PIRANO D' ISTRIA - INDICE


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Piazza Portadomo
già Piazza Vecchia,
Oggi Piazza I° Maggio


Foto: Vittorio Rosso

Il "saliso" affiancato dalle statue della Forza e della Vigilanza



Il rione di "Porta Domo" prende il nome dalla "Domus Civica", la Casa Pubblica, sede dell' Autorità cittadina. Infatti intorno all'anno Mille il governo cittadino qui si trasferì dalla precedente sede, quella del "Tribio" in Porta Mugla. La sede del Comune (sullo sfondo nella foto sopra), resterà in Piazza Portadomo fino alla costruzione del nuovo municipio (XIII sec.) in riva al Mandracchio.
 Della vecchia Casa Comunale sappiamo soltanto che era nello stile usato nel secolo undicesimo e che le sue ultime tracce scomparvero un secolo e mezzo fa.




Foto: Vittorio Rosso

Veduta della Piazza con la cisterna e la Chiesa di San Donato

Il rione di Porta Domo, probabilmente fu il primo nucleo abitato di Pirano, esso insisteva attorno all' insenatura di mare che occupava l'attuale Piazza e che fu il primo porticciolo.
In questa zona furono sfruttate le vene d'acqua, scavando successivamente due pozzi, quello di Luprica e quello presso la Chiesa di Sant'Andrea, molto prima della costruzione della monumentale cisterna.
Per un certo periodo di tempo in questa piazza fu stabilita la sede del Comune, secondo il Bonifacio essa era collocata in Portadomo bassa, angolo via Mazzini nella casa "Goina", fra il 1262 ed il 1263.
Dai documenti risulta " in palatio Johannis Goina, in nova quadam sala - V.S.G. N° 17 / 1984




Foto: Slobodan Simcic - "Sime"

Veduta della Piazza con la monumentale Cisterna

La monumentale cisterna fu costruita in pietra bianca d'Istria nel 1776, si tratta di una imponente "Macchina da acqua", destinata, come in molte altre località dell'Istria, sempre assetate, a raccogliere l'acqua piovana, a filtrarla a mezzo di ghiaia e sabbia ed a renderla potabile.
La raccolta dell'acqua piovana era affidata alle circostanti grondaie, collegate alla cisterna, tali raccordi terminavano con gli ancora visibili "Puttini", sorretti da colonne, che riversavano il prezioso liquido nella cisterna stessa.


Foto: Vittorio Rosso

Uno dei due "Puttini"

La popolazione poteva attingere l'acqua dalle due vere da pozzo che sovrastano la cisterna, ad orari stabiliti e regolati dal suono di una campana, che la gente, con proprietà chiamava "la Campana dell'acqua".
Successivamente fu aggiunta una pompa a mano, ancor oggi visibile, ed i pozzi vennero chiusi.
La cisterna assolse alle proprie funzioni fino a tempi relativamente recenti, la città infatti non era totalmente servita da acquedotto.




     
Foto: Vittorio Rosso

Le statue della "Forza" e della "Vigilanza"

Le due statue appaiono bisognose di restauro, non bastasse ciò, esse devono sopportare anche l'assalto dei soliti maleducati "buontemponi", che le ricoprono di scritte e graffiti

     
Foto: Vittorio Rosso

Particolari delle statue della "Forza" e della "Vigilanza"




Per fortuna ci soccorre il pittore Aldo bressanutti, che ci propone una delle due statue nell'originario splendore...


Disegno di Aldo Bressanutti
dal volume "Istria Pittoresca"

Le statue celebrano due virtù veneziane, la Forza e la Vigilanza, per alcuni cultori d'arte esse rappresentano Marte e Minerva ma per la gente sono, molto semplicemente Adamo ed Eva.
Sullo scudo della Forza (adamo) appaiono gli stemmi dei rettori veneziani che vollero l'opera: Pietro Bembo e Domenico Marcello, oltre a quello della città di Pirano.
Sull'altro scudo sono incisi i nomi dei benemeriti cittadini che finanziarono l'opera.




Altre fotografie


Foto: Vittorio Rosso

Balcone barocco sul lato sud della Piazza


Foto: Vittorio Rosso

Balcone sul palazzo che chiude la Piazza a nord
con lapide della Famiglia Petronio Caldana ( 1653 )

Questa lapide è oggetto di traduzione da parte della Prof.ssa SACHER perché il significato dell'iscrizione é contraddittorio,
nessuno finora ha capito il senso di quanto la lapide riporta.


Foto: Vittorio Rosso

La ex Chiesa di San Donato






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