La vecchia Toponomastica di Pirano, così come pubblicata dal notiziario della "FAMEA PIRANESA" aderente all' "Unione degli Istriani"
"La Voce di San Giorgio" n° 132 - Luglio - Agosto 2002
UN GIRO TRA LE CONTRADE - Partendo dalla Punta
Via della Punta - Poiché Pirano si protende nel mare con un promontorio appuntito, Punta è chiamata quella parte della città che va dal Fortino alla Piazza XXX Ottobre (delle Erbe), e se un tempo corsero altre denominazioni rionali, oggi Pirano è divisa in due: Punta, la città antica e Marzana, la città moderna. La via della Punta univa la Piazza Portadomo (I° Maggio) alla via della Salute.
Androna dei Greci - Si apre in Via della Punta.
Campo e Via della Salute - Dal nome della Chiesa della Salute, protetta da un fortino del 1508, la Chiesa portava dapprima il nome di San Clemente; il nome della Salute le venne dato, probabilmente, dopo che Venezia ebbe eretto la famosa Chiesa della Salute (di Baldassarre Longhena sul Canal Grande), in omaggio alla Vergine per la liberazione dalla peste del 1638. La Chiesa di San Clemente, e da essa prendeva il suo nome precedentemente la Riva e la Calle, esisteva già nel 1200, come risulta da alcuni atti notarili, San Clemente Papa era invocato contro i danni provocati dal mare e dal vento, ben a ragione poteva avere una Chiesa a lui dedicata, in quel sito che è in balìa di tutti i venti.
Calle San Clemente - Dal Piazzale (Campo) della Salute a "Riva de Sora".
Piazzale Kandler - Già "TRIBIO" - da Giovanni Battista Kandler (1805 - 1872), triestino e, dall' 8 Luglio 1851 cittadino onorario piranese. Il Kandler mostrò sempre il suo interessamento per l' Istria, pubblicando un periodico che appunto intitolò "L' Istria" (1846 - 1852), miniera inesauribile di notizie sulla nostra Storia.
Calle di Porta Mugla - Da una delle antiche porte, MUGLA, probabilmente è contrazione del termine latino "lamuncula": piccola lama, acquitrino.
Calle Aquileia - Il nome ricorda il dominio dei Patriarchi di Aquileia su parte dell' Istria e quindi anche su Pirano. (nelle giornate chiare da Pirano si scorgono i campanili di Grado e di Aquileia).
Calle e Largo Rapicio - (la calle più stretta di Pirano) - Ricorda Giovanni Andrea Rapicio, vissuto dal 1533 al 1573, Vescovo di Trieste, autore del poema "Istria" pubblicato a Vienna nel 1556.
Calle Marciano - Questo nome ricorda Marciano, piranese, che divenne Patriarca di Grado nel 607 d.C. (è sepolto a Grado, nel sacello dedicato al Patriarca Elia, di lato all' altare maggiore del Duomo).
Via Sant' Ermacora - Discepolo di San Marco, diffuse il Cristianesimo nel primo secolo dopo Cristo. Predicò anche a Trieste a mezzo il secolo. Veramente la chiesetta a lui dedicata sorgeva presso le mura della terza cinta, là dove esse facevano porta, tra le due torri rimanenti, non lungi da quel ripiano dalla bella vista, che chiamiamo "Piazzetta".
Via Goina - (dal Portadomo a Calle Dandolo) - Famiglia delle più antiche; Giovanni Battista Goineo (1514 - 1570), medico, umanista, autore del libro: "De Vita Istriae", processato per Luteranesimo, riparò poi in Germania, dove morì.
Calle e Androna Andrea Dandolo - In memoria del primo Podestà veneziano dopo la dedizione di Pirano a Venezia.
Calle Storta - Una delle più antiche e caratteristiche vie della città.
Calle e Androna Febeo - Ricordava Ambrogio Febeo, umanista, professore di belle lettere a Capodistria; fu maestro di Andrea Rapicio (Vescovo di Trieste), che ne pianse la morte in un suo poemetto.
Calle e Androna Traversari - I Traversari erano fuggiti da Ravenna, scacciati dalla famiglia dei Da Polenta di Dantesca memoria. Il più noto di questa famiglia fu Luigi Traversari, umanista, nel 1443 professore di Teologia all' Università di Padova.
Sottoportico e Androna Cesare dell' Acqua - Noto pittore piranese che, nella casa soprastante (casa Bubba?) ebbe i natali. Fu il pittore preferito da Massimiliano d' Asburgo, i suoi dipinti ornano il Castello di Miramare a Trieste.
