Nonostante la grande varietà di stili regionali, le carte da gioco a semi italiani in versioni di fantasia sono quasi inesistenti, e se ne conoscono pochissime eccezioni. Questa pagina ne mostra due esemplari, uno risalente ai primi anni '30, l'altro moderno.
Fra i pochissimi esemplari conosciuti c'è quello che il produttore Raffaele Pignalosa (Napoli)
dedicò al fascismo, il regime che durò dal 1922 al 1945.
Il fascismo era basato su un forte senso nazionalistico ed esaltava tutte le attività
militari, che avrebbero dovuto reinstaurare un potente impero italiano, ispirato alle
glorie dell'antica Roma.
Queste carte da gioco celebrano tali idee, a partire dal nome stesso del mazzo,
Italia Nuova, fino alla scelta di adottare semi e figure speciali. |
asso di Fasci e asso di Ancore |
Ogni asso (vedi figura più in alto nella pagina) raffigura la bandiera italiana, sulla quale
appare il seme. Visto che il nome del produttore e lo spazio rotondo per il bollo d'imposta
si trovano sull'asso di Fasci, questo seme andrebbe considerato l'equivalente dei Denari nei soliti mazzi
(cioè il seme primario), sebbene l'aspetto grafico di questi simboli non mostri
una relazione grafica con i Denari né con alcuno degli altri semi classici (Coppe, Spade o
Bastoni).
I 4, invece, hanno decorazioni centrali che simbolicamente richiamano il rispettivo seme. |
4 di Fasci decorato con un gladio
e 4 di Ancore che raffigura un pesce |
cavalli di Ancore, Elmetti ed Eliche |
I personaggi delle figure dei fanti e dei cavalli sono giovani militari nell'uniforme
del corpo al quale il seme è dedicato, tranne che per i Fasci, che presentano due
giovanotti in abiti civili. I fanti sono posti davanti ad un sole nascente, simbolo
del rinato potere italiano, mentre i cavalli, i cui personaggi hanno un grado militare
più elevato (o un più alto livello sociale nel seme di Fasci) stanno di fronte ad un leone,
simbolo di forza. |
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I quattro re sono rappresentati come figure femminili coronate, allegoria dell'Italia,
vestite dei colori nazionali e reggenti ciascuna il simbolo del proprio seme.
il motivo del dorso |
fante di Ancore e re di Eliche
I dorsi hanno un'elaborato disegno a figura singola su fondo nero (questo era il colore
ufficiale del fascismo), quasi una sintesi dei vari simboli celebrati dal mazzo: un leone
giace ai piedi di una figura femminile (l'Italia), la quale regge un'ancora e un'elica da
un lato, e uno scudo con l'emblema Savoia (a quei tempi era lo stemma reale italiano)
sul lato opposto, davanti ad un grosso fascio, mentre un sole nascente, o una più generica
fonte di luce, emana i suoi raggi da dietro.
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Le carte hanno spigoli vivi, cioè non arrotondati, secondo una tradizione ora obsoleta, ma che Pignalosa ha mantenuto più a lungo di altri produttori.
Vista la composizione del mazzo (40 carte, valori da 1 a 7 e tre figure) e i personaggi a
figura singola, questo stile insolito corrisponderebbe all'assetto tradizionale
delle carte regionali centro-meridionali, in particolare le
Napoletane,
essendo il mazzo prodotto nella stessa città partenopea.
L'unico dettaglio che non corrisponde è l'indice che ciascuna carta presenta nell'angolo
superiore sinistro, la cui funzione probabilmente era quella di fungere da piccolo ausilio
visivo ai giocatori, non abituati a queste figure fantasiose.
IL MAZZO CHARTA
Qualche anno fa Dal Negro pubblicò una colorata edizione a 40 carte disegnata da Giorgio Ruffolo, un artista che si è cimentato per lo stesso produttore anche in un tarocco per cartomanzia (se ne può vedere un esempio nella pagina relativa).
Il fantasioso risultato ricorda un po' le caratteristiche degli stili italiani del centro e del meridione, avendo figure a testa singola, assenza di indici, re raffigurati in piedi e senza trono, e così via. |
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Le carte hanno lo stesso formato dello stile più diffuso, le Piacentine. Tuttavia qualche particolare sembra essere stato preso in prestito da tradizioni differenti, come ad esempio lo stile dei Bastoni, più simili alle mazze cerimoniali tipiche dei primi tarocchi miniati, o le Coppe, provviste di coperchio, fatto inusuale per qualsiasi stile italiano tradizionale. Le figure hanno le sembianze di soldati che vestono un'armatura. I segni del seme di Denari hanno al centro una cornucopia; lo stesso motivo decorativo si trova anche sugli assi dello speciale mazzo da Canasta prodotto dallo stesso Dal Negro (cfr. varianti dello stile internazionale). |
IL MAZZO DELLA QUINTANA
Questa edizione speciale è prodotta da Edicolandia, una piccola casa editrice di Ascoli Piceno, per celebrare la rievocazione della manifestazione tardomedievale chiamata Quintana che si tiene ogni anno nella città, e che rappresenta un'importante attrattiva turistica.
Comprende diversi eventi, tutti in costume, che si svolgono alla presenza di un pubblico abbastanza numeroso. Si svolge a luglio, e dura per un certo numero di giorni. L'evento clou è la giostra, nella quale i cavalieri si lanciano a tutta velocità sui rispettivi destrieri, tentando di colpire un bersaglio posto sullo scudo del Saracino rotante. |
mazzo della Quintana, di Edicolandia (Italia) |
I partecipanti sono in rappresentanza dei sestrieri ascolani, cioè le sei parti in cui la città storica è tradizionalmente divisa.
Informazioni dettagliate e foto della manifestazione si possono trovare nei siti Torneo cavalleresco della Quintana e
Giostra della Quintana.
i quattro assi del mazzo della Quintana |
Il mazzo della Quintana si compone di 40 carte, ordinate in quattro semi chiaramente ispirati a quelli classici, i cui segni mantengono Denari e Coppe relativamente entro i binari della tradizione, mentre i semi lunghi prevedono delle picche al posto delle Spade, e mazze da cerimonia, vagamente ispirate agli stili settentrionali, per i Bastoni.
Un'altra differenza curiosa riguarda la speciale combinazione delle figure: manca il fante, rimpiazzato dal cavallo (un cavaliere con l'armatura), mentre subito dopo il re viene la regina, o donna. Anche la distribuzione dei segni, soprattutto quelli lunghi, differisce in modo evidente da quella dei mazzi tradizionali (in particolare dalle Piacentine, quelle di uso più comune ad Ascoli, che non ha uno stile regionale proprio). Le figure sono a testa singola; fra di esse, i re sono raffigurati in piedi (cioè non seduti sul trono), ciò che comunque rappresenta un elemento di continuità con gli stili tradizionali dell'Italia centrale e meridionale, così come lo è l'assenza di qualsiasi indice.
La grafica del mazzo, pur innovativa nella sua concezione, al tempo stesso segue linee essenziali e sobrie (è interessante l'uso estensivo di due colori assai poco convenzionali per le carte regionali, come il blu notte e il crema, abbinati ai più tradizionali giallo oro e rosso cupo). |
Anche i quattro assi (illustrazione qui in alto) seguono le stesse linee austere: un semplice segno del seme, privo di qualsiasi decorazione, all'infuori del nome della città, ripetuto in ciascuno dei quattro soggetti.