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Page added in November 2007.


Zarnata, Chielefà, Maina, Passavà and Githio

The Maina Peninsula

Key dates:
Part of the Despotate of Mistrà until the fall of Mistrà in 1460
1467 Venetian occupation
1479 The Turks force the Venetians out of Maina
1659 Major uprising against the Turks
1685 Local inhabitants help the Venetians in the siege and conquest of the Turkish strongholds in the region
1714 Return of the Turks
1821 Upsurge against the Turks: beginning of the struggle for Independence

The long peninsula of Maina (today Mani) has the appearance of a long finger with Cape Matapan located at its end is the southernmost point of Morea. The access to the peninsula from the western province of Messinia is barred by Mount Taygetus: it is more accessible from the eastern province of Laconia, but the end of the peninsula is very difficult to reach by land.
Helped by these geographic factors the inhabitants of Mani often refused to comply with the Turkish taxation system and developed some form of self government under the Mavromikhalis family.
The villages of Maina show even today the fortifications and towers built by the inhabitants to protect themselves from the Turks.
The peninsula itself had little relevance to both Turks and Venetians with the exception of a natural port, Braccio di Maina, near Cape Matapan which controlled the route between the Ionian and the Aegean Seas (one of the most important naval battles of WWII was fought at Cape Matapan).

Map of Maina Fortresses

The Mani Peninsula seen from the beach of Calamata at sunset

While the best starting point for a tour of the Mani region is the port of Githio, the fortress of Zarnata can be more easily reached from Calamata.

Zarnata

Late XVIIth century map of Zarnata

The Venetians were so happy at having re-conquered Morea in 1685 that in the following years several books were printed to celebrate the event and illustrate the landmarks of the new province, or rather kingdom as Morea was formally called Regno di Morea.
Vincenzo Coronelli, a famous Venetian etcher, printed a series of views of the fortresses of Morea. He mainly relied on sketches provided to him by the Venetian commanders, especially for those fortresses which had not been originally built by the Venetians. This explains the lack of embellishing details in the map of Zarnata shown above.

Chielefà

View of the fortress

The fortress of Chielefà was built by the Ottomans (ca. 1670) to enforce their rule in the region and to prevent the inhabitants of Maina from raiding towns and villages outside their territory. In addition the cannon of the fortress controlled Porto Vitulo (today's Itilo), a bay on the western coast of Maina, where the Venetians often harboured.

View of the bay the Venetians called Porto Vitulo and of the town of Aeropolis

In 1685 the Ottoman garrison capitulated to the Venetians without fighting; in 1715 it was the turn of the Venetians to abandon Chielefà. The fortress did not prevent an uprising of Maina in 1770; the rebels were able to reach and sack Mistrà.

Maina

Late XVIIth century map of Braccio di Maina

The map of Braccio di Maina by Coronelli gives a very simple sketch of the fortress, but the rugged mountains in the background are an attempt to represent the wilderness of the area. Braccio di Maina had two natural harbours one of which (Porto delle Quaglie or Porto Quaglio) was named after the quails, as these migratory birds crossed the Mediterranean between the coasts of Lybia (Cirenaica) and Cape Matapan. The reference survives in the current Greek name Porto Kayio.

Passavà

Views of the fortress

The name of this fortress derives from Passe avant (go ahead), the motto of the French Baron Jean de Neuilly, who is thought to have built it in the XIIIth century: at times the fortress was abandoned, but in 1669 the Ottomans garrisoned it to protect the port of Githio from being raided by the inhabitants of Maina.

Githio

Fortified tower of Githio and its old harbour

Githio was the harbour of ancient Sparta and a centre of purple dye trade during the Roman Empire. In Byzantine times it was just a small village; its harbour was protected by a tower. It is now an important port and a tourist resort.