Calle De Castro - Una delle più note famiglie piranesi. Si ricordano Vincenzo, Bernardino e, soprattutto, Giovanni Battista che venne sepolto a San Francesco di Pirano, morto nel 1559, fu Capitano della Repubblica Veneta.
L' illustre Prof. Vincenzo De Castro (da: "La Voce di San Giorgio")
Via Vincenzo de Castro - Giornalista, poligrafo, poeta religioso e civile, educatore, morì a Milano. Fra le sue opere le "Gemme dell' Antico Testamento", "Guida allo studio della Letteratura classica", ecc.
Sottoportico e Androna Sardi - A questa famiglia appartenne Pietro Sardi , frate Minorita, vissuto nel secolo XV. Fu nel 1496 Vescovo di Lecce.
Piazza Portadomo - Così chiamata da una delle quattro "porte" della città. Vi aveva sede il vecchio Palazzo Civico, la "Domus". La cisterna è del 1776; due putti barocchi sostengono le gronde; le due statue, che rappresentano "La Forza" e "La Vigilanza" erano chiamate dal popolo "Adamo ed Eva".
Via e Largo Sant' Andrea - Dal nome della Chiesa della Dedizione a Venezia (26 Gennaio 1283), portante una vecchia epigrafe dettata dal Dott. Giuseppe Bubba. Ora - aggiunge il Pierobon - è ospedaletto per gli ammalati affetti da malattie infettive. (Era poi diventato alloggio per famiglie non abbienti - N.d.r.).
Calle e androna della Pusterla - Da "Posterula", piccola apertura nelle mura, per comodità di vita quotidiana, generalmente presso altre porte principali, o negli intervalli fra queste.
Calle e Androna Belvedere - Prima della costruzione di Miralonda si godeva una bella vista sul Golfo di Trieste.
Via e Calle di Luprica - Anche questa denominazione deriva dal Latino. (la vera del pozzo portava la data del 1485).
Il busto del Podestà Marini (da: "La Voce di San Giorgio")
Calle Marini - Giambattista Marini fu il Podestà Veneziano cui riuscì, nel 1630 di sedare le liti fra popolani e nobili. Gli fu eretto un busto, ora nell' atrio del Palazzo Comunale.
Via e Calle Vergerio - Deriva dal nome di Pier Paolo Vergerio il Seniore, nato nel 1370 a Capodistria e morto nel 1444 a Buda; fu uno dei grandi umanisti Italiani. Un altro Vergerio, suo omonimo fu Vescovo ed apostata.
Via San Marco - Il Santo Evangelista protettore della Serenissima aveva il suo nome in questa antica Via.
Calle San Massimiano - Tale Calle ricorda il nome del co - protettore San Massimiano da Vistro, nell' Agro Polese, Arcivescovo di Ravenna, morto nel 556 e santificato poco dopo.
Via del Castello - Il castello primitivo che nel IX° e X° secolo fu difesa contro Croati, Narentani, Saraceni, che infestavano il mare e che fu residenza del Burgravio, scacciato dal Libero Comune nel 1192; il Castello fu poi ricostruito durante la guerra fra Genovesi e Veneziani (ora al suo posto sorge il Duomo di San Giorgio - N.d.a.).
Calle della Madonnetta - Qui non c'entra la Chiesa della "Madonnetta", nome popolare della Chiesa (Oratorio) della Madonna della Neve. Si tratta della via che saliva dal Portadomo al Duomo di San Giorgio. Probabilmente il nome si riferisce ad una piccola ancona con l' immagine della Beata Vergine, posta forse sotto un portico.
Via Friuli - Friuli fu chiamata la parte della città ai piedi dell' altura del Castello e del Duomo.
Via del Telegrafo - Era questa la Via, dalla quale per una salita ad erti scalini si sboccava nella strada che conduce al Duomo, davanti ad una casetta che fu ancora, nel 1508, fortilizio, poi nel secolo XIX° telegrafo ottico e da ultimo luogo di segnalazioni ad uso dei naviganti.
Scala del Duomo - (Le scalèle) - Il Duomo primitivo fu costruito durante i secoli VI° e VII°. Ricostruito nel 1344, rimesso a nuovo nel 1637 e successivamente nel 1882. Il campanile, invece risale al 1608 - 1609, mentre i piloni vennero costruiti e rinforzati in varie date, cioè 1663; 1669; 1780 e 1812.
