Da Porta San Pancrazio, chi si sente di fare una breve digressione di circa mezz'ora può attraversare la porta
e seguire via Garibaldi: circa 180 metri a valle, la strada raggiunge la famosa
Fontana Paola [rif. pianta h]:
il nome le fu attribuito in onore di papa Paolo V, che la fece costruire sul luogo dove
ha termine l'Aqua Traiana (acquedotto dell'imperatore Traiano).
La Fontana Paola ha sul retro un piccolo giardino, con un minuscolo
balcone che si affaccia sulla vasca di raccolta; il giardino, però, è spesso chiuso al
pubblico.
Non perdetevi la meravigliosa vista sulla città dal balcone dirimpetto alla
fontana.
A sinistra della balconata una rampa di scale conduce ad un vicolo un po' buio:
in fondo alle scale, sul lato di sinistra, ci sono dei resti delle Mura Aureliane
[rif. pianta i], ora parzialmente
coperti dagli alberi e dalla vegetazione spontanea.
via Garibaldi, una volta passaggio delle Mura Aureliane |
|
resti del muro di Aureliano
Continuate a seguire il vicolo, fino ad incrociare di nuovo via Garibaldi, che fa un gomito
e scende a valle verso il Tevere, entrando nel popolare quartiere di Trastevere. Su ambo
i lati della strada le costruzioni sono abbastanza antiche, e offrono un magnifico
colpo d'occhio; all'interno, alcune di esse ancora celano frammenti delle Mura Aureliane, che una
volta scendevano seguendo questa direzione. |
Infine, all'incrocio, si raggiunge l'unico accesso del muro di Aureliano rimasto in piedi su
questo lato del fiume:
Porta Settimiana
[
rif. pianta 11].
Il nome probabilmente deriva dall'imperatore Settimio Severo, il quale tuttavia visse
circa 75 anni prima che il muro fosse terminato; alcune fonti parlano di una proprietà
imperiale, o di un arco dedicato all'imperatore, che si sarebbe trovato qui nei pressi,
donde il nome della porta.
Papa Alessandro VI (tardo XV secolo), e più tardi Pio VI (tardo XVIII secolo),
la ingrandirono facendogli assumere l'aspetto attuale, con merlature al di sopra dell'arco.
Ai lati del passaggio si vedono i solchi dove il portone a saliscendi veniva fatto scorrere.
Sul lato di sinistra è un antico dipinto, così danneggiato dal tempo che il soggetto
religioso che rappresenta si distingue a malapena. Un dipinto analogo, sul lato interno della
porta, è del tutto scomparso.
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Porta Settimiana |
vicolo del Cedro dall'alto
Seguite questa strada tortuosa in salita per qualche metro; appena prima della curva a gomito
a destra, noterete un cancello di ferro che dà accesso ad un'altra rampa di scale,
decorata con le stazioni della Via Crucis.
Queste scale salgono verso un interessante complesso: l'Accademia di Spagna e l'adiacente
chiesa di San Pietro in Montorio
[rif. pianta j]. |
Per risalire di nuovo il Gianicolo si segua la strada di fronte alla porta,
via della Scala, che porta nel cuore di Trastevere. Ben presto si raggiunge uno slargo,
piazza di Sant'Egidio (dal nome della chiesa); girate a destra, lungo vicolo del Cedro,
che incrocia alcuni vicoli caratteristici alla base del colle, terminando con una
rampa di scale. In cima a quest'ultime, vi troverete nuovamente su via Garibaldi.
vicolo del Leopardo
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Il nome "Montorio" è una contrazione dal latino
mons aureus ("monte d'oro"),
con riferimento alla sabbia del Gianicolo, di colore ambrato.
veduta aerea di San Pietro in Montorio e dell'Accademia
di Spagna; si noti il tempietto nel cortile |
Quando la chiesa fu fondata, nel IX secolo, questo sito era erroneamente ritenuto
il luogo dove nel I secolo dC San Pietro aveva subìto la crocifissione; la leggenda
era ancora viva nel XV secolo, quando San Pietro in Montorio fu ricostruito.
