Una breve, certo lacunosa storia di Pirano, scritta però col cuore. Mi auguro che qualche attento lettore voglia aiutarmi a rendere questa storia più completa ed esatta.
La berretta Dogale detta "Galero"
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PIRANO D' ISTRIA - INDICE
La Storia
1 - Posizione Geografica
14 miglia a Sud - Sud/ Est di Trieste
Longitudine: 13. 34. 34. Est - Latitudine: 45. 29. 22. Nord
Archivio Vittorio Rosso
G. Rieger - 1845 - Costa Occidentale dell' Istria - Particolare
2 - L' antichità fino alla dedizione a Venezia
I Celti? Chissà se furono loro i primi Piranesi, si dice che in tarda età Romana, con lo scopo di sfuggire alle scorrerie dei barbari, nell'attuale rione di Marzana, sorse un insediamento che prese il nome dalla "gens Marcia".
Probabilmente c'è del vero, l'Istria faceva parte della "Decima Regio - Venetia et Histria" dell' Impero Romano, che comprendeva anche il Veneto e parte del Trentino Alto Adige.
Di certo c'è che nel territorio di Pirano non sono mai stati trovati reperti di epoca Romana.
Naturalmente non si può escludere che nell'insenatura ove oggi si trova Piazza Tartini e/o sulle colline circostanti, oppure, ancora, nella zona di "Figarola", vi fossero antichi insediamenti Celtici e Romani.
Mentre i primi insediamenti Veneziani avvengono al tempo degli Unni ed i Bizantini occupano l'Istria nel 535, Pirano è probabilmente un borgo di pescatori.
Le invasioni barbariche si susseguono incalzanti, passano i Goti, poi i Longobardi, gli Avari, gli Slavi, questi ultimi anche alleati fra loro.
Ebbene, nonostante tutti questi avvenimenti, contrastati dai Bizantini e dagli emergenti (dal 606) Patriarchi di Grado, per sentir parlare di Pirano bisogna attendere ancora, per la prima volta, Pirano venne ricordata da un geografo Ravennate, nell' VIII secolo, con il nome di "Piranòn"; era l' epoca degli Esarchi di Ravenna, delle lotte per l' iconoclastìa , dei Longobardi di Cividale del Friuli e dei Franchi.
Pietro Kandler e molto più di recente, Dario Alberi ci ricordano che l'origine Celtica del nome di Pirano è inconfutabile, la radice "pym" significa "monte alto" o "bior - dun", quale insediamento su una collina (un Castelliere?).
Alberi, e qui cito testualmente, afferma che: "Il suffisso Latino in "anum" fa presupporre un predio Romano; tutto ciò può essere confermato dalle sue stesse condizioni geografiche e topografiche. Altre opinioni fanno derivare il nome di Pirano dalla forma piramidale della collina, alcuni reputano che Pyrrhanum sia di origine traco - greca, data la radice "pyr" che significa fuoco, forse per l'esistenza di un antico punto luminoso notturno per i naviganti. Era conosciuta dai Greci nel IV secolo a.C. stando alle descrizioni di Teopompo e Floro. Certo è che il nome "Marciana", dato ad uno dei due rioni di Pirano, significa predio Romano della nota "gens" Marcia del I secolo, durante il quale furono insediati probabilmente alcuni coloni romani.
Veduta di Pirano, disegno di G. De Franceschi
Palazzo Comunale
Giungiamo così alle invasioni barbariche, alla caduta dell'Impero Romano, quando il disordine ormai regnava sovrano, ad un certo punto, sospingendo i Visigoti (378 d.C.) ed i Vandali (406 d.C.), arrivarono in Italia gli Unni (452 d.C.).
Questi ultimi distrussero Aquileia facendone fuggire gli abitanti, circa duecentomila, molte migliaia di profughi si stabilirono nelle isole della Laguna Veneta dando così origine a Venezia, altri fondarono Grado, altri ancora si sparpagliarono lungo le coste, fra cui la costa Istriana. Pur preferendo insediarsi su isole costiere quali Capodistria; Isola; Umago; Parenzo e Rovigno, gli esuli aquileiesi non disdegnarono Pirano.
Sia a causa della natura del luogo, sia a causa delle affinità esistenti fra i due popoli, consolidate anche da parentele, la tradizione vuole che proprio gli aquileiesi fossero i fondatori di Pirano.
Più tardi, la città, pur conservando ampie libertà amministrative e di difesa, fu sottoposta all' Esarcato di Ravenna , come, d'altra parte, tutta l'Istria.
La musica cambiò poco dopo, quando, nel 788, tutta l' Istria divenne possedimento dei Franchi, i quali instaurarono il regime feudale Carolingio con tutti gli svantaggi derivanti dall'essere sottoposta al volere dei signori feudali, noti per la loro avidità fiscale e la loro perenne litigiosità.