Via e Androna Santo Stefano - Dall' intitolazione della Chiesa antica, dove si stendevano atti notarili e dove il popolo nel 1270 limitò i diritti del Patriarca.
Calle Salvore - Ricorda la località sul promontorio a sud di Pirano, nelle cui acque venne combattuta la mitica battaglia contro il figlio di Federico Barbarossa. Ricordare Salvore, ai tempi dell' Austria era fare dell' Irredentismo e tale denominazione fu certo escogitata con questa intenzione.
Piazzale del Ghetto - Gli Ebrei, cui era riservato il "Ghetto" al tempo del Podestà Luca Dolfin, furono chiamati a tenere banco di pegno (1494). Vi restarono fino al 1694, anno in cui fu istituito il Monte di Pietà; alcuni Ebrei, dopo questo rimedio rivolto contro la loro usura, si fecero Cristiani; altri resarono nel loro confino, ma sempre in buoni rapporti con i Piranesi, tanto che più volte il Vescovo (per esempio nel 1714) si lagna con le autorità di Venezia della soverchia dimestichezza usata con i cittadini cristiani.
Via San Giacomo - L' Oratorio di San Giacomo, mediante una loggetta aperta, restava in comunicazione con il Palazzo Pubblico, dando la possibilità al Podestà di assistere giornalmente alla S. Messa.
Calle Porta Campo - Era una delle quattro porte della città, chiudendola entro le sue mura. Sopra quella Porta sorgeva la Cappella Civica di San Giacomo.
Androna Manolesso - Ricorda il nobiluomo Matteo Manolesso che fu per due volte Podestà di Pirano: nel 1291 furono gettate le fondamenta del Palazzo Comunale; nel 1301, assecondando il desiderio del fratello, Vescovo di Capodistria, mise la prima pietra della Chiesa di San Francesco, portando, come dice il Naldini, sulle proprie spalle tale pietra.
Via Colombani - Nobile famiglia che qui aveva la sua abitazione. Orazio de Colombani, vissuto nella seconda metà del XIX° secolo, fu poeta in vernacolo e lasciò parte delle sue poesie alla Biblioteca Civica. Morto nel 1929 il benemerito Podestà avv. Domenico Fragiacomo che qui abitava, gli subentrò nell' intitolazione della via.
Piazza XXX Ottobre - (Già Piazza del Mercato, volgarmente detta Piazza delle Erbe) - Giornata delle più memorabili, quella del 30 ottobre 1918. Sulla notizia dei fatti di Trieste, Pirano si ammantò tutta di Tricolore, un corteo inneggiò all' Italia, furono abbattute le insegne dell' Austria e, di sera, fu costituito un Comitato Nazionale. In questo punto si trovava più o meno il vecchio Municipio, poi ricostruito più vicino al Mandracchio, quì erano anche le prigioni, una pescheria, degli stallaggi, abitazioni, un magazzino per il sale e diversi negozi. Sempre in questo sito si trovava il posto di guardia per i Cursori Municipali.
Campo e Calle Tagliapietra - (volgarmente detto "Squero Vecio" per uno squero esistente fuori delle Mura) - Il nome deriva in origine dal mestiere degli scalpellini e di chi preparava le pietre del selciato. Ma qui sorge la casa paterna di Giovanni Tagliapietra (1813 - 1893), dottore in medicina a Trieste, fu poeta ispiratosi a Dante e cultore della buona musica. Fece parte della Guardia Nazionale a Trieste. Padre di Elisabetta Tagliapietra Cambon, nonno di Nella Doria Cambon, del pittore Glauco Cambon, del pianista e musicista Tagliapietra, professore al Liceo Musicale di Venezia.
Via Sebastiano Ziani - Prende il nome dal grande Doge del XII° secolo (1172 - 1198), sotto il cui governo fu combattuta la mitica battaglia di Salvore e che fortificò in Venezia il castello ducale e le chiese adiacenti di San Marco e San Todero.
Calle San Nicolò - Prese il nome della Chiesa eretta in onore del Santo protettore dei marinai, già esistente sul "Rato de San Nicolò". Secondo taluni, un sacello dedicato al Santo sorgeva nei pressi, in luogo del palazzo Barboio.
Largo Pescheria - Dal nome del mercato del pesce, con banchi in pietra all' aperto.
Riva San Giorgio - In onore di San Giorgio, Protettore della città, presso il luogo dell' apparizione del Santo a salvezza di Pirano.