In un cortile sulla destra si visita il famoso Tempietto di Donato Bramante (1502),
uno degli esemplari più notevoli di architettura rinascimentale. Il punto dove la croce
del santo sarebbe stata piantata è chiaramente segnato da una pietra sul pavimento del tempietto.
Sul muro alle sue spalle è appesa una targa di pietra datata 1537: nell'iscrizione latina
si legge che l'indulgenza plenaria viene garantita a chiunque visiti questo luogo ogni giorno,
dalla domenica che precede la Pasqua fino all'ottavo giorno successivo a tale festività. |
Si continui a seguire via Garibaldi alla Fontana Paola, ed infine a Porta San Pancrazio.
Qui riprende di nuovo l'itinerario principale, con la strada che lentamente comincia a scendere.
Il tratto di mura che segue contorna i lati occidentale e meridionale di Villa Sciarra,
una volta giardino privato della casa, e ora parco pubblico; fra due bastioni, un passaggio
di servizio è stato lasciato aperto come ingresso secondario alla villa [rif. pianta k]:
passando sotto lo stretto arco, sopra il quale campeggia un'ape dei Barberini, ci si rende conto
della reale dimensione di queste mura: il loro spessore è impressionante.
Poco dopo il bastione seguente la strada si fa ripida, raggiungendo un terrazzino
dal quale si gode di una bella vista sul quartiere sottostante. Si può scendere la rampa di
scale, oppure seguire la strada, fino in fondo a via Aurelio Saffi, dove
un breve tratto di mura ha lasciato il posto ad edifici recenti; ne ricompare un frammento
appena prima dell'incrocio con viale Trastevere. |
Villa Sciarra dal passaggio |
Porta Portese: il mercato delle pulci più grande di Roma,
che prende il nome dalla porta, si tiene qui ogni domenica |
Traversato l'ampio viale, sul lato opposto della strada il muro è di nuovo in vista,
lungo via delle Mura Portuensi; quest'ultimo tratto è alquanto basso, a causa dell'innalzamento
del piano stradale moderno. Dove la strada curva leggermente, guardando dal lato opposto alle
mura si vede in lontananza la chiesa di Santa Sabina, in cima al colle Aventino.
Con un'ultima piega a destra, il muro raggiunge la più meridionale delle porte lungo il confine
di Urbano VIII, Porta Portese [ rif. pianta 12].
Il suo nome originale era Porta Portuensis, dalla via Portuensis: la strada conduceva a Portus,
il principale porto della Roma imperiale, fondato nel 1 secolo dC dopo che la sabbia
trasportata dal Tevere aveva un po' alla volta messo in secca il vecchio porto di Ostia
(vedere la mappa degli ANTICHI DINTORNI DI ROMA). |
Si noterà che lo stemma sopra la Porta Portese non ha api dei Barberini: Urbano VIII
era morto poco prima che l'ultimo tratto di mura fosse ultimato, così il suo successore
Innocenzo X, della famiglia Pamphili (a cui lo stemma appartiene), si prese il merito
per la realizzazione di questa porta.
Anche il vecchio muro di Aureliano aveva una Porta Portuensis, ma questa sorgeva circa 750 metri
più giù lungo via Portuensis, come mostra l'immagine a sinistra.
Porta Portese è quindi l'unica parte del muro di Urbano VIII che ridusse gli antichi
confini anziché ampliarli. Ciò era dovuto ad un motivo strategico: sarebbe stato più agevole proteggere
l'accesso alla città dal vicino Gianicolo che farlo dal punto dove si trovava la vecchia porta.
* * *
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Porta Portuensis, in basso a destra, nel 1590;
il cerchio segna il punto dove ora sorge Porta Portese |
Qui termina il giro delle mura dei papi.
Per raggiungere la linea di trasporto pubblico più vicina, si ritorni su viale Trastevere,
da dove la linea tramviaria n.8 riporta verso il centro (largo di Torre Argentina, non lontano
da piazza Venezia).
Altrimenti si può attraversare Ponte Sublicio, presso Porta Portese, e camminare
in linea retta lungo l'ampia via Marmorata per circa 800 metri: si raggiungerà
Porta San Paolo e la Piramide di Caio Cestio, descritte nella sezione sulle
Mura Aureliane
presso la stazione "Piramide" della metropolitana (linea B).
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