Pirano partecipò al "Placito del Risano" (804) con la qualifica di "Castello", in quell'occasione protestò contro l' insediamento di genti Slave nel Comune e su terre Ecclesiastiche.
Più tardi, dall' 830 al 952, Pirano divenne parte del Regno d'Italia nell'ambito del Sacro Romano Impero, divenne poi possesso Bavarese fino al 976, quando passò sotto il dominio Carinziano.
Da notare che nell' 872, Pirano fu assalita dai pirati Narentani, vera spina nel fianco di Venezia, questi pirati, stanziati in tutto l' Adriatico, all' epoca erano comandati dal "Bano" Domagoi, duca di Croazia.
Pirano resistette, forte delle proprie Mura ma la flotta Veneziana fu sconfitta presso Salvore ove fu vittima di un'imboscata.
Archivio Vittorio Rosso
I primi contatti veri e propri con Venezia, Pirano li ebbe prima dell' anno Mille, furono, prima di tutto rapporti commerciali e, perché no, accordi che prevedevano, a pagamento, un aiuto, da parte della flotta della Serenissima, nella difesa della città contro le frequenti scorrerie di pirati di ogni genere che, protetti dalle coste e dalle isole della vicina Dalmazia , attaccavano e saccheggiavano le città costiere.
A quel tempo, Pirano era feudo del Metropolita di Grado .
Durante il dominio Carinziano, Pirano subì per bene il sistema feudale, fu eretto il Castel San Giorgio, quale residenza del Burgravio, cioè il Barone, soggetto al Conte d' Istria (vedi Pietro Kandler - "Pirano" ). Il periodo Comunale inizia dopo la proclamazione della Marca Istriana, a quel tempo, esattamente nell' anno 1037, la città lottò per liberarsi dal giogo feudale e per poter avere proprie leggi, finalmente divenne (1186) Libero Comune, riuscendo, nel 1192, ad eleggere il primo Podestà che si chiamava Arnolfo, liberandosi dall' autorità del Burgravio.
Prima di ciò, l' Imperatore Enrico IV°, nel 1062, consegnò Pirano al suo feudatario, il Vescovo di Frisinga, questi, a sua volta, cedette i diritti di giurisdizione al Conte Mainardo (Meginhard) di Gorizia e del Tirolo (1150 circa)... Non era finita, Mainardo diede Pirano al suo Burgravio, il Conte Bertoldo.
Nel frattempo il Doge di Venezia aveva assunto il titolo di "Totius Istriae Dominator", i Piranesi giurarono per la prima volta fedeltà al Doge Domenico Morosini (1149).
Il rapporto fra Venezia e l' Istria era di protezione, con obblighi di difesa marittima, ma una serie di accordi trasformarono in sottomissione con obbligo di "Fidelitas" la semplice tutela, inoltre, a Venezia venne riconosciuto il dominio anche sulla terraferma. Pirano, accettando gli accordi, fu protetta e ricavò numerosi vantaggi quali l' allargamento degli orizzonti commerciali per i propri prodotti: l' olio, il vino, ma specialmente per il sale delle proprie saline.
Nel 1176, Pirano assistette alla battaglia navale fra le Galere Veneziane, comandate dal Doge Sebastiano Ziani (Doge dal 1172 al 1178, quello che ristrutturò Piazza San Marco, erigendo, fra l'altro, buona parte del Palazzo Ducale e le due famose Colonne in Piazzetta), dall' Ammiraglio Niccolò Contarini (detto "il Mancino) e la flotta imperiale comandata da Ottone, figlio di Federico I° Hohenstaufen, il " Barbarossa", composta da galere Genovesi e Pisane, che fu pesantemente sconfitta.
Erano i tempi della Battaglia di Legnano, di Alberto da Giussano e della Lega lombarda. Poco tempo dopo (1177), il Doge Ziani accolse il Papa Alessandro III° (il Senese Orlando Bandinelli) ed il Barbarossa a Venezia per una trattativa di pace che fu il prodromo della Pace di Costanza (1183) fra Papato ed Impero.
Il Doge Sebastiano Ziani
Nel 1192, forse per sottrarsi un poco dall'influenza Veneziana, i Piranesi strinsero un accordo commerciale con Spalato, ne strinsero un altro nel 1199, per il commercio e la pace con Ragusa, l' attuale Dubrovnik, poi, nel 1202, vi fu la prima visita Dogale.