Piazza di Porta Misana - Così era denominata una delle quattro porte della città (c.f.r. Porta Mediana).
Calle dei Fonteghi - Qui sorgevano gli antichi fondaci (magazzini), che servivano per l'ammasso del grano.
Via Delfin - Così denominata in ricordo di Luca Delfin, Podestà veneziano (1483 - 1484), ed un omonimo nel 1584 il cui stemma sovrasta la porta a mare ad arco acuto - Ci furono altri Podestà della stessa famiglia: Ettore Delfino - 1359; Delfino Delfino - 1361 e 1379; Nicolò Delfin - 1479; Marco Delfin - 1480; Luca Delfin - quello nominato; Andrea Delfin - 1494 - 1495; Matteo Delfin - 1553; Alessandro Delfin - 1563; Luca Dolfin - 1584; Pasquale Delfin - 1645; Paolo Delfino - 1658 ed Antonio Dolfin - 1705.
Via delle Mura - Qui si vedono, addossate alle case, parte delle mura della prima cinta.
Largo Giovanni Dandolo - Si è voluto ricordare il Doge della dedizione di Pirano a Venezia
Piazza Tartini - Qui sorge il Palazzo Municipale, con un Leone di San Marco che apparteneva al vecchio Palazzo Comunale; il Palazzo fu finito nel 1878 su disegno dell' Architetto Righetti; nella sala del Consiglio vi è un quadro di Domenico Tintoretto e nella saletta del Podestà una Madonna di Benedetto Carpaccio. Nella Piazza sorge pure l' edificio della Pretura, su disegno dell' Architetto Nordio (1892) e la Casa di Tartini, dove nacque il grande violinista e compositore l' 8 Aprile 1692, poi morto a Padova il 26 Febbraio 1770. Bella anche la Chiesa di San Pietro con una facciata rifatta da Pietro Nobile, in stile neoclassico. Di fronte al mare i due Pili, del 1466, l'uno con scolpito San Giorgio, l'altro con il Leone di San Marco e reggono gli stendardi; stavano davanti al vecchio Palazzo Municipale, ora segnano il posto dove due torri vigilavano l' entrata del porto e dove si apriva un ponte girevole (1578 -1894). Nella piazza, oltre alla statua di Giuseppe Tartini dello scultore Antonio Del Zotto (1896), vi è pure una casa dei primi del '400 con lo stemma dei Belli ed il motto "Lasa pur dir", detta "Casa Veneziana". (in piazza vi era anche una fontana, ora scomparsa).
Calle Mandracchio - La calle ricorda il porto dell' antica Pirano, interrato nel 1894 a formare la Piazza; la calle si chiamò per lungo tempo "Calle Lanzi", in onore di Felice Lanzi, Imperial - Regio Commissario Distrettuale e giudice, che nel 1816 alloggiò Francesco I° Imperatore d'Austria.
Riva del Ponte - Fa riferimento al ponte girevole, demolito nel 1894, che univa il Palazzo di Giustizia con la riva opposta.
Via Venezia - Nella via, la Casa Davanzo ricorda le costruzioni gotiche Veneziane.
Riva Venezia - Già Riva del Ponte - precedentemente si intitolava a Venezia la Via che dalla Piazza del Mercato portava al Largo Salvore, per ricordare la Serenissima Capitale (1293 - 1797).
Carrara Granda - E' la carrozzabile più ampia, oggi collegata al Duomo ed alla salita di San Nicolò.
Calle San Filippo - Si riferisce ad una Chiesa dedicata a questo Santo, poi abbandonata.
Calle San Michele - Per la presenza della Chiesa, quasi rudimentale Basilica (1433). Dal 1692 è più conosciuta con il nome di "Chiesa della Consolazione".
Erta delle Torri - La parte più alta della Carrara Granda - Comunemente detta "Rato de San Nicolò"; conduce al cimitero (1816), ad Isola, Capodistria, Trieste. Di quella che fu la Postierla restano le due torri.
Carrara dell' Ospitale - Questo Ospedale è il terzo che ricordi la storia di Pirano; il primo sorse nel 1402 nelle vicinanze della Chiesa di Sant' Ermacora, per opera di tre donne: Pierina; Flora e Riccarda; il secondo, chiamato Ospedale Nuovo di San Michele era esistente dal 1433, dove oggi sorge l' edificio delle scuole elementari - presso la Chiesa di San Michele; il terzo fu cominciato nel 1844 e finito nel 1852. Alla posa della prima pietra presenziarono l' Imperatore Ferdinando d' Asburgo e la moglie. Il disegno è dell' Architetto Cipriani. L' edificio contiene un Cristo ligneo del 1411.
