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Le Saline di Sicciole e di Strugnano




Il Passato


Foto: Archivio Istrianet.org

Nel 1902, anno in cui fu presa questa foto, le saline erano in piena attività. Nonostante la posa in stile "Belle Epoque", la realtà era molto dura, il lavoro veniva svolto in buona parte da donne e ragazzi. Le famiglie dei "Salinari" vivevano nelle  casette situate in mezzo ai  bacini di evaporazione e  cristallizzazione  del sale e, nelle pause del lavoro, coltivavano gli orticelli che circondavano la piana.


Foto: Archivio Gianfranco de Angelini

Le saline nel 1890


Foto: Paul Scheuermeier

Le saline nel 1922




La prima citazione delle saline di Sicciole,che però erano note fino dai tempi dei Romani,  situate nella valle del fiume  Dragogna, risale al 1139; da allora e fino alla fine degli anni '60 del XX° secolo, esse sono state sempre attive, fornendo il sale ai monopoli della Serenissima, prima, dell' Impero Austro - Ungarico, dell' Italia e della Yugoslavia, poi.
La superficie  totale ammonta a circa  850  ettari,  compresi fra i canali di San  Bortolo (Lera) e Sant' Odorico (Libadore), detto anche "Fontanigge". Il Fiume Grande che  è il fiume Dragogna ed il  Canale di Mezzo completano le canalizzazioni,  ora in parte interrate per ottenere la pista dell' attuale aeroporto turistico.
Il nome  di  "Fontanigge"  designava  tutto  il comprensorio  delle  saline (Valle Salifera), accanto alle quali esisteva,  fino a pochi anni or sono,  anche una miniera,  dalla quale si  estraeva carbone (ne parleremo in un altra pagina).




Le saline assorbivano, nella stagione estiva, fino a 2000 braccianti.
Gli strumenti dei salinari erano molto semplici e sono illustrati qui sopra nei disegni di Aldo Bressanutti.  Si tratta  di attrezzi  molto semplici:  carriole di legno  con la ruota a rullo e zoccoli a pianta larga detti "Tanperini" o "Taperini", per non sprofondare nel sale; i "gaveri" , che sono arnesi per ammucchiare  il prodotto ed i "cucchiaioni",  che  servivano  per la  pulitura e lo spurgo delle vasche.
Vi erano poi le contromarche di terracotta, che servivano per contrassegnare i carichi di sale, sottoposti a regime di monopolio, che venivano avviati ai magazzini  deposito di Portorose, che sono ancora esistenti.




Per regolare l' afflusso dell' acqua di mare nelle vasche, veniva utilizzato un ingegnoso sistema: innanzitutto, l'acqua salata veniva sollevata dai fossati di presa a mezzo di  rudimentali ma ingegnosissimi congegni, detti "zorni" o "zornadori", composti da una  pala di legno, sospesa mediante corde (braghette), ad un treppiede di legno, chiama- to "trevache". In seguito, dopo il 1860,entrarono in uso i mulini a vento, che sostituiro- no la forza muscolare e perciò furono detti "macchine" (vedi figura sopra).
L' acqua, una volta sollevata fino al primo bacino, che era più alto, detto   "moraro alto", veniva distribuita,   per mezzo di un sistema di chiuse (sotto),  nelle vasche di evaporazione, i "cavedini", dove il sole estivo poteva fare il suo lavoro.




Per chi volesse approfondire, uno studio di Almerigo Apollonio, dal volume " EL SAL DE PIRAN ", edito da "Il Trillo" e tirato nell' anno 2000, purtroppo, in soli 2000 esemplari, Si ringraziano gli Autori e la Comunità degli Italiani di Pirano per la gentile concessione.

Per entrare cliccare sulla foto




Le saline ed  il paese di  Strugnano si  trovano a metà  strada  circa fra Isola e Pirano,   nella valle omonima, attraversata dal torrente Costerlago.
Tale torrente sbocca a mare nella baia di Santo Spirito, chiusa in parte dall' argine esterno delle saline,  dal quale si protende anche un bel molo di  pietra dove  attraccavano le barche da trasporto. Oggi  l' argine è utilizzato come stabilimento balneare.
Pur essendo molto più piccole di quelle di Sicciole, anche queste saline sono molto antiche ed oggi sono, in parte, nuovamente produttive.


Foto: Vittorio Rosso

Vista delle saline di Strugnano,
 è visibile un cumulo di sale appena estratto


A partire dall' inizio dell'amministrazione Yugoslava,nel secondo dopoguerra,la  estrazione  del sale,  nei  due  bacini, quello di Sicciole e quello, più piccolo, di Strugnano, venne progressivamente ridotta, fino a cessare del tutto alla fine degli anni  '60, anche perché la Yugoslavia, con la sua costa lunghissima, che giungeva,  a sud, fino al confine con l'Albania,poteva estrarre il sale in zone più calde e soleggiate.
Solo ora,la nuova  Repubblica di Slovenia  sembra voler  riprendere  la produzione  del  prezioso  alimento.  Per ora   vi  è  una  limitata  produzione,   sia a   Strugnano,  sia a  Sicciole,  in quest'ultima località,  come vedremo,  è sorto un interessantissimo  museo storico - didattico di grande interesse culturale.