La città accolse il Doge Enrico Dandolo, di passaggio mentre conduceva le sue navi alla IV Crociata, di passaggio libererà Zara, che era stata conquistata dal re Bela III° d' Ungheria. Nelle mani del Doge, Pirano rinnovò per la seconda volta il giuramento di fedeltà alla Serenissima Repubblica, certo con lo scopo principale di liberarsi dall' autorità dei Patriarchi di Aquileia.
Nel 1207, Pirano, con Capodistria, partecipò al tentativo di sottomettere Rovigno, intervenne però il Patriarca di Aquileia, Vescovo di Passau, Volchero (Wolfger von Ellenbrechtskirchen), a sedare gli animi.
Nel 1209, lo stesso Volchero assunse il titolo di Marchese d' Istria.
L' autorità del Patriarca - Marchese fu, per i Piranesi, quasi solo nominale, la Città, infatti, si reggeva su solide istituzioni Comunali ed aveva già il suo Stemma, la croce rossa in campo azzurro.
Il Doge Enrico Dandolo
Dal Sito: Dogei.it
Il legame con la Serenissima continuò a rafforzarsi per tutto il XIII° secolo, nonostante Pirano tentasse di ribellarsi a Venezia, con lo scopo di non dover più subìre l' imposizione dei tributi.
Nel 1255 il Doge Renier (Ranieri) Zeno promulgò il nuovo Codice di Diritto Marittimo, che regolava tutto quel che riguardava la navigazione: che interessava i rapporti delle Imprese Marittime; gli obblighi degli armatori; i diritti degli equipaggi e, non da ultimo, fissava le date di partenza dei convogli, importanti per la difesa contro gli assalti dei pirati.
Pirano aveva frequenti scontri con le Città vicine, a causa di antichi rancori: con Buie per il possesso di Castelvenere; con Isola per questioni di confine; con Capodistria per ragioni di tipo commerciale.
Visto che le fazioni cittadine erano continuamente l' una contro l' altra, l' una favorevole e l' altra contraria ai Patriarchi di Aquileia, l' Autorità Comunale decise di legarsi sempre più alla Serenissima.
Il Doge Ranieri Zeno
Dal Sito: Dogei.it
Nel 1251, passando da quelle parti mentre se ne andava a prendere possesso dei suoi domini in Puglia, l' Imperatore Corrado IV° di Svevia, fratello del più famoso Manfredi e padre del celeberrimo Corradino, si fermò vicino a Pirano nella baia di Santa Maria delle Rose, porto naturale della città, ove sorgeva, e vi sarebbe rimasta fino al XVIII secolo, la chiesa omonima. Qui promulgò un Bando con il quale affermava che Pirano non era più soggetta ai Patriarchi di Aquileia, ritornando così sotto la giurisdizione imperiale.
Più o meno contemporaneamente, però, i Patriarchi riconoscevano alla città il diritto di eleggere, senza limitazioni, il proprio Podestà. Come vedremo non fu proprio così perché la Curia Aquileiese impose i primi podestà: Landone di Montelongo, nipote del Patriarca Gregorio, prima, ed il Conte Biachino da Momiano (1258), poi.
A questo punto viene eletto e giunge a Pirano il primo Podestà Veneziano, dal nome altisonante: Marco Badoer.
Nel 1255 il Doge Renier (Ranieri) Zeno promulgò il nuovo Codice di Diritto Marittimo, che regolava tutto quel che riguardava la navigazione: che interessava i rapporti delle Imprese Marittime; gli obblighi degli armatori; i diritti degli equipaggi e, non da ultimo, fissava le date di partenza dei convogli, importanti per la difesa contro gli assalti dei pirati.
Nel 1262 la città conosce il suo primo tentativo, fallito, di colpo di Stato, portato dal cittadino Giovanni Goina con l' appoggio di Capodistria. Il Goina voleva instaurare una Signoria ma mal glie ne incolse, perché fu imprigionato e le sue case furono bruciate.
Il 13 Agosto 1268 la Città di Capodistria prende sotto protezione il castello di Buie, in nome del conte Alberto II°, Conte di Gorizia e d' Istria, contro il Patriarca Gregorio. Alla guerra che ne segue, partecipano anche Pirano ed Isola.
In quell' occasione vennero presi e distrutti i castelli di Pinguente e di Pietrapelosa (non esiste URL).
Il Doge Lorenzo Tiepolo
Dal Sito: Dogei.it
Nel 1270, il 6 Gennaio, il Doge Lorenzo Tiepolo diminuisce l' ammontare di alcune penali dovute a Venezia da Pirano per reati di contrabbando ed altri, probabilmente in cambio di ciò, il successivo 5 Marzo, la Città Pirano limita l' autorità del Patriarca in materia fiscale e di regalie, avvicinandosi così sempre più alla Serenissima, alla quale, ormai quasi egemone nell' Adriatico, facevano gola le importanti saline piranesi, queste ultime vengono nominate per la prima volta in una pergamena del 1278.
