XIII. E se domani .......

 

La luce inondò d’improvviso il suo letto e Marco si ricordò, svegliandosi, di avere l’appuntamento di lì a poco. "Great Billy" detto GB, il computer di casa, gli augurò buon giorno, attenuò premurosamente la luce nella stanza e gli servì il caffè bollente sul comodino. Si alzò lentamente ancora intorpidito dal sonno e si tuffò nella doccia che GB gli aveva preparato come d’abitudine. Mentre l’acqua sapientemente diretta da GB gli solleticava il corpo, il box della doccia era pervaso dagli ologrammi prediletti di un’incursione in apnea nei fondali del Mar Rosso, che Marco aveva virtualmente vissuto qualche giorno prima. Dopo averlo sbarbato e profumato a dovere, il computer gli fornì gli abiti scelti con cura per l’incontro. Era molto importante mostrarsi in forma: quell’appuntamento di lavoro poteva esser la vera svolta nella sua vita. Alle dieci in punto si mise davanti allo schermo gigante del salone dove scorrevano le immagini delle stanze di gioco preferite. "Ora basta GB, portami alla Microsoft" - ordinò Marco mentre indossava il casco ed i guanti per gli incontri virtuali - "abbiamo altro da fare adesso". Dopo qualche istante comparve l’immagine nitida di Bill Gates seduto alla sua scrivania. Marco si alzò e gli andò virtualmente incontro stringendogli la mano. Nonostante l’età, Bill Gates era ancora pieno d’energia e la sua stretta era vigorosa ed amichevole. "Benvenuto alla Microsoft" - disse Bill - "sono felice che abbia accettato così presto di partecipare a quest’incontro." Marco replicò confusamente: l’emozione di trovarsi di fronte ad uno degli uomini più potenti della terra e di sentirsi elogiato così apertamente lo stupì al punto da impedirgli di recitare la replica di rito che GB aveva preparato per l’occasione. "Si sieda qui accanto a me" - proseguì Bill - "si metta a suo agio. Come lei sa, la Microsoft ha necessità di trovare cervelli in grado di portare a compimento il progetto Automa per la totale automazione di tutte le attività produttive della terra. Non le nascondo che abbiamo avuto grandi difficoltà a trovare quello che ci occorre, ma siamo sicuri che con lei otterremo l’aiuto decisivo". Marco si sentiva lievitare. Tutte le fatiche per raggiungere la laurea in informatica, gli studi di specializzazione sull’Intelligenza Artificiale, gli anni passati sui libri ed in laboratorio, tra lo scetticismo generale, a progettare e perfezionare quel gioiellino della tecnologia dell’I.A. che era GB, tutto ciò stava per avere finalmente il giusto compenso e proprio da quella persona che egli aveva più di ogni altra ammirato per la sua straordinaria capacità imprenditoriale. Si rilassò sprofondandosi nella poltrona virtuale dello studio di Bill Gates ed attese che egli proseguisse. - "Abbiamo pensato ad un emolumento intorno ai 500.000 dollari l’anno, oltre alle royalties sui brevetti che verranno creati durante il lavoro. Lo so che non è moltissimo ma la Microsoft per tradizione privilegia la partecipazione dei suoi membri al salario fisso". - Marco passò in rassegna rapidissimamente tutte le cose che avrebbe potuto acquistare con mezzo milione di dollari e si sentì profondamente appagato. Socchiuse gli occhi e fissò intensamente il suo interlocutore senza però lasciar trasparire i propri sentimenti, memore della lezione che gli aveva impartito GB. La segretaria scivolata silenziosamente nello studio gli aveva sottoposto il contratto che Marco firmò dopo avergli lanciato un’occhiata distratta. Bill Gates lo guardò sorridendo e aggiunse: "Lei è un giovanotto ragionevole. Sono contento che sia il suo agente. Per la mediazione stia tranquillo: la Microsoft sa essere generosa. Ricordi a GB che deve cominciare subito. Abbiamo proprio bisogno di lui".

Un tuffo d’agosto nelle acque dell’Antartide avrebbe avuto un effetto meno sconvolgente per Marco. Farfugliò qualcosa, ringraziò confusamente e si accomiatò interrompendo il collegamento. Un moto di ira salì violentemente dalle viscere e gli inondò il cervello. La casa era avvolta in un silenzio irreale. GB sembrava essersi volatilizzato. Si tolse il casco ed i guanti si alzò di scatto e, furibondo, gridò: "Maledetto ammasso di programmi bacati, cosa diavolo hai scritto nella mia E-mail alla Microsoft !?!"."

 

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Non crediate che l’epoca di questo racconto sia collocata in un futuro remoto: essa è già qui, molto più vicina di quanto non possiamo immaginare. Nelle aziende in ogni settore, i robot sono ormai in grado di svolgere tutte le mansioni di basso livello e buona parte di quelle di medio livello. Negli USA il re-engineering, ovvero la ristrutturazione dei livelli impiegatizi con l’introduzione di livelli più avanzati di automazione, ha già causato la perdita di 800.000 posti di lavoro ed altre centinaia di migliaia verranno aboliti in un prossimo futuro (44). Migliaia di qualifiche sono letteralmente scomparse e molte altre sono in via di esaurimento. Anche al livello di quadro e di dirigenti non si vivono sonni tranquilli: molte progettazioni oggi vengono eseguite quasi interamente dai computers con l’ausilio di pochi specializzatissimi tecnici umani. Solo la creatività sembra uno spazio ancora riservato pressoché esclusivamente agli esseri umani. Ma non è detto che il progresso prodigioso dell’intelligenza artificiale non possa invadere in breve anche questo campo.

Non è una prospettiva disastrosa, se si pensa che in breve saremo alleviati quasi del tutto dalla fatica del lavoro e potremo dedicarci ad attività creative, più consone alla natura umana della fatica fisica per la produzione. Un po’ come nell’antica Grecia, anche noi avremo gli schiavi che lavoreranno per renderci la vita confortevole e potremo dedicarci alla poesia, alla filosofia e all’arte. Le macchine saranno i nostri schiavi e che il Signore ci aiuti a non divenire dei padroni ottusi e crudeli. Occorrerà un nuovo patto sociale e nuovi criteri di distribuzione della ricchezza, affinché tutti possano trarre beneficio da questo straordinario progresso, ma questo è il nostro destino.

Nel processo di ristrutturazione totale del lavoro e della società, Internet svolge un ruolo decisivo. Lo sviluppo della comunicazione globale è solo all’inizio e compie balzi giganteschi, raddoppiando capacità ed utenti ogni anno. La costruzione del mercato globale è solo all’inizio ma già cominciano a vedersi i primi effetti sotto forma di riduzione delle tariffe e dei dazi. Le forme di organizzazione statale dovranno modificarsi radicalmente per adattarsi alla nuova situazione del mondo dell’economia. Dovremo essere tutti consapevoli della nuova realtà che ci impone la rete e le tecnologie dell’informazione per evitare di tradurre in tragedia quello che è il più grandi balzo in avanti che l’umanità abbia mai compiuto dalla scoperta della ruota.

Checché ne pensiate, con Internet il mondo non sarà mai più lo stesso. All’umanità è finalmente consentito di realizzare il sogno di una società in cui il lavoro non sia più una fatica necessaria alla sopravvivenza e possa divenire lo strumento per la realizzazione delle aspirazioni più profonde di ciascuno.

Sta a noi far sì che questo sogno non si trasformi in un incubo.

 

 

NOTE

 

(44) J. Rifkin, La fine del lavoro, Baldini & Castoldi, Mi, 1997

 

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