Excerpts from Memorie Istoriografiche del Regno della Morea Riacquistato dall'armi della Sereniss. Repubblica di Venezia printed in Venice in 1692 and related to this page:

Maina al Capo Matapan

Trà i Promontorij del Peleponneso, che dal continente si spingono al Mare, il più avanzato all'onda è Capo di MATAPAN, già detto a Promontorium Taenarium dall'antro di Tenaro inviscerato ne suoi contorni, la di cui orridezza persuase a favolosi il crederlo quella bocca d'inferno, dalla quale sortì l'invito Hercole dopo trionfato del Cerbero, onde volgarmente diceasi anco il Tenaro; altri vogliono, che tale fosse nominato da Tenaro, che nacque da Elase figlio d'Icano maritato in Erimade figliola di Damasicle. Profondissime acque circondano le sue rive, alle quali per sicurezza de Naviganti vi sono due commodi Porti, l'uno col nome delle Quaglie, così detto dalla gran copia delle Quaglie, ch'in queste parti si ritrovano, l'altro di Maina; fra questi la dove erano le rovinate vestigie dell'antico Cersapoli, eressero un tempo gl'Ottomani una Fortezza da loro chiamata Turcotogli Olimionas, che da Greci s'interpreta Castro de Maini, e da Turchi Monige, e cio à fine di frenare gli habitanti della Tzaconia, hoggidi Braccio di Maina. Provincia estesa per lungo tratto nella costa più meridionale della Morea, essendo quegl'huomini assai bellicosi, che mal contenti di soggiacere a Signoria si barbara, cercano nell'asprezza de Monti l'esentarsi dal tributo per partecipare in qualche guisa la sospirata libertà. Nel 1570 partito con 24 Galere da Candia il Capitan di Golfo Querini, pervenne a Corfù, ove informato dell'edificatione di quel Forte per gli accennati motivi, pensò indirizzarsi all'acquisto: eseguì il pensiere con fatti uniformi, perche conseguitone a salvamento quei Porti, coadiuvato da Mainoti, che nella fazione diedero saggio di garn valore; dopo gravi contrasti in danno notabile de Turchi, l'ottenne; non volse il Capitan di Golfo che più sussistesse quell'ostacolo a Gente si ben affetta alla Republica, perciò estrattone quanto v'era d'usuale alla militia, volle prima di partire demolirlo

Zarnata

Zarnata è Fortezza ben fornita dalla natura, e meglio munita dell'arte, quale ne proprij recinti portando sembianza di figura quasi rottonda, giace in eminenza di più che delicioso sito. Nel 1685 lungi dalla medesima per soli cinque miglia sen stava con poderoso Esercito accampato il Capitan Passà, che ponderando questi il valore dell'Armi Venete, conchiuse infine sfuggire i cimenti per preservarsi da quelle rovine, ne quali fidava d'incorrervi; e però al Capitan Generale Morosini si rese à patti di buona guerra, salve le Vite, e robbe; il che fù loro essattamente osservato; li 11 Settembre per tanto uscirono al numero di seicento, quali senza sentir ne insulto, ne molestia alcuna, furono assistiti fin'ad un termine prefisso: solo l'Agà comandante primario; poiche temeva di perder la testa, rimase al Campo christiano, e sù la Galera del Sopra Comito Angelo Michieli s'è ricovrato. Il Capitan Generale destinò al governo di questa piazza in qualità di Rappresentanti Bortolomeo Contarini, e Angelo Emo nobili volotarij, e vi lasciò al presidio ducento, e cinquanta Soldati sotto la direzione del Tenente Colonello Prastini.