Alcuni brandelli ancor oggi esistenti del primo statuto di Pirano risalgono al 1274, questo documento è considerato, nel suo genere, il più antico fra quelli Istriani.
Trascorrono alcuni anni, nei quali Venezia "consiglia" la nomina del Podestà, come Marino Polani e ne vieta altri, ad esempio Conone di Momiano.
3 - Dalla dedizione a Venezia a Lepanto
Si giunge così al fatidico 22 Gennaio 1283, quando Il Doge Giovanni Dandolo accetta la dedizione di Pirano alla Serenissima, qualcuno dice che la Città fu costretta a tale passo a causa di lotte intestine e dei continui conflitti fra Aquileia e Venezia, comunque sia, il 26 Gennaio di quell'anno, Pirano divenne dominio Veneto per rimanere tale fino al mese di Maggio 1797, quando la Serenissima Repubblica cadde sotto l' incalzare di Napoleone Bonaparte.
Il Doge Giovanni Dandolo
Dal Sito: Dogei.it
Nel 1285 terminò la guerra fra Venezia e Trieste, concedendo a Pirano un periodo di tranquillità, durante il quale Pirano prosperò, ampliando il proprio territorio.
Il primo Statuto giunto completo fino ai nostri giorni,risale al 1307. Pochi anni prima, nel 1292, a dimostrazione del raggiunto prestigio, la municipalità costruì il primo grande Palazzo Comunale.
Venne anche costruita la chiesa di San Francesco, fra il 1301 ed il 1318 e la Loggia (attuale caffè Tartini), intorno al 1324.
Nel 1317 venne iniziata la costruzione del grande Duomo di San Giorgio, consacrato nel 1334 e poi di nuovo nel 1345.
Il 28 Maggio 1331, mentre Doge era Francesco Dandolo, anche Pola fece atto di dedizione alla Repubblica di Venezia
La calma e la prosperità purtroppo terminarono nel 1348, quando la città fu colpita dalla peste, che costrinse la popolazione ad abbandonare Pirano, il cui cimitero era diventato insufficiente a contenere tutti i morti.
Il ritratto copero per infamia del Doge Marin Faliero
Dal Sito: Dogei.it
Ad aggiungersi ai danni provocati dalla pestilenza, nel 1354, mentre era Doge Marin Faliero (Valier), tristemente noto e poi nel 1379, sotto il Doge Andrea Contarini, furono quelli provocati dai Genovesi, che assalirono la città durante la guerra contro Venezia. Fortunatamente, in quell' occasione, le Mura resistettero e la città fu salva.
Archivio Vittorio Rosso
Il Municipio Vecchio nel 1.875
A Pirano, già nel XIII secolo si dava molta importanza alle attività culturali, vi sono infatti notizie sulla presenza di un istitutore che educava i nobili ed i cittadini abbienti.
A cavallo fra il XIII ed il XIV secolo, vi furono accesi contrasti fra Pirano e la vicina Buie , non ancora dedita a Venezia , riguardanti il possesso della rocca di Castelvenere.
La dedizione di Buie avverrà nel 1412, a seguito dell' occupazione del Buiese e di Portole da parte del Conte di Ortenburg, in nome del re di Ungheria.
La rocca non aveva più importanza militare, tuttavia, nel 1404 venne affidata a Pirano, tale affidamento venne ribadito nel 1463, pochi anni dopo, assalita dalla peste, Castelvenere venne abbandonata dagli abitanti, tanto che, nel 1476, le terre vennero vendute da Pirano ad alcune famiglie slave provenienti dai Balcani.
Fra i Piranesi illustri si annovera lo storico Giovanni Battista Goina, che contribuì alla diffusione del protestantesimo a Pirano, tale religione fu presto sradicata e scomparve nel 1549.
Pirano dunque seguì, nel bene e nel male, le sorti della Serenissima, il cui lento decadimento portò al regresso della fiorente industria salinara; nel frattempo divenne forte per Venezia anche la concorrenza del porto di Trieste che, come è noto, era lo sbocco al mare più importante per la Monarchia Asburgica.
Archivio: Museo "Sergej Masera" - Pirano
Il Porto interno, detto "Mandracchio", ora interrato ( attuale P.zza Tartini ), con gli edifici che lo cingevano nei secoli XV e XVI - modello di Leopold Belec del 1993
E poi, nel 1918 arrivò l' Italia, nel '45 la Yugoslavia, oggi la Slovenia.
La Storia è recente...
Archivio: ENIT
Un manifesto turistico fra le due Guerre
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