Buonasera amici e nemici, grandi e piccini, vicini e lontani che siete in ascolto. Buonasera. Sono il vostro Mario Pio, null'altri che il vostro Mario Pio. Il vostro divoto consigliere, il vostro affezionato inconfidente. Svelto come una lepre, rispondo senza inalcuna esitazione alle vostre chiamate tilefoniche. Pronto e senza indugio vi do il consiglio, trovando per voi insull'istante quelle parole di conforto che per ogni inqualsivoglia travaglio della vostra vita quotidiana, vi arricreano. Il filosofo insegna:"Poni mente e pensaci due volte prima di dire al tuo amico che viene a trovarti:fai come se fossi a casa tua. Da quel giorno te lo ritroverai seduto alla tua mensa senza invito alcuno e indi per giunta con i tuoi vestiti addosso". Eccomi dunque pronto amici miei ad attendere che il tilefono squilli per rincorrere in vostro aiuto. Sono in vostra in più incompleta indisposizione a risentirci in quel di poi.


IL POPPOLONE

Squillo del telefono...
SORDI: Pronto, pronto in chi parla? DONNA: Pronto, Mario Pio? SORDI: Sì, Mario Pio. Pronto in chi parla? Con chi parlo io? DONNA: Mario Pio! SORDI: Eh! DONNA: Io sono stanca, stanca, stanca, capisce? Non ne posso più! SORDI: E si metta a sede, non faccia complimenti, tanto parliamo in tu per tu! DONNA: Mario Pio! SORDI: Sìì! DONNA: Io sono sposata, ma è come se non lo fossi. Capisce? SORDI: No! DONNA: Ho dovuto isolarmi da mio marito. SORDI: Ragione di malattia? DONNA: Peggio Mario Pio. SORDI: Qualche malattia infettiva? DONNA: Oh, no, Mario Pio. SORDI: Orecchioni? DONNA: No, Mario Pio. Crudeltà mentale. Per un cappotto!... Un cappotto, capisce? SORDI: No! DONNA: Mi dica una cosa Mario Pio. SORDI: Sìì? DONNA: Può un cappotto essere la rovina di una famiglia? SORDI: Un cappotto? Bè, secondo. Un bel cappotto? Di cammello? DONNA: Di Giancarlo! SORDI: Di Giancarlo? Di Giancarlo... di Giancarlo... Quali so' quelli di Giancarlo? Quelli pelosi? DONNA: Che cosa Mario Pio? SORDI: I cappotti di Giancarlo, quali sono, che adesso non mi ricordo bene. Quelli pelosi? DONNA: Ma no, il cappotto di mio marito. SORDI: Perchè suo marito ci ha un cappotto di Giancarlo? DONNA: Ma Giancarlo è lui! SORDI: Chi lui, signora, perdon? DONNA: Mio marito! Giancarlo è mio marito! SORDI: Ah, Giancarlo è suo marito? E il cappotto? DONNA: Ma il cappotto è il suo! SORDI: Ah, bè, se è suo allora che vo'? DONNA: Niente. E' che questa volta non ha sopportato che io il cappotto lo dessi a Cristoforo. Capisce, Mario Pio? SORDI: No. DONNA: Io il cappotto di Giancarlo... SORDI: Sì DONNA: L'ho dato a Cristoforo. SORDI: Ho capito... ma perchè? DONNA: Ma perchè è naturale. SORDI: Lei lo crede, signora. Contenta lei, contenti tutti. DONNA: Tutto ciò che Giancarlo non usa più io lo davo a Cristoforo... Cappotti, vestiti, cappelli, camicie... SORDI: Tutta 'sta robba a Cristofaro? DONNA: Tutta! SORDI: E Cristofaro se la pija. DONNA: Ma si capisce... Cristoforo ha gli stessi diritti di Giancarlo, non dico bene Mario Pio? SORDI: Benissimo, signora, altrochè... Ma chi è 'sto Cristofaro perdon? DONNA: E' lui... il poppolone mio... il mio adoratone. SORDI: Il poppolone suo? In che senso scusi? DONNA: In tutti i sensi. Cristoforo è tutta la mia vita... Guai, guai, guai a chi mi tocca questo poppolone... Poppolone, poppolone... Amore mio... che vuoi, eh? Poppolone... poppolone che vuoi, dì? SORDI: Ma con chi ce l'ha, scusi? Pronto! DONNA: Pronto, Mario Pio, parlo con Cristoforo, è qui vicino a me. Ci vuol parlare Mario Pio, ci vuol parlare? Sì? Sì? SORDI: E fammece un po' parla'... Pronto! Pronto! DONNA: