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3ª parte
varianti dell'Iroha Karuta



1ª parte

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UTA KARUTA
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IROHA KARUTA
4ª parte

DÔSAI KARUTA
MUBEYAMA KARUTA


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ringrazio Dana Kahana, Yoshikazu Kumamoto, Luca & Nui, Tadahiko Norieda
e Mayumi Yoshimura, il cui gentile contributo ha reso possibile la realizzazione di questa pagina



Il semplice principio su cui si basa il gioco di Iroha, cioè l'abbinamento di illustrazioni e/o sillabe ad un testo, ha ispirato diverse edizioni nelle quali la tradizionale serie di proverbi è rimpiazzata da altri tematiche popolari come ad esempio animali, fumetti, storia, ecc. Le regole del gioco ovviamente non cambiano.
Oggigiorno ne vengono prodotte parecchie versioni, creazioni moderne, ma se ne conoscono esempi risalenti anche fino al XIX secolo. Per esempio, l'illustrazione a destra mostra la parte superiore di un foglio di carte non tagliate molto simili alle Iroha Karuta, che però raffigurano personaggi dal Chuushingura, un racconto basato su un fatto realmente accaduto, in cui 47 samurai, agli inizi del XVII secolo, vendicarono il loro signore dopo la morte di quest'ultimo; il racconto è molto conosciuto in Giappone.

foglio non tagliato di carte simili ad Iroha Karuta, stampato nel 1853,
il cui soggetto è ispirato al racconto Chuushingura

(per gentile concessione di Jeff Hopewell)


non appena si entra in Giappone, sono subito fiori di ciliegio
recita approssimativamente la poesia sulla destra
La varietà mostrata a sinistra non si basa su proverbi tradizionali, ma su poesie haiku (cioè brevi composizioni che consistono di tre soli versi, formati rispettivamente da cinque, sette e cinque sillabe). Ciò rende questa edizione di Iroha Karuta ancora più vicina all'Uta Karuta, o "gioco dei 100 poeti", descritto a pagina 1. È intitolata Issa no Karuta ("le carte di Issa"), con riferimento al poeta e monaco buddista Issa Kobayashi (1763-1827), che fu l'autore di numerosi *** ****.
Le splendide illustrazioni in bianco e nero sono state create dall'artista Kyôko Yanagisawa nel 1983, abilmente ritagliandole dalla carta; in fondo ad ogni soggetto se ne trova il minuscolo monogramma (qui a destra).



LE CARTE DEI FANTASMI DI EDO

tutte le illustrazioni a colori provengono da una ristampa di Kokushokankoukai (Giappone)



Le carte dei fantasmi di Edo (Edo Yôkai Karuta) erano un mazzo di 48 soggetti raffiguranti esseri soprannaturali. Il perché di tale tematica, apparentemente bizzarra, si comprende facilmente se si considera che il folklore giapponese è sempre stato ricco di tali entità, il cui nome yôkai si riferisce genericamente ad una vasta gamma di creature da brivido (fantasmi, orchi, apparizioni, ed altri di simile genere). Oltre a costituire il tema di queste carte, infatti, se ne trovano spesso nella pittura, nella letteratura, nel teatro Kabuki, ecc.
Non proverbi, quindi, ma il nome o una breve descrizione di ciascun essere costituiva il testo scritto sulle yomifuda, o carte da lettura.
Gli esempi mostrati in questa pagina provengono da una ristampa moderna di un mazzo originale che risale ai primi del XIX secolo.

sillaba KA
kameyama no bakemono
("il fantasma di Kameyama")
Le efuda riproducono fedelmente le antiche illustrazioni dipinte a mano, mentre le yomifuda sono state ridisegnate, e leggermente adattate alle regole ortografiche del giapponese moderno.

sillaba SO
sora o tobu hitodama
("lo spirito dei defunti che vola in cielo")
Quasi coeve dei primi mazzi Iroha, le carte dei fantasmi si possono considerare l'equivalente di uno stile regionale, essendo state segnalate nella sola area di Edo (oggi Tokyo): a differenza delle carte dei proverbi, il cui successo ancora oggi resiste in tutto il Giappone, apparentemente non si estesero mai al resto del paese. In ogni caso, le carte dei fantasmi non furono certamente un'occasionale ed episodica versione di fantasia, e ancora oggi esistono altri mazzi di questo tipo, di età simile, sebbene alcuni dei loro soggetti siano andati perduti. Qualche esempio proveniente da un volume pubblicato dallo stesso editore viene mostrato per confronto.


sillaba MU
mukashi-mukashi omoi tsudsura no bakemono
("antichi fantasmi dei pesanti bauli da abiti")

sillaba RU
rusu no ma ni deru bakemono
("fantasma che compare durante un'assenza")

sillaba RU da altri due mazzi di
carte dei fantasmi di età coeva:
entrambi i soggetti sono diversi


sillaba CHI
chôchin kozô
("il ragazzo della lanterna di carta")


