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IL NUOVO CORSO 1994. 8° Open ( La nuova sede) La sopraggiunta indisponibilità della vecchia sede di Silvi, grazie al buon animo e spirito di sacrificio di Luigi che ha messo a disposizione la propria residenza estiva, non si è rivelato un grosso problema, se non per motivi di carattere affettivo. Le partite "ai cubi", il bottiglia bowling, ed il tizio che gridava dalla finestra (diventato personaggio fisso), avrebbero ormai fatto parte del passato. A dispetto di tutto ciò ne guadagnava l'aspetto del confort, e della posizione più strategica per quanto riguardava i locali notturni, se non fosse per una presenza che di lì in poi sarebbe diventata costante: un alveare di api! Queste, infatti, probabilmente dopo essere venute a conoscenza del divertimento che si preannunciava in quella casa, hanno pensato bene di piazzarsi nel cassonetto dell'avvolgibile della camera dell'Asse. Il piano delle api non è andato come previsto, infatti, dopo un'aspra battaglia con armi chimiche e batteriologiche da sobri, guerriglia corpo a corpo dopo i primi cocktail, sono state tutte sterminate con il seguente bilancio di vittime: api: tappeto inanimato dello spessore di 1 cm su letti pavimento e suppellettili; Open group: purtroppo gli effetti alcolici non hanno reso possibile la conta delle punture; pavimento e finestra: impiastricciati da circa un litro di miele fuso a sua volta impastato con le api defunte... Ciò nonostante, quella notte la camera venne ugualmente utilizzata! Il problema si sarebbe ripresentato puntualmente il primo giorno di ogni anno successivo. La prima serata, dopo che il Cavallo (nuovo adepto) ha battezzato la casa con una bicchiere di vino rosso sul divano bianco, si è conclusa in modo abbastanza tranquillo (a seconda del sistema di riferimento) al Navigando. L'ambiente, sicuramente meno selvaggio, ed un Ciccio in costante catalessi dovuta alla stanchezza da lavoro (e da cazzeggio) accumulata nella settimana, non ha contribuito in modo positivo, e l'Open stentava a decollare... ma... Ma agli Open non è mai detta l'ultima parola finchè non si fa ritorno a casa! Infatti tutto l'alcool che era rimasto quasi intatto per i primi 2 giorni, è stato consumato l'ultimo pomeriggio nel giro di un paio d'ore (qualcuno riesco a ricordarsi solo i primi 12 cocktail nel nostro shaker da un litro...). Inutile sottolineare il parapiglia che ciò ha provocato, il vicinato difficilmente dimenticherà. Nel frattempo, dopo che per due giorni le nostre dirimpettaie avevano osservato le nostre gesta con sguardi che spaziavano dal curioso, all'allibito e dallo sconcertato, al compassionevole, (c'era stata anche una serenata, con assolo canoro di Luigi, alle 4 del mattino!), il Pluca, riuscì a fare breccia nei loro animi, e gli aprirono la porta di casa: quando si affacciò esultante dalla loro finestra: sul terrazzo della sede tutto il gruppo saltò in piedi esultando e dandosi il cinque; seguì un simpatico gemellaggio: cantammo, suonammo, e bevemmo tutti insieme. Quell'Open volgeva al termine, Raniero, che il venerdì era venuto dall'Aquila in bicicletta, pimpante ed orgoglioso del gesto atletico, quella sera, dopo la citata bagarre, privo di sensi venne preso di peso, caricato sulla sua auto e riportato a casa dal Pluca, che non stava molto meglio! Qualche giorno dopo Luigi, insieme a lui, dovette tornare in sede per riprendere la bicicletta. Questa edizione ha avuto una coda in settembre, con l'unico, fin'ora, "Open straordinario", che è durato solo due giorni, ma ha visto i numerosi partecipanti in una forma smagliante. Questa edizione straordinaria non è stata omologata: pertanto non ne parleremo in questa sede, e le sue presenze non sono valide ai fini della classifica generale dell'Open! 1995. 9° Open (La mitica partenza) Memori della partenza in sordina dell'anno precedente, il venerdì del 9° Open è cominciato con intenzioni veramente bellicose, specialmente da parte mia e di Michele. I risultati si sono rivelati disastrosi: già verso le 23 non eravamo più in grado di intendere e di volere, quindi, non essendo più operativi per uscire (autosufficenza!), siamo stati trascinati sui letti ed ivi abbandonati fino al giorno seguente. Anche gli altri comunque non avevano assorbito benissimo quella partenza sprint, la scena che si era presentata agli occhi di Raniero, giunto in ritardo, era a dir poco esaltante: fatta eccezione per Nello e Michele, giacenti inanimati in qualche angolo della casa, e qualcuno affacciato al balcone... il resto della compagnia rideva, cantava, saltava, e si dedicava alle attività più demenziali e strampalate, intanto io, con lo sguardo perso nel vuoto, non mi rendevo conto della musica martellante che nessuno aveva avuto la lucidità di abbassare e continuavo a ripetere "basta... non bevo più... è l'ultima volta...". In questa edizione, abbiamo fatto la conoscenza di due soggettini di gran lunga più matti di noi: uno dopo essersi fregato una giacca ed una cravatta, sui divani del Plaza, all'uscita, indossata la giacca, per farsi fare il nodo alla cravatta, incautamente scelse tra i 2000 presenti, proprio il proprietario: quest'ultimo, dopo aver mollato i primi cazzotti, evidentemente affumicato e distratto dal recupero degli indumenti, iniziò a distruggere un'auto che passava di lì ed a picchiarne l'ignaro conducente, che naturalmente non c'entrava niente con il furto. inutile dire che tutti noi eravamo spalmati sul marciapiede in preda ad esilaranti crisi di riso! Quest'Open ha evidenziato l'ottimo apporto logistico dell'esordiente Zeb, ed il trionfale ingrsso del Masciola da sempre conosciuto dal gruppo, ma che fino a quel momento si era tenuto volutamente in disparte da buon gattone. Quel sabato, in cui le avverse condizioni metereologiche si accanivano contro di noi, optammo per una tranquilla cena in sede, ma i bicchieri cominciarono a svuotarsi in fretta ed a riempirsi altrettanto velocemente: in questi casi si gioca a "bas"! Memorabile fù la prestazione di Luca: con il suo 99% di sbagli, ma emerse su tutti Raniero, con quella che diventerà in assoluto la bas-performance del millennio: per far cadere tutti, ad un certo punto, si decise di passare, tra le tante, alla variante in inglese, dopo una discreta serie consecutiva di sbagli, il giro gli arrivò con il 14, ebbene: Raniero non disse "bas", non disse "fit", non disse "quattordici", e non disse nemmeno "fourteen", ma con l'espressione di chi "mò vi frego io!", pronunciò un impostato e convinto "quatorze!". La partita fu immediatamente sospesa! Per il resto, la pioggia non ha permesso grandi attività sportive e balneari ma solo una simpatica seratina in discoteca, e laute ed interminabili colazioni al nostro bar preferito... (Capitolo quarto) Thanks, Open group
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