Dì pronto, poppolone! Poppolone, su! SORDI: Poppolone pronto! Pronto Poppolò! DONNA: (cane che ringhia) Lo sente Mario Pio, è lui, è proprio lui, è Cristoforo. SORDI: Mi perdoni, signora, ma a me mi pareva proprio un cane. DONNA: E certo Mario Pio che è un cane. E' un cane. SORDI: Ah è un cane. Cristofaro è un cane. DONNA: Sì, Cristoforo è il mio barboncino, è un nano rarissimo, gli manca la parola, capisce tutto, proprio come uno di noi; qualunque cosa gli dica, Mario Pio. Qualunque cosa! SORDI: Pussa via! Tiè! DONNA: Mario Pio, cosa ha detto? SORDI: Come dice, signora? No, dicevo pussa via... Si dice così ai cani, non è vero? Per vedere se Cristofaro capiva... Ha capito? Se ne è andato? Quanto è caro 'sto Cristofaro che gli manca la parola... DONNA: Ha sentito Mario Pio quant'è caro? Ha sentito? E mio marito invece non lo poteva sopportare. SORDI: Ma guarda un po'... Sempre per il fatto del cappotto? DONNA: Per il cappotto? Per tutto era geloso di Cristoforo. La sua insofferenza nasceva dal semplice fatto che qualunque cosa io facessi lui era convinto che lo facevo per darla prima o poi a Cristoforo. Perchè in verità Mario Pio, mio marito sposandomi è diventato l'amministratore dei miei beni. Lui non lavora, non ha mai lavorato, non produce. Le vere sostanze sono le mie. E chi gli dà da mangiare? Io! Chi gli fa i vestiti? Io! Chi gli fa i cappotti? Io! Chi fa le camicie, i calzini, le scarpe, le cravatte? Io! Chi fa i cappelli? Io! SORDI: Accidenti, pure i cappelli gli fa? DONNA: Tutto, tutto, tutto... Dico io ora. Se ti faccio un vestito nuovo quando è vecchio sarò padrona io di fare un vestitino per Cristoforo? Se ti faccio un cappotto nuovo, sarò padrona di farci poi... SORDI: Un cappottino a Cristofaro? Ma certo... Ma guarda un po 'sto Cristofaro la robba che se pija. DONNA: E invece Giancarlo non lo sopportava. Ha avuto il coraggio di mettermi perfino un ultimatum. O io, o Cristoforo, mi ha detto. Cristoforo! Gli ho risposto io. Cristoforo! SORDI: Ha fatto bene signora, d'altronde a parer mio il filosofo insegna che è meglio un Cristofaro oggi che un Giancarlo domani. DONNA: Lo so. Ma intanto ora sono sola. Cristoforo mi riempie la vita, ma Giancarlo mi manca. Perchè non confessarlo? Mi manca. Oh, Mario Pio, mi consigli lei... Cosa posso fare? Mi dica Mario Pio, cosa debbo fare ora che Giancarlo non c'è più? Mario Pio! SORDI: Sìì? DONNA: Cosa posso fare? SORDI: E una cosa ci sarebbe da fare, magari la volesse fare! DONNA: Qualunque cosa, Mario Pio. Sono disposta a fare qualunque cosa. SORDI: Senza complimenti signora... Non vorrei vero però... che poi si venisse a creare... che poi uno dice... adesso questo non so... DONNA: No, Mario Pio, non tema nulla, mi dica, mi dica pure francamente cosa posso fare, qualunque cosa. Mi dica! SORDI: Come vuole lei signora. Se tanto mi dà tanto, si prenda 'ste misure. DONNA: Che cosa Mario Pio? SORDI: Le misure, scriva. Scriva su un foglio bianco... Dunque: der torace 97. Scritto? Spalla 75, giro de manica 40, der bacino 104, der cavallo... DONNA: Ma Mario Pio! Mario Pio! SORDI: Sì... DONNA: Ma cos'è questo? SORDI: So' le misure mie, signora. DONNA; Le misure sue? E cosa ci faccio? SORDI: E come che ci fa, scusi? E li vestiti come li fa, senza misure? DONNA: Ma quali vestiti? SORDI: Li vestiti miei. DONNA: I vestiti suoi? E io che c'entro? SORDI: E come che c'entra, è lei che me li deve fare. DONNA: Io? SORDI: Sì, signora, senta come l'ho pensata bene nel mio intuito non è vero? Adesso che nun c'è più Giancarlo, li vestiti a