Chielefà

Sopra l'eminenza d'un Grebano, discosto un miglio, e mezzo dal Mare, giace nel giro d'un miglio in figura quadrangolare, munita di cinque Torrioni Chielefà Fortezza di non poca importanza, mentre nella medesima ammirasi qualche dono della natura, qualche singolarità dell'arte; da quì non molto discosta Vitulo, altri tempi Città mercantile, e famosa, dà cui riportò la denominazione il porto vicino, non molto sicuro, che tutta via Porto Vitulo appellasi.
Nel mentre il Capitan Generale Morosini era in corso per acquisti gloriosi, fù questa piazza dallo stesso validamente tentata, e poiche mancavano nella medema forze da resistere al valore di tanto Duce, conobbe necessità l'arrendersi. Furono per tanto benignamente ricevute l'istanze de timidi Turchi, à quali compiacendo il Morosini, permise sortissero a patti di buona guerra, lasciandovi in essa 58 pezzi di cannone di vario genere. Entro vi risiedeva Assar Passà Comandante di tutta la Provincia, dal qualefurono presentate le Chiavi della Piazza alla Galera Generalizia; uscirono mille Persone, e 350 s'imbarcorono sopra le Navi del Pisani, già direttore di tale acquisto, quali colle loro robbe convogliati, pervennero all'Isola de Cervi. Dopo rese grazie al Cielo, e inalzati li Stendardi della Croce, e del glorioso S. Marco, restò ivi per Proveditore Ordinario Bernardo Balbi e Estraordinario Lorenzo Venier.

Passava'

Passavà situata ancor'egli nella Provincia di Maina vicin'alle sponde del Golfo di Colochina sopra Capo Matapan nella parte opposta di Chielefà, e Porto Vitulo Fortezza dall'ingionta figura, fabricata sopra eminenza, diffetosa però in ogni parte, e fuori di passo per impedire l'invasioni che si tentassero di fare nella Provincia.
Il Capitan Generale Morosini spinse un grosso numero de Mainotti sotto questa Fortezza nel punto istesso, che uscirono li Turchi da Chielefà li 24 Settembre 1685, e che in quella piazza furono inalborate le gloriose insegne di S. Marco, e inteso che quel Presidio stava per sortire, e aspettare il cannone, fece subito marchiare a quella volta il Sargente maggiore della Natione Oltramarina Gregorevich con 500 Fanti a rinforzar li Mainoti, e ad'impedire il preacennato trasporto; ma li Turchi scoprendo da lungi le Venete insegne, ripiendi confusione, e terrore si diedero alla fuga, e abbandonarono il posto; ed in tal maniera senza alcun contrasto fattosene Padrone, atta al diffendersi, la fecedemolire come poco, tanto più ch'in poca distanza evvi un passo angusto, nel quale con poca gente si può far resistenza a numerose milizie.

Introductory page on the Venetian Fortresses

Pages of this section:
On the Ionian Islands:     Corfù (Kerkyra)     Paxo (Paxi)     Santa Maura (Lefkadas)     Cefalonia (Kephallonia)     Asso (Assos)     Itaca (Ithaki)     Zante (Zachintos)     Cerigo (Kythera)
On the mainland: Butrinto (Butrint)     Parga     Preveza and Azio (Aktion)     Vonizza (Vonitsa)     Lepanto (Nafpaktos)     Atene (Athens)
On Morea:     Castel di Morea (Rio), Castel di Rumelia (Antirio) and Patrasso (Patra)     Castel Tornese (Hlemoutsi) and Glarenza     Navarino (Pilo) and Calamata     Modon (Methoni)     Corone (Koroni)     Braccio di Maina, Zarnata, Passavà and Chielefà     Mistrà     Corinto (Korinthos)     Argo (Argos)     Napoli di Romania (Nafplio)     Malvasia (Monemvassia)
On the Aegean Sea:     Negroponte (Chalki)     Castelrosso (Karistos)     Oreo     Lemno (Limnos)     Schiatto (Skiathos)     Scopello (Skopelos)     Alonisso     Schiro (Skyros)     Andro (Andros)     Tino (Tinos)     Micono (Mykonos)     Siro (Syros)     Egina (Aegina)     Spezzia (Spetse)     Paris (Paros)     Antiparis (Andiparos)     Nasso (Naxos)     Serifo (Serifos)     Sifno (Syphnos)     Milo (Milos)     Argentiera (Kimolos)     Santorino (Thira)     Folegandro (Folegandros)     Stampalia (Astipalea)     Candia (Kriti)

You may refresh your knowledge of the history of Venice in the Levant by reading an abstract from the History of Venice by Thomas Salmon, published in 1754. The Italian text is accompanied by an English summary.

Clickable Map of the Ionian and Aegean Seas with links to the Venetian fortresses and to other locations (opens in a separate window)