la stazione "Piramide" della metropolitana (linea B).



torna all'INDICE GENERALE lungo il Colle Gianicolo - pag.1 torna all'INDICE DELLE MURA



[an error occurred while processing this directive]