Cristofaro chi glieli dà? Glieli do io signora. E li vestiti a me che ce n'ho uno solo, chi me li dà? Me li dà lei signora. DONNA: Cosa dice Mario Pio? Cosa dovrei darle io? I vestiti, quali vestiti? SORDI: Faccia pure lei, signora, de gusto suo. A me tutto mi si addice data la persona, non è vero? DONNA: Mario Pio, io non capisco, non so che pensare di tutto ciò! SORDI: Per carità non ci deve pensare minimamente... in semplicità si fanno queste cose... Come faceva per Giancarlo fa per me. Guardi glielo dico io. In per sotto basta un completo. Un completo di lana dal collo infino ai piedi, che io porto sempre, estate e inverno, per via di un lombo che ho avuto in freddo in una sera da lupi senza ombrello. In per sopra veda lei. Basta che sia roba garantita, dicono che inglese sia meglio. Insomma guardi lei. Se ce l'hanno le prende e se non ce l'hanno, be'... cerchi altrove. Come le dicevo, data la persona, qualunque colore mi si addice. Che mi co' fà? Un completo grigio? Ve bene, mi faccia un completo grigio e uno sportivo giacca e pantaloni, e uno marrone con righetto bianco. Uno serio, in nero cupo, doppio in petto con la pattina, che può servire a Cristofaro in qualche sera di ricorrenza. Uno a quadrettoni come in stile americano in completo di gilè... DONNA: Ma Mario Pio, si rende conto... SORDI: Eh, sì va bè lo so, in completo di gilè costa un po' de più, per forza, c'è più stoffa, ma io il gilè lo voglio, mi sta bene. Mi stringe ma mi infina... E vo' dì molto quando uno s'infina... DONNA: Insomma basta! Mario Pio... Che vuol dire tutto ciò? E Cristoforo?... SORDI: E Cristofaro, se li pija tutti lui... E signora per chi se fa tutto 'sto sponsale? Nun se fa per lui? Che se fa per me? Io me li metto e poi li passo a lui. E i vestiti quelli so', lei non fa altro che tanto che li conta eccoli là, in completi di gilè, nessuno li tocca. DONNA: Ma mi faccia il piacere, Mario Pio, ma cosa sta dicendo? Io le ho telefonato per un consiglio. SORDI: E io glielo sto consigliando, ogniqualvolta lei nun fa altro che tanto che mi dà i vestiti nuovi, io quelli vecchi li do a Cristofaro, il patto è fatto e non si discute. DONNA: Ma quale patto? Che dice? Con chi ha fatto il patto? SORDI: Con lei signora, e pure con Cristofaro, che me l'ha fatto parla' al tilefono, non ricorda? Eh, scusi... DONNA: Ma che cosa sta dicendo? Ma mi faccia il piacere... Io ho altro per la testa che i suoi vestiti, io penso a Giancarlo mio che non ce l'ho più. SORDI: E io penso ai vestiti miei, che non ce l'ho mai avuti... Eh, scusi... DONNA: E se non li ha mai avuti, li vuole da me? SORDI: E da chi li devo vole'. E' lei che mi dà i vestiti no? DONNA: Ma io non ti do proprio niente. E va' al diavolo tu e i tuoi vestiti! SORDI: Ma va' al diavolo tu e quel rognoso del cane tuo! DONNA: Imbecille! SORDI: Impergiura! DONNA: A stupido! A cretino! E io idiota che vado a telefonare per un consiglio a quest'imbecille... A scemo! Cretino! A stupido! Imbecille! SORDI: Dai, dai, continua, continua pure imperterrita con questa storia di invituperi. Ti approfitti non è vero, ti approfitti del mio alto senso incomune che parlo sempre a cuore aperto in mia schiettezza e in mio fulgido... Ma quello che ti devo dire lo dico, sai? Imbecille, imbecillona, ci sei tu, in tua solitudine con Giancarlo, Cristofaro, adoratone, barbone, pappone, rognosone!
Squillo del telefono...
Pronto, pronto in chi parla? VOCE: Pronto, Mario Pio? SORDI: Sì, Mario Pio. Pronto in chi parla? Con chi parlo io?

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