Molti degli esseri soprannaturali del mazzo hanno sembianze umane, ma alcuni si incarnano in forma di animali, e qualcun'altro, come lo spettro della lanterna e quello del pestello, riprendono le sembianze dell'oggetto quotidiano che infestano.
Comunque, diversi esseri presenti in un mazzo non corrispondono a quelli presenti in altri, come se le illustrazioni delle carte dei fantasmi non avessero mai raggiunto uno standard definitivo.

sillaba RE
renki no bakemono
("il fantasma del pestello")


Anche il commento o testo di ciascun fantasma, la cui sillaba iniziale compare nel cerchietto sovrastante l'illustrazione, assai spesso differisce da quello di altre edizioni.
L'aspetto spaventevole di alcuni degli spettri ritratti in questi mazzi fa pensare che il gioco di Yôkai Karuta fosse un diversivo più adatto a giocatori di una certa età, mentre le classiche carte Iroha sono sempre state tradizionalmente utilizzate da bambini di età scolare.

Questa varietà di carte non durò molto a lungo: si estinse probabilmente nel corso dello stesso XIX secolo, e non venne mai ripristinata.
sillaba O
oki ni mieru funa-yuurei
"il fantasma della barca avvistato in alto mare"
sillaba O da un altro
mazzo: il soggetto è
completamente diverso


sillaba E
en no shita kara deru tatami-age no kai
("la creatura solleva-tappeti che emerge
dal sottosuolo delle vicinanze")

KYÔ, l'ultimo soggetto
kyô no machi e deru katawa-guruma
("la ruota deforme che compare
muovendo verso Kyoto")







CARTE DEI PROVERBI A DOPPIO USO CON IDEOGRAMMI E SILLABE

tutte le illustrazioni provengono da un'edizione di Hanazono-Bunko (Giappone)



Questa varietà di carte, il cui lungo nome originale è Kanji  ·  Hiragana Ryôyô Kotowaza Karuta, si correla strettamente con le Bô-Inu Iroha tradizionali, ma hanno uno scopo educativo più specifico.
Infatti costituiscono un doppio mazzo di 44 soggetti, con illustrazioni ripetute due volte, in rosso e in nero. Il ridotto numero di carte (quattro in meno rispetto alle edizioni tradizionali) si spiega con la mancanza di vocaboli che cominciano per WI, WE e WO in giapponese moderno; nemmeno la carta KYÔ, cioè l'ultimo soggetto di tutti i mazzi Iroha classici, è presente in questa versione.

Ciascuna carta a figure rosse ha il proprio kana, cioè la sillaba fonetica, all'interno di un piccolo ottagono, che sostituisce il solito cerchietto; quello del mazzo nero invece contiene il primo vocabolo del corrispondente proverbio, scritto in forma di ideogramma cinese.
L'intero testo del proverbio è stampato sul retro di ciascuna delle carte in caratteri grandi, questa volta usando sillabe fonetiche nel mazzo a figure nere, e ideogrammi nel mazzo rosso, una distribuzione opposta rispetto al davanti delle carte. A lato del proverbio scritto con ideogrammi (mazzo rosso), un secondo testo ne spiega il significato morale; nelle edizioni Iroha tradizionali ciò è solitamente stampato in un libretto o foglietto a parte, che accompagna il mazzo.

sillaba SE
sen ri no michi mo ippô yori hajimaru
("anche un viaggio di mille chilometri
comincia facendo un passo")


sillaba MA
marui tamago mo kiri yô de shikoku
("anche un rotondo uovo, tagliandolo,
diventa quadrato")
L'esempio qui in alto mostra l'abbinamento della coppia per la sillaba SE: in alto è il davanti, in basso è il retro. La sillaba sulla carta rossa è SE, mentre l'ideogramma della carta nera è SEN ("mille"), cioè il primo vocabolo del proverbio.
Le dimensioni dell'edizione mostrata in questa pagina sono all'incirca doppie rispetto alla media dei mazzi Iroha, a causa del lungo testo sul retro delle carte.
La lista dei proverbi è ordinata secondo il sillabario giapponese moderno, cioè non viene più seguita la sequenza I-RO-HA, e sebbene per la sillaba I sia mantenuto il classico detto "anche un cane...", molti nuovi proverbi sostituiscono quelli tradizionali. Un segno dei tempi!

Questo tipo di carte può essere usato tanto per giocare a Iroha (i più giovani preferiscono il mazzo rosso come efuda e quello nero come yomifuda, essendo le sillabe più facili da leggere della scrittura ideografica), che come strumento educativo per l'apprendimento dei complessi ideogrammi, abbinando e confrontando i soggetti rossi e quelli neri. Quindi non ci sono regole di gioco precise: queste carte possono essere usate in diversi modi.


sillaba I
inu mo arukeba bô ni ataru
("anche un cane, andando in giro, troverà un bastone")

syllable RO
ron yori shôko
("la prova è più importante della discussione")



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