Via e Campo San Pietro - Dietro e di fianco alla Chiesa di San Pietro di Piazza Tartini.
Carrara di Raspo - Il Capitano di Raspo era una delle prime Autorità militari, amministrative e giudiziarie dell' Istria intera. La dignità era tenuta in tanta considerazione che vi aspiravano i più bei nomi di Venezia. Che fosse tenuta così anche dai Piranesi, ne fa fede il nome di questa contrada, per dove, passando per la porta gotica della seconda cinta, la cavalcata del Capitano entrava in città per farvi la visita.
Androna Gravisi - Niccolò Gravisi di Pirano, essendo alla custodia di una Porta di Padova nel 1435 scoperse la trama di alcuni patavini che volevano consegnare la città a Marsilio, figlio dello spodestato e poi giustiziato Francesco Carrara. Il Doge lo ricompensò col feudo di Pietrapelosa.
Calle Calderer - Nella quale, evidentemente, lavorava un calderaio.
Calle degli Orti - Calle che portava agli orti, molto numerosi alle spalle della città.
Androna Fabris - Da nobile famiglia oriunda dal Friuli, che qui aveva due case.
Riva Dante - Perfino l' Austria, di fronte a tanto Nome non ebbe nulla da obiettare. Al grande Fiorentino venne dedicata la Riva più importante, lungo il porto.
Calle e Androna della Rotonda - Rotonda fu chiamato il Palazzo eretto da Pier Luigi Gabrielli, benemerito e molto amato Podestà di Pirano, su disegni di Silvestro Benvenuti. Oggi il palazzo è degna sede del Museo del Mare "Sergej Masera".
Calle Rodi - Dal nome di un orefice, soprannominato appunto "Rodi", non piranese ma certo non indegno di merito.
Androna del Forno - Ce n' erano naturalmente tanti, di forni, a Pirano; le "Fornere" ricevevano i pani preparati nelle case e portati nel "concolo" per essere cucinati.
Erta Furegoni - La famiglia dei Furegoni, feudataria di Castelvenere ebbe il suo massimo esponente in Bernardino.
Via Trieste - Naturalmente in onore della sorella maggiore, la città Giuliana di San Giusto.
Via Chioggia - Si intitola alla città della Provincia di Venezia, sita sul Lido di Pellestrina. I suoi abitanti, che esercitavano (ed esercitano oggi) la pesca, allora lo facevano anche lungo le coste Istriane, trovavano nel porto di Pirano un sicuro rifugio.
Via Marciana - Tutta la parte, chiamiamola così, Romana, di Pirano si chiamava Marciana. Oltre la Marciana non vi erano che le case degli agricoltori che coltivavano i campi della Gens Marcia.
Tre erano le strade che, come archi concentrici, dipartendosi dalla Piazza, si inoltravano verso la Marciana: la più interna, corrispondente al Cardo Massimo, si chiamava Via Marciana, per i piranesi era detta "Contrada de Dentro", lungo il porto c' era la Riva Dante "Per de Fora" e, tra le due, quella che era chiamata la "Contrada de Mezo" era la Via Petronio Caldana.
Via e Calle Combi - In onore del grande patriota Carlo Combi, figlio del poeta, dott. Francesco Combi, nato a Capodistria nel 1827 e morto a Venezia nel 1884. Cultore del classicismo in letteratura e della Patria Italiana in politica. Meritò il bando da Trieste (1866) e si rifugiò prima a Firenze e quindi a Venezia, dove morì.
Via e Calle Carli - Il conte Gian Rinaldo Carli, nato a Capodistria nel 1720, poligrafo dei più insigni del XVIII secolo, professore all'Università di Padova (1744 - 1749). A Milano, ai tempi del Verri e del Beccaria sotto il dispotismo illuminato di Giuseppe II°, collaborò al giornale "Il Caffè", ove pubblicò il famoso articolo "Della Patria degli Italiani", che fa onore all' Istria di allora per i forti sentimenti nazionali manifestando il diritto degli Italiani di avere un'unità nazionale (questo diritto è oggi sancito dall'Unione Europea per tutti i suoi cittadini).
Androna Paciaffo - Dal nome di una famiglia di ebanisti, ricordato solo per l'originalità del nome stesso.