Foto: Ente Turismo Sloveno

Una veduta aerea di Pirano, affiancata dalle sue saline
Strugnano, a sinistra e Sicciole, a destra




Molto interessante, per vedere le Saline, è il sito:

http://www.burger.si/Obala/Obala.html

che contiene vedute delle saline in 3D e collegamenti con le altre località della costa piranese ed anche con il Museo del Mare "Sergej Masera" di Pirano, dove ci sono anche le esposizioni dedicate all'attività delle Saline. (è anche possibile cliccare sulle tre immagini sottostanti)






Le saline oggi


Foto: Bostjan Burger


Le Saline di Sicciole oggi fanno parte di un affascinante Parco Naturale, che comprende il "Museo delle Saline" , questo comprensorio, di rara bellezza, consta di due antiche case di salinari, restaurate e contenenti una collezione di attrezzi ed arredi di uso quotidiano. Negli adiacenti bacini di evaporazione e di cristallizzazione del sale, durante i mesi estivi i visitatori possono assistere alla produzione ed alla raccolta del sale.


 
Foto: Bostjan Burger


Anche la produzione vera e propria, a cura della rinomata azienda locale (Droga - Portoroz), è da tempo ripresa, fra alterne vicende ma rifornendo del prezioso prodotto tutta la Slovenia.
Le visite, possibili durante tutto il periodo estivo, rivestono un alto valore didattico poiché l' ambiente naturale, oltre ad essere un museo vivente, è anche un ricco biotopo, ricco di specie faunistiche e floricole, alcune autoctone, qui insediate, sia da prima, sia dopo l' abbandono della produzione del sale.


Foto: Bostjan Burger


L' area delle Saline di Sicciole e della penisola di Sezza, è stata proclamata, nel 1989 Parco naturale, dichiarandola, inoltre, Monumento Etnografico e Tecnico, visto che nel comprensorio esistono anche altri siti, quali la Miniera, oggi chiusa e le zone di Stroiba e Picchetto.


Il Parco delle Saline


Foto: His Ter - Capris


Per visitare il sito Della Riserva Cliccare sull' immagine


Le Saline di Sicciole, nell' ambito della "Convenzione di Ramsar", dal 1971 sono protette dall' UNESCO, perché le specie ivi ospitate sono minacciate di estinzione, lo stesso ambiente è esposto al degrado ecologico e meritevole di attenta conservazione.

Le specie che vivono in questo biotopo sono degne di particolare attenzione, da segnalare, per la sua rarità, è un piccolissimo topolino, la Pachiura etrusca (Suncus etruscus), raffigurata più sopra, che è uno dei più piccoli Mammiferi del mondo, vi sono inoltre, la Lucertola campestre (Lacerta sicula) ed il pipistrello Vespertilio di Monticelli (Myoth blythi).
Dal punto di vista dell' avifauna, la zona umida delle Saline è di eccezionale importanza, infatti, fra specie stanziali e migratrici, qui trovano un ottimo habitat  circa 200 specie di uccelli, altre 80 vi nidificano saltuariamente.


Cavaliere d' Italia - Foto: Loris Dilena


Fra le specie di uccelli che nidificano in questa zona, importanti e rare sono: il Cavaliere d' Italia (Himantopus himantopus), a proposito di questo uccello bisogna notare che le Saline sono l'unico luogo in Slovenia (ed in tutta l'ex Jugoslavia) dove esso nidifica regolarmente; il Gabbiano Reale (Larus cachinnans michahellis); la Sterna comune (Sterna hirundo); il Fratino (Charadrius alexandrinus) e molte altre, fra cui alcune specie di aironidi, quali la bianca, piccola Garzetta (Egretta garzetta); l' Airone cinerino (Ardea cinerea); l' Airone purpureo (Ardea purpurea) e la Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides).
Molto importante, fra i rapaci, perchè essi limitano la diffusione dei Ratti delle chiaviche o surmolotti (Rattus norvegicus), è la presenza stanziale del Gheppio (Falco tinnunculus),  che qui vive in numerose coppie.


Fotoo: His Ter - Capris

Un interessante articolo sul sale in Adriatico, da Panorama - Fiume, 15 Settembre 2004... Click!




 
Foto: His Ter - Capris

Cavedìni e "Macchina" a vento


Nelle acque dei canali e nelle vasche trovano il loro habitat anche gli avannotti di molte specie di pesci ma qui vive ed è "di casa" il cosiddetto "Pesce delle saline" (Aphianus fascinatus), alcune conchiglie e policheti.

La flora cosiddetta "alofita", che vive cioè in terreni ad alta salinità, è qui rappresentata in particolare dal Fieno di mare (Ruppia maritima) e dalla Salicornia (Salicornia herbacea), oltre a queste, vi sonop altre, numerosespecie che riempiono di colori le stagioni calde, ad esempio il Giacinto (Bellevalia romana) e la gialla Enula bacicci (Enula chritmoides).
Sarebbe troppo lung elencare tutte le specie presenti in un ambiente così grande, per approfondire visitate il sito del Parco, cliccando sul logo più sopra.


      
Foto: MAREA S.P.


Le Visite


Per accedere alle saline, la cui strada di ingresso si trova fra i due posti confinari, Sloveno e Croato, è necessario esibire un documento di identità; una volta oltrepassato il posto di frontiera sloveno, prendere la strada sterrata a destra che si addentra nei fondi salinari abbandonati fino a raggiungere il Centro Visite.
Il museo è aperto da Aprile a Novembre con orario, tutti i giorni dalle ore  09.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00 - nei mesi di Luglio ed Agosto il museo osserva l'orario 09.00 / 12.00 e 16.00 / 19.00 .
Negli altri mesi il museo è chiuso ma, per gruppi di almeno 10 persone, le visite sono possibili prendendo accordi presso il Museo del Mare "Sergej Masera" di Pirano, palazzo Gabrielli, anche telefonando al numero +386 - 5 - 6732755.
 Altre informazioni sono reperibili presso l' Istituto Intercomunale per la Tutela dei Beni Naturali e Culturali di Pirano, P.zza Fratellanza, 1 - tel. +386 - 5 - 6279810 / 811.





 



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