Via Petronio Caldana (Contrada de Mezo - poi Via Vittorio Emanuele III°) - E' uno dei più antichi cognomi Piranesi, quello dei Petronio, forse discendenti addirittura da famiglia Romana. Nel secolo XIV si aggiunsero a Pirano i Petronio, Conti di Caldanìa (vicino ad Umago). Fra i discendenti ebbero Prospero Petronio, autore delle "Memorie sacre e profane dell' Istria" (XV secolo). Altri nomi notevoli furono quello di Marco Petronio Caldana, poeta latinista e Niccolò Petronio Caldana, Vescovo di Parenzo, che ebbe sepoltura nel Duomo di Pirano (vedi Lapide).
Androna del Torchio - Per l'esistenza di uno degli ultimi torchi per la molitura delle olive in città, addossato alle mura di cinta , presso la Porta Marciana.
Androna del Borgo - Opposta a quella del Torchio.
Piazzetta e Via San Rocco - Conosciuta dai piranesi anche come "El Borgo". La Chiesa venne edificata in onore di San Rocco, che aveva preservato Pirano dall' invasione del 1630 e dalla peste, quella descritta ne "I Promessi Sposi". (Trattasi della Chiesa ove il padre e gli avi dell' autore ricevettero l' educazione religiosa ed i Sacramenti - N.d.A.) - Sembra che la Chiesa sia preesistente alla data indicata. La via assume in seguito il nome del parlamentare Matteo Renato Imbriani.
Via del Mogoron (poi Via Petronio Caldana)- E' la via che va dalla Piazzetta di San Rocco alla Sanità, un prolungamento della Via Marciana verso la periferia, cioè verso il Largo della Sanità, alla fine di Riva Dante.
Via e Androna del Paradiso - A significare che ardua è la via della perfetta letizia. Dalla parte più alta si gode di un ameno panorama.
Strada del Paradiso - Antica strada che dalla Piazzetta portava in Carrara di Raspo, attraversando gli orti di Messer Rossignol, costeggiando le mura di San Nicolò.
Via e Largo della Creta - Per la presenza di artigiani che lavoravano stoviglie ed altri oggetti in creta (questa è un' interpretazione N.d.t.).
Campo del Pozzo di Mezzo - Detta "Al Posso Longo con lo scudo dei Marcello" . Tale denominazione risale al più antico Medio Evo e rimase costante fino ai nostri giorni.
ANCHE ALTRI NOMI RISALGONO AL MEDIO EVO, COME QUELLI DEL BOSCHETTO; VIA FIGAROLA; VIA DELLE FONTANELLE; CALLE DELLA MADONNETTA; ANDRONA DEGLI ALBORANTI. ALTRI NOMI SONO PIU' RECENTI COME: RAMO TRIESTE; CALLE CHIOGGIA; ANDRONA DELLE MONACHE; ANDRONA DELLA SCALA; VIA MADONNA DEL MARE; VIA E CAMPO DEL SALARIO. N.d.t.
Via Madonna del Mare - Dal Borgo verso il porto, sfocia in riva Dante, su di una casa è collocata una bella statua della beata Vergine col Bambino tra le braccia. Sembra che quivi sorgesse una chiesetta, poi scomparsa.
Via Figarola - Così chiamata per la presenza di alberi di fico.
Via delle Fontanelle - Località dove esistevano alcune fontanelle. Si snoda dal Campo del Salario verso gli orti di Figarola.
Calle e Androna Santa Margherita - Dal nome di una Chiesa che il Naldini ancora registra (Il nostro Esule anonimo ci dice che il tragitto partiva dalla Via Mogoron, proseguiva per il Campo del Salario e circonvallava tutti gli orti di Figarola per poi arrivare al cimitero).
Campo e Androna del Salario - Spiazzo davanti alla casa del Salinaro o del Campagnolo: qui, evidentemente si trattava di un notevole spazio davanti a case di campagna, qui esisteva un pozzo, poi sostituito da una fontana.
Largo ed Erta del Mogoron - La parola "Mogoron" e consimili ha molto occupato i linguisti per cercare di definirne l' origine; forse deriva da un antico toponimo pre - latino, che indica superficie molto estesa, forse da Sant' Ermacora, forse, ancora da altri etimi.
Androna A. Bondulmier - Fu Podestà di Pirano nel 1828 / 1829.
Via Pietro Fragiacomo (già Via del Giardino) - Il giardino privato che dava il nome alla via è ancora esistente. Poi Fragiacomo per ricordare il celebre paesaggista triestino di nascita, naturalizzato veneziano, nato però da genitori Piranesi.
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